PrefazioneForse questo mio racconto desterà scandalo… susciterà orrore e qualcuno mi giudicherà una persona insensibile…. Forse chi lo farà avrà ragione ma se Benigni ha potuto fare un film come “La vita è bella” che ha fatto sorridere e riflettere sull’olocausto, io nel mio piccolo potrò fare lo stesso con un racconto erotico, senza per questo mancare di rispetto alla memoria di tante vittime della follia Nazista. Per questo ho “Plagiato” un’idea suggeritami dal mio amico “Fargo” (Autore di molti racconti raccolti su questo sito) che spero non me ne voglia per questo.PrologoLa serata era stupenda, il sole tramontava lentamente dietro ai colli donando alla città una luce straordinaria, mentre la brezza leggera della sera incominciava a spirare promettendo refrigerio per la notte. Samuele Levi non poteva fare a meno di guardarsi in giro estasiato malgrado da sempre conoscesse la città.Forse era perché era così felice…. Felice come mai lo era stato in vita sua quanto mai si sarebbe immaginato di poter essere. E forse per questo tremava all’idea che qualcosa potesse accadere, che quel meraviglioso incantesimo potesse essere spezzato. Non desiderava tanto Samuele Levi, gli bastava conservare il suo posto di lavoro, gli bastava l’amore di sua moglie Rebecca e la figlia o il figlio che di li a pochi mesi sarebbe nato., ma non poteva nemmeno immaginare di perdere quanto aveva senza venire assalito da un’irrazionale terrore.Eppure qualche cosa dentro di lui continuava a ripetergli di non illudersi…. La storia del suo popolo, lunga millenni parlava chiaro. Mai vi sarebbe stata pace per gli ebrei sino al ritorno alla terra promessa. Non doveva fidarsi dei sorrisi dei passanti, della benevolenza dei superiori e dei colleghi d’ufficio… doveva stare molto attento se non voleva perdere tutto ciò che amava … tutto ciò che aveva.Solo a casa si sentiva sereno, solo con l’adorata Rebecca riusciva a dimenticare le sue paure ed a convincersi che erano infondate.Helmut Ruffler, era nervoso ed impaziente, non riusciva a capacitarsi che lei da giorni non si facesse più viva, non desse più sue notizie. Incominciò a temere che il vecchio Abramowich ci avesse messo lo zampino. Sapeva che il vecchio rabbino era un conservatore che sin dal primo momento aveva ostacolato la sua relazione con la nipote, e sapeva anche che aveva un’immensa influenza sulla famiglia.Helmuth non amava Ruth, ma non era questo che importava, ciò che importava era che lei amava follemente lui e che volevano sposarsi. La Famiglia Abramowich era una delle più ricche famiglie della Germania ed anche se non lo avessero accolto a braccia aperte, per lui il matrimonio con Ruth avrebbe aperto molte porte. Per questo non poteva arrendersi.Chiese un permesso al suo superiore e come impazzito si precipitò alla ricerca di amici e conoscenti di Ruth chiedendo se l’avessero vista.La reticenza di molti, lo convince che il vecchio doveva essere effettivamente intervenuto.Si sentì impazzire di rabbia, ma cercò di controllarsi. Si diresse verso la banca degli Abramowich e, camminando marzialmente nella sua divisa di capitano dell’esercito, entrò nell’androne principale dirigendosi verso gli uffici. Si arrestò solo quando gli si parò davanti un usciere.”Desidera signor Capitano ?” disse l’uomo con tono educato ma fermo “Sono il Capitano Ruffler e devo parlare urgentemente con il signor David Abramowich.” L’uomo annuì “Posso chiederle di che cosa vorrebbe parlare al signor Abramowich ?” Helmuth scosse imperiosamente la testa “Si limiti ad annunciarmi…” rispose “e faccia presto, non ho tempo da perdere…” aggiunse.L’usciere si allontanò non prima di aver dato ad un altro la consegna di tenere d’occhio l’altero capitano, Non ci volle molto prima che l’uomo tornasse “Mi dispiace signor Capitano, il signor Abramowich non può riceverla.