La sera andai a prenderla, lei saltò in macchina eccitata "Le ho parlato, ci sta e ci attende a casa sua, parti presto, non vedo l’ora" disse. Io avviai la macchina e dopo pochi minuti raggiungemmo la casa della Franchetti.La Franchetti, è una donna di circa 40 anni, per qualcuno decisamente piacente, alta e longilinea, con belle gambe affusolate, capelli castano scuri ,tendenti al rossiccio, tagliati corti, un viso piacevole leggermente allungato. Ci aprì visibilmente imbarazzata."Ciao Fulvia, conosci Paolo vero" esordì Elena, entrando, e lei annuì, facendomi un cenno di saluto, ma senza parlare. Elena le si avvicinò, le prese il volto tra le mani e la baciò con passione. "Non ci hai ripensato vero ?" domandò, e senza darle il tempo di rispondere proseguì "Sarà bellissimo vedrai, sono eccitatissima pensa che pensando a te mi sono persino depilata la fichetta" disse mentendo e le prese una mano portandosela sotto la corta gonna. Fulvia chiuse gli occhi e gemette, immagino nel sentirla già bagnata. Precipitò in ginocchio ai pedi di Elena, abbracciandole e baciandole le belle coscie, Elena mi guardò sorridendo, poi si alzò la corta gonna e vidi Fulvia affondare il viso nel suo pube, aspirandone il profumo ed iniziando a leccarla avidamente.Elena mi fece cenno di avvicinarmi, io lo feci e lei prese a slacciarmi i pantaloni e ne estrasse il cazzo incominciando a masturbarlo. L’iper attività degli ultimi giorni aveva fiaccato un poco le mie energie, ma la sua abile mano, lo fece ergere in tutta la sua potenza in pochi istanti. Elena mi lasciò e prese tra le mani il volto di Fulvia "Adesso succhialo, mentre io ti lecco" le sussurrò, e la Franchetti fissò il mio cazzo con timore. La fece stendere sul divano, le sollevò la gonna ed io potei ammirare le sue splendide gambe, le tolse le mutandine, vidi il pelo del pube, elegantemente curato e rifinito. Elena si abbassò e Fulvia chiuse gli occhi gemendo a bocca aperta mentre la lingua di Elena iniziava a tormentarla. Io mi avvicinai e spinsi il mio cazzo nella bocca spalancata di Fulvia, lei per un attimo aprì gli occhi spaventata, poi si lasciò andare, abbandonandosi agli abili tocchi di Elena e incominciò a succhiare.Fu un pompino, maldestro e ben presto io chiamai Elena "Elena, Fulvia non è capace di succhiare un cazzo come si deve, vieni ed insegnale prima di riprendere a leccarla" dissi, poco dopo mi ritrovai seduto sul divano con le due donne ai miei fianchi e Elena che mi succhiava, interrompendosi per spiegare a Fulvia per poi passarle il cazzo. Piano pianò la tecnica di Fulvia migliorò, le due presero ad intrecciare le loro lingue sul mio cazzo, a scambiarselo per rapidi affondo nelle calde bocche. Elena tornò a leccare Fulvia che rimase sola a spompinarmi, e questa volta riuscii a trarne piacere. Volevo scopare e chiamai Elena, che mi si sedette in grembo affondandosi il cazzo nel ventre, insieme slacciammo la camicetta di Fulvia scodellammo le piccole tettine dal reggiseno ed iniziammo entrambi a succhiarne i capezzoli, io mi alternavo in realtà tra le tette di Fulvia e le ben più belle tette di Elena.Cambiammo e presi Elena alla pecorina mentre lei tornava a leccare Fulvia, dopo un po, la vidi costringere Fulvia a sollevare le gambe e vidi la sua lingua perversa incominciare a tormentare l’ano della donna, poi iniziò a penetrarla con le dita lubrificandola internamente, Elena si voltò verso di me "E` pronta, il suo culo non aspetta altro che il tuo cazzo" mi disse scivolando via da me. Il mio cazzo già lubrificato dagli umori di Elena si appuntò allo sfintere di Fulvia, inizia a spingere mentre Elena tormentava con le abili dita il clitoride di Fulvia che affondò il volto tra le sue coscie soffocando un gemito, mentre il mio cazzo