Avevo appena lasciato mia moglie e i bambini, loro si facevano un bel due mesi abbondanti al mare, io invece dovendo lavorare, ero costretto a rientrare al lunedì, per riprendere il mio giro con i clienti. Mi stavo dirigendo verso l’autostrada, quando a duecento metri circa dal casello, due ragazze con un cartello in mano, chiedevano un passaggio per Milano, rallentai, anche per rendermi conto, mi fermai dopo una decina di metri, e si avvicinarono alla macchina, erano due belle gnocche, una più bella dell’altra, bionde, statuarie, come quelle che si vedono solo nei films, rimasi quasi per un attimo sbigottito, mi ripresi subito, la mia timidezza, il mio rossore si mascherava sotto l’abbronzatura, mentre il cuore batteva in maniera inconsueta. Scesi dalla mia BMW blu con vetri azzurrati, e le feci salire velocemente, con partenza rapida, avevo paura mi vedesse qualcuno di mia conoscenza, facemmo subito le presentazioni, dietro si era seduta Marika, mentre davanti si era accomodata Manuela, io sono Cristiano per gli amici Cristian, ho 33 anni, e faccio il rappresentante di pennelli, risposero quasi contemporaneamente: 21 anni, io 22, e facciamo medicina a Pavia, Marika la più giovane replicò: i miei genitori vivono al mare, però abbiamo la casa a Milano, a Pavia Manuela invece vive da sola, e mi ospita da un anno nel suo appartamento, naturalmente dividiamo tutte le spese, tu invece oltre ai tuoi pennelli, con le pennellesse come tela cavi, disse Manuela, certamente nella domanda c’era un pizzico di malizia, però feci finta di non aver capito, bè io sono single, vivo con i miei genitori, e ho una mansarda, che uso come studio e altre cose. Piuttosto e quasi mezzogiorno, cosa dite se ci fermiamo ad un grill e mangiamo qualcosa? no, lascia stare disse Manuela, dobbiamo risparmiare, ma guarda che offro io risposi, Manuela: non se ne parla nemmeno, se ci fermiamo facciamo un po’ di spesa, poi ci accompagni fino a Pavia e ti fermi a pranzo da noi, due spaghetti al peperoncino, e poi il dolce alla nutella mia specialità, mentre Marika aggiunse: e la mia ai mirtilli, poi se ti và facciamo anche l’amore. A quel punto il cuore mi era salito fino in gola, e con voce fioca dissi: cero che va bene, va bene certo, lo dissi due volte rivolgendo lo sguardo ad entrambe, mi fecero un bel sorriso ed insieme dissero: Cristian devi sapere che lo facciamo raramente, solo con persone particolari, però senza penetrazione, e una cosa che cerchiamo in tutti modi di evitare, se ti piace e così, se nò lasciamo perdere. Io ho detto naturalmente si, anche perché con due sventole del genere, me la potevo cavare solo in quel modo, intanto Marika che si era messa dietro, si era sdraiata e dal suo corto gonnellino, s’intravedeva la sua passera, stentavo a capire se portava le mutandine o no, mentre Manuela sicuramente non le indossava, lei vestiva un reggiseno da mare, e un pantaloncino jeans stretto, col sedile ribaltato. gli divideva le labbra grandi, della sua bella pataccona che da quanto si poteva intravedere doveva essere abbondante, non parliamo del culo che quando lo girava dalla mia parte, diciamo che il mio uccellone andava in orbita. Ormai ero in balìa di un sogno, cercavo di pensare tutto quello che sarebbe successo, nelle prossime ore, mi fermai al Grill nei pressi di Pavia e comprammo oltre agli spaghetti, dei formaggi, della frutta, peperoncino, nutella e marmellata di mirtilli, pagai il tutto e dopo una mezzoretta eravamo a Pavia. La casa era un sotto tetto, di una palazzina di tre piani, senza finestre, due lucernai facevano entrare la luce, con delle tendine che evitavano al sole di dare fastidio, l’appartamento prendeva tutto il piano, i locali molto