… Per tutto il tragitto dalla villa di Fabrizio sino a casa sua, Eloisa rimase assorta nei suoi pensieri:Com’era finita in quella situazione?Come aveva potuto ribaltare tutti i suoi principi morali?Perché non si era ribellata alla presenza di altri maschi?Perché aveva consentito che la trattassero come una puttana?Come aveva potuto permettere loro di penetrarla insieme e selvaggiamente?Mille domande alle quali non riusciva a dare alcuna risposta. Una tra le tante, continuava a rimbombarle in testa:Perché non aveva proibito che la filmassero?Era quello il pensiero che più l’angustiava. Avevano un filmino dove lei si dava da fare con tre cazzi contemporaneamente: Come avrebbero usato quella video cassetta?Le venivano in mente soltanto ipotesi negative ed una lacrima lacerò la coltre di sperma che si era solidificata sul suo viso.Aveva voglia di fermarsi e comprare un pacco di caramelle alla menta. Non sopportava più quel gusto acre di piscio e sperma nella propria gola. Aveva bisogno di stare in piedi perché la fica ed il buco del culo le procuravano fitte di dolore. Non aveva il coraggio di fermarsi in quelle condizioni. Aveva i capelli disordinati e sporchi di sborra. Il viso era una maschera. Lo sperma aveva perso consistenza, ma erano chiaramente visibili le tracce sulla propria pelle. La manica destra della camicia era macchiata dal liquido seminale che aveva raccolto non appena rimasta sola. No. Non poteva fermarsi. Arrivò finalmente nel cortile della propria casa.Parcheggiò e scese dalla macchina. Si diresse con lunghe falcate ed a capo chino verso il proprio portone e non si accorse che stava sopraggiungendo un altro condomino. Entrò nel portone e sentì una presenza dietro di lei. Spaventata, si voltò e si pentì subito di averlo fatto. L’altro condomino la guardò sorpreso. Ad Eloisa parve che l’uomo avesse capito tutto, ma naturalmente quello non fece alcun commento.Aspettarono insieme l’ascensore e sentì gli occhi del vicino ispezionarle tutto il corpo.Le venne voglia di gridare: “Si, ho appena finito di fare un’orgia. Mi hanno scopato in tre e mi hanno riempito la gola ed il viso di sborra e poi non contenti mi hanno fatto bere tre bicchieri di piscio. Mi hanno scopato ed inculato contemporaneamente e per verificare l’elasticità della mia fica mia hanno anche trombato in due nello stesso momento”. Ovviamente non disse nulla, lasciando che l’uomo giungesse da solo alle conclusioni.Entrarono nell’ascensore ed Eloisa si accorse che emetteva uno strano odore. Nel piccolo locale dell’ascensore non potevano esserci fraintendimenti: emanava un forte odore di sesso.L’uomo forse capì o forse no. Però si fece avanti e si presentò. Le disse di essere il condomino del settimo piano ed Eloisa rispose dicendo che lei, invece, abitava all’ottavo. Lui colse l’occasione al volo e le lasciò il proprio numero di telefono, giustificandosi dicendo che se le fosse servito qualcosa non aveva che da telefonare. Ad Eloisa quell’informazione sembrò inequivocabilmente un invito…L’ascensore arrivò al settimo piano lasciandola finalmente sola.Entrò in casa, si liberò dei vestiti e si precipitò a lavarsi i denti. Con la bocca finalmente fresca, s’infilò sotto la doccia passandosi più volte lo shampoo ed il bagnoschiuma. Desiderava togliersi dalla pelle l’odore di sesso e di urina che si portava dietro.Uscì rinfrescata anche nella mente.Si asciugò ed ancora nuda si osservò allo specchio. Sul viso non portava più i segni della recente orgia; ma la fica era color rosso fuoco ed il culo presentava delle piccole abrasioni intorno all’ano. Le doleva sia la vagina sia il piccolo buco.Cercò di trovare sollievo con una pomata, ma l’indolenzimento ed il bruciore erano costanti ed intensi.S’infilò la tuta senza alcun indumento intimo e si distese sul letto cercando di riposare. Si addormentò. Il marito entrò in casa e la chiamò a gran voce. Eloisa, però, era nel pieno del sonno e non sentì l’ingresso del compagno. Solo quando