E’ una storia ai limiti del credibile… ma non oltre il credibile. Io ho 45 anni e mia moglie 44 e siamo felicemente sposati da oltre 20. Ci amiamo molto e concordiamo sempre, anche se con discussioni talvolta anche forti, sulle decisioni importanti. Ma purtroppo c’è un punto sul quale non ci ritroviamo affatto: il sesso. Io sono un tipo molto fantasioso e focoso. Mi piace qualsiasi cosa del sesso senza disdegnare assolutamente nulla. In poche parole sono quello che si definisce un “porco perverso”. Maria invece è la classica donna alla quale il sesso non interessa affatto, o per lo meno solo raramente e sotto le lenzuola al buio. Per lei non esiste altro che il rapporto tradizionale nella posizione ancor più tradizionale. Con il passare degli anni sono riuscito a convincerla su alcuni punti. Per esempio oggi non mi crea tanti problemi per prendermi l’uccello in bocca, ma il solo fatto che è attenta a che non le sborri in bocca a volte mi fa passare l’eccitazione. Un’infinità di volte le ho chiesto di vestire un pochino più da donna, ma non ho mai ottenuto grossi successi. A me piacerebbe vederla vestita un pochino provocante ma quando le ho fatto presente questo mio desiderio mi ha sempre accusato di essere un pervertito togliendomi il saluto per diversi giorni. Proprio da questo fatto è scaturito tutto ciò che ora vi racconto:Era una domenica d’inizio primavera con un bel sole che intiepidiva l’aria: insomma era una di quelle giornate adatte a fare una bella passeggiata a piedi su un lungomare. Mi vestii in jeans, camicia e scarpe da ginnastica e attesi che Maria finisse di prepararsi.- Mario – mi chiamò dal bagno – mi prendi quella gonna grigia con la giacca?- Ma come – risposi sorpreso – con questa giornata ti vesti come al solito?- Perché, come dovrei vestirmi?- Perché non ti metti qualcosa di più giovanile? Io mi sono messo sportivo.- Ma non ho nulla del genere.- Hai quella gonna di jeans e quella camicetta bianca che a me piace tanto.- Siamo alle solite. Sai benissimo che quella gonna è troppo corta e poi la camicetta è troppo leggera. Prendimi quello che ti ho detto e non facciamone una storia come al solito.Incazzato a morte andai in camera da letto e aprii l’armadio. Presi la giacca e la buttai sul letto. Poi presi la gonna. La guardai con odio, poi un raptus mi prese e con un gesto deciso tentai di strapparla. Ma mentre lo facevo mi pentii riuscendomi a fermare. Purtroppo però già avevo provocato qualche danno. Me la rigirai in mano e mi resi conto che avevo scucito quasi tutto lo spacchetto posteriore.- Allora? Cosa stai aspettando?- Un attimo solo, arrivo subito.Un lampo di genio mi illuminò la mente: se Maria avesse visto la gonna in quelle condizioni sicuramente avrebbe voluto sapere cosa era accaduto e certamente non le potevo dire che lo avevo fatto per rabbia. Pensai allora, visto che si era semplicemente scucita, di metterci un pezzetto di biadesivo. Con un po’ di fortuna non se ne sarebbe accorta e in un secondo momento con calma avrei provveduto meglio. Feci in un lampo. Riuscii ad attaccare la piega scucita ma guardando bene si notava perfettamente. Maria però non avrebbe avuto alcun motivo di squadrarsi la gonna alla ricerca di una scucitura. Sarebbe andato tutto bene. Infatti:- Ma cosa diavolo hai fatto fino ad ora?- Niente, solo non riuscivo a trovarla.- E la giacca?- Cazzo, l’ho lasciata sul letto. Ora te la prendo subito.- Cerca di fare presto.Tornai in camera da letto e presi la giacca. Ritornai da Maria e con sollievo vidi che già s’era infilata la gonna senza notare niente. Il problema sarebbe stato che avrebbe potuto pensare chissà che cosa. Dopo alcuni minuti eravamo pronti per uscire. Stavo per inserire l’antifurto quando accadde il fattaccio: Maria per infilarsi le scarpe si chinò in avanti. La gonna era attillata quel tanto che bastò a far staccare il biadesivo e si aprì fino a lasciar vedere perfettamente i suoi slip. Il cuore mi si fermò per un attimo: la presenza del nastro adesivo non lasciava dubbi al fatto che era stato fatto di proposito. Per fortuna Maria non se ne accorse nemmeno.