grandi, arredati con molto gusto, il bagno enorme comprendeva, oltre alla doccia una vasca idromassaggio di notevoli dimensioni, dopo aver fatto un giro, mi accorsi che Marika e Manuela erano completamente nude, feci finta di niente e mi levai anch’io la camiciola, inzuppata di sudore, esitai un momento a togliermi i pantaloni, perché alla vista di tutto quel ben di Dio, l’uccello era diventato duro come un sasso, andai in bagno a finire di spogliarmi, presi in mano il cazzo e la misi sotto l’acqua fredda, ancora qualche minuto e il glande grosso è rosso come un peperone, mi sarebbe scoppiato in mano, mi diedi una rinfrescata, poi andai in cucina, dove le due bellezze stavano cucinando, apparecchiai la tavola, mi ambientai subito, però fui obbligato a sedermi perchè le due bambole, con la loro esuberante bellezza, senza niente addosso, mostrando tutte le loro meraviglie, mi avevano fatto arrapate al punto, che mi provocarono il primo orgasmo, con un tovagliolo di carta asciugai lo sperma, senza farmi capire, mi sarei vergognato come un villano, e successo perchè stavo guardando delle foto. Le donzelle per hobby si facevano le fotografie nude, a vicenda e non vi dico le posizioni, vedere la figa di Manuelà con un cuscino sotto la schiena, e le gambe aperte c’èra da sborrare come un elefante per un mese intero, seni e i capezzoli di tutte due sembrano finti, i culi fotografati chinati in avanti, con le gambe aperte, che mostrano il meglio per farti eccitare, questo fù il motivo del primo godimento.Comunque abbiamo mangiato, gli spaghetti erano piccantissimi, ma accompagnati dal vino erano una bontà, dopo aver bevuto il caffè, andai a sedermi in salotto, e loro a fare una bella doccia, Marika avrebbe fatto il bagno con idromassaggio, era molto stanca, dopo mi avrebbero servito il dolce, la specialità. Ero sopra pensiero, quando sono stato sollecitato da una musica new age, ed è apparsa Manuela, con nutella in tutto il corpo, avevo capito il gioco, si avvicinò mise un asciugamano sul tappeto, poi prese dalla sua bocca un po’ di nutella e me la infilò nella mia, mi prese le braccia e se le poggiò sulle spalle, mi trovai la lingua intrecciata con la sua, la cosa fu travolgente, il mio membro si trovo a contatto con la sua passerona, quando lo guardai, era diventato solo più scuro, intanto con la lingua le feci provare un piacere infinito, le perforai anche le orecchie, le misi una mano nella figa, e sentii che la nutella si era completamente liquefatta, grondava e godeva emettendo, dei gemiti a singhiozzo, mi stringeva talmente forte, che i suoi seni da sportiva, con quei capezzoli duri come una nocciola, mi penetravano il petto, abbassai la testa cominciai a succhiarli, fino a farmi entrare in bocca, la prima parte dei seni che erano morbidi come un velluto, non c’era l’ombra di un pelo, i suoi gemiti si confondevano con la musica, la feci sdraiare e sotto la schiena le misi un cuscino, come nella fotografia, la vedevo nella sua posa migliore, mi chinai e cominciai a leccare tutta la sua bella figona, alla nutella che mista al suo umore, aveva un gusto prelibato, con il pollice ne raccolsi un pò, me lo infilai in bocca e poi lo feci penetrare, delicatamente, ma con fatica nel suo bel culetto, il buchino era molto stretto, allora mentre il mio naso, entrava a sentire il sapore, per meglio dire il profumo di fica fresca e giovane, la mia lingua lubrificava lo sfintere, che pulsava come il mio cuore, pieno di felice emozione, il ritmo era costante, capii che la cosa le piaceva da morire, levai la lingua e le infilai il pollice, questa volta era entrato fino in fondo, presi a leccare le grandi labbra, poi le piccole che si univano in alto al