La mia professione mi costringe a vivere con persone dalle precarie condizioni fisiche. Giovani, donne, bambini e vecchi, tutti con qualche malanno da guarire e con il corpo da restaurare. Principalmente mi occupo del reparto donne e vi assicuro che non c’e’ nulla di più provocante che vedere tante donne distese a letto. Quando passo tra le corsie i miei occhi vagano sui loro seni schiacciati dal busto, sulle dune delle loro coperte formate dalle gambe rilassate, o dai culi poderosi di qualche paziente che per forza maggiore è costretta a stare bocconi. Spero che mi comprendiate. Sono ormai due anni che lavoro in questa clinica privata e non ho mai resistito alla tentazione di sbattermi queste donne provocanti e seducenti. Più sono malate e più sono costrette a stare a letto, e più mi ispirano pensieri osceni, tumidi, più mi drizza il cazzo a vederle. Pochi giorni fa ho concupito una vecchia signora con entrambi i femori rotti. Una brutta caduta dalle scale. Io ho cominciato a scoprirla dicendo che con la mia languida assistenza le sue ossa sarebbero tornate come nuove. Ho scoperto le sue gambe ingessate e l’ingessatura terminava proprio fra le cosce. Massimamente libidinoso! Le dissi che dovevo massaggiarla proprio lì perchè il gesso le stava irritando il suo delicato interno coscia. La paziente, fiduciosa della mia parola. mi lasciò fare. Allargai con le dita la sua molliccia fregna, lasciandomi avviluppare dai suoi sieri vaginale. Il suo tremendo odore di stantio mi colpì facendomi arrapare come un capretto; l’irritazione si stava espandendo seriamente quindi procedetti con un massaggio più intenso. La donna gemeva cercando di muovere il busto semi-paralizzato, e la sua difficoltà mi faceva rabbrividire di eccitamento bestiale. Infilai l’indice, poi il medio, poi l’anulare, poi tutta la mano sino al palmo, poi sempre più in fondo sino al polso. Il suo tumidume formava un guanto caldo e viscido sulla mia pelle frenetica; lei stava per godere. Con ! la mano sinistra tenevo divaricate le grandi labbra, la destra si inoltrava nel profondo vaginale in full immersion. Scovolavo con estrema lentezza e metodicità mentre la signora mitriva per il godimento fornitole. Poggiai il polpastrello del pollice sul suo clitoride e avvertii che il suo corpo era pronto alla copula. Estrassi il cazzo e lo spiaccicai fruendo della lubrificazione raccolta nella fregna. A erezione completa mi distesi su di lei, grattandomi la pella delle gambe sulla sua rigidissima ingessatura. Il mio pene trapassò quel che avevo smisuratamente allargato con la mano e affondai nel calore totale. La signora del letto 69 godette come una troia. Quella del letto accanto volle che facessi cadere le ultime gocce del mio orgasmo nella bottiglia della sua flebo ed io lo feci, un’altra ancora mi volle con sè nella cabina della TAC per scopare nell’angusto radioattivo, un’altra richiese un calco in gesso del mio cazzone per una frattura al bacino. Ma queste sono altre storie….
Aggiungi ai Preferiti