- Cosa c’è, non ti senti bene?- No, va tutto bene- Mi sembri un tantino strano. Se non ti va possiamo rimanere a casa.- Non lo dire neanche per scherzo.- E allora muoviamoci. Il tempo è bello e vale la pena stare fuoriPrendemmo l’ascensore e dopo qualche attimo fummo nel cortile del palazzo. Appena passati davanti alla guardiola il portiere ci salutò. Di sott’occhi mi accorsi che si era affacciato e guardava nella direzione di mia moglie. Rallentai un attimo il passo e guardai Maria. Il respiro mi si fermò: lo spacco era tanto aperto che quasi le si vedeva il culo. Per un attimo fui tentato di tornare indietro e tirare due pugni al portiere ma mi trattenni anche perché tutto sommato lui non ne aveva certamente colpa. Ero comunque in imbarazzo: tutti per strada si sarebbero voltati a guardare mia moglie e sarebbe bastato un piccolo movimento in avanti per mostrare proprio tutto. Mentre riflettevo avvertii un leggero gonfiore nei miei pantaloni: mi stavo eccitando. Si, era proprio così. In effetti il fatto che un altro uomo potesse mirare le grazie di mia moglie mi procurava una certa eccitazione. Decisi allora di non fare nulla e di continuare tranquillamente la nostra passeggiata. Come uscimmo dal portone mi accorsi subito che un giovane garzone adocchiò immediatamente le gambe di Maria iniziando a seguirci. Ebbi allora una bella idea: feci qualche passo più veloce superando Maria di pochi centimetri e feci cadere a terra le chiavi di casa.- Accidenti – dissi indietreggiando – ci mancava solo questo con il mal di schiena che ho.- Non preoccuparti, le prendo io – disse Maria chinandosi in avanti.Era proprio quello che volevo. Lo spacco si aprì e lasciò che apparisse la parte bassa del culo di mia moglie con gli slip infilati nelle chiappe. Era uno spettacolo notevole ed il ragazzo se ne riempì gli occhi. Immediatamente sentii il cazzo indurirsi e non tanto per le chiappe di mia moglie ma per il fatto che il suo culo era stato guardato da un’altra persona. Mi sentivo la testa girare: mi piaceva. Si, mi piaceva mostrare mia moglie. Continuammo a passeggiare. Il ragazzo continuava a seguirci nella speranza di avere qualche altro assaggio del corpo di Maria, ma non volevo esagerare. Gli rivolsi allora uno sguardo da assassino: scomparve in un attimo. Di gente per strada se ne vedeva poca, ma tutti, uomini e donne, si voltavano a guardare Maria. La cosa anche se mi eccitava mi procurava anche una notevole preoccupazione: non tutte le persone che s’incontrano per strada sono per bene, anzi… Decisi di prendere l’auto adducendo come scusa il mio solito mal di schiena. A dire il vero a Maria non dispiacque, anche perché decidemmo di dirigerci verso il mare.- Senti tesoro, cosa ne dici se mangiamo a ristorante. Così possiamo rimanere un pochino sulla spiaggia al sole- L’idea non è niente male, solo che vestita così…- Io te lo avevo detto di vestirti diversamente- Senti, visto che abbiamo tutta la giornata libera, torniamo un attimo a casa così mi cambio- Basta che non ci metti un secolo- Non preoccuparti, farò in un lampoCosì ritornammo indietro. Prima che iniziasse a spogliarsi decisi di dirle della scucitura, anche per fare la parte della persona per bene:- Guarda tesoro che ti si è scucita la gonna- Accidenti è vero – disse Maria guardandosi – per fortuna che abbiamo deciso di tornare indietro- Già, così conciata avresti dato spettacolo per strada- Quando torniamo la devo aggiustare. Domani mi serve- Dai, ora fai presto- Per una volta ti voglio accontentare- In che senso?