Don Piero era un giovane prete, da poco inviato alla parrocchia di S.Anselmo, in unapiccola cittadina della provincia Romana. Come tutti i giovani era convinto ed entusiasta,voglioso di fare e di aiutare, un desiderio che il seminario aveva solo rafforzato.Per questo all’inizio non era stato molto contento della destinazione, avrebbe preferitoandare in una grande città, dove i bisogni della gente erano accentuati e lui avrebbepotuto fare di più. Li era tutto troppo tranquillo, la gente troppo normale e senzaparticolari esigenze.Tutto scorreva piatto senza patemi, almeno così fu sino a quando nella sua vita noncomparve Flavia.Lui non sapeva nulla di lei, se la trovò davanti una domenica mattina, semi nascostadalla paratia del confessionale, non le fece nemmeno troppo caso, almeno durantel’espletamento delle fasi rituali, ma quando lei incominciò a confessarsi, lui non potèfare a meno di sobbalzare."Ho peccato padre, peccato carnalmente" iniziò lei e lui ebbe un sussulto, nontanto per le parole, quanto per il tono della voce di lei, caldo e sensuale "Hopeccato e tradito mio marito" continuò , lui si sforzò di mantenere la vocecontrollata "E` stato un episodio occasionale, ho una cosa più importante ?""Non è una cosa occasionale, lo tradisco ormai da un paio di mesi, e quasi tutti igiorni" rispose lei "Sei innamorata di quest’uomo" domandò allora DonPiero "Non si tratta di un uomo, non di un uomo solo intendo. Sono molti, e direcente alcune volte è capitato che fossero due o tre assieme" rispose lei con lasolita voce calda, che a Don Piero sembrò caricarsi ulteriormente di eccitazione.Con orrore il giovane prete si accorse che stava eccitandosi, cercò di dimenticarsene elottò per continuare a fare il suo dovere di prete "Se ti confessi significa che seipentita non è vero ?" le domandò con voce rotta dall’emozione "Certo padre, ioamo mio marito, e quando resto sola dopo, mi sento male, terribilmente colpevole, ma nonso come spiegarlo, non riesco a trattenermi, all’improvviso divento un’altra, assetata disesso, il sesso più scatenato e sporco che si possa immaginare. Il mio corpo anela solodi averli, li bacio, li accarezzo, godo nel vederli eccitare, nel farmi fare le cose piùturpi. Non sono rapporti normali, il mio corpo è totalmente a loro disposizione, comequello della più laida delle sgualdrine, capisce padre, loro mi usano per il loropiacere, ma non solo li dove sarebbe normale, ma dappertutto, nella mia bocca, nel mio…." "Basta, si fermi" gemette Don Piero con voce strozzata mentre le immaginievocate dalle parole di lei gli affollavano la mente confondendolo, eccitandolo."Mi dispiace padre, mi scusi non volevo sconvolgerla, ma pensavo di dover confessaretutto" disse lei con la solita voce, che vista la situazione a Don Piero parve quasicanzonatoria. Lui tacque a lungo "Bene, io ora ti darò l’assoluzione, ma tu devifare qualche cosa, non puoi continuare così, devi assolutamente consultare un medico, ecercare di farti curare, devi convincerti di essere malata e di avere bisogno dicure" le disse cercando disperatamente di riprendere il controllo di se stesso,"Certo padre, lo farò" rispose lei, e Don Piero pronunciò le parole di rito,le pronunciò in fretta, quasi come una liberazione e lei alla fine fece il segno dellacroce e se ne andò.Ancora in preda allo stato confusionale, Don Piero scostò le tendine del confessionale elanciò un’occhiata alla donna che si allontanava verso l’altare per espiare la suapenitenza. Ebbe un tuffo al cuore nel vederla bella e giovane, molto giovane e moltobella, seppur vestita sobriamente, il suo movimento che pure non aveva nulla di ostentatogli sembrò estremamente eccitante e lui richiuse precipitosamente le tendine.Da quel giorno l’incubo di Don Piero divenne continuo, lei tornava a cadenze irregolari, avolte non si faceva viva per giorni, altre si presentava due o tre giorni di fila. Ungiorno Don Piero tirò un sospiro di sollievo, quando lei iniziò dicendogli "Sonostata dal dottore, come lei mi aveva suggerito, un