-..” rispose, ed ad Helmuth parve di notare un poco di soddisfazione negli occhi dell’uomo “E’ impegnato…. Avrei dovuto immaginarlo… un uomo così importante. Le ha certamente detto quando posso tornare…” tentò Helmut, ma l’uomo scosse la testa “Il signor Abramowich ha detto che se ha intenzione di aprire un conto nella nostra Banca può considerarsi il ben venuto, il personale sbrigherà la pratica, qualunque altro motivo l’abbia spinta a venire qui non lo interessa.”.Helmuth si sentì avvampare di fronte all’arroganza di quell’uomo “Voglio vedere chi oserà impedirmi di fare ciò che devo fare…” disse non degnando l’usciere di uno sguardo. Si mosse risoluto per entrare negli uffici, ma l’usciere vigilava ed ad un suo cenno, molti altri accorsero a sbarrargli la strada. Helmuth vedeva il mondo crollargli addosso e perse la testa, cercò di sfondare il muro umano che si era eretto davanti a lui, e ne nacque una furiosa ma brevissima colluttazione al termine della quale si ritrovò gettato in malo modo in mezzo alla strada.Ma Helmuth non era certo il tipo da arrendersi e ci riprovò sino a quando non arrivarono due poliziotti ad arrestarlo, riuscì a riprendere il controllo e si allontanò accompagnato dai due poliziotti non senza lanciare all’austero palazzo della banca una lunga occhiata piena di odio.Sette anni dopoIl Tenente Helmuth Ruffler leggeva il giornale della domenica mentre suo figlio Thomas giocava stando ben attento a non disturbare suo padre. Il Tenente Ruffler era sempre di pessimo umore da quando era stato privato del suo vero grado, Capitano, per quello che la corte aveva definito “Comportamento disdicevole per un ufficiale superiore dell’esercito Tedesco. “Era ora……” esclamò rumorosamente Ruffler agitando nell’aria il giornale “Finalmente qualcuno ha il coraggio di dire alla nazione la verità !!!!” continuò ad alta voce, attirando l’attenzione di Thomas e di sua moglie Korinne. “Che cosa è successo padre ??” domandò il bambino “Senti Thomas, ascolta bene ed ascolta anche tu Korinne “La Germania è una nazione allo sbando, in cui i tedeschi si ammazzano di lavoro senza riuscire a guadagnare quanto serve per far vivere decorosamente le proprie famiglie, l’esercito si sgretola giorno dopo giorno sotto il gioco dell’assurdo trattato di pace e tutto mentre pochi parassiti ingrassano giorno dopo giorno sfruttando il nostro popolo.” Fece una breve pausa e subito riprese “I posti chiave della nostra economia sono ormai controllati da Ebrei avidi e senza scrupolo, che si dichiarano Tedeschi ma non tengono in alcun conto i bisogni della nazione ….”.Lesse avidamente Helmuth, poi si interruppe e fissò il figlio Thomas e sua moglie Korinne”Che cosa vi ho sempre detto io ?? Non vi ho sempre detto che gli ebrei sono come una pestilenza… finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di dirlo…. Cazzo questo Hitler ha le palle…” concluse suscitando la reazione di sua moglie “Helmuth ti prego non usare quel linguaggio di fronte al bambino…” Helmuth prese tra le braccia il figlio “Questo non è un bambino, ma un futuro soldato… qualche parolaccia non gli farà male…”.Il tenente Ruffler fissò il giovane figlio orgoglioso, per lui era ormai tardi, ma suo figlio avrebbe avuto tutto quanto gli era stato negato per colpa degli Ebrei, ne era certo.Hitler era assai popolare, e lo diveniva sempre di più giorno dopo giorno. Helmut decise che doveva avere una parte più