Era ormai da giorni che il telefono squillava alla stessa ora e l’interlocutore non dava alcun segno di vita, ma oggi non ne potevo proprio più.Una pessima giornata alle spalle non favoriva di certo le relazioni sociali, ma avrei cercato in ogni modo di farlo smettere.Alzato il ricevitore dopo aver fatto partire il registratore della segreteria telefonica, con la voce più suadente che potevo cominciai a parlare senza neanche chiedere chi fosse all’altro capo del telefono.Dopo aver cercato senza alcun risultato di farlo parlare, di rompere quel muro di silenzio che mi divideva da lui, cominciai a condurre il gioco tentando di eccitarlo.Lasciai la cornetta staccata e muovendomi nella stanza continuai a parlare ad alta voce nella speranza che l’altoparlante della segreteria telefonica emettesse qualche segnale.Questo sentirmi spiata nell’intimità da uno sconosciuto mi eccitò e cominciai a spogliarmi lentamente come se "Lui" fosse fisicamente presente nella stanza, ed incitata peraltro dalla mia stessa voce, mi ritrovai ad accarezzarmi completamente nuda davanti alla finestra.Fu proprio mentre allungavo la mano per chiudere la tenda che un "NO" secco uscì dall’altoparlante. Immobile mi voltai con stupore verso il telefono, come poteva conoscere i miei movimenti?Mi stava spiando da qualche finestra del palazzo di fronte? Se non mi dici chi sei chiudo subito la tenda, ebbi la forza di dire intuendo che forse quella era l’unica possibilità di instaurare un contatto con "LUI", e cominciai a tirarla lentamente.Alcuni interminabili secondi e l’altoparlante cominciò a vibrare. Sei bellissima … ti prego non chiuderla.Era una voce implorante di donna, e questo mi fece trasalire. Chiusi di scatto la tenda quasi a strapparla dal muro e corsi ad infilarmi un accappatoio come se "Lei" potesse vedermi attraverso il telefono.Quando tornai nella stanza solo un tono d’occupato rompeva il silenzio, ma il desiderio di scoprire chi fosse era troppo forte. Feci andare il nastro all’indietro decine di volte e quelle poche parole, non sufficienti a svelarmi l’enigma erano ad ogni riascolto sempre più suadenti. Nessuno fino ad ora mi aveva mai parlato con lo stesso trasporto; nessuno, forse, mi aveva mai desiderato tanto.Il risultato ottenuto era pessimo, non avevo scoperto chi fosse e forse l’avevo allontanata per sempre. Per un paio di giorni non feci altro che riascoltare la registrazione di quella voce implorante e ad ogni passaggio ne scoprivo sempre più il trasporto, la vergogna di un amore saffico che non poteva né doveva essere rivelato.Provai quasi pena per quella donna che mi desiderava a tal punto da rischiare l’infamia di "lesbica", e molta rabbia per non essere stata in grado di controllare le mie emozioni.Ora ero veramente interessata a conoscerla, volevo parlarle, saperne di più, ma non potevo di certo suonare a tutti i campanelli del palazzo di fronte.Non ci pensai più di tanto, ritagliate delle lettere da fogli di carta bianchi, appesi alla finestra un gigantesco "CIAO", il periodo prenatalizio e gli altri addobbi avrebbero mascherato il mio messaggio.Due giorni dopo alla solita ora squillò il telefono ma questa volta non ci fu panico, un "CIAO" fu sufficiente a farla parlare e mi lasciai corteggiare per circa un’ora con la dolcezza che solo un’altra donna sa esternare.Al primo appuntamento ne seguirono altri e quell’amicizia così particolare che solo qualche giorno prima mi avrebbe irritata, stava diventando sempre più importante, potevo confidarmi, raccontare le mie esperienze erotiche, i miei sogni segreti, le mie emozioni senza veli, potevo insomma essere finalmente me stessa.Una sera di pioggia rimanemmo in macchina a mangiare il gelato e, allungata la mano per pulirle l’angolo della bocca, mi ritrovai con le sue labbra serrate sul mio dito ancora teso.Per alcuni interminabili secondi rimasi senza fiato, il caldo della sua bocca che saliva dal mio dito mi pervase, e quando si chinò su di me per baciarmi, quasi ipnotizzata, non riuscii a muovermi.Era la mia prima esperienza con un’altra donna, impensabile fino a qualche giorno prima, ma ora, ero lì tra le sue braccia estasiata da tante sapienti carezze, emozionata come una collegiale al suo primo bacio.Solo quando chinò la sua testa tra le mie gambe sussultai con uno scatto istintivo, ma le sue carezze ed il calore dell’alito sul mio pube fecero il resto ed un attimo dopo non avrei voluto che smettesse più.Delicatamente e dolcemente come non mai, arrivai a godere delle sue mani e della sua bocca così intensamente che ancora oggi mi dà i brividi ricordarlo, e rimanemmo lì, ancora abbracciate per un tempo indeterminabile, quasi sospese in aria.Dopo qualche giorno la incontrai con il marito ed i figli che tornavano a casa carichi di pacchetti natalizi.Mi sono sentita una ladra, come se avessi rubato la cosa più importante a quell’uomo e ai suoi bambini, era solo il mio istinto che mi stava fregando un’altra volta ed io non ero in grado di contrastarlo.Da quel giorno non l’ho più vista, ho cambiato casa, ma ogni volta che faccio l’amore con qualcuno, siamo sempre in tre. (Raffaella)
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