Stavo tornando nel mio appartamento, stanco per una lunga camminata, proprio quando le campane della chiesa annunciavano che erano arrivate le sei di sera; salendo le scale, nonostante fossi assorto nei miei pensieri, mi accorsi che assieme a me stavano salendo, pochi scalini dietro, due mie vicine di casa, il cui appartamento era proprio adiacente al mio. Erano due universitarie, come me, che probabilmente avevano solo due anni meno, ed erano quindi con ogni probabilità due matricole. Erano, a mio parere, molto belle ed erano sempre allegre e sorridenti. Claudia era la più estroversa, ed è stata infatti lei che aveva avuto il coraggio di avvicinarmi per fare conoscenza, mentre l’altra sorrideva timidamente con la testa bassa; era una ragazza sicuramente più alta della media, non grassa ma neppure troppo magra, con delle lunga gambe sode, un bel sedere tondo e un po’ sporgente ed il ventre magro che contrastava col seno prosperoso. La cosa che più la distingueva era però il volto, dolce e malizioso allo stesso tempo: le labbra molto carnose e aperte, che sembravano aspettare solamente di essere baciate, gli occhi intriganti ma anche bisognosi d’affetto e poi i lunghi capelli scuri color prugna che le cadevano sulla faccia. Vestiva in maniera semplice e sobria ma nonostante questo, i suoi vestiti non potevano non lasciar vedere le sinuose curve del suo giovane corpo. Lei mi era piaciuta fin dalle prime volte, quando la osservavo rincasare, ma la vedevo come una bambina pericolosa, una sorta di Lolita.La sua compagna si chiamava Michela; lei agli estranei, e quindi anche a me, non dava troppa confidenza, forse per timidezza o forse per diffidenza. La si poteva vedere nel suo vero splendore solo quando stava assieme a Claudia, con la quale era disinvolta e sorridente. Nonostante fossero coetanee, Michela aveva un corpo, sicuramente molto bello, ma non ancora del tutto sviluppato, non era ancora il corpo di una donna. Era alta, magra e slanciata, con una pelle morbida dal colorito scuro e omogeneo; il suo sedere era piccolo e tondo e i suoi seni erano grossi e sodi, con i capezzoli di una adolescente, che le si potevano vedere dal momento che metteva spesso delle leggere magliette aderenti. L’espressione del viso era quella di una ragazza dolce ed indifesa che aveva bisogno di essere protetta; aveva delle labbra chiare e sottili, due piccoli occhi verdi estremamente espressivi e una lunga chioma bionda sempre curata.Io pur fantasticando spesso su questo intriganti ragazze, non avevo mai pensato seriamente di tentare un approccio vero e proprio; e questo a causa un po’ della mia timidezza e un po’ perché la loro bellezza mi metteva una certa soggezione; e a poco servivano gli sguardi provocanti che spesso mi lanciavano. Ma ciò che più mi intimoriva era la convinzione che almeno una di loro avesse un fidanzato, nonostante non avessi mai visto entrare o uscire uomini dal loro appartamento. Questo mio dubbio era fondato sul fatto che sempre più spesso durante la notte sentivo dei forti gemiti di godimento provenire dal loro appartamento, probabilmente perché una loro camera da letto era adiacente alla mia, separata da un sottile muro dalla mia. Alle volte la cosa mi eccitava, e così non potevo fare a meno di masturbarmi col sottofondo delle flebili grida di piacere della ragazza. Ma alle volte questi insistenti gemiti si protraevano per ore ed io di conseguenza passavo le notti praticamente insonni; la cose iniziava a seccarmi sempre più ma pensavo fosse troppo imbarazzante fare una sortita nel loro appartamento per far valere le mie ragioni. C’era poi un’altra cosa che non riuscivo a spiegarmi: non riuscivo a capire che razza di "stallone" potesse essere quello che riusciva a protrarre i rapporti per così lungo tempo senza diminuire il livello delle prestazioni, a quanto potevo udire dalla mia stanza durante quelle lunghe notti.Mi guardarono entrambe salendo più lentamente le scale, con la luce della sera che le illuminava controluce, con gli occhi maliziosi lanciandomi poi un fugace sorriso, che mi fece subito ricordare la notte di due giorni prima.Quella notte, che seguiva una giornate faticosa e