PrefazioneForse questo mio racconto desterà scandalo… susciterà orrore e qualcuno mi giudicherà una persona insensibile…. Forse chi lo farà avrà ragione ma se Benigni ha potuto fare un film come “La vita è bella”che ha fatto sorridere e riflettere sull’olocausto, io nel mio piccolo potrò fare lo stesso con un racconto erotico, senza per questo mancare di rispetto alla memoria di tante vittime della follia Nazista. Per questo ho “Plagiato” un’idea suggeritami dal mio amico “Fargo” (Autore di molti racconti raccolti su questo sito) che spero non me ne voglia per questo.Le fecero rivestire e le condussero in una nuova palazzina, che avrebbe sostituito la baracca nella quale avevano passato la prima notte. Era fresca e pulita, dotata di comodi servizi e di camere ampie e ben arredate… a Debora ricordò molto il Bordello di Rita. Si era da poco sistemata quando nella sua stanza entrò il Tenente “Sei stata fortunata…. Hai già fatto questo mestiere vero ??” le domandò e Debora si limitò ad annuire “Anche le altre sono state fortunate… avere una guida come te le aiuterà… soprattutto i primi tempi…farai la tenutaria e ti occuperai di loro… ” Debora capiì che era un ordine e non una richiesta anche se le parole erano state pronunciate con calma “Vedo che sei d’accordo…. Allora vale la pena di siglare il contratto a modo nostro…..spogliati…” le disse il Tenente iniziando a slacciarsi la giubba della divisa.Debora con poche mosse si tolse la divisa… l’uomo si avvicinò ed iniziò ad accarezzarle i seni mentre lei continuava a spogliarlo Non appena il membro sussultò nell’aria lo catturò con le labbra ed iniziò a succhiarlo.IL tedesco era rapido e sbrigativo… la lasciò fare per poco poi la stese sul letto e le fu sopra penetrandola. Debora gli passò le potenti cosce intorno Alla vita facendolo affondare profondamente in se il suo sguardo era fissa sulla piastrina di riconoscimento dell’uomo che ondeggiava davanti al suo viso mentre lui mugolava e stantufava in lei. Poco dopo il Tedesco era prossimo all’orgasmo… si staccò da lei e le salì a cavallo… affondò il membro tra le grosse tette e le strinse con decisione intorno all’asta…””ho sognato di farlo da quando ti ho vista…” disse e prese ad agitarsi con foga… Debora chiuse gli occhi quando lo sperma incominciò a pioverle copioso sul viso e sul petto….Nei giorni seguenti Debora passò molte ore a parlare con le ragazze, a consolare le più disperate, a consigliare tutte su quello che dovevano fare per sopravvivere. Da quel giorno nel grande salone in cui lei con il suo esempio le aveva salvate tutte pendevano dalle sue labbra e fu così che Debora piano piano riuscì a migliorare la loro vita.Certo non era facile sopportare le estenuanti giornate in cui i soldati susseguivano uno dopo l’altro ed ancora meno, almeno psicologicamente, sopportare le “Feste che il Colonnello Hofflener, comandante del campo organizzava di tanto in tanto per i suoi ufficiali.Si trattava di occasioni speciali, Debora era incaricata di selezionare le migliori ragazze e per l’occasione, facevano la loro comparsa nel campo vestiti normali… persino calze di seta che le ragazze indossavano per essere più carine ed eccitanti.Debora temeva il Colonnello un uomo fanatico e spietato… ma non esitava ad assecondarlo in ogni suo gioco per conquistarne i favori e riuscire ad alleviare un poco le sofferenze dei prigionieri del campo. Ora era lei a fare la scelta delle ragazze da reclutare per il suo bordello e nessuna ragazza era mai più morta Debora entrò nella camera dove le ragazze si preparavano…. Per quella sera aveva scelto Anna, una biondina di origini polacche, arrivata da poco al campo e subito reclutata, Lea, una bruna opulenta sulla trentina e Ruth, un’altra brunetta giovane e dal corpo snello e scattante.Sarebbero state solo loro 4 per 10 ufficiali…. Ma al Colonnello Hofflener piaceva così “Ragazze se tutto andrà bene questa sera vi prometto 2 giorni di riposo…” disse sorridendo come al solito per allentare la tensione “Come sei generosa….. non centra nulla il fatto che dopo questa