Sono appena le sette della Domenica mattina ed Erica è già sveglia da un pezzo. L’agitazione, per gli avvenimenti del giorno prima, non le ha permesso di dormire bene, ma l’eccitazione che la pervade è ancora così elevata, che non sente la stanchezza delle fatiche sostenute. Col busto di poco sollevato, il gomito appoggiato sul cuscino, si sostiene la testa con una mano e guarda con occhi amorevoli il padre che, supino, le dorme accanto. Le piace il suo papà, non solo per la figura che rappresenta, ma anche perché lo ritiene un bell’uomo. Ora poi che ha avuto con lui rapporti intimi tali da soddisfare i suoi desideri incestuosi, lo adora addirittura. E’ felice di essersi concessa a lui, anzi è il caso di dire che è felice che lui le si sia concesso visti i sotterfugi e la volontà che ha impiegato per piegarlo ai propri desideri. Forse è stato anche troppo facile, quasi certamente anche suo padre desiderava avere gli stessi rapporti con lei e quindi si è lasciato convincere senza troppa fatica. Ora è lì, nudo nel letto, accanto a lei. Dorme sereno e tranquillo come l’ultimo degli innocenti e vederlo così, sapere che ormai è docile e sottomesso ai suoi desideri le infonde tanta tenerezza. “Il mio papino!”Mormora a mezze labbra mentre delicatamente scosta il lenzuolo che gli copre parzialmente le nudità. Osserva il pene mollemente abbandonato su una coscia, il cespuglio di peli neri che arrivano quasi all’ombelico e non resiste alla tentazione. Allunga guardinga una mano per non svegliare il padre e amorevolmente accarezza leggera la tenera appendice. Procede nella sua carezza lasciva, ma subito si ritrae perché il pene ha un guizzo repentino e comincia visibilmente ad ingrossarsi. Il glande ora fuoriesce dalla sua naturale protezione del prepuzio, Erica non resiste alla tentazione e vi passa sopra il polpastrello del dito medio dopo esserselo bagnato di saliva. Agisce su di lui come è solita fare col proprio clitoride, vi compie dei piccoli cerchi e lo sfrega dolcemente umettando continuamente il dito per mantenere la lubrificazione. I risultati non tardano a manifestarsi ed ora il cazzo è quasi in piena erezione mentre il padre mugola nel sonno. Come resistere davanti a tale virilità? Erica non si pone neppure il problema, in ginocchio al fianco del padre si china sul suo ventre e lo accoglie nella bocca. Lambisce il pene con la lingua, ne assapora il gusto, la tenerezza e la consistenza mentre con una mano si tormenta la fica infuocata dal desiderio di essere penetrata ancora.“Erica…!”E’ la voce del padre che ovviamente si è ridestato sotto l’effetto della dolce tortura.“Che fai piccola mia? Ancora…? Ahh come è dolce e calda la tua bocca, sì amore mio succhialo…! La mia bambina, la mia troietta, come è diventata brava!”Come sente gli elogi Erica mette un maggior impegno nell’atto voluttuoso, trattiene il glande fra le labbra mentre con la mano masturba la lunga asta. Se lo fa penetrare in bocca per quanto può, fin quasi a provocarsi conati di vomito, lo sputa e lo risucchia avvinghiandolo con la lingua. Continua a lappare il glande il cui sapore di maschio quasi la stordisce e continua, continua…, insiste fino a quando si rende conto che il padre sta per raggiungere l’orgasmo. Lui cerca allora di sottrarsi per non goderle in bocca ma Erica, che invece lo desidera e sta aspettando proprio questo momento, glielo impedisce impugnando il cazzo con maggior forza e serra le labbra attorno alla cappella che si è ingrossata a dismisura. Un attimo dopo riceve per la prima volta sulla lingua la ricca libagione. Caldi spruzzi di sperma le riempiono in breve la bocca, ne rimane ingolfata e fatica a respirare, non sa cosa fare e quando dischiude le labbra per ritrovare il respiro sente colare agli angoli della bocca il seme paterno. Vorrebbe inghiottirlo, ma non ne ha il coraggio perché teme che possa farle male, lo lascia quindi scivolare fuori lungo il cazzo del papà che non smette di succhiare. La bocca ne rimane peraltro intrisa ed Erica non può fare a meno di assaporarne la dolce vischiosità.