- Visto che andiamo sulla spiaggia mi metto la gonna di jeans e la camicetta che vuoi tu- Come mai? Dici sempre che la gonna è eccessivamente corta e la camicetta trasparente.- Be, non credo che dove andiamo ci sia molta gente in questo periodo- Hai ragione. Dai sbrigati.Effettivamente non ci sarebbe stata molta gente, ma qualcuno comunque ci sarebbe stato. Dopo qualche minuto si presentò vestita così come piaceva a me. Era uno schianto. La gonna era effettivamente corta e la camicetta lasciava vedere i capezzoli appena fasciati dal reggiseno velato:- Non è che si vede troppo?Effettivamente forse lo era, ma con i giochi di luce dello specchio lei non poteva rendersene bene conto:- Ma no, che troppo e troppo.- Sarà, ma io mi sento quasi nuda.- Ma dai, non esagerare. Piuttosto muoviamoci eltrimenti si fa troppo tardi.- Ok, sono pronta.Passammo di nuovo vicino alla guardiola. Questa volta il portiere non si affacciò, ma certamente, vista l’espressione del suo volto, aveva potuto notare come era vestita Maria. Ci dirigemmo verso la tangenziale in direzione del mare. Ci sarebbe voluto circa una mezzoretta e Maria come al solito si appisolò. Nel mettersi più comoda la gonna le era salita molto su lasciando scoperte completamente le cosce. Era di un eccitante tremendo, così stesa sul sediolino, con la gonna su e la camicetta che faceva risaltare i suoi seni. Da lontano vidi un camion davanti a noi e mi apprestai a superarlo. All’improvviso un’idea mi saltò alla testa: iniziai la manovra di sorpasso con una lentezza esasperante arrivando all’altezza della cabina del camion quasi alla sua stessa velocità, dando così l’opportunità all’autista di poter guarare bene dentro l’abitacolo della mia auto. Di sicuro lo spettacolo dovette fare il suo effetto perché quando accellerai un pochino lui fece altrettanto. Quando però lo superai del tutto il camionista azionò le trombe quasi come per ringraziare dello spettacolo. Ma quel rumore fece svegliare Maria:- Ci vuole ancora molto? – disse riaggiustandosi la gonna.- No cara, ancora poco e ci siamo.L’episodio del camion mi aveva procurato una notevole erezione, ma purtroppo in quelle condizioni era difficile fare qualcosa senza che Maria se ne accorgesse. Se almeno avesse avuto il sonno pesante avrei potuto fare qualcosa di più. Mi venne allora in mente che nella tasca della portiera avevo dei campioni di un forte sonnifero. L’idea mi venne spontanea: le avrei fatta prendere il sonnifero di nascosto così avrei potuto agire indisturbato. Metterlo in tasca non mi fu difficile, ma dovevo pensare a come fare per farglielo prendere di nascosto. Cercai allora di pensare a tutti i movimenti che Maria faceva abitualmente e come un flash ricordai che ogni volta che andavamo a ristorante lei andava sempre nel bagno dopo aver ordinato. Con un pizzico di fortuna il cameriere avrebbe portato da bere prima che lei fosse ritornata al tavolo. Avrei dovuto agire con rapidità. Mi sentivo come avvolto dalle fiamme. Stavo per fare qualcosa di veramente perverso e di enormemente eccitante.Giungemmo a Gaeta, una località ben nota dove ci sono alcuni ristorantini dove si mangia davvero benino e non si spende molto.- Che ne dici se ci fermiamo qui? Ormai e passato mezzogiorno.- Per me va bene – rispose Maria – a patto però che dopo mangiato andiamo su di una spiaggia- Facciamo una cosa: dopo andiamo sulla spiaggia di Sperlonga e ci stendiamo sugli stuoini- Gli stuoini? Non mi dire che sei andato ieri in garage proprio per prenderli.