E’ un Venerdì sera di qualche settimana dopo i fatti appena narrati. Come sempre, nella famiglia di Erica l’allegria è maggiore perché già si pregustano i due giorni di riposo del fine settimana. A tavola tra l’allegro tintinnare di bicchieri e posate la mamma chiede a Renzo, il marito, se il giorno dopo l’accompagna a trovare la propria madre che non vede da parecchio tempo, magari fermandosi anche per la domenica. Renzo brontola un po’, l’idea di dover stare per due giorni in casa della suocera non è che lo riempia di gioia e pensa ad una scusa per liberarsi dell’impegno.“Sai Elena, non è che abbia molta voglia di andare da tua madre! Il caldo di questa estate torrida, il lavoro che mi ha affaticato parecchio… insomma se tu potessi evitarmi di venire con te mi faresti davvero un gran favore. Se vuoi ti accompagno con la macchina e poi passo a riprenderti domenica sera.”“Sei sempre il solito! Quando si tratta di andare da mia madre trovi sempre un sacco di scuse.”“Che cosa vuoi, mi trovo così bene a casa mia! E poi non ti devi preoccupare, ci penserà Erica a cucinare e a tutte le altre cose. Ormai è grande e se la cava bene in casa, vero Erica che resti tu a fare compagnia a papà?”La ragazza guarda il padre col cuore in tumulto, ha la mente confusa per i mille pensieri che le sono venuti repentini, improvvisi, rimanere due giorni sola col padre è una ghiotta opportunità per tentare di mettere in atto i suoi propositi.“Certo papà, resterò molto volentieri con te! Tu vai pure tranquilla mamma, ci penserò io a papà!”Non riesce ad aggiungere altre parole, ma la sua felicità è tale e tanta che comincia a trasparirle dall’espressione del viso.“Ecco l’altra… possibile che anche tu non senti il desiderio di andare a trovare tua nonna?”“La saluterò con gioia domani, ma il mio papi ha bisogno di me, non possiamo lasciarlo solo.” Il sabato mattina Erica è distesa sul divano e medita su come fare per tentare gli approcci col padre, lui è lì sulla poltroncina davanti a lei e sta leggendo il giornale. Sono appena tornati dall’aver accompagnato la mamma e si sono già messi in libertà per far fronte al caldo estivo. Mentre è tutta presa dai propri pensieri, si accorge che il padre ogni tanto alza gli occhi verso di lei, che avrà da continuare a guardarla? Decide di controllarlo per capire meglio e quando poco dopo i loro sguardi si incrociano per un attimo, lui abbassa rapidamente gli occhi come fosse stato sorpreso a fare qualche cosa che non doveva. Erica è perplessa, che avrà mai suo padre? La risposta le arriva quasi subito e la colpisce come un pugno nello stomaco, si sente avvampare per l’emozione e quasi le viene l’affanno. Ecco il motivo di quegli sguardi! Si vede riflessa nei vetri delle antine della cristalliera del salotto e si vede seduta sul divano con le braccia strette attorno alle ginocchia sollevate fino al mento, ma più in basso si intravedono anche le forme piene delle cosce e la striscia bianca delle mutandine. Ecco cosa guarda con tanto interesse il mio papà. Ma allora non gli sono indifferente, se lui mi sbircia così significa che gli piace guardarmi, magari anche lui mi desidera! Fatte queste considerazioni decide subito di provocarlo maggiormente verificando così le sue reazioni. Si reca per un attimo in bagno e riducendo il cavallo delle mutandine ad una sottilissima striscia di stoffa, la fa passare all’interno delle grandi labbra della fica e del solco che divide le natiche, ora è come se indossasse un minuscolo tanga. Ritorna quindi a sedersi sul divano, ma questa volta, volutamente si mette più scosciata per esibire al meglio la sua intimità. Il padre casca subito nella trappola e quasi strabuzza gli occhi davanti allo spettacolo offertogli dalla figlia. Diventa nervoso e impacciato, non riesce a tenere lontano lo sguardo dalle cosce che gli sono esposte con tanta generosità. Si muove impacciato sulla poltroncina e tenta, cercando di non farsi vedere, di aggiustarsi i calzoncini per sistemarsi l’ingombro che certamente deve essere aumentato parecchio negli ultimi minuti. I vari maneggi non sfuggono però all’occhio attento di Erica che è intenta, fingendo indifferenza, a provare ogni posa per evidenziare sempre più le sue parti segrete. Arriva a toccarsi i capezzoli che, eccitati, si ergono puntuti sotto la maglietta leggera rivelando così la loro presenza. Renzo ora è visibilmente eccitato e vorrebbe alzarsi per andare altrove a placare la propria eccitazione, magari masturbandosi, ma non sa come fare. Se si alza certamente non può più nascondere l’erezione che si è fatta violenta. Il sangue gli è arrivato alla testa perché la vista delle parti intime di sua figlia l’ha veramente portato ai limiti della resistenza e fa fatica a trattenersi per non saltarle addosso. E’ a questo punto che Erica, resasi conto del suo stato, con coraggio si alza e gli si avvicina maliziosamente.