Quando un bel giorno Filippo convinse Loredana ad ospitarmi a casa sua ero raggiante e felice. L’argomento principale, venni a sapere in seguito, fu che io ero una grandissima troia, disposta a tutto, e pure lesbica. Questo convinse Loredana, che per il resto era una tipa schiva, litigiosa, e che non dava confidenza a nessuno. Mi trasferii da Loredana alla fine di Gennaio. Loredana abitava in una casetta un pò sgangherata situata nei pressi della stazione di Sacile. Aveva quattro cani, tra cui un grosso alano che però stava sempre fuori in cortile. L’alano litigava spesso con un mastino, pure di grossa taglia, e spesso finivano per mordersi. Per questo motivo il mastino stava sempre in casa mentre l’alano stava fuori. Un certo Moreno, un’amico di Loredana, trascorreva le serate, e spesso anche le nottate da noi. Dormiva nel letto di Loredana. Più volte cercai di capire se avevano rapporti sessuali, per esempio origliando dal corridoio, ma non sentii mai alcun rumore. La prima volta lo facemmo io e Loredana. Era il 28 Gennaio, di venerdì. Cominciammo con l’accarezzarsi il petto, e ben presto finimmo col leccarci la figa. I cani, molto interessati a quanto stavamo facendo, cominciarono a leccarcela anche loro. Fu a questo punto che Loredana mi disse lo hai mai leccato ad un cane? Dieci secondi dopo eravamo tutte e due distese per terra, ai lati del mastino. Glielo ciucciammo un bel pò, alternandosi di tanto in tanto. Quando Loredana capì che il cane stava per venire, diresse il getto verso le mie guance. Il primi schizzi mi bagnarono la faccia ed i capelli, poi dovetti prendere il cazzo in bocca. Il cane continuava a sborrare con schizzi alternati da pause, e io, con gli occhi chiusi, ingoiavo mugolando di piacere. Era la prima volta che facevo l’ingoio ad un cane, ma non sarebbe stata certo l’ultima! Era troppo bella la sensazione che provavo. Mi sentivo un’autentica vacca, o meglio, cagna. Ero diventata rossa in volto dall’eccitazione, e la figa mi si era bagnata come non mai. Mi stavo letteralmente sciogliendo. Quando Loredana lo tolse, gli ultimi schizzi mi caddero sulle tette. Toccava all’alano adesso. Loredana mi fece appoggiare con la pancia su uno sgabello. Aprì la porta per far entrare l’alano che, appena mi vide, mi salì sopra, infilandomelo con decisione in figa. Mi scopò sfrenatamente. Sii, sii, dài, che sono la tua cagna, dissi con un gemito. Ebbi due o tre orgasmi consecutivi. Mi sborrò dentro continuando a fottermi. Continuò così per un bel pezzo, forse più di un minuto, sborrando e scopando, poi si fermò. Continuò a lasciarmelo dentro per un altro pò, dopodiché lo estrasse. Parte della sborra mi uscì dalla figa, versandosi sul pavimento. Loredana iniziò immediatamente a leccarla, ed io la imitai, incurante di ogni regola igienica. Poi glielo leccammo al cane. E’ interessante come i cani, gli alani specialmente, possano avere più orgasmi a breve distanza. Bastò che gliela facessi annusare e leccare un pò, che già gli ritornò voglia. Mi girai di nuovo, questa volta appoggiandomi con le braccia al muro, ed il cane partì con un’altra delle sue feroci scopate. Ansimavo come una cagna in calore, quando Loredana, che ne voleva un pò anche lei, lo tolse dalla mia figa e se l’infilò in bocca. Cercò di infilarselo dentro il più possibile, ma il cane sembrava un pò contrario. Eh eh, preferisce l’altra cagna!, pensai. Gli sborrò comunque in bocca, con Loredana che inghittiva tutto quello che poteva. Mi avvicinai anch’io, facendo giusto in tempo a beccarmi un paio di schizzi in faccia. Me la pulii con la mano, per poi leccarmela. Io mi rivolsi al mastino. Cominciai col menarglielo. Poi lo girai con le gambe all’aria per poterglielo prendere in bocca più facilmente. Glielo succhiai freneticamente. Appena presi una pausa, però, Loredana gli afferrò il cazzo, per menarglielo. Il cane cominciò a sborrare, ed io avvicinai la faccia per prendere gli schizzi sulle guance. Anche Loredana mi imitò, e per un bel