Ho 43 anni e sono un bell’orsacchiotto moro di bassa statura, coi capelli rapati, due magnifici occhi azzurri, un bel corpo dalle grosse tette ornate da due capezzoli spesso duri ed eretti, un sodo sedere peloso ed uno splendido addome rotondo, ma non flaccido, bensì teso e duro, con un magnifico ombelico che vi sprofonda nel centro ed un prolungamento in basso con un apparato genitale di tutto rispetto, sempre eccitato e pronto a fare il suo…dovere. Da qualche tempo, forse perché mangio troppo e ho problemi sul lavoro che mi creano preoccupazioni, soffro di doloretti al ventre, fitte alla pancia che si manifestano con frequenza specialmente la notte. Ecco perché ho deciso qualche giorno fa di farmi visitare da un medico specialista, per vedere di alleviarmi un po’ questi fastidi; ho chiesto indicazioni ad un mio carissimo amico il quale, un po’ ironicamente, mi ha consigliato un giovane professore, medico e chirurgo, definendomelo: “bravissimo, competente, coscienzioso e poi…. beh, secondo me potrebbe essere dei nostri!?!”. Francamente di quest’ultima qualità di un medico (almeno fino all’altro giorno)non mi importava granché: cercavo veramente una persona che fosse in grado di diagnosticarmi i disturbi di cui soffro e di consigliarmi una cura, e non mi sono mai divertito più di tanto (sempre, almeno, fino all’altro giorno!) ad immaginare visite mediche di tipo erotico… perfino da bambino mi è capitato assai di rado! di giocare al classico dottore. Per cui ho preso telefonicamente l’appuntamento da questo medico, con ambulatorio in centro, e sono andato da lui francamente coll’unico scopo di risolvere i miei problemi, e senza secondi fini, nonostante le battute “mirate” del mio amico. Pochi minuti di sala d’aspetto con un silenzioso infermiere giovane e il medico mi ha aperto la porta, dicendomi “S’accomodi!”. Assolutamente non male di aspetto: un quarantenne stempiato, con due magnifici occhi verdi dietro due occhiali tondi cerchiati d’oro, il pizzetto biondiccio e brizzolato, un ciuffo di peli che fuorusciva dal primo bottone della camicia, aperta, sovrastata da un lindo camice bianco. Anche un anello, presumibilmente matrimoniale, al dito, ed una fotografia incorniciata con una bella donna e due bambini di otto – nove anni sulla scrivania: non ho potuto fare a meno di pensare, sia pur solo per un attimo, guardando questi particolari, che il mio amico doveva veramente essersi sbagliato nel giudicare il giovane professore. Mi chiede subito se soffro di sintomi particolari, glieli spiego brevemente e lui mi dice di spogliarmi, indicandomi un paravento, di restare solo con gli slip e di sdraiarmi sul lettino nel mezzo della stanza. Eseguo e, mentre mi spoglio, noto che lui abbassa le luci portandole ad una penombra soffusa, salvo un maggior chiarore ad illuminare soltanto il lettino per la visita; accende un impianto stereo che, a bassissima tonalità, diffonde una musica molto dolce e tranquilla. “Predispongo il tutto per darle il massimo rilassamento durante la visita!” mi dice sorridente, e sorridendo mi accorgo che sbircia dietro il paravento e quanto bella è la sua faccia. Rimasto in slip, mi avvicino al letto e mi distendo. L’unica luce forte rimasta nella stanza focalizza il mio torace e in particolare il mio addome. Il dottore ha già alle orecchie lo stetoscopio, e appoggia la ventosa sotto la mia mammella sinistra; si sofferma sul petto per auscultare il mio cuore, sposta l’oggetto e mi sfiora più volte il capezzolo che si indurisce di conseguenza. Spero che non se ne accorga o comunque non ci faccia caso. “Il cuore va bene”, mi bisbiglia, e poi “lei fuma?”; gli rispondo che non supero le cinque sigarette al giorno “e bere alcoolici? mangiare?”