Salve, mi chiamo Paolo, e voglio raccontarvi una storia, la storia mia e di Elena.Elena è la più deliziosa creatura che mi sia capitato di vedere nella mia vita. Definirla bellissima, sarebbe sbagliato, ma lei è una di quelle donne, che senza possedere la bellezza irreale delle dive del cinema o delle modelle, ti entra nel sangue al primo sguardo.Premetto che non amo le donne altissime, anzi, mi piacciono piccoline, lei è una via di mezzo, poco sopra il metro e sessanta. Capelli a caschetto, nerissimi, occhi meravigliosi di un azzurro chiaro che ti strega al primo sguardo, incastonati in un viso rotondo ma non grasso, labbra carnose e morbide, seni di medie proporzioni, ma perfettamente modellati e sodi, incredibilmente sodi.Ma quello che fa sospirare, al solo pensarci, me e tanti altri maschietti, sta ancora più in basso, le sue gambe, ed il suo culo sono qualche cosa di semplicemente celestiale, lei lo sa, lo sa benissimo e, sia d’estate che d’inverno si diverte ad indossare minigonne mozzafiato, o pantaloni aderentissimi che le modellano le chiappe sode e polpose, in un modo tale che chiunque non può fare a meno di sospirare, sognare.Io e questa meravigliosa creatura, lavoriamo nella stessa ditta, e da anni oltre ad ammirarla, sono testimone dell’ammirazione generale e del desiderio che lei suscita in ogni maschio che abbia la fortuna d’incontrarla.La ragazza, ormai poco più che trentenne, è sposata, il marito lavora nella nostra stessa ditta, ma lei continua imperterrita le sue quotidiane passerelle, dispensando piaceri e dolori a tutti noi poveri mortali.Dopo anni di frustrazione, malgrado non fossi riuscito a trovare nessuno che ammettesse di averci nemmeno provato, mi decisi, dovevo averla, o almeno provarci.La nostra è una piccola ditta, meno di 300 persone, ci conosciamo un po tutti, abbordarla quindi non costituiva un problema. Incontrandola un giorno nei corridoi, scambiammo le solite quattro chiacchiere e la invitai a prendere un caffè. Non era la solita ora quindi alla macchinetta eravamo soli. Io la ammiravo apertamente, senza celare ciò che provavo, mentre parlavamo, il mio sguardo le accarezzava spesso le cosce o i seni.Lei come al solito si sottoponeva volentieri al gioco, "Posso farti una domanda un poco personale ?" domandai "Se non è troppo personale" rispose lei con un sorriso malizioso "Vorrei sapere solo perché da anni tu ti diverti a farci impazzire con i vestiti che indossi, come quello di oggi ad esempio che mostra quelle tue meravigliose gambe" le chiesi, e lei sorrise "Sai, in tanti anni sei il primo che ha il coraggio di farmi questa domanda, e questo è un buon inizio" mi disse assumendo una posa maliziosa "Però non mi hai risposto" la incalzai io "Semplice, lo faccio perché sono esibizionista. Mi piace mostrare, e godo nel vedere gli sguardi eccitati posarsi su di me, gli sguardi come il tuo ad esempio" rispose lei tranquilla "Lo sospettavo, e tuo marito, non credo ne sarà contento" lei alzò le spalle "Lo sapeva quando mi ha sposato. Tu cosa sceglieresti, avermi alle mie condizioni o non avermi ?" mi domandò tra il serio ed il canzonatorio. Io ci pensai un’attimo, poi annuii "Certo, credo che anch’io accetterei le tue condizioni, soprattutto pensando che la sera, quando arrivi a casa eccitata, sarei io ad aiutarti ad allentare la tensione" risposi.Lei annuì e si leccò le labbra, provai una fitta d’eccitazione "Torniamo a noi" ripresi io " "Ti piace solo essere guardata o posso coltivare qualche speranza di poter avere qualche cosa di più sostanzioso ?" le domandai, lei mi squadrò tutto "Non