pò continuammo a spingerci l’un l’altra con la testa per prendere la posizione migliore, ossia con la bocca davanti al cazzo zampillante sborra. I cani sborrano anche per uno o due minuti consecutivi, con brevi e rapidi spruzzi di sperma. Toccò poi di nuovo all’alano sollazzarsi con Loredana. La montò furiosamente, mentre io me la menavo, guardandoli. Immaginavo la stessa scena con me sotto il cane. Ebbi almeno un paio di orgasmi. Quando il cane sborrò, mi precipitai sulla figa di Loredana per leccargliela. Loredana invece glielo leccò all’alano, per non perdere le ultime prLuciose gocce di sperma. Andammo avanti così per ore. Non so quante volte l’alano mi sborrò in figa, quanti ingoi gli feci a lui e al mastino, né quanti orgasmi ebbi. Ci fermammo solo quando eravamo tutti spossati. Mi ricordo che Loredana, ad un certo punto, si era addormentata, distesa per terra e ricoperta di sperma di cane, quando io feci un’ultimo pompino al mastino, distesa per traverso sotto di lui. Ero talmente stanca che quando il cane cominciò a sborrare, appoggiai la testa per terra, con il caldo liquido che mi gocciolava sulla guancia e sui capelli. Poi mi addormentai anch’io. Sarà stata la decima sborrata di cane che mi prendevo addosso quella sera. All’orgia della sera successiva partecipò anche Moreno. Quella sera avevo un appuntamento con Mario, ma gli telefonai inventando una scusa, e rimandai l’incontro al giorno dopo. Cominciai io, facendomi fottere alla pecorina dall’alano. Lo feci salire sulla schiena, mentre Loredana si assicurava che me lo avesse infilato in figa. Mi infilò il suo grosso cazzo fino in fondo, fottendomi con frenesia e decisione, per poi sborrarmi dentro. Sii, sii, ululavo. Si fermò col cazzo dentro per alcuni secondi, prima di estrarlo. La sua sborra mi gocciolava dalla figa, e Loredana mi fece girare per fargliela leccare al cane. Ma fu Moreno invece che si avvicinò e me la leccò tutta. Leccò la sborra del cane dalla mia figa. Non ho mai visto un uomo così depravato. Loredana intanto glielo leccava al cane. L’alano si era di nuovo eccitato, e voleva di nuovo scoparmi, cercando di salirmi sulla schiena. Loredana mi fece mettere alla pecorina, prese il cazzo dell’alano, che mi era salito sopra, e me lo puntò nel culo. L’animale spinse con forza ma non riuscì ad infilarmelo. Troppo grosso. Passammo al mastino, allora, che ce l’aveva di dimensioni più ridotte. Loredana lo eccitò per bene, per poi farmelo salire sulla schiena. Il membro del cane mi scivolò dentro in culo completamente. L’animale probabilmente non si accorse neppure di avermelo messo lì. Mi scopò con una brutalità davvero animalesca, sborrandomi dentro il culo, in profondità. Dopo che il cane l’ebbe estratto, sentii entrare un altro cazzo. Era Moreno che voleva la sua parte. In casa di Loredana venivano prima i cani e poi Moreno. Mi inculò freneticamente, per poi sborrarmi sulle chiappe. Ci pensò Loredana a leccarmele completamente. Ero intanto scivolata a terra, distesa sulla pancia, con le gambe allargate. Stai ferma lì, disse Loredana. Mi fece avvicinare l’alano, menandoglielo, fino a farlo sborrare. Mi innaffiò dappertutto, sulle gambe, sulle chiappe, sulla schiena, sulla nuca e sui capelli, mentre Loredana rideva soddisfatta. Tieni, è tutta per te, tanto io di sperma di cane ne ho già avuta fin troppa, nella mia vita! Il cane continuò a camminarmi sopra per un bel pezzo, accompagnato da Loredana. Sentivo le sue zampe conficcarmisi pesantemente tra le chiappe e sulla schiena, mentre la sua sborra mi gocciolava addosso. Intanto mi masturbavo sfregandomela col pavimento e con le mani. Venne poi il turno del bassotto, il terzo cane maschio del gruppo. Loredana glielo menò lungamente, facendolo infine sborrare sul mio culo e sulla mia figa mentre Moreno mi teneva le chiappe divaricate. Avevo appena avuto il mio secondo orgasmo consecutivo, e la mia figa fremeva voluttuosamente, mentre veniva innaffiata di liquido seminale canino. Continuai