stressante, la quale mi aveva lasciato oltremodo irritato, i gemiti e le urla di piacere continuavano oramai da più di un’ora senza sosta. Verso l’una e mezza, come altre volte avevo fatto, iniziai a dare dei secchi colpi al muro per cercare di far capire loro la situazione, ma come al solito non ci fu alcun esito positivo. Così arrivato al limite della sopportazione decisi di andare a suonare alla loro porta e a impormi con decisione una volta per tutte; mi infilai in fretta i jeans, indossai un maglione e uscii sul pianerottolo con una espressione dura e decisa. Suonai una prima volta ma non udii alcuna risposta; suonai allora una seconda volta e dopo qualche decina di secondi sentii dei passi avvicinarsi alla porta. Ad aprirmi fu Claudia: quando la vidi subito il mio volto cambiò immediatamente espressione: la mia rabbia tramutò in un sorriso ebete alla visione di lei, che indossava solo una lunga felpa arancione con i bordi rosa, che le arrivava fino a metà cosce. Lei al contrario non parve troppo stupita nel vedermi e mantenne un languido sorriso soddisfatto; con ogni probabilità era lei la causa della mia insonnia, visto che aveva ancora le guance arrossate, i capelli in disordine ed aveva un po’ di fiatone.Poiché lei continuava a fissarmi negli occhi mi sentii costretto a dire qualche cosa, ma non mi venne in mente niente, così lei dopo una trentina di secondi mi chiese in maniera abbastanza disinvolta e per nulla arrabbiata"Hai bisogno di qualche cosa? È la prima volta che suoni al nostro campanello e l’hai deciso di fare alle due di notte…" disse lei con aria interrogativa"Sono venuto per avvertirvi che dal mio appartamento… si sente tutto…"Lei allora diventò ancora più rossa, abbassò un poco di capo in evidente imbarazzo; poi disse"Immagino di sapere cosa intendi per tutto, ed immagino di averti fatto perdere parecchie ore di sonno. Sono davvero mortificata, ma non immaginavo proprio che si potesse sentire qualche cosa da un appartamento all’altro."Mentre lei pronunciava lentamente questa frase da una porta in fondo al corridoio fece capolino la testa di Michela. Non ci feci troppo caso visto che con ogni probabilità doveva essere stata la mia intrusione a svegliarla. Claudia continuò a parlare per cercare di scusarsi e giustificarsi"Sai, noi due siamo sole e cerchiamo di sfuggire alla noia e a soddisfare i nostri desideri come possiamo, in mancanza di uomini"Questa ultima affermazione mi spiazzò: cosa mai intendeva dire con quella frase, un uomo ce lo aveva eccome perché i rumori che io sentivo non lasciavano alcun dubbio. Poi ebbi all’improvviso un’illuminazione: forse non era un uomo la causa di quei gemiti, ma una donna, Michela! Cercai allora di riuscire a capire se la mia ipotesi, apparentemente strampalata, fosse invece la realtà"Ma se non c’è un uomo, chi è allora a farti gridare in quel modo?"Lei allora alzando leggermente le spalle e chinando lievemente la testa verso destra si girò in direzione di Michela e poi mi guardò negli occhi ancora più imbarazzata; subito però si riprese e mi disse"Visto che oramai sei sveglio e conosci la situazione, tanto vale che ti faccia entrare a bere qualche cosa".Entrai e subito lei chiuse delicatamente la porta dietro di me. A questo punto Michela si fece coraggio e uscì dalla camera: anche lei era seminuda, indossava una maglietta blu senza maniche e delle mutandine da liceale, di cotone bianco; in viso era arrossata e stravolta con i capelli in disordine, mentre il corpo era in molte parti madido di sudore.Claudia mi fece accomodare sul divano e mi offrì un whisky, poi ne versò dell’altro in due bicchieri. Si sedettero entrambe sul divano di fronte al mio e Claudia ruppe il silenzio che oramai si protraeva da qualche minuto"Forse ti dobbiamo qualche spiegazione in più, visto che sembri ancora parecchio stranito e perplesso. Ne io ne lei siamo veramente lesbiche, o meglio ti posso dire che entrambe abbiamo sempre intrapreso storie amorose esclusivamente con uomini, ma ciò non toglie che alle volte, in mancanza di storie fisse con degli uomini, non disdegniamo… di giocare un po’ assieme. Ci conosciamo sin da quando eravamo al liceo, siamo