clitoride, formando una visione di farfalla rosa, con le ali aperte, con le gambe spalancate mi sembrava d’impazzire, lei scodinzolava come una bella cagnolina in calore, guardai la sua faccia per un momento, e mi resi conto che stava godendo come non mai, gli occhi erano stravolti, stavo per raggiungere l’orgasmo per la seconda volta, mi sentivo un leone.Il cazzo unto di nutella e sperma, era ancora duro come l’acciaio, mi girai a 69 e lei me lo prese tutto in bocca, sentivo il fondo della sua gola, era una cosa straordinaria, provavo una sensazione sublime, prese ha succhiarmi la cappella, con una passione mai vista, cominciò a succhiarmi i testicoli, sognavo ad occhi aperti. La mia lingua aveva trovato rifugio nella sua fica, che era tantissima da esplorare, sul pube aveva pochissimi peli, perciò partivo da quel monte, poi scendevo fino all’inguine, un colpetto di lingua nel bel culetto, aveva il buchino talmente stretto, che non riuscivo ad entrare fino in fondo, il suo sapore miscelato alla nutella, gli dava un gusto mai provato, dopo aver consumato il dolce, ho cominciato a leccarla con più passione, aveva la passera rosa come le sue labbra, succhiare il clitoride e vedere la figa che grondava di piacere, mi fece sborrare per la terza volta, lei godeva come non avevo mai visto nessuna, godeva e rideva nello stesso tempo, come se fosse la prima volta. Sicuramente un amore fatto come quel giorno era la prima volta, io grazie a Dio di donne ne ho avute, ma lei era una primizia, fighe così ne avevo viste in qualche, rivista, voleva secondo me provare, il limite massimo del piacere che una donna può raggiungere, nel godere e far godere il maschio, un’esperienza da ricordare per tutta la vita, stavo godendo ancora una volta, fù uno sballo lei continuava a succhinarmelo, ed io continuavo a godere, mi resi conto che anche lei schizzava, come un’anguilla, la mia lingua l’aveva soddisfatta al punto, che ci fermammo per un attimo, ero stravolto, ci prendemmo una pausa, ci alzammo in piedi, rimanemmo abbracciati per più di dieci minuti, le nostre lingue si erano intrecciate, se ci staccavamo saremmo crollati per terra, ero sfinito, con una mano sulla sua bella gioia, che continuava a grondare come una fontana, e mentre godeva diceva: grazie sei forte grazie ti voglio ancora, stasera, dai rimani con noi anche stanotte, la guardai negli occhi, erano verdi come i miei, erano pieni di amore, lucidi, quando cercai di dire che c’era ancora Marika, si mise a piangere, allora le dissi: dopo,dopo, vediamo. Ci portammo verso il bagno, sempre abbracciati non mi lasciava più, Marika stava finendo di asciugarsi i capelli, così lei entrò nella vasca idromassaggio, ed io entrai con lei, ci stavamo comodi, intanto Marika indossando l’accappatoio disse: vado a preparare delle uova e una bella macedonia di frutta, la cosa mi diede un po’ di coraggio, mentre pensavo il dopo con Marika, rimasi in vasca più di mezzora, Manuela si stava addormentando, mi asciugai, andai in cucina dovevo mangiare qualcosa, mi sentivo come svuotato, Marika capì e cominciò a farmi mangiare, ho ingoiato prima due uova crude, poi una banana, poi si mise a sedere a cavalcioni su di me e m’imboccava la macedonia, già mi ero ripreso, il contatto con la sua pelle vellutata, il mio bel pisellone che era imprigionato, tra la sua miciona, arrivava fino al suo ombelico, il suo clitoride appoggiava proprio dove iniziano i coglioni, che erano adagiati nella sua bella patatina, che seduta cavalcioni su di me, era tutta aperta e bagnata, quando ebbe finito d’imboccarmi, presi i suoi seni nelle mie mani, mentre cominciò un grande movimento di lingua in bocca, una cosa da sballo, in quei momenti di