Era passato più di un mese dal nostro ultimo incontro, Simona era stata fuori città e io non avevo fatto altro che pensare al suo ritorno, studiavo e` vero ma alla fine quello che avevo in mente era lei.Finalmente era tornata, ero passato poche ore prima a prenderla alla stazione e l’avevo accompagnata a casa, era bastato uno sguardo e di comune accordo avevamo deciso di andare fuori a cena, sarei dovuto andare a prenderla verso le 19:30, ma alle sei mi aveva chiamato dicendomi:"Posticipiamo l’appuntamento, impiegherò più del previsto per prepararmi""OK, hai esigenze sull’abbigliamento?""Si, mettiti qualche cosa d’elegante"Simona spesso mi ha chiesto di mettermi un paio di pantaloni al posto dei soliti jeans, ma lei mi aveva vietato da un pezzo di fare richieste sul suo abbigliamento, ero troppo esigente e i continui battibecchi avevano rischiato di mandare a rotoli il nostro rapporto.Ore otto, sono sotto casa di Simona che aspetto, suo padre al citofono era stato telegrafico come al solito "arriva". Finalmente dopo aver ascoltato due o tre brani del nuovo CD appena comprato, si apre il portone della casa di Simona, e` buio, vedo solo che indossa un lungo cappotto, e riconosco il classico rumore di un paio di scarpe coi tacchi alti. Apre la portiera della macchina, solleva il cappotto, appoggia un piede sul tappetino e la pallida luce di servizio illumina la sua splendida gamba fasciata in una finissima calza. Si siede e si gira per baciarmi, e` bellissima, forse ancora più bella di quanto ricordassi, il bacio e` cosi dolce da riportarmi alla mente le sensazioni che mi da` quando facciamo l’amore e un brivido mi passa per la schiena! Abbasso gli occhi e rimango stupito dalle scarpe che Simona indossa, sono nere di vernice con un tacco vertiginoso, a spillo, molto eleganti. Faccio salire i miei occhi lungo le gambe e Simona vedendo l’attenzione che le sto dedicando si mette come in posa aprendo il cappotto e mostrandomi le sue gambe, finalmente arrivo a vedere la gonna, ha uno spacco profondo sulla sinistra che lascia vedere la fine della calza e il gancio del reggicalze. Tra me e me penso "speriamo che al ristorante la tovaglia sia abbastanza lunga da coprire lo spacco, altrimenti il cameriere avrà grosse difficoltà nel servire Simona e me"."Beh, andiamo o hai intenzione di stare a guardarmi sotto casa per tutta la serata?"Accendo la macchina e parto, Simona accavalla le gambe e fa in modo che la sua scarpa destra sia quasi appoggiata alla leva del cambio, la vista del tacco cosi alto mi fa eccitare da matti e Simona, rendendosene conto, inizia a far ruotare il piede in un modo molto sensuale, i miei occhi continuano a cercare quel piede, quella caviglia, resi eccitanti dalla scarpa e dalla calza velata. Appena la strada si fa dritta abbasso lo sguardo per godere di questa visione e Simona fa di tutto per farmi perdere la testa. Dopo un po’ inizia a fissare i miei pantaloni, mi mette una mano sul ginocchio e lentamente risale fino a trovare il mio membro duro che e` sceso lungo la gamba attraverso i boxer, incomincia a massaggiarlo spingendolo contro la gamba e io tento di indurire i muscoli della gamba per ottenere un effetto ancora più stimolante. Intanto parliamo, come se nulla fosse, del più e del meno, ma accortasi che sono prossimo a venire Simona smette di stimolarmi, incomincia ad accarezzarsi le gambe con un movimento ritmico salendo sempre più in su fino ad affondare la mano nella gonna, penso di aiutarla ma appena le poso una mano sulla coscia mi da una sberla: "per ora stai buono, questo non ti riguarda", e smette anche lei di toccarsi.Ormai siamo nelle vicinanze del ristorante e cerco un parcheggio, "per fortuna ho prenotato il tavolo, non riesco a trovare un buco per la macchina figuriamoci cosa deve essere il ristorante" le dico. "Giacomo mi sa che mi dovrai aiutare a camminare fino al ristorante, non ho avuto tanto tempo per esercitarmi a camminare con questi