Quasi ogni giorno tornando dall’università’ incontravo la signora Emilia. Io ventenne, abbastanza popolare con le ragazze della mia età. Pero’ non posso contare quante volte mi sono masturbato pensando a quello che volevo fare ad Emilia. Lei quarantenne, piccolissima, diminutiva di statura e peso, ma con un corpo adornato da un culo e tette da favola. Una bamboletta. Sempre cosi’ gentile, allegra, per me era la donna delle mie fantasie. Tanto che mi sono lasciato con la mia ragazza perché l’ultima volta che abbiamo fatto l’amore l’ho chiamata Emilia.Due settimane fa’, entro dentro al portone di casa, e un giorno che era stato al massimo mediocre, era in piena ripresa quando vedo Emilia che aspetta l’ascensore. Mi vede , sorride con quel sorriso micidiale e mi saluta.”Ciao Paolo. Come va?””Bene ora.” Le rispondo. Parliamo due tre minuti al massimo e’ l’ascensore interrompe il nostro dialogo insensato. Apro le porte la faccio entrare, poi entro io, e all’ultimo momento sento il signor Antonio che strilla “aspettate”. Io che sempre spero nell’opportunità’ di essere solo con lei, sono scocciato. Pero’ aspetto per il settantenne, e lo faccio entrare. Nel solito combattimento per posizioni che avviene in un ascensore, io sono finito contro la parete posteriore, Emilia e il Signor Antonio sono fianco a fianco davanti a me. Per quei cinque piani mi lascio andare e guardo quel culo perfetto adornato da jeans cosi stretti che sembrano pitturati. Vi posso dire che nel dipartimento di cazzi, Dio e’ stato generoso con me. Guardando quel culo per trenta secondi aveva avuto il suo effetto. L’ascensore si ferma, io prontamente mi copro la patta con due libri che avevo in mano, e il signor Antonio non c’e’ più. Lei richiude le porte, mi sorride di nuovo, pressa il bottone e due secondi dopo sta aprendo di nuovo le porte. Mi guarda mentre comincia a chiudere le porte e con quell’occhioni verdi mi dice. “Non sapevo che guardandomi il culo per 5 secondi ti mandasse cosi’ di giri.” Sbatte la porta e se ne va’. Ora io non sapeva se era incazzata, o stava scherzando. Cosi aspettai un ora , e poi scesi giu’ dall’ottavo piano e suonai alla sua porta. Vedo la luce sparire dall’occhiolino e due secondi dopo mi apre sorridendo. “Ciao” mi dice, mentre da dentro l’appartamento sento un ‘altra voce femminile.”Chi e’ Emilia?” “Niente mamma e’ Paolo. I figlio della signora di sopra.” Si rigira verso di me.”Sei venuto a scusarti?” Mi chiede con una faccia che non riesco a decifrare. Impacciato, le dico “si.””Beh. Comincia….vediamo che hai da dire.” Allora era veramente incazzata, tutti I miei castelli in aria, cascati, frantumati su quel pavimento di marmo.”Scusami Emilia, tu… lei, e cosi bella che tante volte no posso farne a meno. No sono mica un morto.” Mi interrompe, e mi chiede.”Hai mangiato?”Le rispondo un po’ confuso, di no, perché sono solo in casa per tutta la settimana. “entra e levati le scarpe.” Mi dice. Chiude la porta e mi dirige verso la cucina. “Mamma, questo e Paolo.” Una donna che a prima vista non sembrava vecchia abbastanza di essere la madre di Emilia. Mi da la mano.”Molto piacere. Carmela”. “Paolo e’ orfano questa settimana, percio’ resta a mangiare con noi.” La madre di Emilia, era una giovane mamma, che aveva le stesse dimensione di Emilia, solo un più grassottella in tutte le parti del corpo. Dopo tutto, a parte qualche ruga qui’ e li’ era ancora una donna attraente. Vestita con una vestaglia, che lasciava vedere