sei male, forse vi è una possibilità…." disse pensierosa "Ma dipende molto da te, sai io ho una fantasia molto fervida e mi piacciono le cose un poco fuori dal comune" aggiunse "Di nuovo le tue regole ?" le domandai io "Si proprio così" confermò lei "Potrei concederti una settimana, solo una settimana, poi dovresti tornare ad accontentarti degli sguardi, potresti accettare ?" io finsi di pensarci a lungo, percorrendo tutto il suo corpo con il mio sguardo, la vidi muoversi nervosamente, in preda ad una crescente eccitazione "Dipende" risposi tenendola sulle spine "Da cosa" incalzò lei "Dipende da cosa saresti disposta a darmi in questa settimana, se ne valesse la pena…." risposi con calma forzata ."Questo non è un problema, stai tranquillo, avresti molto più di quanto tu possa immaginare" ridacchiò divertita, ed io provai una nuova lancinante fitta di piacere. "Però, debbo avvisarti che ha me piacciono situazioni molto particolari, e perché no, rischiose. Te la sentiresti ?" riprese lei "E` difficile dire, dovrei capire meglio che cosa intendi per particolari e rischiose" risposi io un poco perplesso "A questo rimediamo subito, e vedrai che tra qualche minuto avrai capito perfettamente. Seguimi" ridacchiò lei.La seguii, e lei mi condusse al suo posto di lavoro, il suo ufficio aveva uno sportello per il pubblico, che ovviamente era sempre molto frequentato. Quando entrammo nell’ufficio era chiuso da una piccola tendina. Lei si avvicinò allo sportello, appoggiandosi con i gomiti sulla mensola. Per far ciò si chinò leggermente in avanti e la cortissima gonna salì ulteriormente, scoprendo il bordo delle mutandine. Vidi la sua mano infilarsi sotto la gonna e sfilarle, il mio cazzo si tese quasi istantaneamente e io deglutii a fatica. "Ho una gran voglia di sentire la tua lingua sulla mia fica, vorrei che tu mi leccassi sino a farmi godere. Lo faresti Paolo ?" mi disse sottovoce con un tono che mi fece fremere d’eccitazione.Chi avrebbe potuto resisterle, quale uomo si farebbe fatto fermare dai rischi ?. Non le risposi, ma mi stesi sotto di lei, che divaricò le gambe per facilitarmi il compito, affondai il viso tra le sue cosce, ed aspirai il suo delizioso profumo. Le mie labbra si appoggiarono al suo sesso, e la mia lingua si spinse a lambirla. Sentii il rumore della piccola persiana che si alzava, e subito dopo la sua voce argentina. Stava parlando con qualcuno allo sportello.Spinsi la lingua sul suo clitoride, era già eccitato e gonfio, lo lambii delicatamente e la sentì fremere, per un attimo la sua voce s’incrinò, ma subito riprese a parlare tranquillamente. Iniziò tra me e lei, una lotta assai eccitante, io diedi fondo a tutti i trucchi che conoscevo nel tentativo di farle perdere il controllo. Lei si eccitava, lo sentivo, gli umori avevano preso a bagnarle copiosamente la vagina, mi colavano sul mento, avevo le narici piene del suo profumo di donna eccitata, la sentivo fremere, vedevo i muscoli del suo ventre contrarsi, ma lei continuava a parlare con le persone che si presentavano come se nulla fosse.Mi divertii a tenerla sul filo del rasoio il più a lungo possibile, tormentandola a lungo, poi mi decisi a farla godere, le mie labbra afferrarono dolcemente il clitoride gonfio di piacere ed iniziarono a succhiarlo dapprima lentamente poi con sempre maggiore decisione. Credetti fosse troppo anche per lei, quando la sentii abbassare la tendina. Ma subito dopo sentì che stava usando il telefono, mi domandai a chi stesse telefonando, ma continuai con spietata determinazione a cercare di farla godere. "Ciao amore, sono Elena" la