Dopo una quarantina di minuti di quello spettacolo, Paolo fece di nuovo avvicinare Erica e stavolta la spogliò del tutto. Le baciò la vagina e le parlò come se non fosse accaduto nulla. – Io e Chiara andiamo di sopra a letto, preparaci un caffè e portacelo, grazie. Avrebbe voluto reagire, dirgli quanto lo detestava, ma una parte di lei non voleva andarsene così, ancora senza fiatare, nuda andò in cucina e preparò il caffè. Quando entrò nella camera da letto li trovo abbracciati, come due teneri amanti, e ne fu sconvolta più di vederli mentre facevano sesso. Le fecero poggiare i caffè sul comodino, poi Chiara le diede il permesso di mettersi in mezzo a loro nel lettone. Paolo le allargò le gambe e, a testa china, cominciò a leccarla mentre Chiara la baciò sulla bocca, tentando di insinuare anch’essa la lingua nella ragazza. Ad occhi chiusi, Erica si fece vincere ma non ricambiò il favore. Le mani dei due la palpavano ovunque. E lei li lasciò fare. -Ci vedremo domani? Le disse lui. – Si, balbettò Erica ancora confusa ma senza pensarci molto. Il giorno seguente, come le era stato chiesto, si presentò a casa di lui subito dopo l’alba. Arrivando sentì delle voci. C’era ancora Chiara, in compagnia di un ragazzo, e Paolo. – Ciao Erica – le disse Paolo – Chiara la conosci, questo è Marco. Marco era piuttosto brutto, grasssottelo anche e sembrava molto giovane d’età. Entrarono in macchina, Paolo e Chiara davanti, lei e Marco dietro. Ascoltarono musica senza parlare finchè non imboccarono l’autostrada per Firenze, poi Paolo abbassò il volume completamente. – Erica, abbassati i pantaloni fino alle scarpe! La colpì in faccia una vampata di calore. Diventò rossa in viso e tentennò qualche secondo ma si accorse del malumore di Paolo nel vederla perplessa e si convinse ad eseguire quello che sembrava un ordine. Senza guardare in faccia Marco che le era di fianco, sbottonò il pantalone che indossava, e sollevandosi quanto bastava lo fece scorrere sotto il suo sedere e infine lo abbassò fino alle caviglie. Ancora le fu chiesto di allargare leggermente le gambe. Indossava un paio di mutandine celesti con un fiocchetto molto piccolo al centro. Non perse tempo Marco che subito prese ad accarezzarle le gambe, in mezzo alle cosce. Lentamente, però , consapevole di aver tutto il tempo a disposizione. Paolo fece un cenno di consenso con la testa e rialzò la radio, quasi a volersene infischiare di quello che accadevo lì dietro. Erica accettò ancora, e per tutto il viaggio, di essere toccata, sopra le mutandine, da quelle mani inesperte e sgraziate. Anche quando lui osò di più, e si infilo nel suo intimo, e le accarezzò il pelo, senza penetrarla. Quando furono arrivati a un grosso cancello le fu consentito di rivestirsi. Era la villa di lei, un giardino enorme, quasi cinquanta metri, li accompagnò fino alla lussuosa casa desolata. Entrarono in casa e subito salirono alle camere da letto. Chiara se ne andò per i fatti suoi in un’altra camera mentre Paolo, insieme a Marco, rimase con Erica in quella che sembrava essere la camera di un adolescente. – Spogliati – le ordinò Paolo Ancora una volta in mutande, rimase in piedi ai due per qualche minuto prima che si tornasse a parlare. Fu poi fatta distendere a faccia in giù sul letto. Sempre Paolo le tirò via le mutande e la accarezzò fra le natiche. Dietro di lei cominciò a sentire i rumori di Marco che si stava spogliando e capì cosa avevano in mente. Le sembrò troppo e cercò di divincolarsi ma Paolo la teneva ferma in una morsa ferrea. Allora cominciò ad urlare, voleva andarsene, piangendo la supplicò di liberarla ma Paolo non si intenerì. Mentre la teneva sentì il pisello di Marco sfiorarla dietro. Sentì mentre le accarezzava il culo e sentì mentre si infilava dentro. – Noo, vi prego basta, fa maleeeeeee! Gridò Marco a fatica e impacciato cominciò a entrare e salire e scendere dentro di lei. La stavano violentando ma sapeva pure di essere stata lei ad averlo voluto. Finì presto ed Erica potè girarsi e vedere finalmente Marco Nudo, con il cazzo ancora imbrattato di sperma che le sorrideva soddisfatto. – Fai un altro paio di cosette per me e ti prometto che stanotte avrai il tuo premio! Ancora sdraiata, Erica dovette allora ricevere in bocca il membro, piccolo a dir la verità, di Marco e ripulirlo con la lingua. Non aveva mai fatto una cosa del genere, non lo aveva mai preso in bocca e quel sapore le sembrò insopportabile. Pensò di aver finito ma Paolo chiese a Marco di sdraiarsi lui a pancia sotto. Erica in piedi lo osservò accomodarsi, poi Paolo allargò le natiche di lui e chiese ad Erica di passare la lingua sopra il suo ano. Fece un passo indietro, continuava a ripetere di no con la testa. – Ok, se non ce la fai torniamo a casa- disse Paolo deluso. Sapeva cosa avrebbe voluto dire quel rifiuto. Ne era terrorizzata, così si abbassò all’ennesima umiliazione con la lingua si insinuo nel suo buco. Per cinque minuti, fino a quando non venne a prenderla Chiara. Uscirono dalla stanza e Chiara si preoccupò di chiudere bene la porta. Mentre si allontanava, sentì qualche gemito e un urlo di dolore di Marco.
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