“Come è buona papà!”“Davvero ti piace? Sei proprio una troietta come la tua mamma… anche a lei piace bere la mia sborra, sapessi quanta ne ha bevuta!”“Bevuta…? Davvero si può mandare giù?”Il padre sorride davanti all’ingenua inesperienza della figlia, però… sì, insomma… non può esimersi che gli vengano spontanee alcune considerazioni. Inesperta senza dubbio, ma ingenua… Poco più tardi Erica, come si era ripromessa e d’accordo col padre, si reca da Minù per convincerla a venire a casa propria per provare le nuove esperienze da tanto tempo sognate. L’amica è incredula, non crede a quello che Erica le sta raccontando, pensa che siano solo fantasie e che non ci sia nulla di vero.“Ma dai! Ti sei fatta sverginare… hai chiavato col tuo papà! Ma che balle mi racconti? Non ci credo… e poi… e poi io ho paura!”“Adesso hai paura! Ma non eri tu che proprio qualche giorno fa voleva divertirsi col cazzo di un uomo? Non eri tu che voleva provare col contadino che si era fatto la tua amica Giuliana della seconda ginnasio? Ma scusa quando devi andare con uno che non sai nemmeno chi sia, affrontare dei rischi che nemmeno ti immagini… se si può non è meglio farlo in casa propria in tutta tranquillità e sicurezza? Con mio padre sei sicura che nessuno saprà mai niente e saremo protette in caso di imprevisti, lo sai che chiavando si può anche restare incinta? Col tuo contadino invece, magari alla sua prima sbornia, diventa chiacchierone e lo viene a sapere tutto il paese ed. in più ce la dovremmo cavare da sole in caso di incidente. Dai Minù vieni a casa mia, ti fermi tutto il giorno da noi, intanto ci pensi e poi quello che sarà, sarà.”“Sì brava, se va bene hai già detto a tuo padre che mi porti da lui perché mi chiavi ed io vengo da te a pensarci. No, no, devo farlo subito… ho paura Erica! Sono tutta agitata, ho voglia di provare, ma ho tanta paura. Mi hai colto alla sprovvista, io non ci pensavo proprio a fare ora questo passo. E se la tua mamma viene a saperlo?”“E chi glielo dice, tu? Io? Il mio papà? Non fare la bambina, è quello che abbiamo sempre desiderato no? Io ti posso garantire che è stupendo, vedrai come è bello giocare con un cazzo vero, altro che le nostre solite godutine!”Il tempo passa, e la resistenza di Minù si fa sempre più debole. Alla fine cede alle lusinghe ed alle insistenze di Erica e ottenuto il permesso dalla madre di andare a casa dell’amica per tutto il giorno vi si reca tutta emozionata. Arrivati a casa Erica corre incontro al padre e per dimostrare a Minù che non le ha raccontato fantasie lo bacia sulla bocca rimanendo abbracciata a lui per diversi istanti. Minù è ancora incredula nonostante quello a cui sta assistendo, rimane timidamente in disparte e solo la voce di Erica riesce a strapparla dalla gelida posizione di difesa in cui inconsciamente sembra essere caduta. “Ecco Minù papà, è decisa anche lei a provare il cazzo di un uomo e vuole il tuo, desidera anche lei farsi sverginare da te.”“Ciao Minù, non aver paura, vieni… nessuno ti farà nulla che tu non voglia. Guarda Erica come è felice! Ti ha raccontato di come abbiamo fatto l’amore tutto ieri ed anche questa mattina?”La ragazza fa cenno di sì con la testa e non parla, però lentamente si avvicina a Renzo che le accarezza i capelli. “Ora è quasi mezzogiorno, che ne dite ragazze se facciamo un salto in pizzeria? Non avremo i piatti da lavare e tu Minù parlando con me avrai modo di calmarti un po’.” Sono appena rientrati a casa accaldati per la torrida giornata estiva.“Mettiamoci in libertà ragazze! Io non ce la faccio più per il caldo.”Renzo dà l’esempio togliendosi la maglietta e va ad accendere il condizionatore, poco dopo torna con indosso solo un paio di calzoncini corti. Erica si è tolta anche lei il leggero vestitino rimanendo con le sole mutandine e sta convincendo Minù a fare altrettanto, ma l’amica per timidezza pone un po’ di resistenza.