sentii dire "niente, solo che ero sola e pensavo al mio maritino" disse lei "Che troia", pensai io, "Sta per godermi in bocca e telefona al marito" "Sono tutta eccitata, penso che potrei godere da un momento all’altro, ma purtroppo dovrò attendere questa sera" disse, ma la sua voce si ruppe, e la sentì contrarsi negli spasimi dell’orgasmo. Fu un orgasmo lungo, interminabile, lei si contraeva tutta, e colava letteralmente i suoi umori sul mio viso. "Tesoro, credo che questa sera uscirò un poco prima, ci vedremo a casa" la sentii dire, mentre le fitte dell’orgasmo si allentavano e lei incominciava a rilassarsi. Poi riattaccò e si spostò facendomi rialzare. "Sei stato fantastico, meriti un premio, potresti accompagnarmi a casa diciamo verso le 17 ?" mi disse, mentre la sua mano si appoggiava deliberatamente sul mio sesso accarezzandolo attraverso i pantaloni Annuii incapace di parlare "Bene, non vedo l’ora di vederlo, ma adesso e meglio che tu vada, e, prima di uscire sarà meglio che tu ti pulisca il viso" ridacchiò.Poco prima delle 17 lei mi telefonò, e ci accordammo perché io la raggiungessi con la macchina in un posto lontano dalla ditta, non voleva che nessuno ci vedesse assieme.Quando salì in macchina, il mio cuore batteva forte, il cazzo si tese allo spasimo, quando lei prese a slacciarsi la camicetta, consentendo al mio sguardo di penetrare ed ammirare le sue stupende tettine, dai capezzoli scuri ed appuntiti per l’eccitazione. "Puoi andare a prendere la tangenziale ?" mi domandò, ed io annuii, poco dopo mi immettevo nella tangenziale, non ancora ingolfata dal traffico dell’ora di punta. Lei si sfilò le mutandine, io continuavo a guardare ora lei ora la strada, non capivo che intenzioni avesse.Lei si spostò dal sedile, sedendosi sul pavimento, si allungò verso di me e prese a slacciarmi i pantaloni "Ora ti ricambierò del favore di questa mattina, te lo succhierò sino a farti godere nella mia bocca, stai tranquillo dalle macchine non possono vedermi" disse "Cristo dalle macchine no, ma dai camion si "dissi "Cerca di passar loro vicino molto velocemente" disse semplicemente lei e ridacchiò divertita. Il mio cazzo sgusciò fuori dai pantaloni e lei lo afferrò saldamente e mi estrasse anche i coglioni. Si allungò ulteriormente e finalmente sentii le sue morbide labbra cingermi la cappella, e la sua tumida lingua iniziare a giocare.Non so come riuscii a non venirmene subito, passato l’iniziale attimo di sbandamento, mi ripresi e lei condusse il gioco con straordinaria abilità. Mi succhiava in profondità, affondandosi la mia cappella sino in gola, lambendomi il pube e le palle con le morbide labbra, leccava ogni millimetro del mio sesso, sollecitando i punti più sensibili, leccava succhiava ed accarezzava i miei coglioni con incredibile slancio, mentre la sua mano accarezzava il nero pelo della vagina, tormentando il clitoride.Ogni tanto qualcuno da un camion riusciva a capire cosa stava accadendo e con il clacson si esibiva in rumorosi apprezzamenti, che la eccitavano, lei accentuava il ritmo del pompino, mi conduceva alle soglie dell’orgasmo, ma poi con grande abilità mi dominava ricacciandomi in acque più tranquille. La tangenziale stava per finire, ancora due chilometri e saremmo stati al casello "Elena, per favore, tra poco saremo al casello, fammi venire" la implorai, lei mi sorrise maliziosa, mentre mi leccava perversamente la cappella, ma non si decise, per un attimo credetti non si decidesse mai, poi, mi ingoiò nuovamente , la sua mano prese a masturbarmi violentemente, la sua lingua frullò impazzita sul mio