sublime amplesso, ci fermammo un attimo, lei prese i mirtilli, infilò due dita fino infondo al barattolo, poi lo rovesciò e me lo infilo sul cazzo, perciò immaginate lei seduta a cavallo su di me, e l’uccello nel barattolo, i suoi seni erano perfetta mente aderenti al vetro, riprendemmo a baciarci, lei muoveva il barattolo, dandomi la sensazione stessi scopando, il primo orgasmo lo provammo assieme, fù una cosa indescrivibile, le sue unghie, penetrarono nella schiena, scese da cavallo, levò il barattolo, lo appoggiò sul tavolo, mi fece alzare e andammo in camera da letto, il sottofondo musicale era rimasto da prima, mi fece sedere sopra il letto, si mise in ginocchio sui tappetini, avevo il cazzo pieno di mirtilli, se l’infilò in bocca tutto con una tenerezza e una delicatezza, come se avesse tra le mani un neonato, queste ragazze erano di una dolcezza, nel modo di fare, che tenendole la testa tra le mani e seguendo i suoi movimenti di bocca, avevo paura di farle del male, tanto che lasciai le testa e le presi in mano i seni, a questo punto feci un movimento all’indietro, e l’uccello le arrivo fino in fondo alla gola, al mio orgasmo non potè fare a meno, d’ingoiare il mio sperma, lei non fece nessuna difficoltà, perché nella fase iniziale lo aveva già assaporato con i mirtilli.Si sdraiò al mio fianco, ci girammo di fianco e istintivamente ci abbracciammo, ci baciammo rimanendo senza saliva, mi dava l’impressione fosse vergine, glielo chiesi, quasi vergognandosi mi disse di si, poi aggiunsi, e Manuela: anche lei, rispose, ero rimasto scioccato, anche per il rispetto che c’era fra loro, mai che una delle due, fosse entrata a disturbare, nell’intimità una discrezione straordinaria. Intanto che facevo queste mie riflessioni, le stavo leccando la sua bella fighettina, cominciai a rispettarla, facendoglielo capire nei modi delicati, che usavo nel maneggiare la sua bella fica, mi sembrava offensivo, chiamarla così, ma non ci sono molti aggettivi, per definire una cosina così bella, gliela stavo quasi mangiando, il suo clitoride era diventato grosso come un mignolino, passai tra le labbra il mio pollice, fece un balzo di paura, per un attimo aveva pensato volessi approfittare, l’avevo bagnato per infilaglielo nel culetto, che già con la lingua avevo lubrificato, appena superato lo sfintere, e mentre le succhiavo il suo bel pistolino, la sua passera grondava di umore, l’orgasmo fu violento al punto che dovetti fermarmi un attimo, per non farla star male, godeva ancora dopo che io mi ero fermato, e allora mi girai, avevo voglia di godere ancora, lei me lo accarezzò con la lingua, poi prese in bocca solo il glande, la su bocca si riempi di sperma, non si fece pregare ingoiò tutto, succhiò fino all’ultima goccia, intanto io le stavo succhiando tutto il liquido, che la sua bella passera produceva, asciugai tutto con la lingua, la bella figa era diventata quasi viola, come la mia cappella, oltre a essere il doppio rispetto al mattino, sembrava un fungo porcino viola.Rimanemmo sdraiati per più di un’ora, probabilmente abbiamo anche dormito un pò, quando ci riprendemmo mi accorsi, che anche lei piangeva, piangeva di una gioia mai provata in tutta la sua vita, mi giurò di non aver mai fatto, qualcosa del genere, a parte qualche scappatella di gioventù. Quando le dissi che Manuela, mi aveva chiesto di rimanere anche la notte, si alzò di scatto urlando, raggiunse Manuela in bagno, io la seguii per curiosità, si abbracciarono e si baciarono, erano pieni di felicità, si stavano innamorando tutte due. Nella vasca idromassaggio entrammo tutte tre, mentre dicevano cose che non capivo, perche l’acqua faceva rumore, intanto quell’idromassaggio era stupendo, mi dava