attiva. Hitler cercava seguaci nell’esercito, e quel giorno ne aveva trovato uno……….Samuele Levi guardava la sua bambina giocare camminando ancora incerta nel grande prato del parco e non poteva impedirsi di sorridere a quella vista. Debora era una bambina bellissima, sempre sorridente e piena di gioia di vivere, Avrebbe potuto considerarsi un uomo felice se non fosse stato per quel continuo e sordido timore… quella sorta di presentimento che lo rodeva come un tarlo invisibile e che da qualche tempo si era fatto più forte ed insistente.A Samuele Levi non piacevano le squadracce in camicia nera che giravano sempre più spesso in città, non piaceva quel Mussolini che diventava ogni giorno più potente e soprattutto non piacevano i rapporti sempre più intensi che l’Italia intratteneva con la Germania. A Samuele Levi non piaceva soprattutto la Germania e quello che si sussurrava incominciasse ad accadere in quel lontano paese……..Dodici anni dopoIl Maggiore Ruffler guardava con orgoglio suo Figlio Thomas che prestava giuramento nell’impeccabile divisa nera delle SS. Era orgoglioso di quel ragazzo che comprendeva i suoi ideali, e che già tante volte si era dimostrato intelligente ben oltre la media dei ragazzi della sua età. A soli diciassette anni Thomas si era arruolato nelle SS ed in pochi mesi si era guadagnato il rispetto dei camerati e dei superiori sino al punto di essere ammesso al corso per ufficiali. Helmuth non aveva nemmeno dovuto usare la sua crescente influenza.Il ragazzo lo adorava e lui lo avrebbe ricompensato con una piacevole serata da camerati, era giunto il momento di spiegargli anche gli ultimi segreti della vita.Dopo la cerimonia Thomas lo raggiunse, era raggiante e lo si vedeva, con lo sguardo cercò sul viso del padre la soddisfazione che egli stesso provava e la trovò , ma le parole di Helmuth si mantennero austere “Complimenti figliolo, ma ricordati che la strada è ancora lunga…” gli disse e Thomas annuì anche se non sapeva bene che cosa realmente lo aspettasse.Andarono in una birreria e si sedettero ad un tavolo appartato “Scommetto che ti piacerebbe sapere che cosa succederà adesso ???” domandò Helmuth e Thomas annuì “Posso già dirti che non andrai al corso ufficiali…” iniziò Helmuth e lesse tutta la delusione sul volto del figlio, per cui si affrettò ad aggiungere “Non a quello ufficiale almeno…..” e la delusione sul volto del figlio si tramutò in perplessità “Cosa significa non a quello ufficiale ???” domandò.”Significa che si può servire la patria in molti modi, a secondo delle proprie caratteristiche…. Tu sei sveglio ed intelligente, i tuoi superiori ritengono che tu possa dare il tuo meglio in incarichi che sfruttino a pieno queste tue capacità. Devi sapere che la Germania ha molti nemici, siamo circondati da nemici, L’esercito si sta preparando a fronteggiarli, ma a volte la sola forza non basta…” continuò enigmatico Helmuth, compiacendosi dell’effetto che quelle parole avevano su Thomas.”Negli anni che verranno dovremo difenderci da questi nemici, a volte subdoli e nascosti, ma dovremo anche preparare al meglio l’avanzata delle nostre truppe quando verrà il momento di riappropriarci di quanto ci è stato ingiustamente sottratto in passato… persone come te, potranno essere molto utili allora… per questo sei stato destinato al servizio segreto.