glande, solleticandomi il punto più sensibile ed io alla fine scaricai un autentico torrente di sperma nella sua gola, nella sua bocca. Lei inghiottì tutto con gemiti d’approvazione, nemmeno una goccia sfuggì dalle sue morbide labbra. Rapida mi ricompose, e si risedette al mio fianco come se nulla fosse successo. Poco dopo rallentai e mi fermai al casello per pagare.Porsi al casellante il denaro, e notai che lui s’irrigidiva, fissando l’interno della vettura, comparve finalmente il verde e ripartii, voltandomi verso Elena. Si era alzata la gonna, ed il pelo pubico era chiaramente visibile, la fissai in volto e vidi che una grossa goccia di sperma le imperlava le labbra "Cristo sei tremenda" dissi"il poveretto avrà rischiato un’infarto" lei si leccò voluttuosamente le labbra "Mi piace il tuo sperma, mi mancherà tra una settimana" disse ridacchiando "Se ci ripensi io sono sempre disponibile" le dissi, ma lei mi fece cenno di no con il dito "Riaccompagnami a casa" disse e mi diede l’indirizzo.Il giorno dopo mi chiese di portarla al cinema e la sera, io passai a prenderla, lei mi attendeva sotto casa. Quando salì in macchina non riuscii a trattenermi e le domandai "Come hai fatto con tuo marito "Gli ho semplicemente detto che uscivo" disse con un candido sorriso, preferii non indagare "Che film vuoi vedere ?" le domandai "Non ha importanza il film, è il posto che conta stupidino, segui le mie istruzioni".Obbedii e lei mi condusse ad un cinema porno, doveva essersi informata sugli orari, perché entrammo nella sala semideserta, proprio quando le luci erano accese. Lo sguardo di tutti si concentrò su di lei che sculettava camminando sui tacchi altissimi, con la solita incredibile minigonna. Poco dopo che ci fummo seduti, le luci si spensero ed iniziò la proiezione, sentii strani movimenti alle nostre spalle. Lei mi mise una mano sui pantaloni accarezzandomi il cazzo, poi prese a slacciarmeli e lo estrasse. I movimenti vicino a noi crescevano. Lei mi baciò, poi si chinò ad imboccarmelo ed iniziò a succhiarlo con la solita tremenda abilità.Mi preparavo a subire lo stesso identico trattamento del giorno prima, quando, lei all’improvviso si rialzò e mi rimise il cazzo nei pantaloni, "Vieni" mi disse "Voglio sentirlo dentro" aggiunse, mi prese per mano e mi condusse nei bagni del cinema. Si appoggiò al muro, sollevando la gonna, non portava le mutandine "Presto, vieni qui e scopami" gemette, io la raggiunsi, mi abbassai i pantaloni, le appoggiai la turgida cappella alla vagina, era bagnata e colava copiosi umori, strofinai un poco la cappella per lubrificarla "Non perdere tempo, scopami" disse lei imperiosa, e le affondai violentemente il cazzo nel ventre. "Lei emise un suono strozzato dalla gola, ed iniziò a fremere in preda ad un’orgasmo.Mi passò le splendide cosce intorno alla vita, io le posi le mani sotto le stupende chiappe, palpandole, mentre la scopavo in fretta. Lei si era slacciata la camicetta, ed io affondai il volto tra le belle tette e presi a baciarle ed a succhiarle, concentrandomi poi su duri ed appuntiti capezzoli. La vidi voltare lo sguardo verso l’ingresso, la imitai, alcuni uomini ci fissavano accarezzandosi i cazzi attraverso i pantaloni. Rallentai il ritmo spaventato "Non ti fermare, continua, scopami" mi richiamò lei, affondai nuovamente il volto tra le sue tette e ripresi a scoparla con foga, e lei poco dopo venne per la seconda volta. "Adesso vieni, vieni presto, sborrami dentro, allagami tutta " urlò lei scatenata, accompagnando i miei furiosi movimenti con quelli del suo bacino.Corsi veloce ed inarrestabile