Un’infinita’ di domande mi si accalcano nella mente, la possibilita’ di una sua reazione negativa mi ossessiona, mi angoscia e se dovesse accadere ne sarei davvero profondamente ferita. Il suo affetto mi e’ necessario e’ uno dei punti fermi della mia vita ed io, concepita in un bagno di valium, vivo nel perenne atto di annegare, ho le braccia tese in avanti in cerca di equilibrio … ed Francesco e’ parte di questo equilibrio. Alla fine decido di rischiare e mando un messaggio. La risposta non tarda ad arrivare e’ dolcissima seria e rassicurante, ne sono felice mi sento molto meglio ed il silenzio che gli chiedo insistentemente e che lui naturalmente mi garantisce mi fa sentire al sicuro. So che non usera’ mai queste confidenze per farmi del male e so che qualsiasi cosa io possa fare nella vita, Francesco Sara’ sempre dalla mia parte, magari senza condividere le mie posizioni, ma certamente senza mai giudicarmi. E’ proprio lui che mi consiglia di mettere su carta queste esperienze ed e’ per questo che ora scrivo, per concedere a me stessa una analisi obbiettiva, per quanto mi e’ possibile, di tutto quanto sta accadendo, per potermi capire, per sapere insomma, se sono la persona che ho sempre creduto di essere. Qualche giorno dopo… Ho deciso di accettare l’invito di Claudia, la settimana lavorativa mi ha stroncata oggi ho voglia di divertirmi, mento spudoratamente a Paolo (pero’ mi sento una carogna) mi preparo e senza dire niente a nessuno vado al locale. Arrivata scopro che e’ nato anni fa come circolo culturale, gestito da due donne, compagne nella vita, che comprarono questo enorme quadri locale mansardato in un palazzo assolutamente anonimo, infiltrato in una piccola via del centro di Milano, con soli altri uffici e percio’ vuoto di sera e lo trasformarono in locale notturno per sole lesbiche e bisex. Entrata non riesco a credere a cio’ che vedo, ci sono solo divanetti tutt’intorno al perimetro delle stanze, luci soffuse, sento della musica, mi addentro sempre piu’ nel locale, vedo decine di donne di ogni eta’ e classe sociale abbracciate, divertite, sparse ovunque. E’ una sensazione strana ma e’ un bel posto ed io mi diverto. Entro in una nuova stanza e vedo Claudia sul palco, accompagna alle tastiere una cantante, sono bravissime. Mi sento molto a mio agio qui, Sara’ forse per via della forte identita’ femminile. Appena conclusa la performance tra lo scroscio di applausi generale, Claudia mi viene incontro sorridente, mi abbraccia e mi trascina a ballare, mi presenta le sue amiche, sono tutte gentili ed accoglienti, mi sento “a casa”. Nel locale gira anche qualche “scaricatore di porto”, sono allibita nel vedere in queste donne la totale mancanza di femminilita’, al contrario, tutto il loro essere esasperato in abbigliamento e comportamenti maschili. Di certo la semplice presenza non mi crea problemi, ci sediamo tutte ad un tavolo al bar, in un’altra stanza che ancora non avevo visto, chiacchieriamo liberamente, la serata scorre veloce ed io mi ritrovo alle 5 del mattino nel mio letto a ridere divertita. II Sono soddisfatta di questa incursione nel mondo lesbico/bisex ed ora che ho cominciato non voglio piu’ fermarmi, ho sete di conoscenza e soprattutto voglio fare sesso con una donna, voglio provare, sapere cosa significa, voglio sapere cosa prova Paolo ad entrare dentro di me, voglio sapere come si fa a far godere una donna. In verita’ mi sembrano domande un poco senza senso essendo io stessa una donna, dovrei gia’ avere le risposte che cerco, ma la realta’ e’ piu’ complicata della fantasia ed io sinceramente non saprei che fare di fronte al corpo femminile, non mi sentivo cosi’ a disagio prima di perdere la verginita’ con gli uomini, e’ una sensazione che mi da molto fastidio. Anche perche’ il sesso non e’ mai stato un problema per me, ho sempre avuto la fortuna di viverlo serenamente, divertendomi, ma stavolta e’ diverso. E se poi mi innamoro? Non posso nemmeno pensarci succederebbe un casino di proporzioni bibliche in casa mia. Comunque non ho ancora riflettuto su questa possibilita’ e non voglio farlo ora, senza contare Paolo, prima o poi dovro’ dirglielo. Sono tentata di chiedere ad Francesco una specie di… lezione sull’argomento, lui e’ sempre stato uno sciupa femmine al liceo e secondo me e’ uno di quei pochi uomini che le donne le sa far godere davvero! O per lo meno cosi’ l’ho sempre