Lo sguardo fisso all’orizzonte, Erica sedeva assorta nei suoi pensieri. Seduta sull’erba fresca del prato scosceso, fissava senza vederle le bianche nubi estive che stavano salendo, lontane, alte nel cielo. Ad un tratto si scuote, sembra risvegliarsi e si guarda intorno sbuffando scocciata.“Ma quando arriva Minù? Accidenti a lei, è sempre in ritardo!” Scruta ansiosa il sentiero che s’inerpica tortuoso dalle ultime case del paese per giungere in prossimità del prato dove è solita ritrovarsi con l’amica del cuore. Sbuffa ancora lisciandosi meccanicamente la sottanella leggera che a malapena arriva a coprirle le ginocchia, poi tende l’orecchio ai rumori perché le pare di aver udito qualche cosa. Non si è sbagliata, fra gli echi delle voci lontane che giungono dal paese, lo stormire delle frasche ed il ronzio degli insetti, ora le giunge chiaramente l’ansimare di qualcuno che sale correndo su per il sentiero. Un attimo dopo, col rumore dei ciottoli smossi, ecco apparire al limitare del piccolo prato la chioma bionda di Minù.“Finalmente sei arrivata! Ancora un po’ che tardavi ed era già ora di tornare a casa.”“Sei sempre la solita esagerata! Mamma oggi doveva andare via e ho dovuto lavare i piatti. Sarò in ritardo al massimo di cinque minuti.”Si baciano le gote fugacemente, poi lentamente s’incamminano entrando nell’ombra fresca del bosco che circonda il prato. Appena sono al riparo da sguardi indiscreti Erica si ferma ed abbraccia l’amica, le accarezza i capelli ancora sudaticci per la corsa che ha da poco concluso, la fissa negli occhi e le sussurra con un soffio di voce:“Oggi non so cos’ho, ma ho tanta voglia di far l’amore con te… e tu? Hai voglia anche tu? Dai andiamo al solito posto, voglio accarezzarti tutta nuda.”Minù non parla, ma la sua risposta è più eloquente delle parole. Mentre Erica la tiene ancora abbracciata, accosta il viso a quello dell’amica e le bacia teneramente le labbra. Guizza rapidamente con la lingua cercando nella bocca della compagna la complicità ed il calore di quella dell’amica. La trova e l’attorciglia con la propria in un guizzo improvviso, poi ritraendosi le lecca per un attimo le labbra tumide e carnose. Si staccano e tenendosi per mano, affrettano il passo e dopo poco arrivano nel fitto del bosco. Si fanno largo fra i cespugli e raggiungono una piccola radura, coperta di soffice muschio, dove si mischiano il profumo dei funghi con quello dei ciclamini. Si fermano sorridendosi felici e tornano ad abbracciarsi unendo di nuovo le bocche vogliose, poi si siedono sul muschio fresco tendendo l’orecchio ai rumori per accertarsi di essere sole. Gli unici suoni che giungono sono quelli soliti, caratteristici di un bosco. L’unico rumore di provenienza umana arriva soffocato dalla lontananza, ascoltano, infatti, il battere ritmico di un’accetta manovrata da qualcuno che si affatica su un albero. Rassicurate di essere sole e che nessuno verrà ad importunarle, in silenzio cominciano a spogliarsi aiutandosi a vicenda. Minù è la più rapida ed inginocchiata tutta nuda, offre alla bocca dell’amica i piccoli seni turgidi da poco sbocciati alla vita. E’ splendida nella nudità dei suoi diciotto anni, le cosce ancora acerbe si riuniscono all’inguine dove si evidenzia tumida la giovane vulva appena velata da una leggera peluria. Erica non è molto più vecchia di lei, ha solo qualche mese di più, ma ciò le basta per sentirsi più grande dell’amica e per imporsi su di lei quando è necessario. Allacciate l’una all’altra si baciano con passione, le bocche accarezzano vogliose seni e capezzoli, si succhiano e leccano come due navigate seguaci di Saffo ed alla fine, invertendosi reciprocamente, arrivano ognuna ad immergere la lingua nella fica dell’altra. Il tempo scorre veloce, hanno goduto entrambe più volte durante l’amplesso ed ora, sdraiate supine con gli occhi rivolti al cielo, si godono il languore che ancora pervade i loro giovani corpi. Minù è la prima a riprendersi ed a rivolgersi all’amica.