verso l’orgasmo che venne puntuale. Il mio cazzo si contrasse scaricandole nell’utero copiose bordate di caldissimo sperma, e lei venne ancora una volta insieme a me. Ci staccammo, e lei, si accosciò ai miei piedi succhiandomi e ripulendomi il cazzo che andava ammosciandosi, poi lo ripose nelle mutande, io sollevai i pantaloni mentre anche lei si ricomponeva, uscimmo dal locale, e la riaccompagnai a casa.Quella notte non dormii pensando a quanto accaduto, cercando d’immaginarmi cosa avrebbe inventato Elena per il giorno successivo. La mattina dopo, rimasi molto deluso non vedendola in ufficio, avrei voluto chiedere informazioni, ma non volevo dare nell’occhio. Così deluso rimasi in ufficio, ma verso mezzogiorno, il telefono squillò ed era lei "Ciao Paolo, come avrai notato, sono rimasta a casa oggi" disse "Già e come la mettiamo con il nostro accordo ?" le chiesi io ansioso "Non ti preoccupare, ieri sera quando sono rientrata, mio marito mi ha scopata come un’ossesso, e questa mattina mi sono eccitata pensando di farlo con te, nello stesso letto" mi disse con voce maliziosa "Potresti venire a trovarmi nell’intervallo del pasto" continuò "A meno che tu non preferisca mangiare…." concluse "Il mangiare può attender, mi restano solamente 5 giorni, ed intendo sfruttarli al meglio" ridacchiai io "Sarò li alle 12,40" "Si puntuale o dovrò incominciare da sola" cinguettò lei.Fu di una puntualità cronometrica, e lei mi aprì in vestaglia, un’elegante vestaglia di seta, mi condusse in camera da letto e se la tolse, rimanendo completamente nuda, la guardai. Era la prima volta che la vedevo così, era ancor più bella di quanto avessi mai immaginato, mi concessi di ammirarla un po più del dovuto, poi presi a spogliarmi.Mentre mi toglievo i vestiti mi guardai intorno, e fu allora che notai la telecamera "Cos’è quella ?" le domandai " Niente, un pensierino per mio marito, voglio che veda tutto quello che mi farai" cinguettò lei, assumendo un’aria innocente che mi fece rizzare ancor di più il cazzo. Ero nudo e la raggiunsi sul letto e lei si attaccò subito al mio cazzo succhiandomelo con foga, mentre le mie mani vagavano sul suo splendido corpo, accarezzandole ogni millimetro di pelle, soffermandomi a lungo sulle tette, stropicciandole delicatamente i capezzoli. Lei gemeva e si affondava completamente il cazzo in gola. Notai che quando lo faceva stava attenta a non coprire la visuale della telecamera. Ad un tratto, lo abbandonò e prese a lavorare freneticamente di lingua sulla cappella, mentre mi masturbava e fissava la telecamera. Si arrestò fissandomi "Come pensi starebbe la mia micina depilata ?" mi domandò, "Stupendamente" risposi con sicurezza "Facciamolo allora" ridacchiò lei e se ne andò velocemente, ritornando poco dopo con schiuma da barba e rasoio "E` la tua schiuma ed il tuo rasoio Richy" disse agitandoli all’indirizzo della telecamera. Si dispose oscenamente scosciata verso l’obiettivo.La insaponai e rasai con attenzione, a causa della mano che mi tremava, mentre lei perversamente mi mastrubava, poi Elena incominciò a guardarmi strano, e volle fare lo stesso a me. M’insaponò ed esperta mi rasò lo scroto, poi prese a succhiarmelo mentre mi rasava il pube.Appena terminato, si gettò sul letto gridando, "Adesso scopami,, voglio vedere che effetto fa". Le fui sopra, era bagnatissima e la penetrai facilmente iniziando a palparla. La pelle appena rasata, ci regalava piacevoli fitte. Elena era più scatenata del solito, urlava, gemeva, m’incitava in continuazione. Mi rovesciò sul letto, senza staccarsi e prese a danzare liberamente