- Veramente non li ho mai tolti dal cofano- Cazzo, sei sempre il solito disordinato, ma questa volta è stato meglioGirovagammo una mezzoretta nei pressi del porto militare dove potei notare che quasi tutti i marinai che passavano si giravano a guardare Maria. Era davvero notevole ma lei non se ne rendeva conto. Grazie all’aria di mare l’appetito ci venne quasi subito, così decidemmo di andare a mangiare. Entrammo in un ristorante dove già eravamo stati alcuni anni prima. Era un localino ben accogliente e pulito. Il cameriere ci fece accomodare ad un tavolo leggermente appartato e ciò giocava a mio favore in quanto avrei potuto manovrare senza pericolo che qualcuno mi vedesse. Dopo qualche istante venne un secondo cameriere a prendere l’ordinazione. Prendemmo un semplice piatto di gnocchi al sugo e per secondo un arrosto di manzo con patatine e insalata mista accompagnato da vino rosso locale.Il cameriere stava per andare via quando io con decisione:- Per favore, ci può portare subito il vino?- Senz’altro signore – fece il cameriere con aria leggermente turbataQuando si fu allontanato:- Ma sei cretino? Hai fatto la figura del beone. Cosa ti è saltato in mente di chiedere subito il vino?- Hai ragione, ma il fatto è che vorrei assaggiarlo per vedere se è buono o no.- E non potevi aspettare?- Hai regione.Il cameriere arrivò con la bottiglia di vino e con aria di superiorità la lasciò sul tavolo- Certo non si può dire che sia un tipo simpatico- Al posto suo tu come avresti agito?- Ricorda che il cliente ha sempre ragione- Va bè ho capito. Io vado nel bagno – disse Maria alzandosiTutto era andato per il meglio. Come Maria scomparve dalla visuale tirai subito fuori il blister dalla tasca e tiratone fuori una compressa la misi tra due cucchiai e la schiacciai riducendola in polvere molto fine che misi nel bicchiere di Maria. Ci versai sopra un pochino di vino agitando il bicchiere in modo che si sciogliesse tutto. Feci appena a tempo che Maria ritornò al tavolo- Assaggia il vino. Mi sembra niente male- Ma allora sei davvero un beone. Già hai bevuto?- Solo un goccio, che crediMaria bevve tutto l contenuto del bicchiere anche perché di proposito ne avevo messo poco in modo che ingerisse tutto.- Il sapore è buono, ma è come se ci fossero dei residui- Hai ragione, ma questo può significare che è genuinoEra andato tutto a meraviglia. Sapevo che una compressa non sarebbe bastata a farla addormentare, ma del resto questo non doveva certo accadere a ristorante. Per il momento mi serviva solo che mi moglie fosse intontita. A metà pranzo infatti Maria iniziò a sbadigliare.- Mi stà venendo sonno.- Come abbiamo finito ci andiamo a prendere un bel caffè e poi andiamo a Sperlonga- Si, ma credo che se non facciamo presto va a finire che mi addormenterò in macchinaFinimmo di mangiare in tutta fretta. Maria si alzò da tavola barcollando leggermente. Le avevo fatto bere tanto di quel vino che quasi la ubriacai, ma lo avevo fatto di proposito per accentuare gli effetti del sonnifero. Usciti dal ristorante accompagnai Maria in macchina:- Tu aspettami qui. Io vado a prendere il caffè in quel bar e te lo porto- Si, ma fai presto. Ne sento proprio il bisognoUna volta nel bar non mi fu difficile sciogliere altre due compresse nel caffè di Maria. Forse due erano troppe, ma comunque non era certamente una quantità perisolosa. Ritornai quasi di corsa in macchina. Maria aveva ancora gli occhi aperti ma non aveva certamente l’aria sveglia e la cosa mi fece sorridere.- Che mi ridi, cretino.- E’ che hai un’aria così da ebete- Idiota, dammi il caffè e metti in motoSubito mi diressi in direzione di sperlonga. La spiaggia dove volevo andare era bellissima e c’era un piccolo tratto riparato dalla roccia alle spalle dove dalla strada non si poteve vedere. Lungo la strada Maria chiuse gli occhi e io per svegliarla le misi una mano sulla coscia, ma lei continuò a dormire.