le penetrava nel culo.Era stretta, ma calda ed elastica, e con pochi colpi affondai tutto in lei, incominciando ad incularla con foga, Elena mi baciava freneticamente e mi accarezzava il torace mentre la lingua di Fulvia la faceva godere in continuazione, ero eccitatissimo e mi approssimavo velocemente all’orgasmo. Ad un tratto esterrefatto, vidi Elena sollevarsi, con le mani si dilatò oscenamente le grandi labbra fissando Fulvia ."Vuoi davvero che lo faccia ?" le domandò, lei annuì con foga "Si fallo, pisciami in bocca te ne prego" gemette Vidi i muscoli di Elena contrarsi ed il primo zampillo di liquido giallo uscire cadendo nella bocca spalancata e sulla lingua di Fulvia, il getto proseguì per qualche istante lavandole completamente il volto e bagnandole i capelli. Sotto di me, Fulvia si contorse sotto le spinte di un travolgente orgasmo. "Vieni Paolo, toglilo dal suo culo e mettiglielo in bocca, voglio che tu le sborri in gola" gemette Elena masturbandosi freneticamente, senza pensare la accontentai.Mi staccai da Fulvia e la raggiunsi, affondando il glande sporco di feci nella sua bocca, sentii la sua lingua iniziare a muoversi sulla cappella, mentre le labbra mi stringevano l’asta. Elena ulrò scossa dall’orgasmo ed anch’io venni scaricando il mio sperma nella bocca di Fulvia, trattenendola e costringendola ad ingoiarlo, mentre nuove bordate si succedevano rapide.La sera successiva mi chiese di andarla prendere a casa molto tardi. Io non capivo, ma avevo imparato a non discutere con lei e feci quello che voleva. Quando passai a prenderla era da molto passata mezzanotte, guidai seguendo le sue istruzioni, e lei mi condusse fuori città e mi fece posteggiare la macchina in un largo spazio isolato, nascosto nel folto di un bosco. Quando fummo fermi mi voltai e le domandai "Perché hai voluto venire qui ? Che razza di posto è questo ?". Lei mi sorrise "Questo è un posto che io amo moltissimo, ci sono un sacco di persone carine, ed io mi diverto a farmi guardare da loro mentre faccio all’amore""disse con aria angelica. Accese la luce dell’abitacolo ed iniziò a spogliarsi "Elena senti, questo è un po troppo anche per me " iniziai a dire io, cercando d’ignorarla. "Vorresti rinunciare proprio questa sera che ho deciso di lasciarmelo mettere nel culetto ?" la sentii dire, e mi voltai, lei stava abbassando il sedile. Si stese sul sedile reclinato, e si scosciò oscenamente, era ormai completamente nuda, e prese ad accarezzarsi la rosea vagina.Cercai di resistere, ma il mio cazzo era ormai duro come l’acciaio, ed io volevo con tutto il mio essere quel delizioso culetto. "Tiralo fuori, fammelo vedere, masturbati mentre io faccio altrettanto" gemette lei affondandosi profondamente le dita nella vagina. Le mie mani si mossero da sole, , e poco dopo, mi stavo masturbando freneticamente davanti a lei.Ben presto mi accorsi che la macchina era stata circondata da 4 o cinque individui, tutti si stavano apertamente masturbando, mentre Elena ci fissava a turno, incitandoci con i gesti e con la voce. Ad un certo punto, la vidi prendere la borsetta, ne estrasse un tubetto che usò per cospargersi le dita di crema lubrificante. Davanti ai miei occhi eccitati, prese a lubrificarsi il tenero forellino anale, la mia mano accelerò istintivamente il ritmo, e dovetti frenarmi.Poi all’improvviso si mise carponi sul sedile "Presto Paolo, mettimelo nel culo" m’implorò , ed io non mi feci certo pregare. Le mie mani tremanti guidarono il glande paonazzo, tra le sode e rotonde chiappe, lo appoggiai allo sfintere, usando la crema in eccesso, che lei aveva lasciato, per lubrificarlo. Spinsi con decisione e lei mi assecondò spingendo a sua volta indietro il suo bel culetto.Fui sorpreso dalla facilità con cui il suo culo mi