La pioggia scrosciava sulla strada, i tergicristalli della mia auto non riuscivano a toglierla dal mio parabrezza.Finii fuori strada, in una strada di campagna.Decisi di proseguire a piedi e raggiunsi un casolare, sembrava un antico maniero con un grande portone di legno; mi addentrai all’interno e un particolare attirò il mio sguardo, una scarpa bianca con tacco a spillo in metallo. Che ci faceva in un posto così una scarpa tanto fine?Attraversai il cortile ed entrai nella casa; un grandissimo salone mi accolse. Una scala portava al secondo piano, non mi accorsi che c’era un dolce tepore dato da un fuoco acceso in un caminetto perchè i miei vestiti erano bagnati. La casa sembrava abitata, ma non incontrai nessuno, decisi di togliermi i vestiti e di accostarli al caminetto in modo da farli asciugare, in quell’istante sentii dei passi sordi che venivano dal salone, come se qualcuno camminasse scalzo; non riuscii a prendere i miei vestiti e mi nascosi in una cassapanca vicino al caminetto.Scrutai dalla fessura, e vidi davanti a me le più belle e grosse tette della mia vita………Erano così belle e grosse che nonostante fossi nudo mi venne un cazzo durissimo solo alla vista, non ebbi il tempo di pensare ad altro che venni scoperto, mi alzai, volevo spiegare il perchè ero li, ma senza una parola mi prese il cazzo in bocca e prese a spompinarmi come nessuna aveva mai fatto. Vedevo la sua bocca scorrere sul mio cazzo ingoiandolo tutto, dalla punta della cappella fino alle palle e la sua lingua che saettava in lungo e in largo, il suo movimento faceva agitare le sue grosse tette e questo mi faceva venire un cazzone enorme dall’eccitazione.Mentre mi leccava, mi titillava i capezzoli allungando le braccia su di me e io a mia volta le stringevo le tette pizzicando i suoi capezzoli che erano duri almeno quanto il mio cazzo….Pensai che fosse un angelo caduto dal cielo, Angelica, decisi nella mia mente di chiamarla così; mi fece un cenno come per spostarci e mi allungò sul tappeto davanti al camino e mentre il fuoco ardeva si mise a cavalcioni su di me in uno stupendo sessantanove e mentre ancora mi spompinava, presi a leccarle la fica.Era bollente e bagnatissima, mentre la leccavo sentivo che gemeva con il mio cazzo in bocca e io facevo altrettanto, ficcandole la lingua in quella sua fica che grondava di piacere e che pulsava dal godimento.Aveva la fica depilata, la mia lingua scorreva lubrificata da quel nettare che secerneva da quella bellissima fica bagnatissima; mi venne in bocca e eccitato da quel fiume di sborra, fece venire anche me ingurgitando tutta la mia sborra che non finiva mai, in un’esplosione di godimento; i nostri corpi fremevano di voglia, restò su di me e mentre continuavo a leccarla, si strofinava le sue tette sul mio cazzo. Fu un toccasana, si raddrizzò immediatamente e scendendo leggermente come una nuvola scorre in cielo, si piantò il mio cazzo nella fica infuocata di voglia; cominciammo ad agitarci, sapeva come prenderlo e io sentivo la sua fica pulsare sul mio cazzo, le sue labbra si stringevano sul cazzo facendomi urlare di piacere, mentre stantuffavo la sua fica che all’ improvviso mi inondò ancora di un fiume bollente di sborra.La feci girare repentinamente e prima ancora di darle una spiegazione, gli piantai il cazzo nella fica a pecorina; mentre la scopavo, gli stringevo le tette e questo aumentava il suo piacere che ancora una volta si riflettè in una fantastica marea di sborra.Mentre era ancora a pecorina, allungò la sua mano all’ indietro, si strofinò il cazzo sulla fica inondata e in un secondo tempo lo avvicinò al suo culo e così bagnato com’ era mi invitò a farselo sfondare.Non mi feci pregare, cominciai dapprima lentamente e mentre lei agitandosi godeva come una pazza affondai un colpo deciso sentendo un lamento misto di goduria e dolore e agitandosi come in una danza tribale sborrò ancora e intuendo che stavo venendo anche io, si sdraiò velocemente per prendere e godere ancora di quel fiume bianco-grigio e riceverlo sulla bocca e sulle tette.A quel punto dissi:” Angelica, sei una bomba sexy”.Mi rispose :” Anche tu, ma ci conosciamo?”Non dissi più nulla, capimmo tutt’e due che qualcuno lassù volle che incontrassimo in circostanze fortuite e mentre ancora si toccava la fica, la vidi dissolversi come un sogno, mi ritrovai sotto la pioggia a bussare ad una porta che nessuno apriva, quel portale di legno che era simbolo di inarrivabilità……..Si fermò un’auto, si aprì leggermente un finestrino e una voce mi invitava a salire e a non stare sotto la pioggia, entrai e con stupore misto a paura mi ritrovai davanti l’ Angelica creatura del mio sogno che mi disse: “Andiamo a casa mia……………ho ancora voglia”
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