…” concluse Helmuth. Thomas lo fissava senza riuscire a proferire parola, confuso dalle molte emozioni che l’attanagliavano.Da una parte era orgoglioso di essere stato scelto per un simile compito…. Anche se non sapeva bene di che cosa si trattasse…. D’altra parte, si sentiva deluso di non poter proseguire la sua carriera nell’esercito… di non poter aspirare a conquistare la gloria sui campi di battaglia, alla fine, come si aspettava Helmuth, ebbe la meglio il carattere orgoglioso e pugnace di Thomas “Ma padre, non è possibile… io sono nato per combattere….”Protesto “E combatterai….. con le armi più potenti che possiedi…. Tutti sono capaci di vincere il nemico con armi più potenti… pochi sono capaci di farlo con l’intelligenza e l’astuzia… e la patria a bisogno di questi uomini… ha bisogno di te….”.Le proteste di Thomas continuarono ancora a lungo, ma Helmuth si era preparato e sfruttando la sua grande influenza sul figlio riuscì a fagli cambiare idea ed ad appassionarsi alla cosa.”Bene figliolo, si è fatto tardi, andiamo a cenare….” Disse Helmuth, e lo condusse in un buon ristorante, non mangiò molto, mentre Thomas con l’appetito tipico dei giovani della sua età divorò letteralmente le portate, dopo cena, Helmuth estrasse un sigaro e se lo accese, dopo ne porse uno anche a Thomas “Sei un uomo ormai…” disse, ed il ragazzo accettò con entusiasmo anche se più volte tossì con forza per l’acre fumo. “”Ormai ci possiamo considerare camerati oltre che padre e figlio perciò dimmi Thomas, con le ragazze come te la cavi ???” domandò Helmuth… il ragazzo non trattenne un leggero rossore”Ho poco tempo padre…. Dobbiamo studiare molto….” Helmuth scosse la testa “Male ragazzo…. Non bisogna mai trascurare le donne…. Esse spesso sono la chiave di tutto….” Disse, e dentro di se provò ancora una fitta dell’antica rabbia verso Ruth e la sua famiglia , la represse e continuò “Le donne sono molto importanti… primo perché sono belle e piacevoli e questo non guasta, secondo perché spesso sono a conoscenza di molte cose e un abile corteggiatore può carpire loro molti segreti….. nel tuo futuro incarico avrai modo di constatarlo tu stesso, comunque se non vuoi rispondere conosco il modo per avere comunque la risposta….” Disse enigmatico Helmut e subito dopo si alzò. Pagò il conto e lasciarono il locale.Presero una carrozza e dopo un tragitto di una quindicina di minuti scesero. Hemut prese sotto braccio il figlio e s’incamminò verso un palazzo elegante e ben illuminato.All’ingrasso i camerieri lo riconobbero e lo salutarono, poi venne loro incontro una donna elegantissima, con un audacissimo vestito color oro in cui il bordo della gonna arrivava appena sopra al ginocchio e decisamente molto bella”Helmuth carissimo, che piacere rivederti…” ridacchiò andando ad abbracciarlo “E questo bel giovanotto chi è ???” domandò rivolgendosi a fissare Thomas “Ti presento mio figlio Karla in città si dice che nessuno diventi uomo senza venirti a trovare…. Così….” Rispose Helmuth.”Avevi in mente qualche cosa di particolare ???” domandò Karla “Veramente no, tranne che credo che il ragazzo abbia bisogno di mani esperte…. Credo che sia un poco imbranato….”Ridacchiò Helmuth e Thomas arrossì. Karla rise. E chi non lo è stato ??? Comunque per un cliente come te il meglio…. Mi occuperò personalmente di lui… anzi mi occuperò personalmente di entrambi ti va ????”.”Quale onore…. Chissà quanto mi costerà…..” esclamò Helmuth… Karla scosse la testa “Tariffa minima… omaggio alla eroica gioventù Hitleriana….”