due grandi e inseparabili amiche che sono cresciute assieme, e che per di più hanno avuto le prime esperienze insieme: il nostro primo rapporto sessuale è stato un rapporto omosessuale; eravamo tornate parecchio ubriache da una festa tra compagni di classe e con l’innocenza e la curiosità di quegli anni, abbiamo iniziato ad esplorarci, e da lì è nato tutto."Io allora, avendo perfettamente capito la situazione, le guardai con tenerezza e risposi"Ho capito benissimo che non c’è nulla di perverso in voi, mi rimane però un po’ di stupore, visto che mai avrei immaginato…"Claudia continuò"Ti ripeto comunque che i nostri rapporti non hanno nulla a che vedere con l’amore; siamo infatti veramente attratte solo dagli uomini, e solo a loro ci leghiamo sentimentalmente, e per di più anche i rapporti sessuali con gli uomini vengono certamente prima di quelli tra noi due. Insomma, quando c’è un uomo, lui ha la precedenza, ma in questo periodo non ce ne sono proprio nelle nostre vite…"Quando finì di pronunciare la frase io alzai lo sguardo e vidi che Claudia, e perfino la timida Michela, mi guardavano con aria maliziosa e provocatoria. Un’altra persona al mio posto sarebbe probabilmente saltata loro addosso, ma la mia timidezza mi tratteneva irrimediabilmente dal farlo. Per fortuna l’intraprendente Claudia mi lanciò uno sguardo inequivocabile che mi diede lo slancio necessario per farmi avanti.Misi una mano sulla coscia nuda e ancora calda di lei, che non oppose alcuna resistenza; io allora presi ad accarezzarla dolcemente e poi, acquistata un po’ più di sicurezza, insinuai la mano nella parte interna della coscia, in prossimità del sesso, e subito lei iniziò a mordicchiarsi le labbra reclinando il capo. Poi io mi alzai e mi avvicinai a lei per congiungere le nostre bocche; quando le labbra si unirono Claudia, con una furia quasi animalesca ma pacata, iniziò a baciarmi con una enorme foga: le labbra infuocate si muovevano velocemente sulle mie, poi, le nostre bocche si aprirono e le lingue iniziarono a contorcersi e a lottare. Aprendo gli occhi mi accorsi di Michela, che ci stava guardando con aria un po’ imbarazzata, anche se visibilmente eccitata. Quando l’intenso baciò finì anche Claudia la guardò e subito mi disse"Non vorrai mica lasciarla a bocca asciutta! O forse è effettivamente troppo fare l’amore con due ragazze contemporaneamente? Noi, ti dico la verità, non ci abbiamo mai provato in tre…" mi disse con un aria un po’ maliziosa e un po’ di sfida.A quel punto il mio imbarazzo era ormai scomparso, quindi mi avvicinai e Michela e la baciai, stando attento a non spaventarla e a non mostrarmi troppo impetuoso, conoscendo la sua timidezza. Fu un bacio lento e passionale: lei si abbandonò a me mentre io muovevo lentamente le mie labbra sulle sue. Claudia intanto era andata a sedersi dietro a Michela e la stava accarezzando sotto le mutandine. Quando le nostre bocche lasciarono subito Claudia si alzò in piedi di scatto prese la mano della compagna che si mise lentamente in piedi e mi disse"Seguici!"Claudia stava già camminando verso il corridoio tirando Michela con la mano per farla andare più in fretta; immediatamente mi alzai anche io e le segui: mi stavano ovviamente portando in camera da letto e quando fummo arrivati loro due si distesero sul letto guardandomi poi in maniera più che mai provocante. Claudia era distesa con le gambe piegate e con le mani, una sopra la testa ed una sulla pancia, che mi guardava sorridendo. Michela invece si era curiosamente distesa a pancia in giù mostrandomi il suo bel sedere, ed aveva la testa girata verso di me con gli occhi teneri e le labbra dischiuse.Andai verso Claudia aggirando il letto dove poi mi appoggiai per iniziare a strisciare verso di lei; le alzai lentamente la felpa e mi accorsi che aveva ancora le mutande, fatte di uno strano tessuto azzurro semitrasparente; gliele sfilai e così ebbi modo di vedere il suo splendido sesso: i peli erano chiari e corti, che quindi permettevano di vedere le morbide labbra, già leggermente divaricate dal clitoride che si era ormai ingrossato. Dopo essere rimasto qualche secondo imbambolato in ammirazione di lei, le sfilai