a ondeggiare il bacino in avanti e indietro, freneticamente, mentre Moreno mi allargò le chiappe ancora di più, per iniziare a leccarmi il culo. Sii, dài, come godo. Mi afferrai le chiappe per tenerle allargate e permettergli di farlo meglio. Mi leccò quasi tutta la sperma di cane che avevo addosso. La cosa mi dispiacque, ma in compenso, menandoselo furiosamente, fu presto in grado di innaffiarmi a sua volta. Mi poggiò la cappella al buco del culo, schizzandomi la sborra tra le chiappe, e facendola scivolare verso la schiena. Toccò poi ancora al mastino. Loredana lo avvicinò mentre stava per cominciare a sborrare, dirigendogli il pene verso il mio sedere. Intanto io avevo ripreso a masturbarmi. Mi dimenavo come una forsennata, sbattendola contro il pavimento con colpi rapidi e violenti. Non capivo più niente, ormai la mia figa agiva da sola, sempre più furiosamente, mentre contorcevo la testa dal piacere. Vengo, vengo, dissi, tra un gemito e l’altro, quando provai il primo di una nuova serie di orgasmi. Allargai le gambe ulteriormente, quando il cane cominciò ad innaffiarmi con la sua calda sborra. Moreno mi infilò due dita in bocca, che ciucciai voluttuosamente. Presi a dimenarmi ancora più violentemente, sussultando con tutto il corpo come un’indemoniata. Sii, sii, godo, godo come una troia, sono una troia, una troia, dissi con voce sempre più roca. La scena era talmente convulsa che Loredana dovette afferrare il cane con entrambe le braccia per non farlo fuggire. Sborrò un pò dappertutto, sul pavimento, sui miei piedi, sulle mie gambe, sul mio culo. Sborratemi addosso, sborratemi addosso. Ebbi un orgasmo immenso, accompagnato da un lunghissimo aahh di liberazione. Quando mi fermai, sentii la sborra del cane che mi gocciolava sulle chiappe. Era una sensazione fantastica. Continuai a far oscillare l’anca in avanti e indietro, questa volta molto più lentamente, con voluttà. Moreno mi infilò il collo di una bottiglia in figa. Sollevai il culo per prenderla meglio, mettendomi in ginocchio, con i gomiti a terra. Mi masturbò freneticamente, procurandomi un ulteriore orgasmo. L’orgia finì con Loredana che si appoggiò con la faccia al mio culo, coperto di sborra di uomo e di cane, leccandomelo e sfregandomelo con le guance. Mi passò ripetutamente su tutte e due le chiappe, senza tralasciarne un solo centimetro, leccandomi bramosamente la figa ed il culo. Il giorno dopo, una domenica, io e Loredana ci recammo in gita da un suo amico. Era la prima volta che portava qualcun’altro con se. L’amico si chiamava Pietro, abitava in un casolare nei pressi di Padova, e conosceva Loredana già da un bel pò. Capii subito com’era la situazione. Appena mi vide guardò Loredana con uno sguardo dubbioso, ma lei lo rassicurò: ha anche lei i miei gusti. Dieci minuti dopo io e Loredana ci trovavamo ai due lati di un grosso stallone grigio, al quale lo menavamo e lo ciucciavamo. Il cazzo, già grosso di per sè, si ingrossò ulteriormente quando Loredana se lo mise in bocca. Loredana aveva una bocca oscenamente grande, se riusciva a farci entrare quell’enorme cappella. Pietro stava alle spalle di Loredana, fingendo di scoparla alla pecorina. In realtà non gli tirava nemmeno. Volli provare anch’io ad infilarmi in bocca la cappella del cavallo, ma era veramente troppo grossa. In quell’istante, un getto di sperma calda mi schizzò tra le labbra. Allontanai subito il cazzo, e sputai. Loredana invece se lo mise in bocca, ansimando. Lo ciucciò per alcuni secondi, fino a quando ebbe la bocca talmente piena di sborra che quasi si strozzò. Pietro, vedendomi piuttosto titubante, mi spinse sotto al cavallo, dove mi sedetti, e mi tenne la testa a contatto dell’enorme pene dell’animale. Intanto Loredana prese a menarglierlo con decisione, con entrambe le mani. Il cavallo continuò a sborrare ancora per due, forse tre minuti, ad intervalli. Pietro mi teneva la faccia premuta contro la cappella mentre la sborra mi schizzava ora su una guancia, ora