. Sino a quel momento Thomas non aveva capito gran che di quanto stava accadendo, ma quando si addentrarono nelle lussuose sale del bordello di Karla, afferrò la situazione… era pieno di ragazze giovani e bellissime che, poco vestite, s’intrattenevano con uomini di tutte le età tutti elegantemente vestiti… molti in divisa.Il giovane non riusciva a controllarsi e spesso rimaneva imbambolato a fissare i seni perfetti ed oscenamente esposti di qualche ragazza “Tuo figlio promette bene…. Sembra molto interessato alla mia merce, in futuro probabilmente gli spillerò almeno tanti soldi quanti ne ho spillati a te….” Ridacchiò Karla, poi aggiunse “Ed ha buon gusto anche… Edith è appena arrivata ed è una delle più belle ragazze che abbiano lavorato per me…” commentò mentre Thomas fissava imbambolato, una giovanissima biondina, dal viso angelico. “Anche a me non dispiace…. Potrebbe distrarmi mentre tu ti occupi di mio figlio….” Commentò Helmuth interessato “Sei un vecchio insopportabile Helmuth… hai subito capito che questa sera puoi chiedermi quello che vuoi e te ne approfitti…” rispose Karla, ma subito dopo si avvicinò alla ragazza e scusandosi con l’ospite che stava intrattenendo, la portò via con se.Tutti e quattro raggiunsero l’appartamento privato di Karla, poco dopo un cameriere portò champagne ghiacchiatissimo,Karla fece sedere tutti su di un comodo divanetto, ed andò a sedersi sulle gambe dell’esterrefatto Thomas. Helmuth ridacchiò nel vedere la faccia che faceva il figlio.”Thomas ragazzo mio è ora che tu impari che le donne sono tutte puttane…. Alcune si sforzano di fingere di non esserlo altre, come Karla, accettano la propria natura e se la godono. Le prime saranno la tua fortuna… se saprai portare allo scoperto il loto istinto le renderai schiavo…. Guardati dalle seconde perché invece se non starai attento renderanno te schiavo….” Ridacchiò Helmuth “Taci e bevi lo champagne Helmuth …” rispose Karla facendogli una smorfia.”Le tue coppe da campagne sono stupende Karlka… ma io preferisco queste…. Danno allo champagne tutto un altro gusto….” Le rispose Helmut, mentre le sue mani scodellavano i piccoli e sodissimi seni di Edith. Poi l’uomo si chinò sulla giovane ed iniziò a versare il chiaro e fresco liquido sui seni mentre con la lingua iniziava a vellicarli tra le risatine divertite della ragazza.Thomas lo fissava incredulo, ma Karla lo costrinse a fissarla voltandogli il viso “Lo hai mai fatto ???” gli domandò ed il giovane non rispose ma scosse la testa “Ti piacerebbe provare ???” continuò lei e lui annuì. Karla slacciò il vestito e davanti al viso di Thomas comparvero due seni grandi e sodi, dagli enormi e rosei capezzoli. Karla ne prese uno e lo intinse nello champagne… poi lo porse ostentatamente alla bocca del giovane che dopo una breve esitazione vi si gettò leccando e succhiando. Un gemito roco proruppe dalla gola della bionda.Quando Helmuth stanco del gioco con Edith si rialzò vide che Karla non aveva certo perso tempo e che la lezione di suo figlio era giunta a buon punto. Karla si era spogliata ed indossava solo un reggiseno a balconcino, calze di seta e reggicalze. Continuava il gioco dello champagne ma con una variante, ora si versava il liquido gelato sul ventre e Thomas leccava avidamente. Ogni volta il liquido cadeva un poco più in basso e ben presto Thomas si ritrovò e leccare lo champagne nel delicato vello pubico della bionda.Helmuth osservò lo spettacolo mentre spingeva in basso la testa di Edith. La biondina, giovane ma evidentemente navigata non perse tempo iniziando a slacciare i pantaloni e ben presto iniziò a dedicarsi all’amorevole cura del membro lavorandolo abilmente con labbra e lingua.. Helmuth vide Karla che a sua volta li fissava mentre accarezzava dolcemente i capelli di Thomas che la leccava avidamente. Hemuth distinse chiaramente l’intenso piacere che la donna provava “Quella donna è una vera puttana….” Pensò con rispetto. La vide muoversi, sollevare il viso di Thomas e baciarlo, poi lo fece appoggiare allo schienale del divanetto, e