tacchi", "Va bene, basta che ti appoggi a me". Finalmente parcheggio la macchina, scendo e passo dall’altra parte per aprire la portiera, mentre guardo Simona scendere ripenso a quante volte ho sognato di avere al mio fianco una donna cosi attraente e sensuale; in piedi di fronte a me e` altissima" quanto sono alti questi tacchi?" "credo 13-14 cm, più alti non li avevano, e poi mi sarei un po’ vergognata a metterli per uscire!"Simona mi abbraccia, io la stringo a me e dopo i primi passi incerti ci avviamo verso il ristorante, per strada non c’è` nessuno, anche se la serata non e` una delle piu fredde siamo comunque ai primi di marzo e la neve sulle montagne non si e` ancora sciolta. Finalmente entriamo al caldo, lasciamo i soprabiti al guardaroba e c’incamminiamo verso il nostro tavolo; osservo Simona che si muove dolcemente sui tacchi alti, come avevo pensato non si nota che porta le calze perché la gonna e` abbastanza lunga, ugualmente tutti i clienti si girano a guardarla e non posso dar loro torto, e` uno spettacolo raro vedere una ragazza cosi bella e femminile.Il cameriere la fa accomodare e io mi siedo di fronte a lei, riprendiamo il discorso lasciato cadere in macchina, ma il mio sguardo e` attirato dalle forme di Simona, il periodo passato all’estero ha avuto uno strano effetto su di lei, sembra che molte delle inibizioni siano sparite; infatti indossa una camicia con una profonda scollatura ed e` evidente che il reggiseno che indossa sia li per mettere in evidenza ancor di più del solito la sua quarta. I miei occhi non riescono a guardare altro che il suo seno mentre mi accorgo che Simona sta muovendo le mani sotto al tavolo."Che stai combinando?""Vedo se riesco a sistemare la tovaglia in modo che non si veda troppo dallo spacco della gonna!"Mi sporgo un attimo per vedere quale sia la situazione: lo spacco della gonna fa vedere completamente la fine della calza e anche un bel pezzo del laccietto del reggicalze, mentre Simona tenta di far scivolare la tovaglia in modo da nascondere almeno un po’ lo spettacolo, noto che altri clienti del ristorante hanno notato che c’è` qualcosa di molto interessante da guardare."Ti imbarazza che la gente abbia visto che porti le calze?""No, solo che non mi va che pensino che sia una troia.""Fregatene, non possono fare a meno di guardarti, sei bellissima questa sera""Mentre ordini vado al bagno"Simona si alza, e si incammina verso il bagno, non fa niente per sistemarsi la gonna che rimane alta e lascia poco all’immaginazione, io mi eccito, e divento paonazzo quando arriva il cameriere a prendere l’ordinazione. Simona torna poco dopo, fa come una passerella per arrivare al nostro tavolo e ancheggia più del solito, ha deciso di farmi impazzire evidentemente, vedo che anche gli altri clienti la stanno mangiando con gli occhi. Si risiede e schiudendo il pugno mi mette sotto gli occhi il suo perizoma:" L’ho tolto perché` ho voglia che tu faccia un lavoretto per me mentre aspettiamo di andare a casa. Allunga le tue mani sotto al tavolo e vedi se sei capace di farmi godere senza che nessuno se ne accorga"Per fortuna il tavolo non e` lunghissimo e le mie mani arrivano facilmente a toccare il sesso depilato di Simona, basta poco e si bagna subito, continuo a sfiorarle il clitoride per tutta la cena e ogni tanto Simona arriva cosi vicina all’orgasmo che non riesce a trattenere qualche urletto.Alla fine della cena Simona mi chiede di darle cinque minuti per sistemarsi, si alza va alla toilette e torna la scena di prima si ripete solo che questa volta la gonna e` ancora più alta e si vede anche un pezzo del sedere, noto che due signore distinte ed eleganti mi guardano e sorridono, probabilmente si sono accorte di tutto quello che abbiamo fatto.Usciamo dal ristorante, Simona ha fretta di arrivare a casa, per fortuna i suoi hanno questo appartamento in una località turistica vicino a dove viviamo e li consumiamo i nostri incontri d’amore. Non serve neanche