sera non saremo comunque più in grado di lavorare per alcuni giorni vero …” ridacchio Lea facendole una smorfia… “Non fare la santerellina Lea… come se non sapessi che ieri te ne sei fatti una ventina….” Scherzò Ruth… Debora sorrise… il nervosismo e la paura di quello che le aspettava faceva comportare sempre in quel modo.La festa iniziò con le ragazze che servivano ai tavoli… anche se potevano considerarsi fortunate e mangiavano decentemente la sola vista di quelle portate rappresentava un vero tormento… di tanto in tanto qualche ufficiale offriva un boccone alle ragazze approfittandone per un veloce carezza. Dopo la cena si recarono tutti nel salotto e le ragazze servirono i liquori e l’atmosfera si surriscaldò.Fu il Colonnello a dare il via, avvicinandosi alla giovane Anna “Non parlò… ma con fare imperioso le pose le mani sulle spalle e la spinse ad inginocchiarsi davanti a lui. Dopo aver lanciato uno sguardo a Debora… Anna diligentemente iniziò a slacciargli i pantaloni della divisa e subito dopo accolse il membro ancora flaccido in bocca. La giovane non era molto esperta… ed il Colonnello se ne accorse subito “Debora mia cara… la ragazzina è totalmente inesperta… prima che la sua incompetenza mi irriti… vieni a darle una mano….”Disse il Colonnello ed Anna fremette di paura… nessuno voleva contrariare il Colonnello Hofflener.Debora accorse in suo soccorso e ben presto l’umore del Colonnello migliorò molto. Intanto Lea e Ruth erano alle prese con gli altri ufficiali che le avevano completamente spogliate ed ora le circondavano protendendo i membri eccitati verso i loro volti. “Vediamo se ha imparato qualche cosa… lasciala fare e datti da fare a prepararmela… la voglio ben lubrificata…” Intimò a Debora il Colonnello e Debora obbedì, facendo stendere la biondina a terra e sollevandole oscenamente la gonna. Il membro del colonnello vibrò di eccitazione nel vedere la rosea vagina perfettamente depilata di Anna.Debora lavorò con cura…lubrificando per bene con la propria saliva sia la vagina che il culetto di Anna. La ragazza era stretta e Debora fece tutto quello che poteva per lenire le sue future sofferenze..”Adesso basta… vai pure ad aiutare le tue puttane…a lei ci penso io…” le ordinò il Colonnello. Mentre si spogliava ed andava a raggiungere Lea e Ruth… Debora sentì il gemito soffocato di Anna quando il membro del Colonnello le penetrò con violenza nel ventre.Con l’arrivo di Debora…le ragazze vennero cirdondate ognuna da tre maschi che iniziarono subito a penetrarle in ogni modo possibile. Debora e Lea, con i loro corpi formosi e robusti ben sopportavano gli assalti dei maschi scatenati… la povera Ruth, sembrava invece una bambolina di pezza nelle loro mani… veniva continuamente sospinta,, rovesciata e penetrata con inaudita violenza… ben presto le tre donne si ritrovarono strette tra due maschi che affondavano i loro membri eccitati nel loro ventre e nel loro culo… mentre il terzo si godeva le delizie di quelle bocche esperte.Dall’ angolo della sala alle orecchie di Debora giungevano i gemiti di Anna… le bastò un’occhiata per capire che ora il Colonnello Hofflener si accaniva sul culo della ragazza.Il volto della biondina era stravolto dalla sofferenza… Hofflener sopra di lei aveva il viso rosso per lo sforzo e l’eccitazione mentre il suo pube si muoveva freneticamente sbattendo sonoramente contro le chiappette della ragazza.. Vide il Colonnello staccarsi e rovesciare Anna sul pavimento con la mano una la costrinse a spalancare la bocca mentre con l’altra si masturbava… lo sperma piovve copioso sul viso e nella bocca della giovane. “Lasciate stare quelle baldracche e venite ad omaggiare la nuova ragazzina….” Gridò il Colonnello lasciandosi cadere a terra…Gli ufficiali obbedirono al suo ordine e si portarono vicini ad Anna… uno dopo l’altro… incularono con violenza la giovane andando a godere nella sua bocca e sul suo viso.Ci volle tutta l’esperienza di Debora per lenire le sofferenze della povera Anna che comunque per molti giorni fu costretta a letto.A modo suo il Colonnello