sull’altra, ora in bocca. Fui costretta a deglutirne un bel pò, nonostante non mi piacesse. Bevi, puttana, bevi. Ero arrossita come un gambero dalla vergogna. Durante i miei precedenti rapporti con bestie ero sempre stata ubriaca, ma questa volta ero completamente sobria, e questo mi rendeva molto meno disinibita. Il cavallo, inoltre, ad differenza dei cani, mi faceva paura. Quando il cavallo ebbe finito, Pietro mi mise l’uccello in bocca e cominciò ad orinare. Bevi anche questa, pisciatoio, disse ridendo. E’ un vero orinatoio, aggiunse Loredana, avvicinandosi con un secondo cavallo. Si mise a testa in giù, mentre Pietro diresse il membro dell’animale verso la sua figa. Loredana, di schiena, prese il cazzo e se lo spinse dentro con decisione. Continuarono per un paio di minuti, mentre io stavo in disparte, sporca e umiliata. Quando il cavallo cominciò a sborrare, però, mi tocco di nuovo entrare in azione. Dov’è l’orinatoio? Venni trascinata sotto il cavallo, ma questa volta non mi tennero la testa. Loredana era impegnata a menarglierlo, mentre Pietro lo teneva calmo, visto che l’animale nitriva e si agitava parecchio. Io me ne stetti tranquilla, con la testa un pò reclinata, cosicchè la sborra mi cadde prevalentemente sui capelli e sulla fronte. Mi fecero una vera e propria doccia di sperma. Una volta che fu tutto finito, accompagnammo anche questo cavallo alla sua stalla. I due, Pietro e Loredana, non era però del tutto soddisfatti. Loredana mi appoggiò con la pancia ad una robusta staccionata, col culo per aria. Pietro mi si avvicinò sfregandomelo con le mani. Mi aspettavo che mi sodomizzasse, o che mi infilasse su qualcosa. Loredana invece portò fuori dal suo ricovero un piccolo ma robusto pony, e si mise ad eccitarlo leccandogli la cappella. Lei ci sapeva fare, coi cavalli. Quando l’animale fu sufficientemente eccitato, col cazzone ben duro, si tolsero di mezzo entrambi, lasciandogli via libera verso il mio culone. Non immaginavo neppure quanto stava per succedermi. Il cavallo, eccitatissimo, mi salì sulla schiena infilandomi in figa il suo enorme membro. Rimasi atterrita dal dolore e dalla paura. Mi diede una serie spaventosa di colpi, spingendomelo dentro, credo, per trenta o forse quaranta centimetri. Ad ogni colpo del pony, emettevo un’urlo inumano, senza nemmeno rendermene conto. Era semplicemente l’aria che veniva spinta fuori dai miei polmoni. Il cavallo era al culmine dell’eccitazione, e mi mollava colpi violentissimi alternati da pause lunghe qualche secondo. Me lo sentivo entrare nel petto. Mi mancava ormai il fiato, quando il cavallo venne. Il tutto era stato molto breve, per fortuna. Mi schizzò dentro almeno mezzo litro di sborra, continuando a spruzzarla per una ventina di secondi. Il cazzo gli divenne subito moscio, e scivolò fuori dalla vagina. Anche la sperma uscì tutta. D’altronde la mia figa era diventata larga come un guanto. Ero annichilita dal dolore e dalla paura, tremavo tutta, come se avessi freddo. Questa volta Loredana me l’ha fatta troppo grossa, pensai. Ma non era finita lì Pietro mi si avvicinò con uno sguardo preoccupato. Pensavo mi avrebbe chiesto come mi sentivo, e stavo per rassicurarlo, dicendogli che tutto era passato. Invece mi afferrò la testa, mi fece chinare, e mi sbattè la faccia contro la sborra caduta a terra. Lecca, puttana, inghiotti. Scivolai per terra lunga e distesa, con la faccia sulla sborra del cavallo, mentre Pietro mi sodomizzò violentemente. La scena a cui aveva assistito gliel’aveva fatto tirare. Toh, puttana, zoccola, prendi anche questo. Mi sborrò in culo ansimando come un caprone e tirandomi i capelli. Poi usò i miei capelli per pulirsi la cappella. Loredana, intanto, prese una forcata di letame e me lo tirò addosso, ridendo. Pietro la imitò, e ben presto mi ritrovai coperta di letame e paglia. Prendi, letamaio, disse Pietro tirandomi un secchio d’acqua sporca. Doveva essere l’acqua con cui lavavano i cavalli. Questo, almeno, mi ripulì del