- Cazzo – pensai – non avrò mica esagerato? Ma no, avrei potuto tranquillamente dargliene ancora semza problemi.Arrivammo alla spiaggia e non mi fu facile svegliarla, ma una volta fuori dalla macchina mi resi conto che Maria faceva quello che le dicevo senza alcuna opposizione. Generalmente invece quando vuole dormire non c’è verso neanche di toccarla perché diventa addirittura irascibile. – Siediti un attimo sulla panchina mentre io chiudo la macchina.Maria senza fiatare e come un automa si avviò alla panchina. Mi venne un’idea:- Fai una cosa, non sederti normalmente perché potrebbe essere sporca, siediti sullo schienale.Maria normalmente non lo avrebbe mai fatto mentre invece senza fiatare salì con i piedi sulla panchina e si sedette sullo schienale. Pensai che probabilmente l’accoppiata con il vino aveva provocato questa sua accondiscendenza. Tutto sommato andava a mio favore. Chiusa la macchina presi Maria per un braccio e sorregendola ci avviammo sulla spiaggia. Non c’era quasi nessuno. Solo qualche coppia intenta ad amoreggiare. Trovai il posto ideale dove dalla strada nessuno ci poteva vedere. Misi gli stuoini ed aiutai Maria a stendersi. – Fa caldo, io mi tolgo la camicia- Beato.. te… – rispose Maria sbadigliando- Toglila anche tu – dissi balbettando e aspettandomi uno schiaffoMa con mia enorme sorpresa Maria come un automa si sbottonò e dopo un attimo rimase solo in reggiseno che essendo color carne e di velo dava la sensazione di non esserci.- Ora mi stendo. Voglio dormire- Va bene cara, dormi pureApena fu giù Maria iniziò a dormire profondamente. Era bellissima. Così con i seni esposti al sole. Con delicatezza l’accarezzai una tetta, ma lei non ebbe nessuna reazione. Allora provai a farmi più audace e infilai una mano dentro il reggipetto andanole a pizzicare leggermente un capezzolo: niente, nessuna reazione. L’eccitazione mi aveva già portato ad una mostruosa erezione tanto che il cazzo mi faceva male. Ma volevo arrivare oltre. Decisi allora di rischiare il tutto per tutto. con delicatezza ma non senza sforzo riuscii a toglierle il reggiseno lasciando completamente libere le zizze. Mi calai su di lei e piano piano le succhiai un capezzolo che immediatamente si rizzò. Di sott’occhi mi accorsi che qualcuno si stava avvicinando. Erano due ragazzi. Sicuramente passeggiavano sulla spiaggia alla ricerca di qualche coppietta da spiare. Era l’occasione giusta. Maria era lì distesa pronta per essere guardata e la cosa mi stava facendo impazzire dall’eccitazione. In un attimo decisi di andare oltre: le allargai il più possibile le cosce e le alzai la gonna fino agli slip. Era una posa alquanto indecente. Quando i due ragazzi ci furono più o meno vicini vidi uno dei due segnalare all’altro la nostra presenza. I due rallentarono non poco il passo. Io nel frattempo mi ero disteso e facevo finta di guardare altrove. Quando i due furono proprio di fronte a noi potei notare i loro volti sconvolti. Di sicuro non speravano in uno spettacolo del genere: due zizze al vento ed una fessa a mala pena coperta da uno slip. Ma ad un mio movimento improvviso i due quasi scapparono. Io quasi scoppiavo. Mi sfilai i pantaloni rimanendo solo con gli slip. Il mio cazzo non usciva fuori, ma essendo gli slip di microfibra elastica praticamente stava completamente diritto. Vidi i due ragazzi fermarsi dietro uno scoglio. Sicuramente ci stavano spiando e la loro postazione doveva essere anche buona. Allora piano piano misi una mano nella gonna di Maria e piano piano le sbottonai la chiusura e le abbassai la lampo. Con fatica riuscii a sfilargliela completamente. Ora Maria era rimasta solo con gli slip. Vidi la testa dei due far capolino da dietro lo scoglio. Di sicuro si stavano menando il cazzo. Chissà se si stavano masturbando ognuno per fatti loro oppure se lo menavano a vicenda. Iniziai a toccare la fessa di Maria da sopra gli slip, cercando piano piano di infilarglieli dentro. Dopo un po’ Maria era a cosce completamente spalancate e gli slip erano diventati un cordoncino che spariva nel culo e nella fessa. Era oscena, ma era proprio quello che volevo. Mi ridistesi. Il mio cazzo era come l’asta di una bandiera. I due ragazzi uscirono allo scoperto e piano piano si avvicinarono. Come