Hofflener si era affezionato a Debora e spesso le concedeva particolari favori così, quando un giorno le chiese che cosa potesse fare per sdebitarsi del piacere che lei gli dispensava… Debora cedette. Da troppo tempo ormai non riusciva a pensare ad altro “Non voglio nulla… mi piacerebbe solo sapere come stanno mio padre e mia madre… e magari vederli… se non è chiedere troppo…” il Colonnello sorrise e scosse la testa…”Nulla è troppo per te…”le rispose. Debora, per una volta, si sentì felice.Il Colonnello mantenne la sua promessa. E pochi giorni dopo Debora poté riabbracciare sua madre e quasi pianse soprattutto nel vedere come fosse stanca e dimagrita fu un incontro breve… che le strinse il cuore ed allo stesso tempo le fece forza era ancora viva… e lei avrebbe fatto di tutto purché continuasse a vivere. Dopo il Colonnello Hofflener la condusse dal padre. Vi era da attrevarseare gran parte del campo “Ho fatto in modo che non andasse a lavorare…. Un piccolo omaggio a te…” le disse Hofflener “Puoi stare tranquilla mia cara… adesso che so chi sono i tuoi genitori riserverò loro un trattamento di riguardo…..” aggiunse e Debora tremò per un freddo brivido che le percorse la schiena… anche le paroli più dolci, pronunciate da un uomo come Hofflener facevano raggelare il sangue.Debora incominciò a preoccuparsi quando vide che Hofflener non la conduceva alle baracche ma verso l’un edificio di mattoni “Gli è successo qualche cosa… sta forse male ???” Domandò apprensiva il Colonnello scosse la testa “Sta benissimo te lo assicuro….” Le rispose… ma Debora non si sentì affatto tranquillizzata.Entrarono nell’edificio e salirono una rampa di scale… entrarono in una stanza immersa nella penombra… vide un letto sul quale giaceva un uomo ed il cuore le si fermò in gola “Era ora bastardi… sono due ore che mi avete lasciato qui…. ” Riconobbe la voce di suo padre e dentro di se gioì… se aveva ancora la forza d’insultare i suoi aguzzini doveva stare bene….Subito dopo ebbe paura…non si sopravviveva molto al campo opponendosi ai Tedeschi.”Stia buono signor Levi… lei è una testa calda… ma abbiamo voluto comunque essere gentili con lei… ” disse con sarcasmo il Colonnello mentre si avvicinava al letto. Debora che lo seguiva si accorse che suo padre era completamente nudo sul letto e disteso in una posa innaturale.. provò un attimo di vergogna a quella vista. Poi non si trattenne più e si gettò verso il padre stendensosi su di lui abbracciandolo e baciandolo “Papà sei vivo… non sai quanto mi sei mancato…” disse singhiozzando “Debora ??? Piccina mia … questo è un sogno….”Rispose a sua volta l’uomo con voce rotta.Debora lo abbracciò con tutta la forza che aveva e si rese conto di quanto fosse magro..,. le costole del padre premevano con forza contro il suo seno…. Desiderò con tutta la sua anima che anche lui la abbracciasse… avrebbe dato la vita per sentire le braccia del padre che la stringevano come una volta…. Ma l’abbraccio non venne. Insospettita guardò meglio e si accorse che il parde aveva le braccia legate alla spalliera del letto. Si voltò smarrita verso il Colonnello che guardava con uno strano ghigno la scena “Colonnello perché è legato???” Domandò “Mia cara, come ho detto prima, tuo padre è una testa calda… ho dovuto prendere le mie precauzioni…” rispose il Colonnello con un sorriso ” poi scosse le spalle “Comunque come vedi sta bene… e continuerà a restare in salute, almeno fino a quando tu continuerai ad essere la splendida puttana che sei…..”