la maggior parte delle gambe che ancora sembravano in buone condizioni.Ancora confuso, mi sedetti, ed Emilia mi accomodo’ con un bicchiere di vino. Lo stesso che stava bevendo Carmela. Parlammo del piu’ e del meno durante il pranzo, ci spostammo nel salotto. Emilia si ando’ a cambiare, e quando torno nel salotto, si presento’ con un vassoio con il caffe’. La Madre si sedette su una poltrona davanti a me, Emilia si sedette di fianco a me a un metro di distanza. Carmela spostandosi, avanti e dietro per prendere e posare la tazzina del caffe’ aveva fatto in modo che la sua vestaglia si fosse aperta e tirata su abbastanza da far intravedere un pezzo di mutande. Emilia mi guarda e mi sorprende di nuovo. Per due volte in un giorno mi ha pescato, prima a guardarle il culo, e adesso a guardare le mutande alla madre. Mi da un sguardo un po’ strano, poi di un tratto, la madre si alza e va in cucina. Lei approfitta per farmi una romanzina. “Ma che sei perverso? Mia Madre ha 63 anni. E tu sei li a sbriciarle le gambe e chissà cos’altro.” Il suo discorso e’ interrotto dalla madre che la chiama dalla cucina. Anche essa va in cucina e mi lasciano solo nel salotto. 5 Minuti dopo, le vedo tornare tutte e due. La madre is rimette al posto di prima, io, per non sbagliare di nuovo non la guardo nemmeno. Emilia comincia a parlare un insensato discorso del piu’ e del meno con me e la madre. La prima volta che Carmela interviene, mi giro e vedo che le sue gambe aperte un po’ di piu’ di prima, ed ora non ha piu’ le mutandine. Lei mi guarda, e senza darmi il tempo di riprendermi, apre un po’ di piu’ gambe, abbastanza per intravedere un striscia radente di peli nerissimi.”Ma ti piacciono tanto le donne anziane come me?”Colto di sorpresa, mi giro verso Emilia che ora aveva un sorrisetto strano.”Sei proprio incorreggibile. Adesso stai guardando la passera a mia madre”.Ormai mi sentivo come un essere vile. Mi alzo e mene vado. Pensai.”No. Non ti offendere. Non devi andare.””Scusa, non volevo, e’ solo che e’ li proprio davanti a me. No volevo mancare di rispetto.” Carmela mi guardo di nuovo, sorridendo, Emilia si alza dal divano, e si toglie la sua vestaglia. Io rimango di stucco, e mi chiede.”Ti piaccio?”Ora piu’ confuso di prima, le rispondo. “Questo gia’ lo sai. Mi hai gia’ pescato che ti guardavo il culo nell’ascensore. Che cosa significa tutto questo?”Carmela, si tolse la vestaglia, e anche lei ha un corpo ancora attraente. Le tette un po’ pendenti, ma di misura piu’ grande. Si alza e si gira, mi fa vedere il suo culo. Piu’ pieno, piu’ rotondo.”E il mio di culo, lo vuoi?” Per la prima volta notai un accento siciliano. Sto sudando, mi stanno torturando, e si divertono. Carmela si avvicina, mi mette le mani sulla patta dei pantaloni e sorridendo, guarda verso Emilia, che a suo turno risponde con,”te l’avevo detto che lui era giusto”.Mentre Carmela e ora occupata a spogliarmi, io, tra la confusione, e la perversione, pensavo… Giusto per che cosa?Prima che potessi chiedere alcuna domanda, Emilia aiuto’ Carmela, ed ora sono in piedi nudo tra la poltrona e divano. Carmela in ginocchio davanti a me, mi divora le palle, e poi lentamente gioca con il mio cazzo, come se fosse l’ultimo gelato al mondo. Emilia, e’ seduta sulla poltrona, che sta facendo l’amore con il mio culo. Allargo’ le mie natiche, e comincio’ a giocare con il mio ano. La madre mi spompina da professionista, e la figlia cerca di penetrarmi il culo con quella linguetta