“Che c’è Minù? Non essere così vergognosa, vieni che ti aiuto io.”Il padre le circonda gentilmente la vita con le braccia e fa scorrere la cerniera che ha sulla schiena, poi lentamente le solleva l’abitino sfilandolo dalla testa. La ragazza ha un po’ di affanno per l’emozione ma non si oppone, guarda l’uomo con occhi ansiosi coprendosi pudicamente i piccoli seni nudi, poi si lascia andare con gli occhi chiusi quando le labbra di lui vanno a coprire le sue. E’ la prima volta che riceve un bacio da un uomo, fino ad ora ha baciato solamente la sua amica Erica, è così diverso con lui! Apre le labbra quando lo sente spingere la lingua per forzare l’ingresso e cercare la sua alla quale si attorciglia, si avvinghia, si avviluppa in mille giochi che le provocano sensazioni fino allora sconosciute. Si abbandona come priva di forze fra le braccia dell’uomo che ora la bacia e la lecca sul collo, mille brividi le percorrono la schiena e a quel punto sa che non tornerà più indietro, sa che sarà sua, che si farà prendere come già ha preso la sua amica, sua figlia. Si sente sollevare dalle braccia muscolose e adagiare sul divano, per un attimo apre gli occhi e scorge Erica che sta sbottonando i calzoncini del papà, osserva la virile e possente erezione dell’uomo, ma l’emozione più forte la prova quando vede Erica spalancare la bocca per accogliere e succhiare il cazzo del padre. Con un gemito torna a chiudere gli occhi e ad abbandonarsi passiva alle dolci attenzioni di lui. Qualcuno le ha sfilato le mutandine e le sta accarezzando delicatamente la fica, non ha il coraggio di guardare chi sia anche se sa che non può essere che Renzo, il papà della sua amica. Un dito le fruga delicatamente la fessura allargando le grandi labbra, si sofferma brevi istanti a torturarle il clitoride e mentre prova i primi accenni di piacere, va a tentare la tenera apertura. Vi penetra solo un poco, come per saggiare la resistenza del suo imene, poi ad un tratto avverte l’umido calore di una bocca che si è impadronita della sua conchiglia e la sta leccando con un tale trasporto da portarla subito all’orgasmo. Gode quietamente e allungando le mani per accarezzare la testa di chi le sta dando piacere, si rende conto che è proprio Renzo. Avuta la consapevolezza che è l’uomo che la sta baciando e leccando fra le cosce, prova un’immediata reazione di lussuria. Gli imprigiona con forza la testa fra le gambe come se temesse una sua fuga, preme l’inguine con forza contro la bocca vorace e questa volta geme. Geme a voce alta per gridare il suo piacere, non ha il coraggio di rivolgersi al padre dell’amica, ma chiama lei, l’invoca per farle sapere come sia bello ciò che sta provando, di quanto il suo papà la stia facendo godere. Si abbandona sul divano mentre Renzo le ricopre ancora il ventre, l’interno delle cosce e le tumide labbra della fica di piccoli baci. Ora tocca a Erica. Seduta ai suoi piedi sul divano, alza le gambe e si scoscia oscenamente invitando il padre a riservarle le medesime attenzioni. Minù guarda eccitata l’amica e rimane coinvolta nel vedere quanta passione le sconvolge il viso, le si avvicina e la bacia sulla bocca. “Il cazzo… il cazzo! Prendigli in bocca il cazzo!”Con la mano Erica le forza il capo verso il basso e a Minù, come per incanto, appare il rigido bastone col glande violaceo che svetta sulla sommità dell’asta, ma non si azzarda neppure a sfiorarlo, non ne ha il coraggio. E’ Renzo che si stacca per un attimo dalla fica della figlia e la incita ad accarezzarglielo, a baciarlo, a prenderglielo in bocca. Minù timidamente allunga la mano e sfiora delicatamente la base del pene tuffando le dita nel folto del pelame, ma non osa fare altro. Renzo allora le insegna come fare, a stringerlo nel palmo della mano e poi a muoverla nel classico movimento della masturbazione, quindi riprende a leccare la fica di Erica portandola in breve all’orgasmo. La ragazza sembra insaziabile, è così schiava della sua libidine che non vuole concedersi neppure un attimo di sosta.