.Debora ricevette quelle parole come avrebbe ricevuto un pugno… ma si riscosse non le importava… l’importante era che suo padre stesse bene. Ma ebbe paura quando sentì suo padre urlare “Bastardo schifoso… cosa hai fatto alla mia bambina……” il Colonnello scosse la testa mentre Debora si voltava verso il padre tentando di calmarlo “Lascia perdere papà… non mi hafatto nulla…. Tu stai calmo so badare a me stessa….” Gli sussurrò ma il padre continuava ad investire il Colonnello con un fiume di insulti. “Vedi Debora… non è un uomo con cui si possa ragionare…” disse il Colonnello avvicinandosi al letto… con forza spinse uno straccio nella bocca dell’uomo che ringhiava e si dibatteva nel vano tentativo di liberarsi. “Per fortuna tu sei diversa… tu sei molto più sveglia ed hai capito subito che qui per sopravvivere bisogna adeguarsi alle regole… e qui le regole le faccio io…” Debora si sentì aggelare… era ormai certa che il Colonnello le avesse riservato una sorpresa… tutt’altro che piacevole s’intende.Contutta la perfidia di cui era capace, il Colonnello le sorrise. “Sono assolutamente toccato da questa manifestazione di affetto tra padre e figlia….voglio dare il mio piccolo contributo a tranquillizzare il tuo focoso genitore…” disse poi le prese delicatamente le mani e la fece alzare in piedi… “Vede signor Levi… sua figlia sta bene… meglio di qualunque altro prigioniero al campo… non lavora e mangia piatti sostanziosi… non ha perso nemmeno un etto da quando è arrivata… del resto non me lo sarei mai perdonato se ciò fosse accaduto…” continuò risolto al padre di Debora, poi depose le sue mani sui seni della ragazza accarezzandoli. “Le donne con un seno come quello di sua figlia, iniziano a dimagrire proprio da li… ed io adoro questo seno….” Disse e continuando a fissare il padre di Debora le slaccio la casacca della divisa da prigioniero e scoprì i seni. Poi si chinò a baciarli.Debora si sentì morire… mentre incominciava a capire quello che il Colonnello aveva in mente. “La prego… non lo faccia…” gemette “Mia cara ora incomincia ad esagerare… ho appena esaudito un tuo desiderio… ora tocca a te esaudire il mio….”… rispose il Colonnello e Debora seppe che non avrebbe avuto scampo. Il colonnello le abbassò i pantaloni della divisa lasciandola nuda davanti al padre che si dibatte con tutte le forze che aveva… le lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi mentre iniziava meccanicamente a succhiare il cazzo che il Colonnello le porgeva.”Oggi è un pò distratta, ma bisogna capirla, altrimenti ti assicuro che tua figlia è veramente superba nel succhiare il cazzo…” disse ridacchiando il Colonnello poi afferrandola per i capelli iniziò a sbatterle il cazzo sul viso… Debora sapeva quello che voleva e rassegnata spalancò la bocca e protese la lingua.All’improvviso la fece sollevare e la spinse verso il letto, la costrinse a chinarsi ed ad appoggiare i gomiti vicino al padre… ora Debora era costretta a fissare il viso stravolto che la guardava ormai immobile di fronte all’enormità di quanto stava accadendo. “Ma non credere che sappia fare solo questo… tua figlia è bravissima anche a farsi scopare….” Disse il Colonnello e subito dopo Debora non trattenne un gemito mentre il membro durissimo la penetrava in un solo colpo. Il Colonnello si stese sulla sua schiena e prese a scoparla accarezzando a piene mani i suoi grossi seni.Debora avrebbe voluto chiudere gli occhi ma non ci riusciva… continuava inorridita a fissare il viso del padre ed a sperare che tutto finisse prima possibile. “Puoi essere orgoglioso… tua figlia è una puttana di prima classe… e poi ti vuole molto ben, ed adesso te lo dimostrerà!!!!!” riprese Hofflener e, senza smettere di scoparla incominciò a spostarla… poi le spinse con decisione la testa in basso sino a che il viso di Debora non venne schiacciato contro il membro del padre. “Adesso sei un po giù di tono… ma vedrai che la sua bocca sa fare miracoli… forza Debora.. fammi vedere come lo succhi bene…” continuò il Colonnello.Debora esitò solo un attimo… ma era ben consapevole di che cosa avrebbe voluto dire per suo padre un suo rifiuto… “Almeno continuerà a vivere….” Pensò mentre lo accoglieva in bocca ed iniziava a succhiare. Per quanto resistesse il padre di Debora non riuscì ad impedirselo e mentre lo sentiva indurirsi nella sua bocca Debora ebbe il coraggio di fissarlo nuovamente.Vide che piangeva silenziosamente.”E brava la mia puttana… lo sapevo che ci saresti riuscita…. Adesso completa l’opera… il tuo povero papà è almeno un anno, da quando è arrivato qui, che non scopa…” le disse il Colonnello staccandosi da lei. La costrinse a