prendere la macchina, a piedi la casa dista dieci minuti dal ristorante e ci incamminiamo. Simona ha qualche difficoltà coi tacchi altissimi, ma appoggiandosi a me riusciamo ad arrivare fin sotto casa, apriamo il portone, e accendiamo la luce del giroscale. Finalmente nessuno ci vede, appoggio una mano sul sedere sodo, e Simona la prende e la spinge sotto la gonna contro il suo sesso, la massaggio e intanto saliamo le scale, lei davanti a me in modo che possa godermi tutta la scena. Apriamo la porta ed entriamo.Simona si stacca da me e va verso la cucina io la seguo con lo sguardo, ma mi fermo nell’ingresso ad appendere i cappotti. La raggiungo in cucina, e` chinata sta guardando in un armadietto basso, ma ben presto capisco che non cerca niente, se non di attirare la mia attenzione sul suo bel culetto, lo prendo tra le mie mani e incomincio ad accarezzarlo, sento che il suo respiro si fa affannoso, si sposta verso di me per premere con le sue natiche contro il mio pene, ma a causa dei tacchi vertiginosi per farlo deve divaricare le gambe in modo osceno, tanto che la gonna le si alza completamente, lasciando che il solo reggicalze incornici quel solco verticale. Mi eccita continuando a spingere e poi incomincia ad usare anche le mani, sempre rimanendo piegata in avanti. Apre i miei pantaloni ed estrae il mio pene ormai completamente in erezione, gira la testa per appurare le sue condizioni e mi fa "mi spiace di averlo lasciato solo tutto questo tempo, ma adesso ripariamo, spero che tu ti sia allenato lo stesso anche in solitario". Poi appoggia il pene sulla vagina e mi implora di penetrarla. Finalmente la mia snervante attesa è premiata, la penetro e mentre entro in lei sento che e` ancora più bagnata del solito, reggo i suoi fianchi tra le mie mani e governo i suoi movimenti, imponendo il ritmo che voglio secondo le sensazioni che provo, sento più volte che con la punta del pene sfioro il collo dell’utero, e Simona incomincia a lanciare qualche gridolino. Esco da lei, il pensiero di sodomizzarla mi passa per la testa ma rimando questo piacere. Lei si gira verso di me, incomincia a baciarmi, sul collo, scende, mi sbottona la camicia e incomincia ad esplorare con la lingua il mio torace. Slaccia la cintura, mi leva scarpe pantaloni e calzini, mi lascia solo in boxer e camicia ricomincia a baciarmi e intanto accarezza la mia gamba con la sua scarpa; le sfilo la camicia, e la gonna… smette di baciarmi e mi prende per la camicia e si muove con qualche difficoltà verso la sala da pranzo, si siede sul piano del tavolo e mi tira verso lei. Prende il mio pene tra le sue mani e incomincia ad andare su e giù, poi lo appoggia ala clitoride e incomincia a masturbarsi come se avesse in mano un vibratore, lo passa tra le labbra della vagina e poi lo spinge dentro. Intanto prendo i suoi seni tra le mie mani e li massaggio, mi piego a leccarli, con un movimento circolare partendo dall’esterno per arrivare a leccare la punta del capezzolo inturgidito, li mordicchio, sapendo che questo la fa impazzire… e lei passa al contrattacco. Mette le sue gambe attorno alle mie, e spingendo coi tacchi a spillo sulle mie natiche mi convince a penetrarla, una volta dentro impone il suo ritmo, spingendomi verso lei con lo stesso metodo usato per farsi penetrare, tutto ciò mi provoca un leggero dolore, ma vedere che Simona usa le sue scarpe, i suoi tacchi per condurre i nostri giochi mi eccita. Quando vedo che sta per raggiungere l’orgasmo rallento il ritmo, ormai lei e` completamente abbandonata a me, le sue sensazioni hanno preso il sopravvento su tutto, mi stringe a se e aumentando nuovamente il ritmo la porto all’orgasmo, arrivandoci anche io immediatamente dopo.La sollevo dal tavolo e tenendola in braccio, la porto fino in camera e ci mettiamo a letto dopo esserci svestiti completamente.Incominciamo a parlare, lei mi racconta, meglio di quanto avesse fatto via email, tutto quello che le e` successo durante il