l’uomo si avvicinò toccandole il braccio, lei si girò ed aprì gli occhi. Non realizzò subito dove si trovava e quasi si spaventò nel vedere il marito, pensando di essere stata colta in flagrante. Poi si rilassò appena comprese di essere legittimamente a casa propria.Il marito le accarezzò il viso e la baciò sulle labbra. Eloisa ricambiò il bacio, ma si ritrasse quando sentì la mano dell’uomo infilarsi sotto il pantalone della tuta. L’ultima cosa che desiderava quella sera era fare sesso. Il maschio continuò la manovra sino a sfiorarle le intimità. Rimase sorpreso nel verificare l’assenza di abbigliamento intimo, ma ne approfittò e le accarezzò il clitoride. Eloisa avvertì un lieve piacere, ma la reazione del proprio sesso infiammò ancor di più le parti indolenzite ed arrossate. Il dolore si presentò intenso non appena il marito le infilò un dito nella vagina. La donna cercò di mascherare la propria sofferenza e finse un piacere che non provava. Non fu una brillante idea. Dopo poco tempo il marito si liberò frettolosamente dei propri abiti e s’infilò sotto le lenzuola. Eloisa ricambiò il bacio, prendendo il cazzo in mano e segandolo con vigore. Lo sentì duro e scomparve sotto le lenzuola prendendolo in bocca. Nella sua mente continuavano ad annidarsi le immagini di quel pomeriggio, Si vedeva sul divano, penetrata da Claudio e Fabrizio mentre io me ne stavo in disparte a guardare e gustare la scena. Era nervosa con se stessa per avermi detto di amarmi, ma la cosa che più la infastidiva era che, nonostante tutto, mi amava ancora. Stava leccando il cazzo del marito e pensava a ciò che aveva subito nel pomeriggio. Fu allora che trovò le risposte alle sue domande: mi amava. Ecco perché aveva accettato ogni cosa.L’uomo le disse di volerla penetrare. Eloisa non sapeva come fare per sottrarsi ad un sicuro dolore. Si mise a cavalcioni su di lui ed accompagnò con la mano il cazzo dentro la propria fica. Nascose il viso per non far vedere al compagno l’espressione di sofferenza. In effetti, quando sentì il cazzo penetrarla nella fica, serrò i denti per il forte bruciore ed il dolore aumentò man mano che il marito le pompava la fica. Dopo pochissimi minuti finse un orgasmo in modo da liberarsi di quel cazzo. Il coniuge lo estrasse ed Eloisa tirò un sospiro di sollievo. Sapeva che il marito non l’avrebbe mai inculata perché pensava che da dietro, lei fosse vergine. Così si rannicchiò sul membro del maschio e lo succhiò sino a sentire il primo fiotto di sperma schizzarle in bocca. Raccolse tutto il liquido nella cavità orale quindi decise di ingoiare (le sembrava giusto che anche il marito potesse avere quella soddisfazione). L’uomo rimase sorpreso dal comportamento della moglie, ma le sorrise compiacendosi della nuova scelta. Le accarezzò il viso e le chiese:“Ti piace?”.“Hai un buon sapore… ma non t’illudere che lo faccia sempre” e lo disse sorridendo. Il giorno seguente la chiamai. Eloisa rispose al suo cellulare con un tono determinato ed un po’ freddo. Mi chiese subito che intenzioni avessimo ora che avevamo la cassetta compromettente. Cercai di rassicurarla, ma ogni volta il discorso cadeva sullo stesso argomento: Eloisa era terrorizzata all’idea che la cassetta potesse essere divulgata. Alla fine riuscii anche se solo parzialmente, a convincerla di stare tranquilla. Le dissi che la cassetta non sarebbe stata diffusa in alcuna maniera e questo anche se lei si fosse rifiutata di fare qualche gioco per noi.A quel punto Eloisa si preoccupò nuovamente chiedendomi delucidazioni su che tipo di gioco intendessi. Le feci capire che il divertimento poteva essere soltanto erotico. Non avrei mai usato la cassetta come ricatto.Sapevo e sapevamo che la sua sola esistenza avrebbe portato Eloisa ad accettare ogni nostra richiesta.Infatti, le proposi di rivederci l’indomani sempre alla villa di Fabrizio. Eloisa mi chiese quanti eravamo, questa volta. La rassicurai dicendole che avrebbe trovato di nuovo “soltanto” noi tre