salire sopra il padre… ad affondarsi il membro nel ventre ed ad iniziare a muovere i suoi generosi fianchi, poi s spostò e glielo mise in bocca. Ora Debora succhiava il membro del Colonnello a pochi centimetri da viso di suo padre. “Adesso ti mostrerò il pezzo forte di questa deliziosa puttana… glielo metterò nel culo mentre tu te la scopi… vedrai una sensazione fantastica… dubito che tu abbia mai provato qualche cosa di simile… sei proprio un padre fortunato ” disse Hofflener e rapido salì a sua volta sul letto. Debora sentì che si faceva largo tra le sue poderose natiche, appunta il glande all’elastico sfintere. Si morse le labbra e resistette senza gemere al terribile affondo con il quale il Colonnello affondò in lei sino a sbattere contro le sue natiche con il pube.Hofflener era scatenato… stantufava in lei con una foga sconosciuta.. sperò che di li a poco sarebbe finita… che entro poco avrebbe goduto e l’avrebbe lasciata in pace… ma non era così.Hofflener riprese il controllo e si staccò da lei e la fece spostare da sopra il padre “Adesso mio tesoro voglio vederti mentre succhi tuo padre fino a farlo godere nella tua bocca.,.. sono sicuro che non te ne farai scappare nemmeno una goccia ” Le disse mentre la faceva spostare… come un automa Debora obbedì e prese a succhiare a ritmo crescente.. pregando che suo padre smettesse di resistere e la liberasse da quell’incubo. “Non avere fretta mia cara… fai un lavoro ben fatto…fammi vedere come giochi bene con la lingua… come gli succhi i coglioni…” la interruppe Hofflener e lei fu costretta ad obbedirgli iniziando a far scorrere la vellutata lingua lungo l’asta del padre. Hofflenersi masturbava davanti a lei.A Debora il tempo parve fermarsi… le parve che quell’incubo dovesse ripetersi all’infinito… ma alla fine sentì il caldo seme del padre che le allagava la bocca… ingoiò senza pensare mentre la voce del Colonnello le lacerava le orecchie..” Brava così… bevi tutto bevi puttana…” vide la mano del Colonnello agitarsi freneticamente e poco dopo lo sperma incominciò a pioverle addosso, copiosissimo. I bianchi schizzi le giunsero sul viso… tra i capelli e su seno prosperoso. Come ultimo affronto, Hofflener la costrinse a salutare il padre con un bacio… le lacrime che sgorgavano copiose dagli occhi di Debora si mescolavano allo sperma che la imbrattava riducendola ad un’oscena maschera.Mentre tornavano al bordello il Colonnello sorridente le disse “Sei stata brava….” Lei non rispose al suo sorriso, ma disse solo “Vivranno ?” e lui annuì “Farò in modo che vivano”.Per Debora era sufficiente.Debora capì che stava succedendo qualche cosa da tanti piccoli fattori, prima di tutto l’umore di Hofflener che peggiorava continuamente, poi da mille movimenti dei Tedeschi mai visti prima, poi dall’insolita attività della fornace. Debora ben sapeva che cosa significasse il denso e maleodorante fumo nero che usciva dalla ciminiera, l’aveva notato altre volte, specialmente in inverno, quando la gente al campo moriva facilmente ma mai per tanto tempo e tanto intensamente. Per almeno due giorni non smise mai di fumare mentre l’attività dei Tedeschi si faceva frenetica. Poi una notte venne svegliata dal rumore del camion, guardò dalla finestra senza capire che cosa accadesse. Poi nel campo regnò il buio ed il silenzio. Per ore Debora rimase incredula alla finestra. Le luci delle sentinelle che ogni notte perlustravano il perimetro del campo erano spente. La ronda dei soldati di guardia non si sentiva. Le luci dell’alba le mostrarono una campo deserto, poi dalle baracche iniziarono ad uscire i primi prigionieri.Ci volle molto prima che si rendessero conto realmente che i Tedeschi erano scappati, ma dovettero anche rendersi conto che erano senza riuscire a completare il loro progetto. Nel campo erano rimaste vive solo 500 persone, più di cinquemila esseri umani in meno di due giorni erano state gasate e cremate nel grande forno… ridotte a cenere finissima ed impalpabile come le loro anime……Debora vagò a lungo tra quei disperati alla ricerca di suo padre e di sua