30 gennaioNella settimana trascorsa nella casa del mio nuovo tutore ho cominciato a capire cosa significhi la reale sottomissione. Fino a oggi ero sempre stata utilizzata, tranne qualche eccezione, o da mio padre o da mio fratello e le volte che era capitato che mi prestassero ad altri ero comunque sotto la loro stretta sorveglianza.Comunque fossero severi ed esigenti si comportavano con un certo riguardo nei miei confronti, se non altro per non crearmi seri danni. Con l’amico di mio padre invece non esiste nessun affetto famigliare a minimizzare il suo totale e completo dominio su di me. Come mi aveva promesso mi tratta come un animale, una cagna. Appena rientro dall’università devo spogliarmi ed indossare il collare e le scarpe con il tacco altissimo. In casa mi vuole sempre nuda. Quando non sono impegnata nello studio, inginocchiata davanti alla scrivania, devo servirlo come una perfetta cameriera e sono, questi, gli unici momenti in cui mi è permesso camminare in posizione eretta. Altrimenti sono tenuta a muovermi per casa a quattro zampe, proprio come un cane. Non mi è concesso sedermi se non direttamente sul pavimento così come non mi è consentito usare il letto per dormire, ma devo accovacciarmi su di un tappetino in un angolo della cucina.2 febbraioOggi mentre il mio tutore si faceva succhiare il sesso da me, inginocchiata davanti alla sua poltrona, ha telefonato mio padre per sapere come vanno le cose. Il tutore ha risposto senza togliere il sesso dalla mia bocca:”Carissimo, come stai? Si, la tua bambina sta bene. Mi sta facendo un pompino con i fiocchi proprio in questo momento, se vuoi te la passo. A, va bene, grazie…”Ha riagganciato l’apparecchio commentando:”Tuo padre è veramente un amico. Ha detto di finire quello che stai facendo e poi di richiamarlo.”Non sono riuscita a non pensare che effettivamente ero stata ceduta in tutto e per tutto.8 febbraioIeri mio padre è venuto a prendermi per portarmi a casa per il fine settimana. Sono tre settimane che non torno e mia madre si potrebbe insospettire. E’ arrivato verso sera, mentre io ero intenta a studiare. Come lo visto sulla porta osservarmi sorridendo sono scattata in piedi per abbracciarlo, ma il mio tutore mi ha afferrato per il collare strattonandomi all’indietro e facendomi ricadere a carponi:”Non hai avuto il permesso di muoverti, Silvia. Rimettiti a quattro zampe e vieni in salotto!”Mentre li seguivo docile come un affezionato animale loro parlavano di me e della qualità delle mie prestazioni. Ancora una volta mi sentivo turbata ed eccitata nel sentire mio padre, che non mi aveva ancora rivolto una parola, parlare di me in quei termini brutali.Quando si sono accomodati in poltrona il mio tutore, con un gesto della mano, mi ha fatto avvicinare a mio padre che ha cominciato ad accarezzarmi i seni penzolanti:”Allora piccolina, come ti sembra questa tua nuova esperienza? Girati, fammi sentire se sei eccitata.”Dopo avermi ispezionato il sesso a lungo, sempre chiacchierando del più e del meno con l’amico, mi permisero di alzarmi per poter servire loro da bere. Quando mio padre mi vide in piedi si rabbuiò in viso. Mi fece cenno di avvicinarmi e mi posizionò in modo di avere il viso proprio davanti al mio inguine. Rivolgendosi all’amico commentò:”Ma guarda qui, le stanno venendo i calli sulle ginocchia. Forse la fai stare troppo inginocchiata.”Il tutore avvicinò il suo viso:”In realtà la faccio sempre girare per casa a quattro zampe per poterle guardare il sedere e il sesso socchiuso. Però è vero, sarebbe un peccato se si rovinassero delle gambe così belle! Vedrò di farla stare meno in ginocchio.”Ancora una volta rimasi stupefatta dalla risposta di mio padre:”No scusa, se ti piace che giri a quattro zampe perché rinunciarci? Basta che le faccia indossare delle ginocchiere!”Infatti da quel giorno, pur continuando a muovermi per casa come un