“Vieni Minù! Vieni che ti faccio vedere come devi fare.”Costringe l’amica ad accostarsi col viso al cazzo del padre e poi comincia a mostrarle l’arte della fellatio come se lei avesse una lunga esperienza in materia. Minù, come sempre succuba di Erica, si sottomette titubante seguendo timidamente i consigli dell’amica, ma in breve ci prende gusto a sentire nella bocca la dura virilità di Renzo e vi si dedica col massimo impegno. Dopo poco tempo riesce a riceverlo per quasi tutta la lunghezza, se lo fa sprofondare fino alla gola e si ferma solo quando si sente soffocare per l’eccessiva intrusione. Non demorde la piccola, ora ci ha preso gusto, mai avrebbe pensato che le sarebbe piaciuto così tanto succhiare il cazzo ad un uomo. Prova quasi dolore quando se lo sente strappare dalle labbra, è come se subisse una violenza, analoga a quella che può provare una bimba alla quale è portata via la sua bambola.“Adagio piccola, se fai così mi farai morire troppo presto e non riuscirò a farvi divertire come voglio!”Guida la piccola mano sul cazzo e le spiega come muoversi carezzevole e leggera, le insegna come fare per mantenere in un uomo l’eccitazione senza provocargli l’orgasmo. Si avvicina il momento di rendere Minù finalmente donna, è presa e sdraiata sul divano, Erica aiuta il padre a tenerle le gambe alte e ben spalancate ed è a questo punto che la ragazza sente per la prima volta il piacere dato da un cazzo strusciato sulla fica. L’improvvisa, intima carezza le strappa un grido per la sorpresa del piacevole contatto, chiude gli occhi e si abbandona fra le braccia dell’amica che le accarezza i seni e le pizzica i capezzoli. Renzo intanto fa scorrere l’asta lungo tutta la fessura, la stuzzica, sfrega il glande sul clitoride e le fa quindi chiudere le cosce per imprigionare il cazzo fra le tenere carni.“Vuoi che te lo metta dentro?”Sussurra Erica all’amica quando si accorge dal suo respiro affannoso che è prossima a godere.“Lascia che il mio papà te lo metta… lasciatelo fare… vedrai come è bello!”Minù non risponde, continua a tenere gli occhi chiusi e sta godendo per tutte le meravigliose sensazioni mai provate prima. Vorrebbe rispondere di si, ma è frenata ancora da un po’ di paura, teme il momento in cui il padre dell’amica penetrerà in lei per renderla donna, ma contemporaneamente lo desidera. Vorrebbe respingerlo, ma nello stesso tempo desidera che lui la prenda e la svergini. Singhiozza, ma non sta piangendo, è l’orgasmo che si è impadronito di lei e che fa fremere ogni suo muscolo, ogni suo nervo. Inconsciamente allenta la stretta delle gambe, allarga le cosce e si protende in avanti. All’improvviso sente caldo là in basso, avverte nel suo ventre un ingombro mai provato, una sensazione nuova che acuisce il suo piacere, apre gli occhi e vede Renzo che si agita fra le sue gambe. Solo in questo momento si rende conto che l’uomo è già penetrato in lei senza che lei se ne accorgesse, senza provocarle dolore alcuno, nulla, avverte solo quella incredibile, piacevole sensazione d’ingombro, di sentirsi riempita là dove c’era il vuoto. Il padre di Erica continua ad agitarsi nei movimenti ritmici del coito provocandole continue scosse di piacere che la spingono ancora a chiudere gli occhi ed a lasciarsi andare, a godere. Sente l’orgasmo montarle dalla profondità del ventre, salire al cervello impadronendosi di ogni sua fibra ed esplode in un grido strozzato proprio mentre Renzo esce da lei per aspergere densi flutti del proprio seme sul suo ventre.“Ti è piaciuto? – le chiede Erica – Hai visto quanto è bello godere col mio papà?”“E’ stato fantastico… non immaginavo…”Si abbandona esausta mentre l’amica le ripulisce il ventre con una salvietta e si rivolge al padre.“Ora devi farlo con me papà…”“Fra poco bambina, lasciami prendere fiato.”Le invita a recarsi nella stanza da letto, sul lettone staranno più comodi. Si abbandona nel centro con le due ragazze intorno che lo accarezzano e gli tormentano il pene moscio per la recente eiaculazione.