viaggio e io la aggiorno sulla mia situazione, l’intesa e` come al solito perfetta, anche se rimane la sensazione che qualcosa in lei sia cambiato, ma preferisco gustarmi la serata piuttosto che incominciare ad insospettirmi.Dopo un paio di ore passate a parlare, decidiamo che vista l’ora, la una, possiamo ancora fare un salto in un vicino disco-pub, dove per un periodo ha lavorato un mio amico DJ. Ci alziamo e ci rivestiamo, Simona si cambia d’abito pero`, indossa un vestito che le arriva fino al ginocchio, anche se ha un profondo spacco dietro. L’ambiente e` molto carino, gente simpatica ma non conosciuta, una di quelle situazioni nelle quali ci diverte a fantasticare su quello che fanno le persone che ci passano davanti, e` un gioco che Simona ed io facciamo spesso. Simona va a ballare e noto che attira gli sguardi di parecchi avventori, anche lei se ne accorge e fa di tutto per farsi notare, quando arriva il primo che ci prova Simona lo liquida in un minuto, e decide di raggiungermi al banco del bar dove l’aspetto seduto su uno sgabello."Che palle, Giacomo, non ci si può vestire un po’ carine che subito sei assalita dal bavoso di turno, almeno avesse un po’ di classe… se avessi avuto un paio di jeans non mi avrebbero filato neanche un po’!!!""Lo sai anche tu che non e` vero, e poi mi pare che ci provassi gusto a farti guardare mentre ballavi…"Simona si gira, e dandomi la schiena si appoggia a me, e con una mano incomincia a massaggiarmi la pancia scendendo sempre più verso il basso, il suo scopo e` palese, vuole farmelo diventare duro, e quando ci riesce, mi apre la cerniera dei pantaloni e infila la mano. Nessuno ci vede perché sono in un angolo e Simona copre la vista a tutti quelli che sono davanti a noi, il suo modo di fare mi eccita, ma non so più cosa vuole fare. Solleva un po’ il vestito in modo che il mio pene che ormai e` uscito dai pantaloni possa sfiorare le sue natiche attraverso lo spacco… io tengo le braccia intorno alla sua vita, per evitare che mi giochi brutti scherzi, tipo alzarsi e lasciarmi solo davanti a tutti in esposizione. Alzo lo sguardo e vedo in lontananza Fabrizio, un mio compagno di università che si sbraccia e mi saluta. Lo vedo dirigersi verso noi e a quel punto divento paonazzo, non so se lui si possa accorgere di qualcosa, ma la situazione potrebbe essere notevolmente imbarazzante, non riesco a d avvertire Simona in tempo che Fabrizio e` già a 10 metri da noi, Simona finalmente lo nota, fa per alzarsi e andarsene ma io la faccio risedere, e… mentre si risiede involontariamente la penetro. Smorza a fatica un grido di piacere, che Fabrizio interpreta come un saluto, non e` mai stato molto sveglio, e si ferma davanti a noi. Simona deve essere bordeaux in faccia, non la vedo, ma riesco ad immaginarmelo, sta ferma e non osa appoggiarsi completamente. Solite domande, " come sei messo con gli esami? Cosa stai studiando?" Fabrizio incomincia a parlare della sua ultima fatica e Simona che non ce la fa più a tenersi sollevata si appoggia a me lasciando che il mio pene la penetri completamente, dopo tre secondi sento che si muove ancora e incomincia ad andare su e giù, la mia eccitazione cresce e questo lo percepisce anche Simona che fa in modo di non farsi vedere troppo da Fabrizio, ma continua a muoversi per portarmi all’orgasmo. Non riesco più a seguire le parole di Fabrizio e continuo ad annuire, fino a quando non se ne va salutandoci. Simona si ferma di colpo " vuoi che continui o ti basta?""non penserai mica di lasciarmi cosi", le metto una mano vicino alla bocca pronto a limitare la potenza del suo urlo di piacere che puntualmente arriva assieme al mio orgasmo. Rimane esausta appoggiata a me, mentre il mio pene si sgonfia, sorseggia l’ultimo goccio di Martini e si alza sistemandosi il vestito, mentre io rimetto tutto apposto. Usciamo dal locale e ci avviamo verso la macchina che ci riporta a casa.
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