cane, indosso delle ginocchiere per proteggermi le gambe.La sera uscimmo per tornare a casa e mio padre volle che mi vestissi in modo eccitante. Volle che indossassi un mini abito molto ridotto, che lasciava abbondantemente esposte sia le cosce che il seno. Durante il viaggio chiacchierammo normalmente e volle che gli raccontassi di quelle prime settimane passate a casa del tutore. Lungo il tragitto ci fermammo a cenare ed il mio ingresso nel ristorante suscitò lo stupore di tutti i presenti, clienti e personale. Una splendida e giovane ragazza seminuda in compagnia di un uomo molto più anziano. Mio padre sembrava divertito dagli sguardi carichi di desiderio che mi lanciavano gli altri uomini ed io mi sentii orgogliosa di appartenergli. 11 febbraioRiparto da casa dopo il week-end. Per tutto il tempo della mia permanenza a casa ho dovuto soddisfare sia mio fratello che mio padre, evidentemente sentono la mia mancanza. Nel contempo ho dovuto fingere con mia madre che tutto fosse normale. Mio fratello è venuto nella mia stanza tutte le notti; mi ha ispezionato e usato a lungo il sesso e l’ano, come è abituato a fare. Mio padre invece si è accontentato di scaricarsi nelle mie terga e nella mia bocca un paio di volte, approfittando delle uscite di mamma. Mi ha trovata un poco più stretta del solito e ha telefonato all’amico raccomandandogli di farmi tenere il vibratore nell’ano almeno qualche ora al giorno.3 marzoCome è normale che sia, parecchi compagni di università mi corteggiano e spesso vengo invitata ad uscire. Rifiuto ogni invito e cerco di eludere i corteggiamenti senza essere sgarbata. E’ una precisa disposizione del mio tutore che non vuole che mi usino estranei. Ma con i suoi conoscenti ed amici il discorso cambia radicalmente. Si diverte molto a portarmi al guinzaglio davanti ad agli esterrefatti amici che invita a casa. Naturalmente non mi presenta come la figlia di un suo amico, ma semplicemente come la sua cagnetta. Lascia che loro si divertano ad accarezzarmi e strizzarmi le intimità così bene esposte. Qualche volta ha acconsentito che si scaricassero tra le mie labbra, ma non vuole assolutamente che venga scopata o sodomizzata. Mi ha spiegato una volta che fa parte dei precisi accordi presi con mio padre. Unica eccezione, qualche giorno fa, con un suo nipote capitato per caso a casa sua. E’ normale che quando suonano al cancello io rimanga nella posizione in cui mi trovo e comunque sempre nuda. Quando il tutore è andato ad aprire e si è trovato di fronte questo nipote lo ha fatto accomodare senza preoccuparsi minimamente della mia condizione. Dopo aver fatto un po di conversazione lo ha accompagnato a vedermi mentre ero inginocchiata a studiare. Sono entrati nella stanza ed il tutore ha cominciato ad illustrare le mie caratteristiche:”Che ne dici? Non è bellissima? Tocca, tocca pure che tette che ha! E Guarda, Silvia, sdraiati sulla schiena e fai vedere cosa hai li in mezzo. Guarda che meraviglia, tocca! Ci scommetto che è già fradicia!”Il ragazzo, mio coetaneo circa, non aveva certo bisogno d’incoraggiamenti e approfittò a lungo e minuziosamente. Mi portarono al guinzaglio il salotto dove il tutore ci ha lasciato soli per andare a telefonare a mio padre. Sentivo la sua voce:”Senti, è arrivato mio nipote, si l’ha già vista! Posso fargliela provare? Si, ti ringrazio.”Ritornato da noi disse:”Il suo padrone mi ha autorizzato a lasciartela usare come vuoi. Portatela in camera mia, starai più comodo. Ricordati però che non si tratta di una ragazza normale. E’ una schiava, una puttana, un animale. Trattala come si merita!”Durante tutto questo tempo il ragazzo non aveva smesso un secondo di toccarmi. Strattonandomi per il guinzaglio mi portò in camera e per circa tre ore si divertì con il mio corpo. Dopo aver servito la cena, il tutore, sempre in presenza di suo nipote, mi ordinò di infilarmi il