madre, trovò sua madre e si abbracciarono senza parlare…poi insieme vagarono alla ricerca di Samuele, le lacrime offuscavano la vista di Debora mentre la speranza incominciava ad abbandonarla. Poi ad un tratto sentì il grido “Rebecca… Debora….” I voltò verso la fonte e vide suo padre che veniva loro incontro. Sua madre gli corse incontro… ma Debora rimase immobile…. ora che sapeva che erano entrambi vivi, la consapevolezza di ciò che era stata costretta a fare l’assalì schiacciandola come un macigno. Le gambe le cedettero e si inginocchiò piangente.Due mani calde e premurose la sollevarono “Debora bambina mia abbracciami…” le disse suo padre e lei lo fece con slancio “Papà mi perdonerai mai…..” iniziò a dire singhiozzando “Non c’è nulla da perdonare bambina nulla… gli unici peccati commessi qui dentro sono stati commessi dai Tedeschi….Il campo era stato abbandonato senza nulla… non vi era acqua non vi era cibo.. la campagna deserta si estendeva tutto attorno e non sapevano dove andare… non sapevano nemmeno dove si trovavano, ed erano troppo deboli per andarsene.Solo tre giorni dopo videro i soldati avanzare. Temettero che i Tedeschi stessero tornando ed il terrore si diffuse tra loro Poi un grido risuonò al di sopra dei pianti “Non sono Tedeschi… sono gli americani”. Dopo meno di un’ora tutti venivano curati e rifocillati daisoldati Americani e l’incubo parve finito per tutti… ma non per Debora. Ad un tratto si sentì chiamare “Signorina Debora Levi… c’è la signorina Debora Levi ?” Gridava con un tremendo accento un ufficiale Americano. Stancamente si mosse “La persona che ci ha condotti qui a chiesto di vederla… voleva sapere se era ancora viva e stava bene… venga la accompagno…”. Debora non aveva idea di chi potesse cercarla in quel posto.Seguì stupefatta l’ufficiale “Chi può mai cercarmi qui ?” Domandò all’ufficiale “E’ un soldato Tedesco… lo abbiamo catturato un mese fa… e ci ha condotto a molti campi…. In tutti a chiesto sempre di lei… ” rispose l’americano.Entrarono in una baracca e Debora s’irrigidì trovandosi di fronte Il capitano Thomas Ruffler. “Dio sia lodato… alla fine ti ho trovata…” lo sentì esclamare, mentre lei lo fissava impietrita. “Vi lascio soli…” disse l’ufficiale americano “No la prego…” disse con voce tremante Debora “Mi odi lo so… e non so darti torto… volevo solo che tu sapessi che io non sapevo… non immaginavo nemmeno questo orrore…” disse Thomas e scoppiò in una lunga serie di singhiozzi.”Comunque non importa.. so che sei viva… e questo solo conta…” disse ancora Thomas. Debora continuava a fissarlo gelida, poi lentamente si mosse, i due uomini la guardavano senza capire che cosa stesse facendo. Sollevò il bordo inferiore della casacca da prigioniero, videro che strappava alcuni fili, poi incominciò a srotolare una lunga e sottile striscia di stoffa, che con pazienza aveva ricavato nelle lunghe notti insonni. Dopo averla staccata completamente l’arrotolò con cura e poi porse il rotolo all’ufficiale americano. “Non so che cosa le abbia raccontato il signore…” iniziò a dire dando un’occhiata sprezzante a Thomas “ma troverà il nome che ha raccontato a me insieme a quello di molti altri in questa lista, troverà anche annotati i crimini di cui si sono macchiati…… spero che saprete fare giustizia….” E detto ciò voltò le spalle a Thomas ed all’americano ed uscìIl Capitano americano, iniziò a srotolare la sottile tela bianca. Incominciò a leggere nome …grado.. numero di matricola… circostanza .. crimine commesso… tutto scritto con cura. Con quello che sembrava inchiostro rosso…. L’unico inchiostro che Debora avesse a disposizione… il suo sangue…..Epilogo.Debora di rilassò sulla seggiola con in mano il giornale che riportava la notizia della conclusione del processo di Norimberga… troppo tardi…solo parzialmente… ma giustizia era stata fatta e molti maledetti macellai avrebbero seguito migliaia di loro vittime. Certo molti erano sfuggiti… ma vi era ancora una speranza. Debora Levi poteva provare a ricominciare a vivere……
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