“Guarda Minù! Non è forse bello anche così?”Accenna al membro paterno che ha assunto le sue ridotte dimensioni di riposo, lo impugna accarezzandolo dolcemente e poi lo accoglie nella bocca succhiando e leccando come fosse una cosa ghiotta da mangiare. Lo offre anche a Minù che accetta di buon grado di prenderlo fra le labbra pur non sapendo ancora bene come e cosa fare. In breve, anche se maldestre, le attenzioni delle due ragazze riportano al turgore l’uccello di Renzo e con gridolini divertiti si mostrano l’un l’altra il successo ottenuto. Solo un singhiozzo di paura di Minù interrompe l’allegria del momento. Con gli occhi sbarrati si guarda il dito indice, ha il respiro mozzo e sembra aver perso la parola. Renzo a sua volta guarda e capisce:“Non è nulla Minù! Solo una goccia di sangue del tuo imene… non aver paura, passa subito, succede a quasi tutte le donne la prima volta, è normale.”La ragazza sembra rinfrancata e lentamente torna a lasciarsi coinvolgere nei giochi erotici anche se tiene una salvietta stretta fra le cosce. Accarezza i glutei di Renzo che, prono, ha preso a leccare la fica della figlia. Incunea le mani fra le sue gambe e sale ad incontrare il cazzo in piena erezione, lo impugna, lo accarezza, ci gioca, lo strattona scappellandolo e godendo del possesso di tanta meraviglia: il sogno realizzato della sua giovane fantasia. Quando poi Renzo si posiziona fra le gambe di Erica è lei stessa che lo punta sulla fica dell’amica perché possa essere penetrata dal padre. “Ahh papà che bello! Come ti sento tutto dentro di me! Come mi piace far l’amore con te… dentro, dentro… il tuo cazzo nella mia fica… cosii, chiavami!”L’incesto si compie tra grida di piacere e sospiri voluttuosi, padre e figlia si amano in un tripudio di membra sudate. Presi nel vortice dell’eccitazione cadono quasi in deliquio isolandosi completamente da tutto ciò che li circonda. Quando arriva il momento sublime dell’orgasmo, Renzo si sfila velocemente dal ventre della figlia e porge il pene a Minù. “Presto Minù! Prendilo in bocca…”Quasi con violenza lo infila fra le labbra della ragazza che non riesce neppure a fare un gesto di protesta. Le tiene la testa con una mano mentre con l’altra manovra il cazzo nella sua bocca. In un attimo Minù sente il pene gonfiarsi, le urla di piacere dell’uomo e immediati gli schizzi di sperma che la colpiscono fino in fondo alla gola. In parte è costretta a deglutire la viscosa sostanza, in parte riesce a sputarla, ma qualcosa le deve essere finita nei bronchi perché è presa da un accesso di tosse tale che quasi non riesce a respirare. A poco, a poco comincia a placarsi, è stata presa di sorpresa dalla manovra di Renzo, si sente quasi tradita nella sua fiducia e solo l’intervento di Erica che sdrammatizza il fatto riesce a calmarla del tutto. Da lì a poco, infatti, con l’amica si ritrova a giocare di lingua sul cazzo di suo padre. Lo leccano e lo titillano sulla punta, lo risucchiano nella bocca scambiandoselo vicendevolmente, ma Renzo che ha già versato eccessivi tributi al dio Priapo, non riesce più a raggiungere la prestigiosa erezione che orgogliosamente manifestava fino a poco prima. E’ giocoforza fermarsi per recuperare le perdute energie, ma le due ragazze ancora eccitate e vogliose di piacere non ne hanno intenzione e placano i loro ardori dandosi piacere come erano solite fare da sempre. Renzo assiste all’eccitante spettacolo saffico offertogli dalla figlia e dalla sua amica, ma nulla può contro la sua debolezza, forse più tardi, forse un’altra volta. Ormai il gioco è avviato e andrà avanti per molto ancora, domani chissà… osserva con occhio voglioso e libidinoso i teneri culetti delle due fanciulle che vengono agitati nei movimenti dell’amplesso, davvero belli, pieni e sodi, gli viene improvvisa un’idea licenziosa, sarebbe come penetrare nel burro… domani chissà…? Si potrebbe anche provare!
Aggiungi ai Preferiti