visto io, solo che l’idea di chiedergli una cosa simile mi fa ridere e mi imbarazza a morte, forse e’ meglio che le cose seguano naturalmente il loro corso. Ho deciso, rientro nella chat e lancio un’idea, organizzo una cena per le nuove arrivate come me perche’ ho voglia di conoscere gente e propongo il ristorante dove ci incontrammo io e Claudia e con mio non poco stupore l’ iniziativa sembra piacere e dieci ragazze mi confermano la loro adesione, ci scambiamo i numeri di cellulare e ci salutiamo. Il giorno dopo in ufficio non riesco a combinare niente, sento solo una voce dentro di me che mi da della maledetta pazza, incosciente e forse a ragion veduta, ma non voglio incedere nei soliti blocchi mental-cultirali, penso persino di telefonare alle ragazze e disdire tutto ma alla fine la curiosita’ prevale (ed anche l’eccitamento) mi faccio coraggio e prenoto un tavolo. Le giornate scorrono velocemente o forse e’ solo una mia impressione ed arriva venerdi’ sera. Niente riesce a catturare la mia attenzione, aspetto solo il momento in cui saro’ a quel tavolo, tutte le mie energie sono dirette a quell’istante non mi importa piu’ di nulla nemmeno di Paolo che comincia a risentirsi della mia latitanza. E’ venerdi’ finalmente. Stavolta sono molto nervosa, mi faccio una lunga doccia calda per rilassarmi ma non funziona, mi aggiro sbuffante per la stanza non so cosa mettermi e non so come pettinarmi. Mi sento morire di vergogna, mi sento osservata, scrutata, mi sembra di avere la scritta “lesbica” sul culo e che tutti la notino, specialmente i miei genitori. Alla fine mi metto in lungo, scelgo il blu ed esco facendo finta di niente. Ci troviamo tutte fuori dal locale, io sono la prima ad arrivare, nessuna di noi conosce le altre, mi sembrano tutte simpatiche, comunque tutte gentili. Entriamo e prendiamo posto al tavolo, nessuna di loro era mai stata in questo posto tranne me. Stasera “gioco in casa”. Si chiacchiera di arte, musica, teatro, lavoro, sottovoce persino di sesso, ci conosciamo e ci presentiamo a turno. Nessuna di noi, me compresa, e’ minimamente in imbarazzo al contrario ci si diverte. Quando ecco arrivare lei. E’ in ritardo non la conosco, sono la prima che saluta, non sono la prima che vede, ma sono la prima che guarda ed anche io la guardo…per me e’ semplicemente bellissima, fasciata nei suoi jeans elasticizzati e in quel maglione nero che disegna magnificamente i contorni del suo corpo. Sono letteralmente senza fiato, i suoi occhi fissano incessantemente i miei e sembrano volermi arrivare dentro fin nei visceri, mai visto uno sguardo tanto penetrante in una donna. I suoi capelli corvini incorniciano perfettamente il suo pallido volto, mi guarda seduta dall’altro capo del tavolo, maledizione la vorrei al mio fianco! Mi spoglia con gli occhi, mi fa l’occhiolino senza farsi vedere dalle altre, mi sorride, mi corteggia, mi parla… mio dio adoro come pronuncia il mio nome … Io mi infiammo, tento di non darlo a vedere ma sotto la mia camicetta di seta, sotto il reggiseno a balconcino di pizzo bianco, i capezzoli mi fanno gia’ un male cane , mi eccita da impazzire, la voglio, devo averla ad ogni costo, la desidero in modo abominevole! Tutte al tavolo si sono accorte di quanta elettricita’ c’e’ fra noi, io non lo nascondo piu’, anzi voglio che tutti lo notino… santo cielo, mi sorprendo esibizionista! Ci scambiamo i numeri di telefono. Per me esiste solo lei in quel locale, tutto sparisce e la mia attenzione e’ per i particolari del suo viso, dei suoi abiti e del suo splendido corpo, e’ stata pallavolista semi-professionista. Ci corteggiamo tutta sera, parliamo da un capo all’altro del tavolo, fra una portata e l’altra. E’ cosi’ seducente. Purtroppo pero’ lei deve portare a casa una sua amica ed io l’indomani ho la sveglia alle sei, appena fuori dal locale ci baciamo teneramente sulle guance davanti agli occhi curiosi e divertiti di tutte le altre e ci avviamo verso casa. In macchina tutti i pensieri si accaniscono su lei, immagino come possa essere un bacio fra donne, come possa essere il sesso, me lo chiedo da giorni…. E’ come se avessi di fronte un bellissimo giocattolo, che mi appartiene in quanto appartenente io stessa alla sua stessa natura, ma che non so far funzionare, sono impaziente di scoprirlo, ma resto per ora con la mia voglia insoddisfatta.
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