vibratore nell’ano:”Il suo padrone vuole che sia sempre morbida e comoda anche dietro! Ma adesso ti faccio divertire…”Mi fece sdraiare sul pavimento a cosce larghe perché fosse ben visibile il vibratore infilzato tra le mie natiche e cominciò a frustarmi sul sesso. Dopo qualche colpo passò il frustino al nipote:”Continua tu, ma non esagerare, mi raccomando!”Il tutore andò a dormire e mi lasciò a disposizione del nipote che continuò ad usarmi per tutta la notte, alternando amplessi a fustigazioni, giochi erotici e torture di vario genere.15 MarzoSpesso mio padre, con la scusa dei suoi viaggi di lavoro, viene a trovarmi: o meglio, viene ad usarmi! A volte si fa accompagnare da mio fratello, a volte viene da solo. Spesso si ferma a dormire a casa del suo amico ed in quelle occasioni sono tenuta a riprendere le abitudini che so piacergli: camminare tenendo divaricate la cosce, indossare l’apparecchio per tenere spalancata la bocca, prepararmi le terga con il vibratore in attesa che lui mi usi. Altre volte mi porta via per un giorno o due. In queste occasioni, libero da vincoli ed impedimenti, mi tratta di volta in volta come sua figlia, la sua amante, la sua schiava. A seconda del capriccio. Si diverte ad esibirmi e sorride alle reazioni degli sconosciuti ai miei abbigliamenti ridotti ed ai miei atteggiamenti che sottolineano, senza ombra di dubbio, la mia disponibilità e sottomissione. Un paio di volte è arrivato in compagnia del Maestro, colui che ha iniziato la mia trasformazione. In quelle occasioni vengo usata sia da mio padre che dal maestro e dal tutore. Quasi sempre il maestro ed il tutore mi usano insieme, mentre mio padre rimane ad osservare. Mio padre mi usa sempre da solo. Non riesco a capire se è una questione d’imbarazzo o se preferisce avermi tutta per se.20 marzoIl tutore ha ricevuto una telefonata da mio fratello: Passerà a ritirarmi la settimana prossima per portarmi a casa per qualche giorno. Mi stupisco che venga mio fratello anziché mio padre. Ho il sospetto che ci sia sotto qualcosa.27 marzoCome sospettavo. Mio fratello è arrivato con due dei cugini che già mi avevano assaggiata. Il tutore ha fatto in modo che andassi io ad aprire la porta di casa, nuda, con il collare ed a quattro zampe. Quando mi sono trovata di fronte mio fratello ed i cugini non ho potuto fare a meno di vergognarmi ed arrossire per quella situazione umiliante. Non per mio fratello, s’intende. Lui ha avuto occasione di vedermi in situazioni molto più scabrose. Ma la faccia dei cugini è valsa più di tante parole. Precedendoli come un cane li ho condotti in salotto ed avvertivo chiaramente il loro sguardo sulle mie parti più intime:”Certo che la nostra Silvia ha fatto dei progressi strabilianti. Pensare che meno di un anno fa era una sorellina come tante altre, e se la tirava anche un po. Guardatela adesso come dimena il culo per farsi guardare!”La voce di mio fratello, volutamente volgare, aveva la scopo di allentare l’imbarazzo dei cugini che non trovarono niente di meglio da fare che mettersi a ridere. Si accomodarono sulle poltrone mentre il tutore salutava dicendo:”Io ho delle cose da fare e devo uscire. Vi lascio soli. Ma sono sicuro che non vi annoierete!”Venni esposta ed adoperata da tutti in ogni maniera una mente perversa di un adolescente può immaginare. Prima di caricarmi in auto mi fecero infilare dei vibratore nelle terga e nel sesso, che dovetti sopportare per tutto il viaggio. Ho usato il termine … mi caricarono in auto…! Infatti una schiava non viaggia come le altre persone: mi fecero salire nuda nel bagagliaio. Durante il viaggio mi tirarono fuori tre o quattro volte solo per divertirsi un po’ con me e, solo appena prima di arrivare a casa mi diedero il permesso di vestirmi. Il mio percorso verso la schiavitù aveva fatto un altro passo in avanti.
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