accolse, il cazzo scivolò profondamente in lei, avvolto dai suoi sodi ed elastici muscoli, lei gemette ma continuò a spingere ed io feci altrettanto sino a che il mio pube non fu a contatto con la serica pelle delle sue natiche.Mi fermai un attimo, incredulo, esitante, ma lei non mi lasciò tempo "Che fai, non ti fermare, inculami, Paolo, inculami" mi urlò, mentre si accarezzava freneticamente le tette. La afferrai per i fianchi e presi a muovermi con foga, facendo scorrere il cazzo nel suo culo, veloce e potente.Lei prese a sditalinarsi furiosamente, poi la vidi allungare una mano, ed abbassare leggermente il finestrino, subito uno degli uomini in attesa si avvicinò spingendo il suo cazzo nella fessura, lei si sporse in avanti e glielo prese in bocca, succhiandolo avidamente. Pochi istanti dopo, l’uomo iniziò a gemere, ed io la sentì ingoiare lo sperma che lui le stava scaricando in gola. Non potevo credere ai miei occhi, uno dopo l’altro, i 5 maschi che attendevano fuori dalla macchina mastrubandosi, si avvicinarono al finestrino, e lei li succhiò, bevendo il loro seme o, come con gli ultimi due, facendosi sborrare in viso, Dopo aver rialzato il finestrino, si voltò verso di me, oscenamente imbrattata di sperma che le colava dal mento giù sino ai bei seni. Era stravolta dai continui orgasmi, ma ancora eccitata "Dai Paolo, è il tuo turno vieni, sborrami nel culo" mi disse con voce roca, iniziando a leccare lo sperma che le copriva il volto.Riprese ad assecondare i miei movimenti con quelli del suo bacino, ed il ritmo crebbe oltre il mio limite di sopportazione. Le mie mani si afferrarono alle sue chiappe, palpandole rudemente, mentre l’orgasmo mi attanagliava, mi contrassi iniziando a scaricare il mio sperma nel suo intestino, mentre lei a sua volta veniva travolta da un nuovo orgasmo, gemendo ed pronunciando oscenità. Credevo di non riuscire a fermarmi, il mio cazzo impazzito pompava senza sosta il mio caldo seme dentro di lei, mi sentivo lentamente svuotare di ogni energia, ma non accennavo a fermarmi.Finalmente la tensione si allentò ed io mi accasciai sulla sua perfetta schiena esausto, mentre lei crollava altrettanto sfinita sotto di me.Quando ci rialzammo non c’era più nessuno intorno alla macchina, ci ricomponemmo e la riaccompagnai a casa , prima di lasciarmi, lei mi disse velocemente "Domani sera sei invitato a cena a casa mia, alle 20, si puntuale ", e non mi lasciò nemmeno il tempo di rispondere, chiuse la porta e se ne andò a passi rapidi.Il giorno successivo, continuavo a pensare a quell’invito, e per tutta la giornata, oscillai tra l’accettare ed il rifiutare. Era l’ultima volta che lei mi concedeva, ma ormai avevo avuto tutto da lei, potevo anche rinunciare, mi dissi, e decisi che quella sera non sarei andato a cena a casa sua.Ma la volontà è debole ed il richiamo della carne forte, giunto il momento, senza quasi accorgermi, mi preparai ed andai da lei. Suonai alla porta e dopo qualche istante si aprii "Ciao Paolo, io sono Mirko, il marito di Elena" mi disse lui, e mi porse la mano con aria amichevole, un poco imbarazzato, gliela strinsi.Lui mi condusse in salotto e mi offrì un aperitivo, io ero teso ed imbarazzato "Rilassati Paolo, non c’è nessuna ragione di essere teso. Sai, mi hai fatto un grosso favore questa settimana" mi disse, lo guardai stupito, lui sorrise "Credo tu ti sia accorto che Elena è una donna, molto calda, troppo calda perché un uomo solo riesca a soddisfarla senza suicidarsi" ridacchiò, io annuii.Mi fece sedere sul divano e si sedette a sua volta. "All’inizio, ero gelosissimo, non ti dico le scenate da fidanzati, poi ho dovuto arrendermi alla realtà, e sono stato io un paio di anni fa a escogitare questo piccolo gioco" mi raccontò."L’unica possibile