maschi, calcando il tono della voce sul termine soltanto e sulla parola maschi. L’indomani Eloisa pranzò con il marito. Terminato di mangiare si sedettero insieme sul divano a rilassarsi davanti alla televisione. Il programma non era interessante ed Eloisa cadde facilmente assorta nei suoi pensieri. Non sapeva cosa l’attendeva quel pomeriggio alla villa di Fabrizio e la cosa nel contempo la preoccupava e la eccitava. Si ritrovò a pensare cosa indossare per l’occasione e stava cominciando a bagnarsi quando fu riportata alla realtà dal marito che le stava formulando con insistenza una domanda. Vedendo l’assenza mentale della moglie, l’uomo le chiese se andava tutto bene e lei lo rassicurò baciandolo, sfiorò il membro e lo sentì reagire, si accovacciò, abbassò la cerniera dei pantaloni, lo tirò fuori e si mise a pompare. Dopo un paio di minuti si ritrovò la bocca piena di sborra; senza pensarci ingoiò. Sollevò la testa e disse:“Avevo voglia del dessert”. Alle ore 16 finalmente Eloisa rimase sola. Era in ritardo. Si affrettò a prepararsi. Andò in bagno per farsi un bidè e mentre sciacquava le sue parti intime pensò a cosa serviva lavarsi se di lì a poche ore il suo corpo sarebbe stato coperto di sborra e, forse, anche di pipì, ma continuò a pulirsi. Prese la pochette dei trucchi e, davanti allo specchio, si mise un accenno di fard sulle guance; prese il rossetto e dipinse di rosso acceso le labbra carnose. Quindi si sistemò i capelli. Completamente nuda uscì dal bagno ed entrò nella camera da letto. La finestra era aperta e si accorse solo allora che di fronte un uomo era affacciato ed aveva una visuale perfetta della sua casa. Lo fissò sfidandolo, ma non abbassò la tapparella, facendosi vedere come madre natura l’aveva creata.Ignorò il guardone e cominciò a vestirsi.Indossò le solite calze nere autoreggenti accompagnate dal reggicalze dello stesso colore. Prese una maglia in licra, molto aderente, a la infilò sopra il seno nudo. Aprì l’armadio e prese una gonna molto corta con due spacchi ai lati profondi sino ai fianchi.La indossò e si guardò allo specchio.Già così faceva girare la testa, ma mancava l’ultimo tocco.Aprì la scarpiera e prese il paio di stivali neri con un tacco a spillo di dodici centimetri. Si sedette sul letto e fece un po’ di fatica per calzarli, ma il risultato finale fu da mozzare il fiato. Si girò verso la finestra e l’uomo, naturalmente, era ancora affacciato. Lo salutò con la mano ed abbassò sorridendo, la tapparella.Dall’attaccapanni prese uno spolverino lungo, afferrò di corsa le chiavi della macchina e scese.In ascensore si dette l’ultima sistemata ai capelli. Uscì dal portone e si sentì gli occhi addosso di due altri condomini. Capì che non passava inosservata. Si affrettò a raggiungere la macchina e finalmente fu sulla strada in direzione della villa di Fabrizio. Afferrò il telefonino e mi chiamò per dirmi che avrebbe tardato di qualche minuto. Le dissi che non c’era alcun problema e che l’avremmo certamente aspettata.Con quasi dieci minuti di ritardo, Eloisa si presentò davanti al cancello della villa. Scese dall’auto e si liberò dello spolverino abbandonandolo in macchina; entrò in casa mostrando sicurezza di sé. L’abbigliamento che aveva scelto era molto eccitante e tutti e tre la salutammo dandole un bacio sulle labbra ed infilando una mano sotto la gonna.Claudio era già nudo così dopo il bacio, l’afferrò da dietro la nuca e la fece inginocchiare infilandoglielo in bocca.Eloisa si ritrovò a spompinare un cazzo con ancora la borsa nella mano. Fabrizio si allontanò in un’altra stanza, mentre io le andai dietro, le alzai la gonna e la scopai sino a farla godere; quindi con il cazzo ben lubrificato, le allargai le chiappe e la sodomizzai.Dopo alcuni minuti, la facemmo alzare. Eloisa appoggiò la borsa sul tavolo e si tolse sia la maglia sia la gonna. Chiese dove fosse Fabrizio e l’accompagnammo nella stanza da letto.Rimase a bocca aperta. Vide Fabrizio in ginocchio sul