letame. Loredana, intanto cominciò a pisciarmi addosso, dopo aver appoggiato una gamba su una staccionata per poter tenere le gambe divaricate. Smise però quasi immediatamente, aspetta, ora gli cago addosso! Ebbi solo la forza di piagnucolare no, questo no che lei mi si piazzò sopra, in piedi, di schiena, a gambe divaricate, e cominciò. Pochi secondi di attesa, ed ecco che dal suo enorme culone uscì una valanga di merda, accompagnata da peti e scoregge. Si abbassò per dirigere la seconda ondata verso la mia faccia. Continuò così per un minuto, un minuto e mezzo, avendo cura di spargermi la merda lungo tutto il corpo. Infine, si pulì il culo con la mia maglietta, per poi gettarmela addosso. Ero umiliata, disperata, stanca. Verso mezzogiorno approfittai di una tappa durante il viaggio di ritorno per telefonare a Mario, confermandogli l’appuntamento per quella sera, alla stazione di Sacile. Ritornati a casa, andai a chiudermi in camera, stanca e depressa. Loredana mi raggiunse e riprese l’opera di riconciliazione già iniziata durante il viaggio di ritorno. Su, dài, dimentica quello che è successo oggi. Ci siamo lasciati andare un pò troppo, tutto qui. Cominciò con delle carezze tenere e innocenti, ma dopo una decina di minuti ci ritrovammo a lesbicare. Me la leccò lungamente. Certo che sapeva leccarla! Scendemmo giù in cucina, dai cani. Farlo con i cani è decisamente un’altra cosa, rispetto ai cavalli. Loredana si fece montare dall’alano, che gli sborrò in figa. Poi venne il turno del mastino. Il mastino era però troppo piccolo per poter montare comodamente sul culone di Loredana, e si limitò a sfregarselo contro le sue chiappe, sborrando in lungo ed in largo. Io me ne rimasi in disparte, sul divano, menandomi il clitoride e gemendo di piacere. Loredana sembrava non badarmi, ma sapeva che non sarei rimasta lì a lungo. Si sedette sullo sgabello, piegandosi tutta all’indietro, in modo da farsi scopare dall’alano per davanti. Ma posizione era scomoda, ed il cane non ne voleva sapere. Dovetti quindi intervenire, per spingere il cane e guidargli il cazzo. La scopò per un paio di minuti, poi cominciò a sborrare. Loredana spinse via lo sgabello e si allungò sotto il cane, facendosi sborrare su tutto il corpo. Dài, pisciami addosso, mi disse appena il cane ebbe finito. In effetti avevo proprio bisogno di farla, e quindi non esitai ad aprire le gambe orinandogli in faccia, abbassandomi per mettermi in ginocchio sopra di lei. Voglio essere un pisciatoio, orinatemi addosso, ansimava Loredana. Chiamò il bassotto e cominciò a succhiarglierlo. Io tenni fermo il cane, e ansi lo spinsi il più possibile contro la bocca vorace di Loredana. Non passò molto tempo che l’animale cominciò a sborrare. Loredana ingoiò tutto, avidamente. Divenne ansiosa ed agitata, voleva ancora del liquido addosso. Dài sborratemi addosso, dài, dài piasciatemi in faccia mugolava. Se avesse potuto, si sarebbe orinata in faccia da sola. Ebbe però l’idea di girarsi di culo, e mi chiese di incularla, con qualunque cosa. Presi il portarotolo degli scottex, un manico di circa trenta centimetri con una base tonda di circa dieci cm. di diametro. Glielo infilai con cura, un pò per volta, mentre lei gridava dài, più forte, dài, spingi, spaccami tutta. Quando lo ebbe tutto dentro chiamò il mastino, che sembrava essere di nuovo in vena di far sesso, ma il cane non ne volle sapere di Loredana, spaventato dal portarotoli che teneva infilato in culo. Mi misi io alla pecorina, ed il cane mi saltò subito su, scopandomi furiosamente e sborrandomi in figa. Ebbi un orgasmo spettacoloso. Loredana leccò avidamente le ultime gocce di sperma dal cazzo del cane, poi mi leccò la figa per assaporarne dell’altra. Era assetata di sperma. Sborra, sborra, disse, sborratemi addosso. Squillò il telefono. Chi è adesso, che rompe? Cazzo, sono le nove e venti, sarà Mario, dissi io. Non rispondere, intimò Loredana. Il telefono suonò altre volte. Ad un certo punto rispose Loredana, che disse a