diabolica. Dopo un paio di minuti, di questo completo lavaggio, levo di forza il cazzo dalla bocca della vecchia e mi giro verso Emilia. Le spingo le gambe su I braccioli della poltrona e cominciò torturare un grilletto che era esposto e pronto. Passavo la lingua tra I solchi di una passerina depilata, e ogni tanto mordicchiavo quel pistolino, solo per strappargli gemiti e strilletti. Ero intento a gustarmi una fantasia che era stata la causa di molte smanettate notturne, quando Carmela, che era ora dietro di me, comincio dove la figlia lasciò. Dopo pochi secondi, mi allargo le natiche e comincio a penetrarmi con un dito. Era la prima volta in vita mia che il mio ano era invaso. Mi fermai immediatamente e cercai di fermarla. Emilia, disturbata dal fatto che la mia lingua non era piu’ su di lei. Si alzo’, si mise alla pecorina con quel culo favoloso davanti a me. E mi disse. Tu puoi fare a me quello che lei fa a te’. Se vuoi, se no, non ci tocchi e te ne puoi andare. La guardai stupefatto, e le chiesi il significato.Il mio cazzo, ora in piena ritirata, le donne si guardarono, e Carmela parlo’.”Ti piace il culo di Emilia. Lei te lo da’ soltanto se tu dai il tuo a me.” Io ridendo, le ricordai che lei non aveva la caparbietà di fare a me quello che io volevo fare ad Emilia.Con una gesto fulmineo, Carmela, apre un cassetto e mi fa vedere un cazzo di lattice nero attaccato ad una paio di mutande di pelle nere. E con un sorriso diabolico mi rispose.”Si che le ho!”Rimasi senza parole. Il mio sogno, le mie fantasie stavano evaporando velocemente. “Che c’e?” Disse Emilia. “Tutto va bene quando voi uomini volete sfondarci il culo con in vostri cazzi. Ma non vi siete mai chiesti se a qualcuna di noi piace fare la stessa cosa. Io il mio culo te lo do, e volentieri. Mi piace sentire un cazzo affondarmi nelle viscere. Godo quando ho un coso grande come il tuo che mi trapana straziatamene finche mi riempie il culo di sperma. Io e mia madre ti guardiamo il culo tutti I giorni. Ci piace e’ un bel culo. Come tu fai a me. Lei vuole il tuo culo, e forse pure io. Tu vuoi il mio. Che se ne fa?”La guardai imbambolato. Era impossibile. Solo a me doveva capitare che una donna delle mie fantasie dovrebbe essere strana. Era strano, il suo comportamento, le sue richieste. Donne normali non fanno sogni del genere. Io sognavo di sfondargli il culo, ma il mio non e’ stato mai usato per nessun altro motivo che di quello naturale. Carmela mi riporto alla realtà quando con una mano mi accarezzò tra le natiche.”Lasciati fare. Non te ne pentirai.” Mi disse. E poi allargando le natiche di Emilia, continuò,” Guarda questa rosellina come e’ bella. Io lo sfondata molte volte. Sarebbe bello sentirla gemere e guardarla tremare mentre la infilzi con quel coso che ti ritrovi, no? Forse vuoi il mio? Puoi avere anche quello. Guarda.” Disse mostrandomi il suo forellino.Con quella parola, Emilia si alzo, e indosso il cazzo finto, dimensione notevole. Prese la madre per mano e la fece mettere alla pecorina davanti alla poltrona. Dopo avergli leccato il culo e la passera per bene. Tra I gemiti e fremori, la vecchia allungò la mano verso di me e mi diete un tubicino di lubrificante. Lo passai sull’ano, che era gia’ abbastanza bagnato. Emilia, comincio’ penetrarla con un dito, poi due. “Dai mammina. Fatti sentire. Fai vedere che puttana che sei.” Tre dita”Si, cara ..dai… di più, allargami per bene. Ahh … su ancora.” Quattro dita.Mentre la vecchia stringeva