“Sai Erica, questa mattina buttando la spazzatura, in cortile ho trovato una vecchia rivista porno, era piena di uomini nudi col cazzo duro! Mi sono eccitata come una matta a guardarli e poi ho dovuto correre subito in casa e mi sono rinchiusa in bagno per masturbarmi. So che il cazzo piace anche a te ma non ne abbiamo parlato quasi mai… non è che siamo due lesbiche?” “Ma che dici Minù! E’ vero che da qualche tempo ci divertiamo parecchio tra noi, ma a me il cazzo piace e come se mi piace!”Poi con aria di superiorità come se avesse avuto chissà quali esperienze, aggiunge:“Qualche giorno fa ho visto il contadino… quello che ha i campi dietro casa mia, l’ho visto mentre pisciava e l’ho spiato dalla finestra. Sai, quando ha finito di fare il suoi bisogni l’ha agitato con una mano e se l’è tirato fino a che gli è diventato duro, lungo e grosso così…”Fa segno con le mani per mostrare a Minù la lunghezza che aveva raggiunto l’uccello del contadino e poi continua:“Pensavo volesse masturbarsi e invece niente, ma non è stato l’unico che ho visto. Una volta ho sorpreso un ragazzo nei gabinetti della palestra che se lo stava menando, ma siccome anche lui mi aveva visto sono dovuta scappare alla svelta e non sono riuscita a guardarglielo bene.”Si sofferma per osservare le reazioni dell’amica e nel frattempo si dà l’aria di una donna navigata per le proprie esperienze, la scruta mentre, con atteggiamento sottomesso, si gode eccitata i suoi discorsi.“Vorrei dirti di un’altra volta… ma non so se devo… se posso…”“ Ma certo che devi! Siamo amiche e dobbiamo dirci tutto senza nasconderci nulla! Dai, racconta! Cos’ hai visto?”“Prometti di tenere il segreto e di non dire niente a nessuno se te lo dico?”“Te lo giuro Erica, terrò tutto per me e non dirò niente nemmeno se mi torturano… lo giuro!”Incrocia più volte le dita davanti alle labbra a mo’ di scongiuro mentre cerca di convincere l’amica a raccontare quello che ha visto.“Bada sai! Se ti lasci scappare anche una sola parola guai a te! Dunque una sera…”“Non si comincia mai un discorso col ‘dunque’, lo sai! Ce lo dice sempre il professore di lettere!”“Non m’interrompere se vuoi che ti racconti!… Dunque era tardi e non riuscivo a prendere sonno per il caldo, mi alzo per andare in bagno e sento dei rumori provenire dalla camera dei miei. Dalla porta filtrava un po’ di luce, segno che erano ancora svegli, mi accosto e cerco di sbirciare dal buco della serratura…”“E cosa hai visto?”“Mio padre in piedi vicino al letto, tutto nudo e con il cazzo duro, lo teneva con una mano e se lo muoveva su e giù facendo uscire la punta dal pugno chiuso. Ad un tratto vedo apparire la mamma, anche lei è tutta nuda, si inginocchia davanti al papà e gli prende il cazzo in bocca. Se lo fa entrare ed uscire, entrare ed uscire, mio Dio che spettacolo! Facevano le stesse cose che abbiamo visto sui giornalini porno che girano a scuola. Eccitata come una matta ho cominciato a masturbarmi guardando il cazzo del mio papà… avessi visto che bello che era! Nemmeno nelle foto dei giornalini ne ho mai visti di così grossi e lunghi…ahh senti come mi sto bagnando solamente a pensarci!”Stringe la mano dell’amica, che le sta frugando la fica e serra forte le cosce.“Ma dai! Non dirmi che ti piacerebbe… ma è il tuo papà, con lui no, dai!”“Perché no? E’ un bell’uomo ed ha un bel cazzo!”“Si, ma è il tuo papà!”