Enrico mi era sempre piaciuto un sacco come persona.Avevo per lui un’incredibile ammirazione.Forse era tutto quello che io sognavo di diventare alla sua età.A quei tempi io avevo 21 anni e lui 28.Lo avevo conosciuto in palestra e sin da subito mi aveva fatto un’incredibile simpatia ed avevo fatto di tutto per avvicinarmi a lui e conoscerlo.Era il classico figaccione. Bella presenza, discreta posizione finanziaria, una innata simpatia e tantissime conquiste femminili che gli invidiavo all’inverosimile.Dopo i primi timidi tentativi di avvicinarmi a quello che per me era, ormai, quasi un modello di vita da prendere ad esempio, Enrico mi prese a ben volere e la nostra conoscenza cominciò a rinsaldarsi sempre più.Cominciammo, così, anche ad allenarci assieme. Ed il momento che per me era quello più atteso, però – anche se ancora non ne capivo il motivo o, più probabilmente, non lo volevo accettare – era quello della doccia nello spogliatoio.In realtà, tutto era cominciato solo ed esclusivamente per l’ammirazione che provavo – anche fisicamente – per lui.Era una persona che mi piaceva… E mi piaceva anche guardarlo.Del resto aveva proprio un fisico ben fatto. Non era enorme come certi culturisti, ma ben definito.E poi c’era il suo uccello. A volte facevo fatica a staccargli gli occhi di dosso. A riposo sembrava già bello grosso, ma sotto la doccia – con l’acqua calda – raggiungeva una consistenza davvero incredibile.E dovevo trattenermi per non avere un’erezione ogni volta che lo vedevo nudo… .Anche se non ne capivo il motivo, visto che – fino a quel momento – non mi era mai passata per la testa l’idea di stare con un uomo… .A me piacevano le donne… e mi piaceva fottere con loro… .E allora cosa stava succedendo?Tutto cambiò una sera.Enrico mi chiese se volevo andare a vedere una partita dei mondiali nel suo appartamento. Ed io accettai di buon grado.Era giugno… faceva caldo… ed Enrico venne ad aprirmi con addosso un paio di boxer attillatissimi (dai quali le forme del suo cazzo venivano messe bene in risalto) e una camicia sbottonata sul quel favoloso torace.Guardammo la partita seduti sul divano, bevendo birre e commentando le azioni dei giocatori, fin quando – finita con un 2-1 – Enrico mi chiese se volevo fumarmi una canna con lui.L’erba mi ha sempre fatto rilassare un casino. E, così, dopo aver fumato, ero steso sul divano in completo relax… non pensando a nulla.Il silenzio venne rotto dalla risata di Enrico, il quale mi chiese se mi andava di vedere una cosa divertentissima.Così infilò una cassetta nel videoregistratore e sullo schermo cominciarono a scorrere le immagini di lui che si fotteva il culo della segretaria della palestra.Era una delle scene più eccitanti che io avessi mai visto. Lei era messa a pecorina sul letto e lui inginocchiato dietro le sferzava una serie di colpi di cazzo, facendola urlare di piacere come un’ossessa.Ovviamente, il mio uccello non poteva restare insensibile a tutto ciò, ma – fortunatamente – era ben contenuto dai miei jeans.Quello di Enrico, invece, cominciò a delinearsi in tutta la sua dimensione,sotto la stoffa attillata dei boxer.Lui cominciò a toccarselo distrattamente da sopra le mutande, fin quando non esclamò, nel modo più spontaneo possibile: “cazzo… m’è venuto durissimo… ..ora se non sborro domattina mi sveglierò con un gran mal di palle… .”.E, così, nel modo più naturale di questo mondo, se lo uscì fuori dai boxer e iniziò una lenta sega.Non potevo togliergli gli occhi di dosso.Era lungo almeno 20 cm… e grosso… .molto grosso… .Si accorse ben presto che lo stavo osservando con troppa attenzione e, con un sorriso sardonico, mi chiese se volevo continuare io.Non so cosa mi prese, ma mi avventai sul suo uccello duro con una tale furia che non credevo potesse appartenermi.Cominciai a segarlo, mentre con l’altra mano gli tastavo e accarezzavo i ciglioni gonfi di sperma.Ma Enrico voleva anche dell’altro e, così, in modo delicato ma deciso mi afferrò la testa e la calò sul suo grembo… Aprire la bocca ed accoglierlo mi sembrò una cosa naturalissima… Cominciai a pompare nel modo in cui avrei sempre voluto che le ragazzine che mi ero sbattuto avessero fatto con me.Succhiavo, cercando di farmene entrare in bocca quanto più possibile.Poi mi fermavo e cominciavo a leccare la cappella e scendevo fino alle palle.Senza dubbio lui doveva apprezzare molto questo trattamento, visto che lo sottolineava con frasi del tipo “bravo ragazzo… succhia così..prendilo tutto… .mmm… succhi meglio di tutte le donne che fin’ora mi sono fottuto… ”.Quando capì che stava per venire, aumentai il ritmo del pompino.Quattro… cinque… sei fiotti interminabili di caldo sperma riempirono la mia bocca e scivolarono nella mia gola… .Lui si alzò… mi disse che era stato il pompino più bello della sua vita… .Avevo ancora il cazzo durissimo nei jeans… .Lui si abbassò… .me li sbottonò e mi disse che ora toccava a lui rendermi il favore…