la felpa, lasciandola completamente nuda: era la visione di una dea, il suo corpo sembrava quello di una divinità. Lei mi guardò poi in maniera ancor più maliziosa ed io allora mi ci gettai sopra: baciai a lungo le sue calde labbra, mentre con le mani esploravo il suo corpo: iniziai coll’accarezzarle il sedere tondo e sodo per poi passare alle cosce; continuandola a baciare dolcemente avvicinai la mia mano al suo sesso già caldo e bagnato, e appena iniziai a titillare il suo clitoride lei prese a fremere con tutto il corpo e mi avvinghiò stringendomi a lei, con i piedi sul mio sedere. Continuai poi la perlustrazione del corpo di Claudia salendo lentamente sulla sua pancia, fino ad arrivare al suo seno, che iniziai a palpare; non resistetti poi alla tentazione di liberare la mia bocca per tuffarmi in quel paradiso di carne, e così mi misi a leccarlo per poi finire a mordicchiarle un capezzolo. Strisciai lentamente su di lei fino a portare la mia testa all’altezza del sesso, e a quel punto tolsi ogni freno alla mia lingua che iniziò a muoversi velocemente sui peli sottili, scavando per trovare la morbida carne; quando la mia lingua giocava ormai con le sue morbide dolci labbra e con il suo grande clitoride da qualche decina di secondi, lei mosse ritmicamente il bacino un paio di volte e poi venne con una forza inaudita; poi si accasciò stremata. Ma solo dopo pochi secondi si riprese e si avvicinò a Michela che scalpitava dal desiderio. Erano entrambe in ginocchio, una di fronte all’altra, con i corpi che si sfioravano e i seni leggermente schiacciati gli uni sugli altri. Claudia avvicinò la sua bocca a quella di Michela e la baciò delicatamente, mentre stava insinuando una mano sotto le sue mutande da liceale. Michela, che ora era completamente disinibita, mise le sue mani sul sedere della compagna, cercando di infilare se sue sottili dita fra i glutei sodi; a questo punto le sue dita proseguirono fino ad arrivare nel punto in cui la carne era più tenera: infilò facilmente due dita entro le grandi labbra di Claudia ancora turgide e bagnate; a questo punto la fece distendere e iniziò la masturbarla con decisione. Più la velocità del movimento delle sue dita aumentava e più la sua amica gemeva forte, e quando, con l’altra mano, Michela prese ad accarezzare la delicata carne in mezzo al sedere, Claudia non resistette più e venne per una seconda volta. Immediatamente Michela si chinò e iniziò a leccare meticolosamente ogni parte del corpo di Claudia che era bagnato dai sui umori, mentre l’altra le accarezzava dolcemente il capo.Poi si fermarono, si girarono verso di me guardandomi con occhi ancora pieni di desiderio. Claudia fece distendere la sua compagna con la pancia rivolta verso il basso, le sfilò le mutandine bagnate di umori, le alzò leggermente la maglietta e le divaricò poi le natiche iniziandola a leccare mentre lei la guardava divertita mordendosi le labbra. Io intanto rimanevo immobile a guardarle estasiato e solo quando Claudia finì io mi avvicinai a Michela; quando le fui vicino la girai delicatamente sfilandole anche la maglietta. Non resistendo più alla vista di tale bellezza decisi che era il momento giusto per entrare in lei. Mi distesi così sul suo corpo caldo e subito feci scivolare il mio membro entro la sua dolce vagina; rimasi per qualche attimo fermo dentro di lei, ma poi iniziai a muoversi su e giù aumentando sempre più la velocità, e a mano a mano che la velocità aumentava il suo respiro diventava più affannoso e i gemiti di piacere sempre più forti e frequenti. Venni nel suo corpo con un orgasmo senza precedenti, che mi lasciò stordito e subito dopo anche lei ebbe il suo primo orgasmo durante il quale si dimenò come un’animale impazzito.Ero ormai esanime e senza forze quando mi accasciai per riposarmi; anche loro due erano stanche ed infatti Michela si distese a al mio fianco con la testa sulla mia spalla, mentre Claudia si mise fra le mie gambe con la testa appoggiata delicatamente sull’inguine.La mattina dopo fui svegliato da un languido bacio di Claudia la quale mi avvertiva che loro dovevano andare all’università.
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