dottore di Roma, non di qui""Benissimo, brava e come è andata" le domandò lui con sollievo "Malissimopadre, tutto era iniziato normalmente e procedeva normalmente, gli stavo spiegando il mioproblema, quando mi sono accorta che lui si era eccitato, ed allora la bestia si ènuovamente impadronita di me…." disse e dal momento che Don Piero non parlavaproseguì "Gli sono letteralmente saltata addosso, l’ho spogliato, baciato a lungo,anche sul sesso, lei capisce come, e poi ebbra d’eccitazione, mi sono fatta possedereanalmente, come la peggiore delle puttane" sconvolto Don Piero non seppe far altroche assegnarle la penitenza, ed iniziare meccanicamente a recitare la formula assolutoria,pensando solo a mettere fine al suo tormento.Ma l’incubo quel giorno non terminò, il pensiero di quella giovane donna, dei suoiamanti, del sesso fine a se stesso, del piacere per il piacere lo tormentò per tutto ilgiorno e lo perseguitò la notte sino a che lui cedendo alla fragile natura umana non sidiede pace usando disperatamente la propria mano.La mattina dopo il senso di colpa lo opprimeva, e Don Piero ricorse al parroco, un anzianoe saggio prete confessandosi in cerca di conforto. Il buon Don Mario, lo tranquillizzò econfortò, lo consiglio, ed alla fine lui si sentì meglio e si preparò ad affrontare leprove future con maggiore forza d’animo.Pochi giorni dopo Don Piero andò a Roma per sbrigare alcune faccende in curia, alritorno, mentre guidava la sua piccola utilitaria, venne sorpreso da un furioso temporale.La pioggia scrosciava tanto intensa che Don Piero dovette rallentare e procedere quasi apasso d’uomo, così quando sul bordo della strada comparve la sagoma indistinta di unapersona che si agitava chiedendo aiuto mentre cercava di ripararsi dalla pioggia con unpiccolo ombrello, lui prontamente si fermò al bordo della strada.Nello specchietto vide una donna correre verso la macchina, aprire la portiera e gettarsifrettolosamente nell’abitacolo voltandosi subito per chiudere l’ombrello prima dirichiudere la porta.Nella foga di salire, il leggero impermeabile, si era aperto e lo sguardo di Don Pierocadde sulle gambe lunghe ed affusolate della donna, lasciate generosamente scoperte da unacortissima minigonna, il giovane prete distolse rapidamente lo sguardo."Maledetti autobus, quando servono sono sempre in ritardo" stava recriminando ladonna "Per fortuna è passato lei" stava continuando, poi all’improvviso sibloccò quando i loro sguardi s’incontrarono ed i due si riconobbero. Don Pieroinvolontariamente impallidì nel vedere Flavia davanti a se.L’espressione sorpresa della donna durò solo pochi istanti, per lasciar spazio ad unsorriso beffardo e malizioso che le illuminò il bel volto. "Il mio buon confessoreè venuto a salvarmi dalla strada della perdizione…., quale piacevole sorpresa"disse e con una massa apparentemente distratta, fece aprire completamente l’impermeabile.L’esterrefatto Don Piero si trovò di fronte lo stupendo spettacolo dei seni pieni eprosperosi di Flavia che prorompevano dalla camicetta lasciata volutamente abbondantementeslacciata.Per lunghi istanti il giovane prete rimase muto senza riuscire a proferire parola, poi convoce rotta dall’emozione si sforzò di uscire dall’imbarazzante situazione "SignoraFlavia, che ci faceva qui con questo tempaccio ?" domandò "Quello che faccioquasi ogni giorno, aspettavo che qualche gentile maschietto si fermasse per aiutare unapovera donzella indifesa" ridacchiò lei "Adoro ringraziarli per l’aiuto datomi,vuoi vedere come ?" gli domandò, ma senza attendere la risposta si spinse in avantiverso Don Piero. Le sue labbra si appoggiarono decise a quelle del giovane prete, la sualingua penetrò calda e sgusciante nella sua bocca.Don Piero rimase un’attimo inerte, in balia di quella donna, poi non appena sentì isintomi inequivocabili dell’arrivo prepotente dell’erezione, si staccò con forza dalladonna, gettandosi all’indietro, e guardandola inorridito "Ma che cosa fa, io sono unprete" disse terrorizzato dalle reazioni del suo