letto mentre stava inculando una ragazza. Non la riconobbe perché aveva il volto girato, ma non appena si voltò, Eloisa rimase di ghiaccio. Francesca era stata molto amica di Eloisa alcuni anni prima. Poi erano sorti dei problemi. Francesca si era ingelosita perché il suo ragazzo di allora si era invaghito, senza essere contraccambiato, di Eloisa e tra le ragazze erano nate serie e vivaci discussioni, con pettegolezzi messi in giro, specialmente da parte di Francesca nei confronti di Eloisa.Adesso se la trovava di fronte, in quella compromettente situazione. Non sapeva che fare. Ormai l’aveva vista e l’essere lì nuda, insieme a tre ragazzi, non poteva creare alcun equivoco. Mi guardò con aria interrogativa.La rassicurai ancora una volta dicendole che nulla sarebbe trapelato al di fuori di quelle mura, ma le lasciai libera scelta. Se avesse voluto, poteva tranquillamente andar via. Il segreto sarebbe rimasto tale.Eloisa rimase immobile per alcuni secondi. Il primo impulso fu quello di andare via, ma il desiderio misto al timore delle nostre ritorsioni, la convinse a rimanere.Fabrizio si staccò da Francesca e porse ad Eloisa il cazzo da leccare. La donna non perse tempo e s’inginocchiò prendendo il membro del maschio tra le mani ed avvicinandolo con delicatezza alle sue labbra. Cominciò a sentire l’odore di Francesca, ma avvertì una dolce sensazione di vittoria nel sottrarre il cazzo a quella che un tempo era stata una sua intima amica.Spompinò Fabrizio sino ad ingoiare l’intera asta e vide con soddisfazione che Francesca stava lavorando da sé per continuare quello che l’uomo aveva interrotto.Il viso di Eloisa era a pochi centimetri dalle chiappe di Francesca e Fabrizio fu illuminato da un’idea.Prese la testa di Eloisa e la costrinse a pompare più velocemente, quindi prima di raggiungere l’orgasmo, liberò il proprio cazzo dalla presa delle labbra di Eloisa e lo poggiò sulle chiappe di Francesca ricoprendole dell’abbondante sborrata.Eloisa rimase delusa dalla scelta dell’uomo, ma immediatamente dopo capì le sue intenzioni.Fabrizio le allungò la mano dietro il capo spingendola verso il culo di Francesca. Le intimò di leccare lo sperma caduto sulle chiappe dell’amica ed Eloisa cominciò timidamente ad obbedire al desiderio del maschio.Fece sparire lo sperma dal culo di Francesca, ma il suo lavoro di lingua non terminò. Continuò a leccare l’altra donna che si concesse piacevolmente alla lingua dell’amica ritrovata. Francesca con le mani allargò le chiappe, invitando Eloisa a sprofondare nella propria intimità.Eloisa ormai ebbra di libidine, cominciò a leccare le parti nascoste di Francesca. Affondò la lingua nel culo della donna sodomizzandola con la punta. Francesca socchiuse gli occhi e gustò ogni momento del rapporto lesbico. Eloisa scese a succhiarle la fica. Leccò le grandi labbra per poi succhiarle il clitoride, alternando le due azioni sino a far gemere di piacere Francesca.Le due donne si ritrovarono faccia a faccia e dopo un primo momento di evidente imbarazzo, si abbracciarono siglando la pace con un passionale bacio.Eloisa prese la testa di Francesca e poggiò con veemenza le labbra su quelle dell’amica. Entrambe le schiusero, intrecciando le lingue, procurando inequivocabili rumori.Claudio, Fabrizio ed io ci gustammo la scena, eccitandoci ancor di più, ormai pronti ad entrare in azione. Le menti delle due donne erano inebriate di piacere e la nostra presenza non era assolutamente un limite alla loro voglia di eros.Eloisa si distese sul letto con le cosce spalancate.Francesca le schioccò un altro bacio, quindi si mise delicatamente a cavalcioni in posizione sessantanove.Eloisa sollevò leggermente la testa e si aggrappò alle chiappe dell’amica; le allargò ed affondò la lingua nella fica.Francesca scomparve tra le gambe della compagna, gustando il sapore della sua vulva e la turgidità del clitoride.Presto cominciarono a godere.Mi alzai avvicinandomi alla fica di Eloisa. Spostai leggermente il