Mario che ero appena tornata, e che ero sotto la doccia. Poi staccò il telefono. Appena i cani si furono ripresi un pò, verso mezzanotte, riprendemmo i nostri giochetti. Loredana voleva farsi inculare dall’alano. Glielo feci salire sulla schiena, appoggiandogli il cazzo sul buco del suo grosso culo. Il cane lo spinse su, ma non ne voleva sapere di sbattersela. Glielo lasciai comunque infilato dentro, cercando di muoverlo un pò su e giù, fino a quando sborrò. Estrassi il cazzo dell’animale che ancora continuava a schizzare a tutto andare. Glielo presi in bocca, cercando di succhiare tutto quello che usciva. Anche Loredana ne volle però, e dopo che si fu girata ci alternammo lungamente nel leccare e ciucciare il grosso cazzo dell’animale. Andammo avanti così per un’altro paio d’ore, alternando i vari cani, e ingoiando un fiume di sborra. Le orge canine continuarono per tutto il mese di Febbraio. Facemmo sesso con i cani ogni sera, ed il sabato e la domenica anche durante il giorno. Non oso pensare quanta sperma di cane ho ingoiato in quel periodo. Mi sentivo veramente una cagna, una cagna perennemente in calore. Un problema però si avvicinava. Loredana era stata da tempo sfrattata, e lo sfratto doveva divenire esecutivo per la fine di Marzo. Fissammo tuttavia un appuntamento col padrone di casa per l’inizio del mese per discutere un rinvio. Il padrone di casa lo sistemo io, disse Loredana. Lo conosco fin troppo bene. Ci mettemmo tutte e due alla pecorina, coi nostri due culoni in su. Grande il mio, enorme quello di Loredana. Il padrone di casa se lo tirò fuori e, schiaffeggiandoci le chiappe, ce lo infilò alternativamente in figa ed in culo, ora a me ora a Loredana. Sborrò dopo poco sulle mie chiappe. Mentre io mi recai in bagno per pulirmi, Loredana lo accompagnò all’uscita. Certo che gli uomini non sono all’altezza dei cani. Una scopatina da un paio di minuti, una sborratina, ed è tutto finito. Ottenemmo comunque un rinvio di un mese, senza pagamento dell’affitto. Pensa, in cambio di due minuti di sesso, un uomo ti dà una casa per un mese, mentre i nostri cani godono e sborrano tutti i giorni gratis! Quella sera stessa festeggiammo, dopo cena, con un bottiglione di vino e, soprattutto, con una fantastica orgia alla quale partecipò anche Moreno. Cominciammo con un pompino al mastino. Mentre Moreno lo teneva fermo, io e Loredana ci distendemmo ai lati del cane, per ciucciarglielo e menarglielo. La posizione era un pò scomoda, e quindi Moreno sollevò il cane per le zampe anteriori mentre noi, in ginocchio davanti a lui, ci facemmo sborrare in faccia. Ci leccammo il viso vicendevolmente. Intanto Moreno, che se l’era menato furiosamente, venne a sua volta, sborrandoci addosso, mentre noi continuavamo a leccarci incuranti di quanto faceva. Loredana, la bastarda, mi sputava tutta la sperma in bocca, ed io dovetti ingoiarne un bel pò. La cosa tuttavia, mi fece piacere. Loredana non capiva proprio niente, era così bello sentirsi lo stomaco pieno di sborra di uomo e di cane. Solo allora mi accorsi di essere ancora vestita, e di essermi macchiata la maglietta arancione. Mi svestii incurante del fatto che così finivo di sporcare i vestiti. Li gettai per terra. Fatti fottere dall’alano, mi disse Loredana facendolo entrare. No, lo voglio in bocca, lo voglio in bocca. Voglio farmi sfondare la bocca. La sensazione appena provata col doppio ingoio era ancora troppo forte. Voglio bere sborra, voglio che mi sborrino in bocca. Ero come in trance, non capivo più niente. Avevo uno sguardo perduto nel vuoto. L’unica cosa che mi interessava era ingoiare altra sborra, tanta sborra. Loredana mi fece sedere per terra appoggiandomi la testa ad un sgabello per farla stare sollevata. Poi mi fece avvicinare l’alano, infilandomi il suo cazzo in bocca. L’animale partì con una scopata folle. Non si rendeva neppure conto di avermelo messo in bocca, e pensava probabilmente di fottere una cagna dal di dietro, come fanno di solito i cani. Me