corpo così distanti dalla suavolontà "Questo lo vedo, ma vedo anche che sei un uomo e che uomo, almeno agiudicare dalle dimensioni del bozzo che va comparendo nei tuoi pantaloni" risposelei canzonatoria."La prego, mi lasci in pace, io non voglio…" gemette Don Piero, ottenendo comeunico effetto di accentuare il sorriso malizioso sul volto di Flavia "Cosa non vuoiPiero ?" domandò "Non vuoi queste due belle tette ?" lo incalzò, con lamano che slacciava ulteriormente la camicetta dalla quale strariparono i seni morbidi epieni, dai duri e scuri capezzoli. "Ho non vuoi questa ?" continuò, girandoleggermente il corpo verso Don Piero e divaricando le coscie.Il giovane prete istintivamente seguì con lo sguardo quel movimento e davanti ai suoiocchi esterrefatti, comparve la rosea vagina di Flavia, perfettamente depilata, dallegrandi labbra ormai gonfie di piacere e brillanti per gli umori che incominciavano abagnarla.Lo fissava, mentre lui combatteva una silenziosa ma durissima battaglia con le emozioniche si erano scatenate in lui, da molti molti anni non vedeva una donna nuda, da quandoragazzino, sfogliava insieme ai compagni di scuola riviste per adulti trovate o rubate afratelli maggiori o genitori. Erano passati molti anni, ma le sue reazioni non eranocambiate, e la stessa tempesta d’emozioni lo travolgeva e lui, oggi come allora, ne eraterrorizzato."Qualunque siano le tue intenzioni, ti converrebbe spostare la macchina, più in lac’e una stradina isolata. Ti immagini se passasse qualcuno e ci vedesse così " lostuzzicò Flavia, e lui, incapace di pensare, obbedì meccanicamente, innestando la marciae muovendo l’utilitaria lentamente. Vide la stradina e vi svoltò addentrandosi senzasapere perché.Ad un tratto lei lo fece fermare e poi girò la chiave spegnendo il motore, la mano siportò poi sul pube di Don Piero, accarezzando il cazzo attraverso i pantaloni. Eraeccitato e durissimo, tanto duro da dolergli "Ummmm…" mugolò Flavia"Quanto è grosso e duro" aggiunse mentre lui completamente in trance nonriusciva nemmeno a muoversi.Inorridito, sentì il rumore della zip, mentre la mano di lei l’abbassava, poi le espertedita s’infilarono nell’apertura e rapidamente catturarono l’asta pulsante del giovaneprete e la portarono alla luce. Don Piero, abbassò lo sguardo e vide la mano di Flaviacircondare l’asta, ed iniziare a muoversi lentamente verso il basso scoprendo il glandecongestionato. Un gemito gli sfuggi dalla bocca "Ti prego, lasciami …" ma leilo fissò mentre prendeva ad agitare la mano con maggior vigore."Cosa c’è, non dirmi che non ti piace, lo sento da come vibri sotto le mie dita cheti piace" Flavia si mosse di scatto, e con notevole agilità si rigirò nell’angustoabitacolo si inginocchiò sul sedile e si chinò in avanti verso Don Piero.La corta gonna risalì scoprendo le tonde e sode natiche , e lei con un sorriso, prese lamano di lui e ve la appoggiò, "Datti da fare anche tu " gli disse e Pierorabbrividì al contatto con la serica pelle della donna. Poi sussultò come ad una scossaelettrica quando le morbide labbra gli avvolsero il glande e la tumida lingua iniziò agiocarvi con abilità.Le ultime resistenze di Don Piero furono vinte ed il giovane si abbandonò a quella boccaperversa, che lo accarezzava con tanta abilità ingoiandolo lentamente millimetro dopomillimetro. La mano del giovane prese ad accarezzare le natiche di Flavia, si spinse inbasso verso le cosce, le sfiorò e proseguì sino a raggiungere il delicato sesso.Le dita sfiorarono le grandi labbra inumidendosi al contatto con i dolci umori che ormaila bagnavano completamente.Flavia mugolò, poi allungò una mano e lo guidò spostandogli la mano sino a che le ditanon incominciarono ad accarezzare il clitoride gonfio di desiderio e di piacere. Quando ledita la sfiorarono, con foga, si immerse profondamente il cazzo in gola, frullandofreneticamente la lingua sull’asta mentre le labbra giungevano a sfiorare lo scroto diPiero. Le mani presero ad accarezzare le dure palle e la testa riprese il suo ritmicomovimento.Flavia