volto di Francesca, mi inginocchiai sul letto e penetrai con forza il sesso di Eloisa. Scivolai facilmente all’interno della fica già bagnatissima e pronta all’uso. Francesca mi lasciò spazio, ma se ne ritagliò uno suo nel quale alternava le leccate sul clitoride dell’amica e sulla parte del mio cazzo che usciva dal sesso della donna.Claudio andò vicino al volto di Eloisa distogliendola dalla fica dell’altra donna. Lo prese tra le mani e lo spinse verso il proprio membro. Eloisa spalancò le labbra accogliendo in bocca il cazzo dell’uomo. Lo spompinò senza trascurare, però, la fica di Francesca che godette con le mani dell’amica.Fabrizio cercò un posto e lo trovò tra le labbra di Francesca. La prese per la nuca costringendola ad abbandonare la fica di Eloisa ed a dedicare le proprie attenzioni esclusivamente al proprio cazzo.La prima a godere fu Eloisa. Con repentini movimenti del bacino e con le urla strozzate dalla grandezza del cazzo di Claudio, raggiunse l’orgasmo senza però fermare i propri movimenti.Claudio abbandonò la bocca della donna, prese le chiappe di Francesca, le allargò ed invitò Eloisa a leccarle il culo.Naturalmente la femmina esaudì il desiderio dell’uomo e preparò per bene l’ano dell’amica. Claudio sodomizzò Francesca con un gesto improvviso, violento e repentino. La ragazza trattenne il fiato nel sentire la verga di Claudio trapanarle il culo ed interruppe per alcuni secondi la pompa di Fabrizio. Uno schiaffo di questo, però, la ridestò e riprese a succhiarlo, mentre Claudio le dilaniava il culo.Fabrizio ed io cambiammo partner. Andai ad occupare la bocca di Francesca con il mio cazzo, mentre Fabrizio mi sostituì nella fica di Eloisa che nel frattempo aveva trovato una nuova occupazione per la propria bocca: stava leccando il culo di Claudio.Questa volta toccò proprio a Claudio l’onore della sborrata che scaricò completamente nel culo di Francesca. Rimase fermo dentro l’ano della donna sino a quando non gli venne lo stimolò inondandole il deretano di caldo piscio.Terminata l’opera, sfilò il cazzo dal culo di Francesca, stringendole le chiappe così da non farle perdere la preziosa miscela.Francesca mi guardò facendomi cenno con gli occhi di lasciarla andare. Infatti, le sfilai il cazzo dalla bocca. Libera da ogni appiglio, Francesca si alzò in modo tale che il proprio culo fosse diretto sul volto di Eloisa. Sapeva che la mistura di piscio e sperma sarebbe colata dal buco del culo come una copiosa sborrata e volle fare in modo da ricoprire il volto dell’amica di quello strano, disgustoso, ma eccitante cocktail.Eloisa rimase immobile, impossibilitata al minimo movimento dalle gambe di Francesca, strette intorno al suo capo.Istintivamente Eloisa aprì la bocca. Quello strano liquido le colò soprattutto sul viso, ma riuscì a deglutirne in misura soddisfacente.Fabrizio ed io, eccitatissimi da quell’ultima scena, ci mettemmo in piedi, davanti al volto di Eloisa, e ci smanettammo sino ad inondarle il viso già sporco, di altra abbondante sborra. Eloisa rimase stesa con il viso impiastricciato di sborra e piscio. Francesca strisciò sul corpo dell’amica, succhiandole i capezzoli e scendendo giù sino a trovarsi con il volto tra le cosce della compagna. Le allargò le cosce ed affondò nuovamente la lingua nella fica.Le tintinnò il clitoride con la punta, la leccò e la penetrò con la lingua.Eloisa tenne la testa dell’amica stretta a se e quando raggiunse l’apice del piacere, strinse le cosce intorno al collo di Francesca, dimenandosi come una pazza sentendo l’orgasmo montare violentemente dentro di sé. Fabrizio chiamò Francesca ed insieme andarono nel bagno. Fece mettere Francesca in ginocchio accanto al water e Fabrizio, in piedi, pisciò nella tazza. Prese la testa della ragazza e la infilò nel gabinetto. Francesca si mise carponi, mostrando il culo ed invitando il maschio a sodomizzarla. Infatti, Fabrizio le andò dietro, le allargò le chiappe e le infilò la verga nel culo.Con le mani spinse