“E allora? Un cazzo è un cazzo ed io ne ho una voglia matta, sono stufa di ditalini e leccatine di figa. Ho voglia di farmi scopare da un maschio, di provare l’emozione e le sensazioni che sa dare un cazzo che si agita dentro di me.”“E pensi a quello di tuo padre? Io non ho esperienza in merito, ma sono convinta che se solo volessimo nessuna di noi due farebbe fatica a trovare un uomo qualsiasi disponibile.”“Hai ragione, ma hai pensato ai rischi che possiamo correre con uno sconosciuto, uno qualsiasi? Malattie… senza contare che potrebbe metterti incinta perché se ne sbatte di te e non usa le giuste precauzioni. No, no! Con mio padre sarebbe più sicuro. Mi sentirei più protetta!”“Io continuo a pensare che tu sei matta! Se sei convinta a voler provare con un uomo io una soluzione sicura l’avrei…”“Che soluzione hai? Adesso non venirmi a raccontare che tu l’hai già fatto!”“Ma no, non io! Giuliana, quella ripetente del secondo liceo, lei ha provato con uno… con quel contadino che cura le vigne, giù in fondo al paese, dopo gli orti. Ha detto che un giorno se ne stava seduta a leggere sul muretto che cinge il suo campo, lui si è avvicinato e le ha offerto dell’uva da mangiare. Lei ha accettato poi lui ha cominciato ad allungare le mani e ad accarezzarle le gambe, anche sotto i vestiti. E’ finita che l’ha fatta scendere dal muretto, l’ha palpata un po’, gliel’ha messo in mano e lei si è lasciata fare fino a farsi scopare. Mi ha raccontato che ha goduto come non le era mai successo prima e che quando ha voglia di cazzo torna sempre da lui. Se vuoi possiamo provare ad andarci… magari lo farà anche con noi!”“E la matta sarei io? Ma ti rendi conto in quale brutta avventura ci vuoi buttare? No, no Minù, preferisco una cosa con meno rischi… dai vienimi vicino, sditalinami! Si, sii così! Come sei brava… ahh se ci fosse qui il mio papà a farmelo, come mi piacerebbe succhiarglielo!”“Davvero ti piacerebbe prenderglielo in bocca come ha fatto la tua mamma? Magari ti faresti anche strusciare il suo cazzo sulla fica…?”“Ahh non solo strusciare… dentro! Me lo farei mettere dentro! Vorrei sentirlo tutto dentro di me… il cazzo del mio papà! Come mi piacerebbe farmi sverginare da lui! Godo Minù! Più veloce, più veloce con quelle dita! Dai che godo! Ahhh…”Subito dopo aver goduto si rilassa, è leggermente affannata e sudaticcia per l’intensità dell’orgasmo e Minù se la tiene vicino, l’accarezza e le bacia dolcemente le tenere punte dei seni. Appena Erica si è ripresa si rivestono velocemente. Tra le effusioni e i discorsi il tempo è trascorso veloce e l’aria si è rinfrescata per l’approssimarsi dell’imbrunire. S’incamminano verso casa e strada facendo riprendono il discorso sul desiderio incestuoso di Erica. Minù cerca ancora di dissuaderla da un tale proposito, ma nello stesso tempo comincia anche lei a sentirsi nascere dentro il piacevole prurito dell’emozione di poter vivere un’esperienza con un uomo. Erica, invece, conferma con fermezza la decisione presa: alla prima occasione cercherà con ogni mezzo di coinvolgere il padre nei propri propositi perversi. Minù replica ma non cerca più di contrastare con forza le decisioni dell’amica, in fin dei conti il padre non è il suo.“Se sei proprio convinta di tentare con tuo padre dovrai però farlo da sola, io ho paura delle probabili conseguenze se lui si dovesse incazzare, poi magari in seguito… se tutto filerà liscio, se tutto andrà bene…”Lascia intendere che alla fine nemmeno a lei dispiacerebbe farsi fare dal bel papà dell’amica, in fin dei conti è davvero un bell’uomo e le piace anche parecchio. Alla fine si lasciano eccitate per fare ritorno a casa, ognuna di loro assorta nei propri pensieri licenziosi.
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