lo spingeva dentro in maniera sempre più furiosa, un cazzo lungo quasi venti centimetri, e largo quanto la mia bocca potesse tollerare. Dovetti inclinare la testa in avanti per permettergli di entrare meglio, altrimenti mi avrebbe sfondato. Vomitai almeno un paio di volte, ma l’animale non se ne accorse neppure e continuò a fottermi, per poi sborrarmi dentro. La sperma del cane mi scivolò dall’esofago direttamente nello stomaco. Avevo avuto quello che desideravo. Il suo cazzo si era ulteriormente ingrossato, come spesso succede ai cani quando godono. Stavo per strozzarmi, e dovette intervenire Loredana strattonando il cane in modo che il cazzo mi uscisse dalla bocca. Vomitai per terra, vino, sborra, di tutto, macchiando anche i miei vestiti. Loredana mi spintonò e mi fece stendere con la pancia sul mio stesso vomito, facendomi poi rotolare sopra. Quindi si mise alla pecorina, sopra di me, per farsi inculare da Moreno. Io, che ero girata rispetto a lei, guardavo il cazzo che le entrava e le usciva dal culo. Moreno le sborrò sulle chiappe, lo sperma scivolò in giù goccilandomi sulla faccia. Appena Moreno si tolse alzai la testa e leccai la sperma dal culo di Loredana. Certo che poteva lavarsi, prima di fare sesso! Moreno mi appoggiò il cazzo sulla bocca e cominciò ad orinare. La piscia mi rimbalzava sui denti e schizzava sulle chiappe di Loredana. Cercai comunque di bere a più non posso. Ero ancora smaniosa di ingoiare qualunque cosa. Toccò quindi a Loredana orinarmi in faccia. Mi mise la faccia sulla figa e mi pisciò direttamente in bocca. Il getto era violentissimo e mi riempì rapidamente stomaco e bocca. Questo donnone enorme doveva avere un vescica veramente maxi. Moreno mi tappò il naso per farmi bere tutto, ma ero inutile, ero già piena. Andai in bagno per vomitare di nuovo, stremata. La volta successiva toccò ad Moreno subire le umiliazioni peggiori. Gli facemmo mangiare la carne per i cani. Poi lo facemmo inculare dall’alano, che gli sborrò dentro. Moreno gemette di dolore, piagnucolando come un bambino. E’ la prima volta che lo prende, disse Loredana. Lascia che provi, risposi. Toccò poi a Loredana sfondargli il culo col collo di una bottiglia. Io mi rivolsi al mastino, al quale feci un pompino concluso da una rigogliosa sborrata, che diressi sulla mia faccia. Mi rivolsi verso l’alano e cominciai a menarglielo e a leccarglielo, mentre il mastino si riposava. Mi si avvicinò anche Loredana, che si mise all’altro lato del cane. Moreno si mise invece alle mie spalle, con l’intenzione di farmi una pecorina. Ma la cosa non mi andava e lo cacciai. A questo punto mi venne un’idea: voglio farne una doppia voglio farmi scopare dall’alano mentre lo ciuccio al mastino! Sì, poi lo faccio anch’io disse Loredana. Mi appoggiai sullo sgabello, alla pecorina. Questo mi permetteva di usare le mani per prendere il pene del mastino, anche se mi avrebbero aiutato Loredana e Moreno. Moreno guidò l’alano alle mie spalle. Il cane capì subito e mi salì in groppa mettendomelo in figa. Intanto Loredana mi avvicinò il mastino, rovesciandogli il cazzo all’indietro in modo che potessi leccarglielo dalla posizione in cui mi trovavo. Non fu molto facile spompinarlo. L’irruenza dell’alano mi sbatteva avanti e indietro e di conseguenza io non riuscivo a prenderglielo all’altro. Mi venne in aiuto Loredana che masturbò freneticamente il mastino, in modo da prepararlo a sborrare. Quando l’alano cominciò a sborrarmi in figa, tutto era pronto. Moreno sollevò il mastino per le zampe anteriori, e Loredana diresse i suoi zampilli verso la mia faccia. Purtroppo non riuscivo a sollevare la testa, e la sborra mi finì quasi tutta sui capelli e sulla nuca. Fu comunque una cosa spettacolare, ed ebbi forse l’orgasmo più intenso della mia vita. Rotolai per terra gemendo di piacere. Dài ancora, sborratemi ancora addosso. Moreno mi si avvicinò menandoselo in maniera forsennata, ma io lo allontanai. Non era la sua sborra che volevo, ma quella dei