La incontro una sera, un appuntamento studiato e voluto da tempo. Le ho chiesto di vestirsi in maniera adeguata. Il vestito tradiva quanto promesso: 6^ di seno. Glutei imponenti. Ventre rotondo… Era proprio Lei: Elena. Rossa dagli occhi di ghiaccio. 170 di eleganza e portamento. Voce suadente. Ed un maledetto senso dell’erotismo che rapiva attenzioni mal celate dalla mia ostentata oratoria/pacatezza. Incuriosito da quella pelle lentigginosa: insolitamente scura dati i capelli. Dalle sue mani lunghe ed affusolate. Dalle labbra umide e sufficientemente carnose per affettare qualsiasi pseudo-indifferenza.Ely. Quella della chat. La Fetish-Woman misteriosa ed intrigante, compagna di nottate grondanti di sesso virtuale. Desiderata, attesa, insperata. VERA.Il tempo di un drink. Per me un’eternità. Per lei una doccia e qualche minuto di respiro dal viaggio. Il bagno la partorisce splendida. Maliziosamente avvolta da un accappatoio nero. Con lo sguardo filtrato dalla frangia ramata ed una scollatura voluta. Le mie mani sui suoi fianchi: morbidi. Vellutati e pastosi. Sui glutei sporgenti. Burrosi e sensibilissimi al tatto. Tra i seni rotondi ed elettrici. Non una parola: un gioco di labbra. Di mani avide. Ad esplorare con crescente desiderio cio’ che mille volte ci eravamo immaginati. Un gioco di sensi rotto dal tavolo. Dalle promesse che li’ sopra dovevano decidere tra sfrenata passione, avidità carnale o lento, sublime e lungo consumarsi di un viaggio condiviso. Nel gioco delle fantasie sovrapposte. Per un biglietto aperto. Ed un calendario incerto. Le sue natiche. Le mie dita. Un percorso di desiderio: fasciato dai glutei che ovattano i movimenti. L’ano umido e la vagina infuocata. Stropicciati dalle mani impazzite. Devo Rallentare. Frenare. Riprendere il controllo. In piedi. Dietro Lei. Appiccicati schiena petto. Col pene di marmo che scompare fra le sinuosità del lombo sacrale. Gli occhi chiusi: devo trattenere il respiro. Non posso lasciarmi andare.Elena stringe le cosce ..Mi imprigiona il pube ed inizia a dondolare. Avanti, indietro, di lato. Col culo che mi accarezza il ventre. Non soffro di piaceri precoci. Tutt’altro.. Ma c’e’ mancato poco.A fatica mi sottraggo da quella goduria (solo per rimandarla)…. L’afferro con forza per i fianchi. Le mani affondano nelle carni e Lei ha un sussulto alla prima sculacciata. Ripeto con impeto crescente. Due, tre, quattro volte. Elena mugola scomposta. Farfuglia improbabili lamenti….. Mi pongo di lato. E continuo nell’infusione.. Scivolando con le dita sulle grandi labbra. Numerosi colpi alle natiche. A palmo aperto. E la contemporanea penetrazione vaginale con indice e medio. E’ una danza di rumori, sensi, odori. Lei una nuvola armoniosa che trasuda erotismo. E così il suo culo rotondo, sporgente, a tratti immenso …. d’eleganza. Elena chiude le braccia sotto i seni. Devo solo aprire le labbra. Lingua e denti accarezzano, strofinano. sfiorano i capezzoli turgidi. Si riempiono delle carni abbondanti e lisce. Succhio, la spremo. Apprezzo quel calore morbido che accarezza il palato. I suoi gemiti. La vagina fradicia che cola fra le cosce. Il buchino dilatato ed invitante.La sospingo sul tavolo. Stesa a pancia su. Cuscino sotto il bacino e talloni comodamente appoggiati a 2 sedie. Le cosce meravigliosamente divaricate schiudono ano, fica ed un fiume in piena. Ho una sete desertica. E quella broda è come acqua sull’arsura. La lingua penetra in profondità: mi gronda sul volto. Fino al collo. Contorcendosi dall’orgasmo. Succhio il clito. Come fosse un piccolo pene. Stretto fra le labbra, accarezzato dai denti, avvolto dalla saliva e dal desiderio. Due dita a penetrare. A premere verso l’alto, in corrispondenza della regione vescicale. Sempre più forte. La sento inarcare. Intravedo le sue mani strizzare i seni. Non ho altro tempo: Elena urla il piacere sbattendo i pugni sul tavolo. Scomponendosi come un animale braccato. Regalandomi ancora il suo sapore.E’ il momento: la bendo con 1 foulard. Passo 2, 3, 4 giri di legaccio per ciascun polso. Tendo le braccia in alto, verso gli angoli opposti del tavolo – per annodare -.Stessa sorte per caviglie e cosce: divaricate e fissate fra sedie e sostegni. Lei non protesta. Forse gode di quanto sta per accadere. Posso osservare il suo respiro teso. I capezzoli turgidi.. La vagina umida.Un metro più in là la cucina: una pentola d’acqua, il gas e 2 bustine di camomilla per infusione. Preparo e torno da lei.Il pene fila liquido seminale fino ai piedi. Lo asciugo alla meglio con 1 scottex. Il resto lo fanno il volto e le labbra carnose di Elena. Lo vedo sprofondare in bocca – mentre una bava cola dalla guancia -. Sento il calore umido della lingua e quel succhiare avido. Affamato. Voglioso. Le blocco la nuca con una mano e comincio a scoparla. Sublime