sul mio cazzo, ondeggiando a favore della telecamera il suo splendido culo. M’immaginai che i nostri sessi uniti e perfettamente depilati dovessero essere perfettamente visibili dalla telecamera. Le mie mani si portarono sulle sue chiappe e le palparono freneticamente "Che troia, sei una grandissima troia" incominciai ad insultarla eccitato "Di a tuo marito quanto ti piace farti fottere nel suo letto" le dissi "Non c’è bisogno che glielo dica, voglio che lo veda" disse lei con voce roca.Si staccò da me e si mise carponi sul letto ondeggiando lo splendido culo "Vieni, scopami così" io la presi alla pecorina, e lei si voltò verso la telecamera, gemendo a bocca spalancata ed incitandomi mentre io la sbattevo con foga. Le sue chiappe risuonavano ad ogni affondo del mio pube, le tettine ondeggiavano elastiche nell’aria, lei venne contorcendosi e gemendo, mentre io continuavo a scoparla.Sentii le contrazioni della sua vagina pomparmi letteralmente il cazzo, ma riuscii a resistere. Piano piano l’orgasmo di lei allentò, e lei riprese il controllo, la vidi voltarsi leccandosi le dita, mentre mi sorrideva. "Ti piace il mio culo Paolo ?" domandò riprendendo subito a leccare le dita, io annuì con forza, gemendo ed accelerando il ritmo. Lei accompagnava ogni affondo con un gemito soffocato "Bene, prima della fine della settimana, lascerò che tu mi fotta anche li, nel mio tenero ed indifeso buchino" disse, le sue dita si portarono nel solco delle natiche e lei, sotto il mio sguardo eccitato si infilò, prima un dito e poi due nello stretto ma elastico sfintere.Era troppo per me, sentì l’orgasmo montare inarrestabile, anche lei se ne accorse e si staccò rovesciandosi sul letto "Vieni Paolo, sborrami in faccia" m’ incitò, mentre io prendevo a masturbarmi freneticamente. La raggiunsi, lei attendeva a bocca spalancata e con la lingua voluttuosamente protesa, io venni ed un torrente di sperma si riversò su di lei inondandole il volto, imbrattandole i capelli, colandole in gola. Le gocce che la sua lingua vorace riuscivano a catturare venivano immediatamente ingoiate accompagnate da gemiti di piacere. Il diluvio finì, lei completamente ed oscenamente imbrattata di bianco sperma si sollevò e mi ripulì il cazzo con la lingua, poi si avvicinò alla telecamera concedendosi un lungo primo piano prima di spegnerla.La fantasia di Elena non conosceva limiti, ed io facevo ormai fatica a tenerle dietro. Ora capivo perché il marito, si era rassegnato a lasciarla libera, nessun uomo poteva tenerle testa a lungo. La sera successiva, quando passai a prenderla a casa sua era tutta eccitata, mi condusse in discoteca, a me non piaceva molto ballare, ma la accontentai, immaginando che si sarebbe eccitata moltissimo nell’essere al centro dell’attenzione. Avevo immaginato bene, ma la mia immaginazione non poteva rivaleggiare con la sua.Verso mezzanotte, Elena, si mise a ballare da sola su di un cubo, e come ovvio attirò l’attenzione di molti ragazzi. Mi avvicinai anch’io e notai che la porca non aveva indossato le mutandine, ed i ragazzi senza nemmeno doversi abbassare troppo, potevano agevolmente guardarle sotto la cortissima gonna ed ammirare la sua stupenda vagina perfettamente depilata. Mi allontanai un poco, cercando di cap[ire cosa avesse in mente. Più tardi, scesa dal cubo la vidi ballare con un giovane, erano strettamente avvinghiati e potevo vedere chiaramente la mano di lei accarezzare il pube del giovane.Smisero di ballare e lei mi raggiunse, trascinando per mano il giovane "Paolo, questo è Roberto, venite andiamo" disse lei e io la seguii. Salimmo