. Ridacchio e gli dico che è lì il mio punto debole, se ne sarà accorto dalla mia stazza. “Sì, in effetti” mi dice “lei trae in inganno perché ha una bella muscolatura che la tiene sostenuto, ma mi accorgo che ha un bello strato adiposo adiposo!” e così facendo porta la mano calda ed affusolata, una mano bellissima, nel centro del mio ventre, appoggiandomela sopra l’ombelico. E così inizia a visitarmi la pancia, indugiando prima sul fegato, sotto le costole a destra, poi spingendo sullo stomaco, sotto lo sterno, e quindi sulla mia milza, a sinistra. Ogni tanto pizzicotta leggero la mia ciccia. E’ una strana sensazione, non priva di piacevolezza. Ma il bello comincia adesso. “Voglio esaminarle bene l’intestino”, mi dice, e per farlo mi abbassa l’elastico dello slip con entrambe le mani, facendolo scendere giù fino a metà del pube. E comincia a palparmi la pancia, con forza: preme forte con la mano a destra dell’ombelico, in direzione dell’inguine e la rilascia di scatto: “Le faccio male qui?”; in effetti un fastidio nelle budelle lo provo “La sua appendice è un po’ infiammata”, mi dice mentre riprova la manovra e io storco la bocca per la fitta che mi provoca. “Dovremo tenere controllata questa appendice, e se continuano questi doloretto, sarà opportuno rimuoverla; non s’allarmi, è ormai un piccolo intervento di routine… lo sa che al 10% dei maschi italiani dai 10 ai 60 anni è stata asportata l’appendice?”. Poi continua la palpazione del mio ventre: “Eh, le direi che deve un po’ dimagrire, anche se so bene il piacere delle mangiate con gli amici….! A proposito, lei chi l’ha mandata da me? come ha avuto il mio nominativo? da qualche amico?” Gli dico il nome dell’amico che me lo ha consigliato, e noto un sorriso trattenuto “Ah… bene… benissimo! ricordo bene!”. Sotto le sue mani la mia panciona tesa e pelosa subisce un vero e proprio massaggio violento: non tralascia nessuna parte del mio intestino gorgogliante: segue con lentezza tutto l’andamento del mio colon fino giù giù giù all’inguine, appoggia lo stetoscopio più volte in tutte le parti della mia pancia ed ausculta i rumori delle mie viscere con attenzione. Poi si sofferma sotto l’ombelico, all’attaccatura dell’osso pubico e preme “Le fa male qui?”. “Un po’” rispondo “ma cosa c’è lì, dottore? la vescica?”. “Certo, la vescica…. ma non solo, qui c’è anche la prostata, la glandola che presiede all’emissione del liquido che si mescola con lo sperma, prodotto dai testicoli. Alla sua età….vorrei dire alla nostra età… è il caso di tenere sotto controllo la prostata, lo ha mai fatto?”. Gli rispondo che veramente no, non mi ha mai dato fastidio, anche se in effetti quando lui schiaccia sento un pochino di dolore. “Allora è opportuno darci un’occhiata; si tolga le mutande, per favore!”. Sbalordito, eseguo quanto mi chiede: e mi accorgo che la manipolazione alla quale ha sottoposto la mia pancia mi ha prodotto una semierezione abbastanza evidente, particolarmente evidente anzi visto che da ragazzo sono stato circonciso e quindi il mio cazzo è perennemente scappellato; inoltre, come ho detto, ho un arnese di grosse dimensioni, lungo circa diciotto centimetri, che non passa inosservato. Trovo la situazione un po’ imbarazzante, ma il professore non fa una piega (al massimo intravvedo nei suoi occhi un sorrisetto) e anzi, prima di infilarsi un guanto sottilissimo di vinile nella mano destra, mi porge un cuscino di gomma e mi raccomanda di mettermelo sotto i lombi “Ecco, così, in modo che la pancia sia più rilassata ma anche più distesa, per potere palpare meglio i suoi organi interni mentre eseguirò l’ispezione rettale della sua prostata… bravo e per favore apra bene le cosce, anzi aspetti….!” mi fa spostare, così completamente nudo come sono e disteso sul lettino, verso il fondo del lettino stesso, sempre con il cuscino sotto al culo che mi tende la parete del ventre, e attacca al fondo del lettino due cosciali, come quelli che usano i ginecologi per le viste all’apparato genitale femminile. “Apra le gambe molto bene e appoggi le cosce su questi due appoggi!” Accidenti! se la cosa non avesse un suo irresistibile intrigo, sarei imbarazzatissimo, ma voglio ancora credere che il bel dottore sia un eterosessuale e che questo faccia solo parte del suo lavoro, non abbia secondi fini; eppure, il mio