consolazione con lei è sapere" aggiunse "Ora almeno non sono più il marito da ingannare, ma un complice delle sue fantasie erotiche, e posso assicurarti che la cosa può essere molto eccitante".Finalmente mi decisi a parlare "Ti ammiro Mirko, credo anch’io che sia l’unica possibile soluzione, ma francamente non so se potrei mai adattarmici come hai fatto tu" gli dissi e lui annuì "Perché mi avete invitato questa sera ?" domandai "Questa è una serata particolare, il cerimoniale conclusivo, una specie di riconsegna, l’hai avuta a tua disposizione per una settimana, ma da oggi lei ritorna mia" mi disse "Un’altra delle trovate di Elena" aggiunse sorridendo ed io sorrisi a mia volta.Nelle ore successive riuscii a rilassarmi, e gustai l’ottima cena, chiacchierando allegramente con Mirko e Elena.Dopo la cena, io e lui tornammo in salotto per un digestivo, mentre Elena rimetteva in ordine la cucina. Quando ebbe terminato, lei ci raggiunse, mi prese per mano, e senza dire nulla mi condusse in camera da letto.Ci baciammo e ci spogliammo a vicenda, lei mi succhiò a lungo, ci allacciammo in un fantastico 69 e io la leccai a mia volta sino a sentirla godere, lei poi si stese su di un fianco ed io portatomi alle sue spalle penetrandola ed iniziando a scoparla.Ad un tratto la porta si aprì e comparve Mirko, mi arrestai "Continuate" disse lui, ed io dopo un’attimo d’esitazione ripresi a muovermi, scopandola con rinnovata lena. Lui si spogliò davanti a noi, poi salì sul letto e porse alla moglie il cazzo eccitato "E` giunto il momento mia cara, tra non molto sarai nuovamente solo mia" le disse, accarezzandole dolcemente i capelli. La mano sulla nuca la attirò a se ed il cazzo le scomparve in bocca e poi giù sempre più profondamente in gola.Io la scopavo e le palpavo le natiche, lui si faceva succhiare e le palpava le tette, fu solo l’inizio. La scopammo assieme a lungo, mentre lei godeva in continuazione. Ora lei mi succhiava, mentre lui la penetrava alla pecorina, poco dopo ci succhiava avidamente entrambi, giungendo persino ad accogliere contemporaneamente i nostri cazzi nella capace bocca. Cambiammo mille posizioni sino a che non ci ritrovammo con lei che cavalcava Mirko ed io in piedi davanti a lei che la chiavavo in bocca. "Adesso è giunto il momento" disse Mirko, "Mettiglielo nel culo mentre io la scopo e riempiamola di sborra" mi disse lui.Io non avevo mai fatto una cosa simile e rimasi un attimo esitante, ma quando lei si staccò dal mio cazzo, si stese sul marito baciandolo selvaggiamente mentre con la mani si dilatava oscenamente le sode chiappe non riuscii a resistere. Rapido mi portai alle sue spalle, e con foga glielo spinsi nel culo, smettendo di spingere solo dopo che il mio cazzo fu scomparso completamente in lei.Mi arrestai, mentre i suoi gemiti venivano soffocati dalla bocca di lui. Sentivo distintamente il cazzo di lui scorrere nella sua vagina, separato dal mio solo da una sottile parete di carne.Lentamente inizia a mia volta a scoparla nel culo. Piano piano, accordammo i nostri movimenti, riempendola all’unisono. Lei venne scossa da un’interminabile orgasmo e iniziò ad incitarci oscenamente. Il nostro ritmo divenne frenetico, sino a che non ci unimmo a lei, unendo i nostri gemiti, scaricandole il nostro seme nell’utero e nell’intestino.Alla fine giacemmo ancora congiunti ed ansimanti, sino a che io non mi ripresi, e mi staccai da lei. Mi rivestii e me ne andai.Da quel giorno sono trascorsi sei mesi, mi sono ormai rassegnato all’idea di non poterla più avere, non ho mai più provato nemmeno a parlarle. Questa mattina ho trovato uno strano bigliettino sulla scrivania "Non credevo fosse possibile, ma mi manchi", non ha firma, ma………
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