si chinò sul suo ventre, gli aprì i pantaloni e ne estrasse il membro già eretto. La mano lo accarezzò con decisione mentre la donna ne apprezzava forza e dimensioni voltandosi verso Heluth con un evidente gesto di approvazione.Rapida si chinò e fece scomparire il membro nella capace ed allenata bocca. Gli sguardi di Helmuth e di Thomas s’incontrarono ed Helmuth si accorse subito di quanto suo figlio fosse cambiato in pochi minuti. Non appariva più confuso e timoroso, ma padrone della situazione malgrado il piacere che provava per la prima volta. Decise di verificare se quella sua sensazione fosse vera.Iniziò a spogliarsi e quando fu nudo spogliò con rapide mosse anche Edith, poi stesala a terra le salì sopra e la penetrò lanciando poi al figlio un’occhiata di sfida. Il giovane non lasciò cadere la cosa. Sollevò Karla e la fece a sua volta stendere a terra, poi ostentatamente si spogliò di fronte alla bionda. Karla lanciò gridolini entusiasti e si scosciò oscenamente per mostrargli meglio la strada.Thomas la penetrò con un solo poderoso affondo strappandole un selvaggio gemito di piacere ed iniziò a scoparla con grande e giovanile slancio mentre affondava il viso tra i seni della bionda che sobbalzavano voluttuosamente ad ogni spinta del suo pube. L’esperta bionda lo lasciò fare ma quando si accorse che correva troppo velocemente verso il piacere, con forza insospettata lo costrinse a rotolarsi con lei sino a che non si ritrovò lei a cavallo del maschio. Dopo l’iniziale sorpresa Thomas si assoggettò volentieri a quella violenza mentre Karla danzava armoniosamente su di lui.Helmuth decise di sondare a fondo le capacità del figlio. Sollevò Edith e la spinse vicino a Karla e Thomas. Le spinse in basso la testa in modo che la biondina potesse iniziare a leccare i loro sessi uniti quindi si portò alle sue spalle e la penetrò nuovamente. Con le mani iniziò ad accarezzare le giovani e sodissime natiche, le divaricò ammirando lo spettacolo del giovane e roseo sfintere. Sorrise soddisfatto, anche se era arrivata da poco non sfuggiva alle regole della casa di Karla. Tutte le sue ragazze dovevano essere a totale disposizione dei clienti.Malgrado Karla danzasse sopra di lui con ritmo crescente e la lingua di Edith lo tormentasse Thomas si dimostrava all’altezza della situazione Heluth continuò a sondarne le reazioni. Si staccò da Edith e raggiunse Karla costringendola a staccarsi da suo figlio “Vediamo come la ragazzina ti sostituisce…” ridacchio Helmuth mentre spingeva Edith a salire su Thomas ed a farsi penetrare “Ed io dovrei rimanere a bocca asciutta ?” protestò Karla.”stai tranquilla, io penso sempre a te e se non ricordo male il giochino che sto per farti fare non ti dispiace affatto …..” la prese per mano e la fece alzare, poi la portò a calarsi sul volto di suo figlio Thomas “Se il giochino è quello che penso io sei un gran porco Helmuth….” Ridacchiò Karla ma non si sottrasse.Non si sottrasse nemmeno quando Helmut si portò alle sue spalle e dopo averle strusciato ostentatamente il membro tra le natiche iniziò a spingere con decisione sul suo elastico sfintere. Thomas smise per un attimo di leccare mentre incredulo fissava il membro del padre che penetrava nel culo della bionda “Thomas bambino mio… ti prego non ti fermare…” Lo incitò con voce tremante Karla. Il giovane si riscosse e riprese a leccarla proprio mentre suo padre giungeva con il pube a contatto con le natiche della bionda. Non ci volle molto prima che Karla, stimolata contemporaneamente dal membro che le scorreva nel culo e dalla lingua di Thomas iniziasse a fremere ed a gemere in preda all’orgasmo, il