Come promesso vi scrivo come finì la serata con la mia piccola ninfa. Dire che sentii i fuochi d’artificio nelle orecchie è dire poco. Mai conosciuta una ragazza così giovane ma con così tanta esperienza. Lei mi disse che era solo spontaneità e che non c’era niente di premeditato, dal canto mio ringraziai la sorte di avermi dato dei nervi saldi e una discreta durata, un altro al posto mio sono sicuro che non avrebbe durato due minuti. Che aveva una bocca fenomenale ve l’avevo già detto, ma non vi avevo detto che anche le sue tonsille erano eccezionali, riusciva a risucchiarmi completamente e devo dire, senza essere esagerato, che io sono un tantino al di sopra della media. Massaggiava il glande col fondo della gola dandomi dei brividi lungo la schiena interminabili. Avevo l’asta lucida come il fusto di un cannone. Quando lei decise che era ora di andare al sodo mi salì sopra e senza troppi complimenti si calò dolcemente ma inesorabilmente sulla mia stecca senza indugiare, fino alla radice. Quando se lo sentì tutto in pancia tirò un sospiro e mi disse che se lo sentiva nello stomaco. Io ero sicuro di aver raggiunto il fondo e sentivo le contrazioni della sua vagina accarezzarmi tutta l’asta. Dolcemente iniziò un movimento ondulatorio senza sollevarsi e tenendolo ben piantato nella fessura. Il movimento si fece via via più veloce e io cominciai a sentire il suo succo scendere sulle mie cosce. Lo sciabordio che sentivo era il suo orgasmo che ormai giungeva al culmine ma io non volevo ancora venire. La lasciai finire e senza darle respiro iniziai a leccarle di nuovo il clitoride che si mantenne bello turgido. La leccai a lungo senza tralasciare nemmeno il forellino che aveva fra le natiche sode. Mi guardò sbarazzina e senza dire una parola si mise a pancia sotto. Le sue mani passarono sotto al pancino e cominciarono ad accarezzare la vulva palpitante. Mi invitò sopra di lei e io mi adagiai mettendole il membro fra le natiche, nel solco. Cominciò a muoversi e la sua mano, afferrata l’asta, la guidò verso l’entrata, ma all’ultimo secondo la fece deviare e mi ritrovai a spingere sul suo forellino segreto che a poco a poco si stava schiudendo. Un piccolo urlo di dolore uscì dalle sue labbra quando la cappella riuscì a forzare l’anello d’entrata, ma si tramutò subito in mugolio di piacere quando la mia asta si fece strada per tutta la sua lunghezza dentro di lei. A quel punto mi supplicò di venirle dentro e io ormai stanchissimo l’accontentai. Il fiume in piena che era dentro di me si scaricò all’interno del suo meraviglioso corpo. Lei mi risucchiò tutto e mi pregò di rimanere in quella posizione fino a quando il membro non si fosse afflosciato. Rimanemmo così non so quanto tempo, anche perchè il calore che lei emanava non mi lasciava il tempo di rilassarmi e il mio membro ci mise un po’ a tornare normale, cosa che lei gradì molto. Ogni tanto ci vediamo ancora ed è sempre un’esperienza favolosa.
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