un grande sollievo, poi Marika fermò il movimento del massaggio, perché il troppo fà male, restammo ancora un pò a riposarci, l’acqua era bella calda, era piacevole dopo cinque ore, e circa sette o più orgasmo, non avevo tenuto il conto. Uscimmo dalla vasca, e le due dottoresse s’accorsero, che la mia schiena in tre punti sanguinava, le unghie di Marika mi avevano lasciato il segno, mi curarono come un bambino, poi dopo esserci asciugati, andammo in cucina a mangiare un pò, ne avevamo bisogno, indossavo l’accappatoio di Manuela, lei invece aveva un grande asciugamano, tutto intorno al corpo sembrava un abito da sera giallo. Dopo aver cenato, parlammo per un paio d’ore, mi confidarono un sacco di segreti, i loro famigliari erano benestanti, e che fino alle superiori erano in un importante college Inglese, poi mi dissero che da oltre un mese, prendevano la pillola antifecondativa, rimasi un pò sorpreso, e domandai il motivo, allora si aprirono ancora di più, mi dissero che si stavano preparando, e un giorno o l’altro si sarebbero decisi a farsi scopare, allora non persi l’occasione, dal momento che son qui, abbiamo fatto trenta andiamo avanti, si guardarono negli occhi e poi mi dissero: ma tu sei capace di non farci male, erano di una tenerezza che i miei occhi, erano diventati lucidi ma pieni di gioia, sicuramente risposi, sono maggiorenne e vaccinato, vi sembro il tipo che vi possa trattare male, l’unico problema è che non sò se avrò ancora forza, e qui altro segreto, in quello che mangiavamo, avevano messo, una polverina, preparata in laboratorio all’Università dai colleghi più anziani, che usata opportunamente dava una resistenza da Leoni, se presa tutte le volte che si iniziava un rapporto, a prescindere dalla durata, e presa durante i pasti abbondanti, per questo avevo fatto tre pasti abbondantissimi, e a dire il vero mi sentivo in ottima forma, e anche loro di certo, la decisione di farsi penetrare è stata presa, proprio perché erano in forza. Erano circa le 21.00, Marika si accomodò in salotto ad ascoltare musica, Manuela invece prese una coperta, e un cuscino e preparò il tavolo, che era una specie di fratino stretto e lungo, difatti lei che era più di un metro e settanta, ci stava comodamente, difatti chiudemmo la porta della cucina, aveva vergogna stava facendo una cosa, che voleva appartenesse solo a lei e mi sembrò una cosa giusta, se aveva resistito tutti questi anni, questo momento privato importantissimo, voleva ricordarlo solo lei, la feci sedere sul tavolo al centro, io mi avvicinai in piedi, eravamo completamente pronti, cominciai a baciarla da tutte le parti, le feci un pigiama di saliva, le piaceva farsi leccare e per questo ero un maestro, le feci mettere i talloni appoggiati sul tavolo, con le gambe divaricate, io in piedi davanti a lei le guardavo tutta la sua fighina, che da li a poco le avrei perforato, il cuscino lo misi dietro la schiena di lei, in modo di poterle slinguare un pochino la passera, avevo messo sul mobiletto il contenitore del burro, senza farmi accorgere mi unsi le dita in particolare il pollice, in maniera da lubrificare lo sfintere del suo culetto d’oro, il cazzo talmente rigido che tentai di entrare dietro, fù soltanto una prova le diedi un altro colpo, col pollice unto di burro e poi con un colpo secco entrò un poco, mi fermai la baciai in bocca, le piaceva da morire la figa era un bagno, allora con due dita presi un po’ di burro e lo misi all’inizio della sua barchetta, levai il cazzo dal culetto e lo feci entrare nella sua figona, continuavo a baciarla intanto pian piano stavo entrando, io con le mani su i suoi fianchi l’aiutavo per evitare sentisse male, lei mi sussurrava che andava