la testa della femmina sempre più in giù nel gabinetto intimandole di leccare ogni goccia di piscio. Francesca tirò fuori la lingua ed eseguì l’ordine sino a far scomparire ogni traccia di pipì da dentro il sanitario.Eloisa nel frattempo era entrata anche lei nel bagno per pulirsi il volto che portava i chiari segni del piscio e della sborra; la seguii e le dissi che appena Fabrizio avrebbe terminato, lei avrebbe preso il posto di Francesca.Eloisa si pulì il volto e non appena ebbe terminato, vide Fabrizio che la chiamava vicino. Si avvicinò e l’uomo la prese per il capo e la spinse in ginocchio. Sfilò il cazzo dal culo di Francesca e sborrò sul volto di Eloisa. Mentre sborrava le disse che nessuno le aveva dato il permesso di pulirsi ed ora doveva tenersi la sborra sulla faccia sino a nuovo ordine.Eloisa abbassò la testa.Intanto Francesca aveva liberato il gabinetto, perciò mi misi a pisciare nel cesso.Presi Eloisa per i capelli e la spinsi con la testa dentro il sanitario.Claudio ci aveva raggiunto in bagno e vedendo Eloisa carponi con la testa dentro il water ed il culo in bella mostra, mi precedette ed inculò la donna. Allora dissi a Francesca di spompinarmi e così fece. S’inginocchiò al fianco dell’amica ed afferrò il mio cazzo tra le labbra, succhiando come un’esperta pompinara. Intanto sia le mie mani che quelle di Claudio spingevano la testa di Eloisa in fondo al gabinetto. Anche lei, come prima Francesca, badò a pulire con la lingua ogni singola goccia di piscio e terminò soltanto quando la pozza del cesso tornò trasparente.Allontanai Francesca. Claudio smise di inculare Eloisa. Entrambi ci segammo sopra la testa della donna che continuava a leccare la tazza del water. Sborrammo entrambi sui suoi neri capelli ed il bianco della sborra strideva per il contrasto con il colore scuro della sua chioma.Eloisa si tirò su, rimanendo però in ginocchio ed appena si girò verso di noi, il flash della macchina fotografica scattò. La immortalammo con il volto ed i capelli sporchi di sborra. Lasciammo le due femmine nel bagno per darsi una pulita.Dopo alcuni minuti uscirono e dicemmo loro di sdraiarsi per terra. Claudio, Fabrizio ed io ci mettemmo in piedi sopra le loro teste e scaricammo una lunghissima pisciata che andò a bagnarle sulla faccia e tra i capelli.Ormai soddisfatti, ci sedemmo sul divano e dicemmo loro di andare via.Francesca si alzò immediatamente, si vestì senza nemmeno passare dal bagno e scomparve nella sua macchina.Eloisa tardò di qualche minuto perché preferì andare a lavarsi un’altra volta. Indossò la minigonna con gli ampi spacchi e la maglia. Le calze miracolosamente non avevano subito alcuna smagliatura. Uscendo dalla villa si mise a sculettare, anche costretta dagli alti tacchi degli stivali. S’infilò in macchina ed anche lei scomparve. Tornado a casa Eloisa avvertì un gran bisogno di bere.Nelle ultime ore aveva ingoiato soltanto sborra e piscio e la gola reclamava un po’ di sostanze sane e, soprattutto, insapori.Si fermò davanti ad un bar di un piccolo paese.Non pensò di prendere lo spolverino e questo si rivelò, forse, un errore fatale.Infatti, entrò nel bar con una mise da mozzare il fiato. La gonna, già cortissima, non nascondeva nulla grazie agli spacchi laterali. La maglia aderentissima mostrava i capezzoli ancora turgidi e, soprattutto, l’espressione di Eloisa non dava adito a dubbi: era stravolta, ma allo stesso tempo ancora eccitata.Non se ne accorse subito. Ordinò un bicchiere di the freddo ed attendendo che il barista la servisse, si girò e contò sei uomini che continuavano a fissarla.Cominciò ad avere paura.Bevve frettolosamente il the e andò alla cassa per pagare.Prendendo dalla borsa le monete, una ne cadde a terra e si piegò per prenderla. Non pensò che piegandosi, la gonna avrebbe mostrato anche quel poco che teneva nascosto, ma quando se ne accorse un paio di mani si erano già impossessate del suo culo…
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