cani. Toccava però a Loredana farsi una doppia coi cani. Si mise sullo sgabello per prenderlo dall’alano, mentre io cominciai a menarlo al mastino. Ma non ero troppo brava a menarglierlo, o forse il mastino era già stanco, mentre l’alano gli venne subito in figa. Loredana allora si distese per terra, a pancia in su, ed Moreno sollevò il mastino, come aveva fatto prima, per farlo sborrare su Loredana. Presi il mano il cazzo del cane dirigendo gli schizzi verso la faccia ed il petto di Loredana. La sperma non aveva ancora smesso di zampillare che cominciai a leccarla dal corpo di Loredana. Il mastino, sostenuto da Moreno, continuava a schizzare sperma dappertutto. Gli schizzi mi arrivavano sulla guancia e sui capelli, come una calda pioggerellina. Era una sensazione magnifica. Moreno mise giù il cane, e si mise a leccare la sborra dalla figa di Loredana. Portammo quindi in azione il bassotto, visto che sia l’alano che il mastino erano stanchi. Sii, anche lui ha un cazzo fantastico disse Loredana. Spompinai e masturbai il bassotto per un bel pò, e quando fu pronto gli sollevai la gamba per farlo sborrare in faccia a Loredana. Loredana gemeva e guaiva come una cagna in calore. Sii, dài, copritemi di sborra, copritemi di sborra. Il bassotto gli spruzzò il caldo liquido sulla faccia. Loredana, mugolando, cercava con la lingua di afferrare quanta più sborra possibile. Spostai il cane per farlo schizzare verso il petto ed il resto del corpo. Moreno si avvicinò menandoselo e sborrò in faccia a Loredana, dirigendo gli schizzi verso la sua bocca aperta. L’indomani mattina, che era domenica, cominciammo appena alzate. Diedi inizio io alle feste, distendendomi sotto l’alano e iniziando a lavorarglielo, mentre Moreno lo teneva fermo. Loredana lo menava intanto al mastino. L’alano cominciò a sborrare mentre ce l’avevo in bocca. Il primo schizzo fu talmente violento che il cazzo mi scappò di bocca. La sborra continuò ad uscire innaffiandomi il collo ed il mento. Non riuscii a riafferrare il cazzo. Il cane era scivolato troppo indietro. La sborra comunque, non andò persa, e mi cadde sul collo, sul petto e sulla pancia. Sii, sii, rantolai. Venne quindi la volta del mastino. Loredana me lo avvicinò e gli sollevò la gamba per farlo sborrare sulla mia pancia. In bocca, in bocca gridai. Loredana lo sollevò di peso, tenendolo sollevato per le zampe anteriori sopra il mio collo. In questo modo però la sperma schizzava in tutte le dirLucioni. Afferrai il cazzo del cane dirigendolo verso la mia faccia. Sii, sii, mugugnai con voce sempre più profonda. La sborra continuò a zampillare per un bel pò. Moreno mi si era avvicinato per leccarmi, oppure per beccare anche lui qualche schizzo in faccia, ma io lo allontanai con un calcio. La sborra era tutta per me! Lo allontanai anche quando tentò di avvicinarsi col cazzo, per sborrarmi addosso. Questo fu solo l’inizio. Mi feci sborrare addosso, con l’aiuto di Loredana ed Moreno, anche dal bassotto, e di nuovo dall’alano e dal mastino. Per dire il vero, non ricordo quanti cani mi sborrarono addosso, né quante volte lo fecero. Fatto è che ormai ero quasi completamente coperta di liquido. Dico liquido e non sperma, perché, in almeno un paio di occasioni, i cani mi si avvicinarono e mi orinarono addosso alzando la gamba, come fanno loro. Io presi tutto. Aprii la bocca per prendere quanto zampillava dal pene del mastino senza sapere se era sperma o piscia. Continuavo a rantolare sii, ancora, ancora, sborrate, sborrate, sborrate. Ebbi una raffica di orgasmi. Moreno, che non poteva più trattenersi, ad un certo punto inculò Loredana, sborrandogli dentro. Loredana mi si avvicinò a gambe divaricate, e fece in modo che la sborra mi colasse sulla bocca. Aveva un forte sapore di merda. Ebbi il timore che volesse di nuovo cagarmi addosso. Invece corse nel cucinino a prendere una scatoletta di carne per cani, e me la rovesciò addosso. I cani la mangiarono, mista alla sperma, mentre io ridevo come una cretina.