il cuscino della poltrona, il mi cazzo era di nuovo fumante e pronto per azione. Emilia, tolse le dita dal culo della madre, e punto quel cazzone nero sul forellino, e comincio ad affondarlo. Devo ammettere che il culo della vecchia era gustoso. A bocca aperta, come se gli mancasse il respiro, la testa affondata sul cuscino guardando me, fremente e mugolando.”Dai scopagli la bocca. Mi madre e’ una puttana di prima categoria. Le piace mangiare cazzi.” Incito’ Emilia.Mi avvicinai, le presi la testa tra le mani e cominciai affondargli cazzo nella gola finche la senti tossire. Lo tirai fuori, la feci respirare e poi cominciai a fottergli la bocca come se fosse una fighetta. Mugolando, con 18cm di plastica nel culo, le vedevo tremare, il culo che era ora rossastro dallo sbattimento, ondeggiava avanti indietro combaciando ogni affondo di Emilia che stava godendosi il culo della madre. Io affondai il mio cazzo nella gola della vecchia e mi lascia andare. Sperma adornava le labbra e mento della vecchia, mentre Emilia gli casco’ addosso a causa del suo orgasmo. Quando si tolse quell’attrezzo, vidi che nell’interno delle mutande all’altezza del suo grilletto c’era un cazzetto vibrante, piccolo come un mignolo. Ci spostammo nella stanza da letto, io In mezzo e le due donne ai miei fianchi. Dopo un ventina di minuti. Carmela comincio a maneggiarmi il cazzo che prontamente si atteso’. La vecchia are davvero una che di cazzi se ne intendeva. Emilia si abbassò, e cominciò a spompinarmi, a fondo e lento. Era incredibile, con il cazzo nella bocca della figlia, Carmela mi giro su un fianco, e cominciò di nuovo a lavorare il mio culo. Lo sapevo che intenzioni aveva. Avevo paura, ma la bocca di Emilia continuava a strapparmi ogni senso di realtà.Carmela era oramai in controllo. Spostò me alla pecorina, con Emilia sotto me, con la sua bocca incollata intorno al mio membro. Carmela si sposto dietro di me, e comincio a alternare tra lingua e dita nel mio culo. Poco dopo la senti dietro di me.”Rilassati e non resistermi. Sara meglio per te.”La senti’ strusciare quel cazzo su’ e giu’ tra le mie natiche, poi punto la mia rosa e cominciò a penetrarmi lentissimamente. Quando lo spessore di quel cazzo entro’, mi parve di essere spezzato in due. Feci una smorfia di dolore, che fu immediatamente seguita da un morzetto sul mio cazzo da Emilia. Carmela si fermò per un secondo, per farmi riprendere fiato e poi comincio a penetrarmi completamente, finché senti il suo bacino contro il mio culo. La vecchia comincio prima a pomparmi lentamente, poi mentre la figlia si stava ingoiando il mio cazzo, comincio a sfondarmi il culo di gran carica. “Su lo sapevo che ti sarebbe piaciuto. Un culo come il tuo e stato fatto per sfondare.” Mi prese per i fianchi e continuò a fottermi come un comune puttana. Io venni di nuovo nella bocca della figlia, mentre la madre mi sfondò il culo finché il suo orgasmo la sorprendesse. Quando mi svegliai ero solo nel loro letto. Il culo indolenzito, mi coprì con un lenzuolo e andai in cucina dove le due donne erano intende a parlare e prendersi un caffe’.”Siediti. Se puoi.” Mi disse ridacchiando. “Vuoi un caffe’?” Le dissi di no. E dopo una chiacchierata da niente, le ricordai, che il mio culo non era piu’ vergine, ed io non avevo visto nel il suo o quello di sua madre. Ridettero a lungo. Poi Emilia mi bacio sulle labbra e mi disse. “Sono tuoi quando li vuoi.”
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