ci furono di fronte si resero conto di ciò che per loro avevo messo in mostra. I due si dissero qualcosa all’orecchio e dopo un attimo si sfilarono i pantaloni rimanendo solo con slip e maglietta. Erano eccitatissimi a giudicare dalla loro erezione. Si sedettero sui loro pantaloni e rimasero a guardare tra le cosce di Maria come se stessero aspettando qualcosa. Decisi allora di continuare il gioco. Con lentezza, per non spaventarli, mi misi seduto. Poi piano piano cominciai di nuovo a toccare la fessa di Maria. Il mio cuore andava a mille, ma la cosa certamente non mi fermava. Sempre con delicatezza chiusi le gambe di Maria. I due rimasero per un attimo delusi, ma quando videro che mi accingevo a sfilarle gli slip non poterono fare a meno di tirarsi fuori i cazzi. Quando Maria fu completamente nuda le riaprii le cosce e tiratomi fuori anche io il cazzo, con una mano mi masturbavo e con l’altra le infilavo due dita nella fessa. I due allora si fecero più audaci venedosi a sedere ai piedi di Maria. Il più piccolo dei due si masturbava con una velocità impressionante. Aveva il volto congestionato. L’altro invece era indeciso se guardare la fessa oscenamente aperta di Maria o il mio cazzo di dimensioni mostruose. Nel frattempo la fessa di Maria era diventata un lago e lei iniziava a gemere sia pur nel sonno. Allora la presi da sotto le ginocchia e le alzai le gambe spalancandogliele al massimo, mettendo in mostra anche il suo buco del culo. Il più piccolo dei due sborrò immediatemente riempiendosi di sperma. Feci allora un cenno all’altro indicandogli il cazzo dell’amico. Mi capì al volo e come una puttana si tuffo a leccare il cazzo sporco di sborra dell’amico. Istintivamente mi avvicinai a lui e presogli il cazzo in mano lo masturbai fino a farlo godere. Il suo sperma mi riempì la mano.La ripulii sulla fessa di mia moglie che mi affrettai a leccare offrendo il mio culo ai ragazzi. Questi ancora più eccitati dal fatto che leccassi la pucchiacca di Maria sporca di sperma di uno dei due, presero a toccarmi. Sentii una bocca appropiarsi del mio cazzo e delle dita cercare di farsi strada nel mio culo. Come ci fu riuscito sborrai a litri in quella bocca che subito dopo mi affrettai a baciare per ripulirla dal mio stesso sperma. Anche l’altro si unì a noi e le nostre tre lingue si infilavano ora nella bocca di uno ira in quella dell’altro. La nostra saliva sporca di sperna si univa nelle nostre bocche e ci eccitava sempre di più. Le nostre mani cercavano una i nostri culi l’altra i nostri cazzi. Il più piccolo allora si voltò dandomi le spalle e chinandosi in avanti. Era chiaro che lo voleva nel culo. Pensai che potevo fargli male visto le dimensioni del mio cazzo, ma quando l’altro gli allargò le chiappe mi resi conto che aveva il buco del culo largo come una fessa e senza pensarci ancora sopra glielo infilai di botto dentro. Era veramente enorme tanto che lo sentivo appena. Probabilmente aveva accolto oltre a tanti cazzi sicuramente anche qualche mano. Gli sborrai dentro le viscere. Tirai fuori il cazzo offrendolo alla bocca del compagno il quale senza neanche pensarci sopra lo imboccò con voracità alternando il mio cazzo al buco del culo grondande di sborra dell’amico. Caddi a terra esausto abbracciato ai due. Tutto si era svolto nel giro di non molti minuti ma era stato di un’intensità tale da lasciarmi senza forze.Dopo qualche minuto i due si rivestirono e ringraziatomi, lentamente se ne andarono. Io avevo voglia di dormire, ma prima fui costretto a rivestire Maria. Dopo mi guardai in giro pensando che qualcuno avrebbe potuto assistere a tutto. Vicino allo scoglio potei scorgere una coppia piuttosto anziana. Stendendomi accanto a Maria pensai che non avendoli visti prima sicuramente erano arrivati da poco e non si erano accorti di nulla. Mi ero sbagliatoMi appisolai tranquillo.