tutti e tre in macchina "Ho chiesto a Roberto di farsi fare un pompino mentre tu mi scopi, e lui ha accettato" mi disse squittendo eccitata "Presto, parti e raggiungiamo un posto più tranquillo" .Mentre guidavo, lei non resistette, e si stese su di me iniziando a spompinarmi, mentre il ragazzo sul sedile posteriore guardava eccitato masturbandosi attraverso i pantaloni. Per fortuna, raggiungemmo presto una zona buia del parcheggio, e fermai la macchina.Lei scese di corsa ed aprì lo sportello posteriore, vidi che faceva stendere sul sedile il giovane, gli abbassava i pantaloni e le mutande e si chinava accogliendo in gola il suo cazzo, iniziando le magie di bocca che io ormai conoscevo così bene. Lei stava inginocchiata sul sedile, il bel culo sollevato, lasciato ormai interamente scoperto dalla corta gonna, mi chinai e baciai quelle stupende chiappe mentre le palpavo, mi spinsi più in basso iniziando a leccarle lo sfintere, ma lei interruppe il pompino voltandosi "Non avere fretta, non oggi, questa sera voglio che mi scopi" disse, poi si voltò e riprese a lavorare di lingua sul cazzo del giovane. Mio malgrado scesi e presi a leccarle la vagina, già madida d’umori, poi mi rialzai e le affondai il cazzo nel ventre, iniziando a scoparla lentamente. Le mie mani dapprima vagarono sul culo perfetto, poi avanzarono, le slacciai la camicetta e presi a palparle le deliziose tettine, la sentii venire una prima volta. La sua figa prese a contrarsi involontariamente, ed assaporai le deliziose sensazioni di quel dolce massaggio, il ritmo incominciò a crescere.Ormai la scopavo con foga, e lei si faceva sbattere dai miei colpi, tenendo il cazzo di Roberto in bocca e lasciando che che fossi io a dettare il ritmo al pompino. Eccitatissimo le appoggiai una mano sulla nuca e la spinsi in basso godendo nel vedere il cazzo del giovane affondarle in gola. Lui gemette, incapace di resistere, io trattenni la testa di lei mentre lui le scaricava direttamente in gola tutto il suo piacere, la sentii godere nuovamente, questa volta le contrazioni della sua vagina furono ancora più violente ed anch’io mi lascia andare godendo a mia volta e riempendole il ventre col mio seme.L’indomani Elena mi telefonò invitandomi a prendere un caffè, naturalmente accettai. "Paolo, conosci la Franchetti ?" mi domandò ed io annuì "Cosa ne pensi ? domandò con aria maliziosa "Carina, molti stravedono per lei, ma secondo me è troppo mascolina, e soprattutto senza le necessarie curve" risposi io "Perché ?" domandai subito dopo."La settimana sta per finire, e pensavo di organizzarti qualche cosa di particolare" disse, poi continuò "E` lesbica, e mi fa il filo da un sacco di tempo, pensavo di approfittarne per combinare un incontro a tre".L’idea di fare all’amore con due donne, mi solleticava ovviamente, ma decisi di stuzzicarla "Naturalmente sei tu che decidi ma, come ti ho detto, non è che lei mi ispiri più di tanto" mentii. Lei mi guardò un poco contrariata "Peccato, da tempo mi solleticava l’idea di provare con una donna, e questa poteva essere l’occasione buona" disse "Posso fare niente per renderti la cosa più interessante ?" disse con un lampo di malizia negli occhi "Be forse potresti, magari promettendomi che finalmente mi farai assaggiare il tuo bel culetto" buttai li io "Il furbacchione, ma no mio caro. Io mantengo sempre le mie promesse, ma al momento opportuno, però vista questa tua mania, la convinceremo a farsi sodomizzare da te, va bene lo stesso ?", io sconfitto annui alzando le braccia in cenno di resa.
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