cazzo risponde a queste pratiche in modo inequivocabile: oramai è una mazza enorme, dura e con l’enorme cappella sguainata e violacea che sovrasta a 90 gradi il mio corpo nudo sdraiato con le gambe spalancate e il buchetto del culo ben visibile. “A posto così? E’ pronto per l’ispezione?” mi dice il dottore sorridendo e appoggiandomi una mano sul basso ventre “S-Sì…EHM… sono pronto…farà male?” “Ma no, lei stia rilassato e vedrà…. anzi… beh, a certuni dopo un po’…la cosa piace anche!!!” Si spalma dell’unguento, forse della vaselina profumata, sull’indice e sul medio della mano guantata, mi apre ulteriormente le chiappe con la mano sinistra e inizia a spingere con un solo dito, l’indice credo, su per il mio buchetto…io ce l’ho stretto, anche se sono stato passivo alcune volte e ho preso ben altro, per cui nei primi secondi la sensazione è un po’ dolorsa, ma lui, dolcemente “Stia rilassato! Farà meno male” ed io gli obbedisco… l’indice entra tutto, me lo sento dentro fino in fondo e respiro profondamente, mentre lui comincia a inserire anche l’altro dito, che entra con più facilità. Si ferma con le due dita dentro di me, poi coi polpastrelli comincia a cercare qualcosa, finché non trova una specie di nocciolina che preme sulla delicata parete del mio intestino. “Questa è la prostata! E’ gonfia, sa? Lei è molto che non ha rapporti sessuali?” Gli rispondo che non ne ho da qualche settimana, tre o quattro credo. “Ma non va bene, sa, lei è ancora un uomo giovane… siamo uomini giovani…! bisogna averne più spesso, altrimenti le conseguenze sono queste… ipertrofia della prostata!”. “Cosa devo fare, professore?” “Per adesso rimedio io, gliela massaggerò… poi se la sua astinenza dovesse continuare… vorrà dire che ci vedremo più spesso… ok?”. E cominciò il massaggio alla prostata, i polpastrelli delle dita dentro al buco del culo; immaginabile la sensazione di erotismo che si prova ad essere toccati lì, nel punto G del maschio, che raramente viene toccato nei rapporti anche fra maschi, e al massimo sfregato da un pene che irrompe dentro. E’un piacere immenso, invece, il mio cazzo si drizza quasi a diventare di acciaio, i miei capezzoli si gonfiano fin quasi a scoppiare, e la pancia… ah, la mia bella pancia pelosa comincia a desiderare di essere riempita da ben altro delle due dita del bel professore!!!!! Comincio a mugolare, mentre il professore continua il dolce massaggio prostatico e con l’altra mano, la sinistra, preme con forza il mio basso ventre per massaggiare la glandola stessa dall’esterno, portando talvolta quella medesima mano sinistra a pizzicarmi i capezzoli gonfi e durissimi…. “AAAAhhhhh, dottore, lei mi sta facendo godere!!!!!” “Lo so, mio caro, e mi sto eccitando pure io, anzi… permette che mi! liberi per terminarle il massaggio con maggiore partecipazione?” “Oooh… sì… faccia, faccia pure… ahhhh, era quella la causa dei miei fastidi nella pancia????” “Beh, certo questa era una causa… ma le prossime volte che ci vedremo, come spero, riesaminerò ancora più a fondo il suo ventre e…. le saprò dire!” “Aaaahhh, dottore, verrò più spesso….” Intanto lui si è slacciato con la mano sinistra il camice, sempre continuando a sditalinarmi dentro al buco del culo con la destra, si è sbottonato i pantaloni e tirato giù le mutande, dalle quali è emerso un cazzo spettacoloso, erettissimo, scappellato, pronto alla monta. Ha continuato il massaggio alla mia prostata finché non sono venuto, urlando e gemendo, schizzando lo sperma ovunque anche in faccia al professore il quale a sua volta ha eiaculato spruzzando una grande quantità di profumatissimo seme bianco proprio sopra la mia pancia ed i peli che la ricoprono. Ci siamo puliti con carta, mi sono alzato dal lettino, rivestito, e ci siamo ricomposti. “Allora mi rifaccio vivo al più presto, professore!” “Sì, mi raccomando, ripetereo il trattamento… e anche qualcos’altro…!” E da quel giorno non vedo l’ora di tornare dal dottore a farmi visitare la pancia.
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