viso del giovane venne letteralmente ricoperto dagli umori che colavano copiosi dal ventre di lei. Solo quando la furia dell’orgasmo si fu placata Karla riprese il controllo e spinse via Helmut. Atttirò a se Edith e le due si stesero a terra, con i volti vicinissimi con le labbra che si sfioravano. Helmuth capì quello che voleva e fece un eloquente gesto a Thomas e si avvicinò alle due subito seguito dal figlio.Helmuth prese a masturbarsi dirigendo il glande verso i volti di Karla ed Edith subito imitato da Thomas, Karla se ne accorse e si voltò sorridente poi spalancò la bocca e protese oscenamente la tumida lingua. Helmut allungò la mano e preso un bicchiere nel quale era rimasto un poco di champagne, iniziò a versarlo sui volti e nelle bocche delle due… poco dopo allo champagne si sostituì lo sperma che iniziò a piovere copioso su di loro. Karlainseguì ed ingoiò ogni bianca goccia che cadde su di lei per poi passare a leccare voluttuosamente il bel viso dell’angelica Edith. Mentre uscivano dal bordello, Thomas camminava a passo sicuro ed orgoglioso… ansioso di affrontare una vita che si prospettava assai interessante ora che aveva scoperto quanto potesse anche essere piacevole.Tre anni più tardiPer Samuele Levi non vi erano più dubbi, il sogno stava per finire. L’entrata in guerra dell’Italia al fianco della Germania aveva fugato ogni residua speranza. Ance al lavoro le cose stavano lentamente cambiando e tanto peggio le cose andavano al fronte tanto maggiore diveniva l’influenza Tedesca. Vi erano stati molti avvicendamenti ai vertici e Samuele non era più ben visto come una volta, ma quello che più lo feriva era tornare a casa sempre più spesso e trovare sua figlia Debora piangente.A diciassette anni Debora si era fatta una ragazza stupenda ed anche se mai aveva avuto comportamenti meno che corretti quel suo giovane corpo destava spesso il desiderio dei compagni di scuola. Ma lei a dispetto di quel corpo ormai maturo era ancora una ragazzina spensierata e dedita allo studio. I suoi rifiuti a volte erano rivolti alle persone sbagliate ed in quell’epoca anche in Italia incominciavano a prendere sempre più piede le assurde teorie razziste di Hitler. E si sa agli imbecilli frustrati non resta che sfogarsi e Debora diveniva sempre più spesso la vittima dei loro insulti e dei loro lazzi. “Sporca Ebrea ” era l’insulto meno pesante che le capitava di ricevere quasi ogni giorno.Samuele avrebbe voluto intervenire, se non per risolvere la cosa, almeno per far sentire a sua figlia che le era vicino, che la proteggeva, ma sapeva che non sarebbe stato utile farlo e che anzi avrebbe peggiorato le cose. I razzisti non aspettavano che un pretesto.….Il Giorno in cui a sorpresa, venne annunciato l’armistizio e la caduta di Mussolini, a Samuele Levi parve di sognare, ed una tenue speranza tornò ad accendersi nel suo cuore. Una speranza che si spense quasi subito come la flebile fiamma di una candela all’impetuoso vento della restaurazione imposta dai tedeschi ed il ritorno di Mussolini.Non gli ci volle molto per capire che ormai i veri padroni dell’Italia sarebbero stati i tedeschi con un Mussolini fantoccio pronto a ripagarli per averlo salvato. E non dovette attendere molto prima di averne la più terribile delle conferme con la promulgazione delle reggi razziali.Per anni Samuele era rimasto impassibile a guardare impotente il precipitare degli eventi, ma a quella notizia si ribellò e dentro di se decise che non avrebbe più subito, che avrebbe fatto di tutto per opporsi all’inevitabile… ma non sapeva che cosa fare.
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