quella penetrazione ripetuta. Una carezza che dura fino in gola. Non potrei continuare a lungo. Inizio a giocare. Scivolando con lo scroto sul collo. Sulla fronte. Sfiorando le labbra – che mi inseguono inappagate -. Fino al suo implorare. Ma non è quello che cerco. Né ciò che si aspetta.Spengo il gas. Immergo la camomilla e ricopro.Prendo un legaccio. Le alzo il capo e sfilo le estremità. Come una collana aperta sul petto. Uno dei lembi inizia ad avvolgere il seno alla base. 6, 7 giri robusti ed il nodo. Stessa sorte per l’altra mammella. Mi allungo sulla borsa ed estraggo cuneo anale e spazzola per capelli: denti in acciaio, impugnatura e dorso in legno, sagomato e liscio.Allargo le natiche e penetro l’ano. Elena ha un sussulto. Ma non è di dolore. Il cuneo sprofonda senza resistenze ed inizia l’avanti/indietro. Lento e cadenzato. L’altra mano trascina la spazzola sui seni gonfi ed ipersensibili – per l’effetto legacci -. Mi soffermo sui capezzoli. Li batto con pressione crescente. Lei pare scoppiare. Urla frasi sconnesse. Grida il desiderio di piacere. Strattona vanamente braccia e gambe… Scivolo verso il ventre e giù. Sulle grandi labbra. Sul clito. Per ricominciare a salire, a disegnare il contorno di quelle poppe immense. Giocando il contrasto dorso e denti spazzola…. I seni sfogano turgidi sui capezzoli viola. L’ano si inonda di umori e sembra non accontentarsi dell’oggetto che lo stantuffa. Decido di smettere con le “carezze”. Afferro la spazzola a rovescio e penetro la vagina con l’impugnatura. Alternando il movimento col cuneo.Elena è in delirio. Si inarca, muove quanto può il bacino. Schiude la bocca e sbotta in un orgasmo violento e lunghissimo, colando sul cuscino.Torno al fornello. Il liquido si è infuso e raffreddato al punto giusto. Prendo la sacca in PVC da 2000 ml. L’appendo alla maniglia del pensile sul lavabo. Avvito gomma/canula ed inizio a riempire. Apro il rubinetto per espellere l’aria e connetto la sonda: 20 cm di tubicino semirigido ed anallergico.Pongo l’aggancio del contenitore sulla sedia e mi avvicino all’ano di Elena. Il dislivello è calibrato per un’infusione lenta: non voglio patisca fastidi che deconcentrano dal godimento.Schiudo le natiche con le mani ed accarezzo il buchino con la punta della lingua. E’ ancora fradicio. Non c’e’ bisogno di lubrificazione. La canula penetra in fondo. Lentamente. Apro il flusso e dopo qualche istante le contrazioni tradiscono la sensazione di tepore che si sta impadronendo del ventre. Elena respira a fondo. E la canula scorre avanti/indietro dal culo. Non basta: riesco ad allungarmi fino alla borsa. Estraggo il vibra e la penetro dalla vagina. I movimenti si coordinano: lei mugola, si contorce ancora. Di tanto in tanto mi fermo e massaggio il ventre per distribuire il liquido. Continuo ad insistere lentamente… Elena si perde. Si abbandona. Il respiro è rotto dal ritmo delle mani e dagli oggetti che scompaiono dentro lei. 15. Forse 20 minuti di infusione . Finchè mi implora di accelerare.. Di stringere i tempi. Di non torturarla più a lungo. La ignoro fin quando non si è bevuta quasi tutto. A quel punto le mani spingono con maggior decisione. Sempre più forte. E stavolta fino AL PIACERE DEFINITIVO. E’ fantastico vederla godere. Sentire che cerca il respiro. Notare che cola bagnandomi le mani. Con un rivolo a cui non so resistere. Estraggo lentamente la canula e la bevo. A lungo. Finchè mi disseta ancora. Ho il volto bagnato. Mi pongo al suo fianco. La libero dai legacci e dalla benda. Ha ancora gli occhi chiusi. Inizio a massaggiarle il ventre: dai lati verso il centro. Profondamente. Col palmo delle mani. Elena mi afferra per un braccio e mi tira a se. Non dice nulla ma si fionda con la lingua a cercare le mie labbra.. Con le dita il pene..L’aiuto ad alzarsi. Continua a baciarmi.. A masturbarmi. Non posso più rimandare.La giro alla pecorina. Appoggiata coi seni al tavolo.- Devi andare al bagno – chiedo? Scuote la testa..La penetro da dietro stringendo le mani su quel fantastico culo. La vagina mi regala colature continue ai testicoli. Aumento il ritmo: impazzisco nel vedere quelle natiche sbattere sul ventre. Ed il rumore del liquido dentro lei. Che ancora gorgoglia. Sto per scoppiare e lo sente… Si ritrae un attimo. Gira il capo e mi fissa.. Prende il pene e lo impunta all’ano. Non potevo sperare di meglio: quel buchino era una carezza da scossa elettrica. Cerco di rendere la sensazione giocando a spanking coi glutei. Sottolineando ogni colpo… Forse 2 o 3 minuti di penetrazione. Ed il mio di piacere esplode interminabile. Unendosi al suo. Finchè mi ritraggo a sedere.. per consentirle di guadagnare il wc.Doccia, cena insieme e poche altre parole. Così è stato e si è ripetuto ancora.
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