bene, anche lei si aiutava, sentii il fondo e con delicatezza cominciai a muovermi impazziva di piacere, aveva il cazzo tutto nella sua bella figa,si sentivano i primi gemiti, seguiti da gridolini, non poteva gridare perché la tenevo impegnata con la lingua, era in un estasi totale, provai a smettere di baciarla, ma ripresi subito avrebbe gridato al mondo di gioia, che stava godendo senza pudore, era felice come una bambina, raggiunsi anch’io l’orgasmo, era un lago di sborra, ormai in quella meravigliosa rosea fica, si ci poteva nuotare, diedi ancora qualche colpo, ma lei aveva già goduto più di una volta, tirai fuori il mio stantuffo che era ancora duro come un mattarello, presi un tovagliolo da cucina pulito, asciugai Manuela che colava da tutte le parti, mi resiconto che c’era qualche filamento di sangue, era sicuramente il suo Imene che aveva ceduto,ma penso non più di tanto mi ero comportato con delicatezza, in momento di riflessione mi disse: sei stato bravo, non ho sentito nessun male, solo grande immenso piacere, sei uomo delizioso mi piacerebbe andare avanti, mi lavai un attimo e mi asciugai, poi la feci allungare sul tavolo fratino, le misi il cuscino sotto la testa, e ricominciai a baciarla e leccarla tutta, gli girai attorno alle coppe dei seni, gli ciucciai i capezzoli che erano durissimi, lei spasimava, scesi sull’ombelico fino al pube, dopo tutto il nostro da fare, la sua patacca, si perché aveva una patacca con le gambe aperte che era una manata, con dei baffetti biondi su monte di venere. Le labbra grandi belle cicciotte, le piccole invece fuoriuscivano, si appoggiavano alle grandi, e ti davano una visione stupenda, eccitante da farmi venire ancora voglia, le chiusi le cosce e le labbra piccole, formavano come un dito, presi a succhiare il clitoride ancora, saltai sul tavolo a 69 e le me lo fece sparire in un attimo, lo sentivo in fondo alla sua gola, prese a godere contemporaneamente sborrammo, lei ingoiò tutto il mio sperma, mentre finivo di leccare tutto il suo sesso, il sapore e l’odore che emanava la sua figa mi facevano impazzire tanto che decisi di smettere, sembravamo due atleti arrivati al traguardo d’una maratona, e andammo a fare una doccia.Facemmo uno spuntino, feci fuori un’altro uovo e tutta la macedonia che era avanzata, mi ricordo che mi fece mangiare un pò della sua carne cruda alla Tartara, quando ebbi finito presi il piccolo contenitore del burro e andai da Marika e le dissi: sei pronta, lei mi guardò con amore e voglia di saltarmi addosso. La piccola si era ben riposata, andammo in camera da letto, lei chiuse la porta a chiave, stava per fare una cosa di estrema riservatezza, si sdraiò sul letto, che era poggiato al muro della camera, facemmo un pò di corpo a corpo, poi cominciammo a fare sesso orale, lei si mise a giocare col mio cazzone, era di ventata una maestra, il mio uccellone era diventato di sua proprietà, io cominciai a sua volta a lubrificare per l’evento la sua bella passerina, mentre cercavo col pollice di entrare nel suo culo, lei m’infilò il suo nel mio, be vi dirò che farsi succhiare il cazzo, con un dito nel culo, non l’avevo mai provato, sentii la sua fica che bolliva, allora mi misi seduto sul letto con le spalle contro il muro divaricai le gambe, la feci sedere di fronte a me, con le gambe divaricate sopra le mie, puntai la mazza verso la fessura e con delicatezza la feci entrare, lei tremava come una foglia, la tranquillizzai baciandola con intensa passione la tenevo stretta, intanto l’uccellone scivolava dentro teneramente quando lo sentii arrivato in fondo, rallentai la corsa e rimanemmo fermi, poi cominciammo a muoverci insieme, Marika aveva perso i sensi,stava vivendo una nuova