“Ciao papino, mi dai un bacetto?”Senza attendere risposta gli si siede sulle ginocchia e lo bacia sulle guance. Il padre, col sudore dovuto all’emozione e che comincia a imperlargli la fronte, dapprima non reagisce, poi anche lui bacia la figlia sulle gote abbracciandola stretta. Non ragiona più e nemmeno si rende più conto di quello che fa, fatto è che ad un certo punto si ritrova ad accarezzare e stringere i giovani seni della figlia. Quando realizza quello che sta facendo cerca di bofonchiare delle scuse e ritrae la mano, ma Erica gli chiude la bocca con la sua, la penetra cercando la lingua sulla quale avvinghia la propria in un bacio che non si può certamente definire filiale. Padre e figlia ansimano, sono le prime avvisaglie del piacere incestuoso che li unisce ed un grido rauco esce dalla bocca di Renzo quando la mano di Erica si impadronisce con decisione del suo cazzo in stupenda erezione.“No Erica, no…!”E’ l’ultimo, debole tentativo che fa Renzo per sottrarsi alle tentazioni provocate dalla figlia, ma poi, vinto dall’esplosione dei sensi, si abbandona passivo arrendendosi alle sue attenzioni. La ragazza si è messa prona sul suo ventre, gli sbottona ed apre i pantaloncini liberando l’oggetto del suo desiderio che svetta inalberandosi nel fulgore della sua potenza. Per un attimo rimane a rimirare ammirata il cazzo che ha tanto desiderato. E’ la prima volta che vede così da vicino la virilità di un uomo, ne rimane affascinata e quasi sottomessa da timore reverenziale, ma è una sensazione che dura solo un attimo, perchè vi si butta subito sopra con la bocca spalancata per ingoiarlo come ha visto nelle foto sui giornaletti che girano per scuola. Non sa esattamente come fare, ma non si preoccupa, inghiotte il membro arcuato per tutta la sua lunghezza, poi lo fa uscire, lo lecca lungo l’asta fino ai testicoli gioendo nel sentire le reazioni di piacere del padre. Sugge la cappella gonfia e rubizza, ne saggia coi denti la tenera consistenza e torna a sprofondarselo nella bocca sbavando dagli angoli delle labbra. E’ con sorpresa che all’improvviso si sente allontanare violentemente la testa dal padre, crede di aver sbagliato qualche cosa, di avergli procurato dolore, ma il pensiero è subito interrotto dagli schizzi caldi e violenti dello sperma che la raggiungono sul viso bagnandole gli occhi ed i capelli. I rantoli del padre che sta godendo sborrandole addosso acuiscono anche il suo piacere, con le dita raggiunge la fica intrisa d’umori e sgrillettandosi velocemente raggiunge l’orgasmo. Si abbandona poi sul ventre del padre baciando ancora il poderoso attrezzo che lentamente sta perdendo il suo turgore. Sulla cappella ristagnano ancora alcune gocce di sugo profumato, allunga la lingua e per la prima volta assapora il gusto del miele di un uomo, quello del suo papà. Renzo non parla, con gli occhi allucinati osserva la figlia che ha ripreso a succhiargli il cazzo, la guarda quasi meravigliato nel vederla così giovane e già tanto smaliziata. Lui che la credeva ancora bambina! Erica si alza, con movimenti rapidi si spoglia e quando è tutta nuda guarda il padre con occhi colmi di desiderio e dice solamente:“Vieni!”Lo prende per mano e si avvia trascinandolo verso la stanza da letto dei genitori, si sdraia supina nel mezzo del lettone e ripete:“Vieni!”Anche lui si libera dei pochi abiti prima di buttarsi sul suo corpo, lei lo attende con le gambe spalancate, lo accoglie con la testa sul proprio inguine e grida quando si sente raggiungere e penetrare nella figa dalla lingua di papà. “Così, cosii…! Sei bravo papà, ahhh come sei bravo… ti piace la mia figa? Dimmi che ti piace papà, dimmi che la vorrai sempre!”Si abbandona al piacere dibattendosi nel letto mentre il padre mugola frasi indistinte fra le sue cosce, un primo orgasmo violento le fa quasi perdere i sensi, ma appena si riprende cerca affannosamente con la mano il cazzo paterno, lo raggiunge, lo impugna e sottraendosi al corpo del padre che le limita i movimenti, vi si accovaccia sopra sfregandosi violentemente la cappella sulla vulva. “Mettimelo dentro papà… voglio essere chiavata da te!”