era esperta, tremendamente esperta, e si accorse subito che il giovane prete stavavelocemente correndo verso un travolgente orgasmo, anche lei lo voleva, voleva sentirlogodere, vederlo fremere, magari bere il suo sperma, ma era troppo presto, avrebbe dovutoaspettare.Si staccò da lui e si rovesciò stendendosi sulle sue gambe, il cazzo teso che sobbalzavaa pochi centimetri dal suo volto, oscenamente scosciata, ed offerta al suo sguardo, gliprese la mano e lo spinse ad affondare le dita nella calda vagina , mentre si accarezzavavoluttuosamente le belle tette "Si, così le tue dita dentro di me, lo senti comesono calda, come sono bagnata, ti piaccio, dimmi che ti piaccio" disse con voce rocaper l’eccitazione "Si " rispose lui "Sei stupenda stupenda" mormoròaffondando profondamente le dita in lei.Il prete ormai non c’era più, era rimasto solo l’uomo, un giovane vigoroso ed eccitato,lei lo guardò soddisfatta "Vuoi scoparmi vero, vuoi mettere questo tuo grosso cazzonella mia micina" continuò Flavia e lui rispose con un autentico ruggitod’eccitazione.E lei rispose spostandosi con rapidità salendogli a cavallo e strusciando la umida vaginasul glande teso ed eccitato, poi si lasciò cadere con un gemito e il cazzo le scomparvenel ventre. Piero si trovava con il volto all’altezza dei seni di lei. Le carni sode edelastiche sobbalzavano, per i movimenti di lei e per il respiro affannoso. Lo attirò a see lui vi immerse il volto, la sua bocca prese a sfiorare la delicata pelle alla ricercasmaniosa dei turgidi capezzoli e li raggiunge baciandoli e succhiandoli voracemente.Le mani del giovane raggiunsero le ampie e sode natiche di Flavia e presero a palparle ,spingendo le dita lunghe ed affusolate a sfiorare i contorni della vagina dilatata intornoal suo cazzo che la penetrava.I Fianchi di Flavia danzavano armoniosamente, accelerando il ritmo a mano a mano chel’eccitazione della donna cresceva. Ad un tratto, lei si abbandonò quasi di lui gemendo efremendo tra le sue braccia in preda ad un’orgasmo travolgente, poi, mentre le ondate dipiacere lentamente scemavano, lui la vide succhiarsi e leccarsi le dita, poi spingerledietro, facendole scivolare nel profondo solco delle chiappe. Poi la sua manos’impossessò decisamente del cazzo e lo sfilò ben umettato dalla madida vagina e loappuntò al tenero forellino anale.Incredulo Piero la vide chiudere gli occhi mentre con decisione spingeva. Il cazzopremette deciso contro lo sfintere che si dilatò senza eccessivo sforzo, e Piero affondòlentamente ma inesorabilmente nel culo di Flavia."Adoro prenderlo nel culo ed il tuo cazzo è così bello, grosso e duro" disselei mentre un lampo di lussuria le attraversava gli occhi.Danzò come una furia scatenata, accarezzandogli le palle, trattenendolo per paura chesfuggisse e pochi minuti dopo venne nuovamente. L’orgasmo non era ancora terminato cheFlavia rapida si staccava e si gettava avidamente sul cazzo di Piero imboccandolo. Lomasturbò freneticamente con la mano, lavorò con altrettanta frenesia di lingua, sino ache l’esterrefatto giovane prete non si abbandonò al piacere scaricandole in gola il suoabbondante e caldo sperma che la donna bevve con golositàPassata l’euforia, Don Piero improvvisamente si sentì piombare addosso il peso dellacolpa. Si ricompose con gesti frenetici, mentre Flavia faceva altrettanto ma con grandecalma. "Sarà meglio che io scenda qui, non vorrei che in paese ci vedessero arrivareassieme, potrebbero malignare" disse "E poi ha quasi smesso di piovere".Lui non disse nulla e la guardò scendere dalla macchina.Flavia lo vide fare retromarcia veloce tornare sulla strada principale e partire velocescomparendo alla sua vista, era soddisfatta e pensò che forse sarebbe stato bellorivedere quel giovane prete. Con un sogghigno si diede un’occhiata, sistemò il vestito es’incamminò verso la strada pensando "Se passasse qualcuno interessante……"e il ventre le si contrasse mentre il fuoco tornava ad avvampare in lei.
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