realtà, stava raggiungendo l’orgasmo, con il cazzo nella fighina, i suoi gemiti e gli urli facevano godere anche me, mollai la bocca e le presi in bocca i capezzoli, aveva due seni da mangiare e li stavo mozzicando, ero in pieno godimento, lei lancio un urlo, che Manuela si avvicinò alla porta preoccupata, e chiese se tutto era apposto, la rassicurai, Marika si calmò, mi stringeva e mi baciava di gioia, piangeva come una bambina, ci mettemmo in piedi, lei mi teneva stretto mi diceva resta, risposi: si resto ma fammi andare in bagno devo fare la pipì,mi disse anch’io, era impazzita era talmente presa, che facemmo la pipì insieme sotto la doccia, mi sentivo un poco porco, però era una cosa, meravigliosa, non c’era niente da vergognarci, eravamo solo noi due, era una cosa che apparteneva a noi due. Avevo reso felice due ragazze, felici sverginate nello stesso giorno, era amore, ritornammo in camera, entrò anche Manuela voleva, sapere com’era andata, si tolse l’asciugamano che l’avvolgeva tutta, con l’aria condizionata si stava bei freschi, eravamo nudi tutti e tre sul letto, fisicamente si assomigliavano moltissimo avevo ancora voglia di godere, quella polverina era un portento iniziai a farle un sacco di coccole, insieme si vergognavano, mi era venuta voglia di metterglielo nel culo, Marika mi guardò il cazzo, vide che era ancora duro e usci dalla camera, disse:vengo dopo vado a farmi una tisana, Manuela era seduta di fianco a me, la feci girare misi il cuscino alla sponda del letto, appoggiò la sua pancia, ma preferì stare in piedi chinata come la fotografia. Avevo davanti a me una vista straordinaria, due chiappe stupende, un buco di culo e una figona da Penthouse, prima ho leccato i due glutei, poi le misi la lingua nel culo, poi passai alla bella figa, per quasi un venti minuti, poi con il pollice unto di burro, le ho allargato lo sfintere, bene le gambe e con un colpo secco, il mio bel cazzo per più di metà, era nel suo bel culo, per un momento si è inrigidita, poi le ho detto di respirare profondo e ho cominciato a muovermi avanti e indietro.Con le mani sulle tette, tenevo un ritmo piacevole le si dimenava come una biscia, non riuscivo a raggiungere l’orgasmo, l’ho tirai fuori e lo infilai in figa, sono bastati quattro colpi buoni, e la passerona di Manuela era un lago di sborra, urlava come una portinaia, rimanemmo per un pò sul letto sdraiati, poi di corsa in bagno per farci un bel bidè. Marika mi chiese se ne avevo ancora voglia, le dissi si voglio scoparti di dietro, lei mi guardò con occhi fissi, poi si attaccò al collo e mi disse: pero se sento male lo tiri fuori, naturalmente, chiuse la porta come prima la feci mettere nella stessa posizione, della sua amica e poi feci la stessa operazione, prima il burro poi ho puntato un colpo secco, è scivolato dentro senza fatica, dopo due tre colpi mi resi conto che anche a lei, le procurava un certo fastidio, allora fuori senza che lei s’accorgesse era già nella sua deliziosa patatina, questa volta prima di raggiungere l’orgasmo ci volle mezz’ora, lei continuava a godere, sarà venuta cinque volte, io invece quando ho cominciato a godere, mi sembrava di morire. In tanti anni di sesso una giornata così, non mi è più capitata.Dormii fino alle dodici del giorno dopo, mi svegliai tutto sporco di rossetto, mi avevano baciato tutto dalla fronte al pisello, mi feci una vasca idromassaggio, poi un’abbondante colazione, mi avevano lasciato un biglietto: la chiave lasciala nella casella della posta, il portone si chiuse da sé, il palazzo è mio, i miei Genitori sono in vacanza, vienici a trovare quando vuoi sei la cosa più bella che ci sia capitata nella vita tua Manù tua Marì.
Aggiungi ai Preferiti