“Ma tu l’hai gia fatto… o è la prima volta?”“No papà, tu sei il primo! Voglio il tuo cazzo papà, ti voglio sentire dentro!” “Non possiamo Erica, non dobbiamo, sei ancora così giovane…!”Non riesce a terminare il suo pensiero, Erica temendo il rifiuto paterno approfitta della posizione in cui si trova e puntellandosi con decisione il cazzo sulla figa vi si abbandona pesantemente sopra facendoselo penetrare fino ai testicoli. Solo un debole ansito testimonia l’avvenuto sacrificio. “Cosa hai fatto piccola! Non così… ti sei fatta male? Provi dolore?”Erica ha gli occhi chiusi, non è un grande dolore quello che ha sentito, anzi è già passato lasciando spazio al solo piacere. E’ bello, le piace la sensazione che prova a sentirsi per la prima volta totalmente riempita dalla dura presenza.“Ahh papà, ti sento tutto dentro di me, mi piace sentirti dentro… ma cosa devo fare ora…?”L’ingenua domanda fa quasi sorridere il padre, ma ormai il guaio è fatto e tanto vale continuare, andare fino in fondo. Si gira riportando il corpo della figlia sotto di sé e dolcemente comincia a muoversi nel suo ventre. Cerca di raggiungerla in profondità controllando le spinte per la paura di farle male e mentre la chiava scruta il suo viso pronto a fermarsi al primo accenno di dolore. Si agita in lei diversi minuti prima che dal volto di Erica appaiano i primi sintomi di piacere, ma al loro apparire il padre si infoia di lussuria e dimentico di ogni prudenza accentua i suoi colpi brutalizzando quasi la giovinetta. La violenza del padre sembra però piacere oltremodo alla figlia che si agita, grida e scalpita scompostamente sotto i colpi che si susseguono sempre più veloci. Raggiunge due volte l’orgasmo prima che il padre, strappandosi dalla sua vagina e lanciando grida strozzate, le bagni il ventre di sperma. E’ sera e si sono coricati insieme nel letto paterno per dormire e cercare ristoro dopo aver fatto all’amore per quasi tutta la giornata. Renzo soprattutto si sente molto stanco mentre la figlia non ne ha ancora abbastanza e stuzzica il padre per farsi promettere di tornare ancora a far l’amore con lei il giorno dopo.“Ti sono piaciuta papà? Vero che mi insegnerai a far bene l’amore? A me è piaciuto molto il tuo cazzo, sentirlo tutto dentro di me, sentirlo tutto in bocca… perché non hai voluto sborrarmi in bocca? Mi piace il sapore del tuo sperma, promettimi che la prossima volta lo farai!”“Domani vedremo, dormi ora che abbiamo bisogno di riposare…”“Ma non riesco a dormire papà, sono ancora troppo eccitata e sto pensando a come sarebbe contenta Minù se adesso fosse qui con noi.”“Minù?! E cosa centra adesso Minù? Spero che non vorrai andare a raccontarle quello che abbiamo fatto!”“Mmhhhh non ti piacerebbe far l’amore anche con lei? È giovane e carina e so che ha una voglia matta di provare il cazzo di un uomo… il tuo.”“Ma tu sei matta! Ma perché vuoi farla scopare proprio con me?”“Perché tu sei il mio papino e abbiamo parlato spesso di te mentre ci toccavamo, ci siamo sempre dette e fantasticato su come sarebbe stato bello far l’amore con te.”“Vi siete masturbate pensando a me?”“Sì papà, ma soprattutto pensavamo al tuo cazzo, dopo che ti avevo visto una sera far l’amore con la mamma le ho descritto quanto era grosso e bello e ci siamo sempre chieste come doveva essere piacevole sentircelo strusciare fra le gambe, sulla fica, potertelo baciare e succhiare fino a farti godere…”Renzo rimane di stucco nel sentire il racconto della figlia, lei e la sua amichetta si sono masturbate pensando a lui e chissà quante volte l’hanno fatto, è perplesso non sa che pesci prendere, cosa fare, ma poi si decide, in fin dei conti sono le due ragazze a desiderarlo, a cercarlo, a volerlo! “Sono sconcertato figlia mia, ma se proprio lo desideri domani ne riparleremo, in fin dei conti Minù è una bella ragazza e mi è sempre piaciuta molto. Se è una maialina e una troietta come te penso proprio che ci divertiremo parecchio a far l’amore tutti e tre!” Allungati sul letto, la testa di Erica sul petto, con la mano si incunea fra le sue cosce a cercarle la fica, la vellica dolcemente mentre il sonno gli appesantisce le palpebre.“La mia troietta, la mia piccola troietta…”Sono le ultime parole che mormora prima di abbandonarsi sfinito fra le braccia di Morfeo.
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