Era trascorsa più di un’ora quando mi svegliai. La spiaggia ormai era deserta tranne per la coppia anziana la quale s’era fatta più vicina a noi. Lui non aveva certamente meno di 65 anni anche se nell’insieme aveva un fisico discreto. Lei di sicuro non era più giovane di lui di molto ma al contrario il suo fisico non era proprio quello che si dice da calendario, anzi. La cosa che però mi colpì particolarmente fu il fatto che lei aveva il seno scoperto. Una quinta misura abbondante e cadente. Due di quei cocomeri che possono sognare di accarezzare solo dei 13enni alle prese con le loro prime polluzioni. Mi misi seduto rivolto verso Maria che continuava a dormire. Ero rivolto anche verso la coppia e in quella posizione li avevo proprio di faccia. Fu allora che l’uomo iniziò a toccare le tette della donna. Dapprima iniziò a carezzarle di lato, poi dopo mettendosi alle spalle di lei le prendeva da sotto e le tirava su quasi volesse soppesarle. Con pollice e indice iniziò a pizzicarle i capezzoli fino a farli diventare duri ed enormi. Lei era ad occhi chiusi e dai movimenti della bocca dimostrava gradire molto il trattamento. Dopo un po’ lei era pancia all’aria distesa sull’uomo. I suoi concioni erano completamente spalancati e con entrambe le mani si tirava il costume fino a farlo rientrare nella fica carnosa. Dopo un po’ lui con una manovra degna di un prestigiatore le sfilò il costume lasciandola completamente nuda ai miei occhi. Potei quindi vedere che aveva la fessa completamente depilata e di un’enormità inaudita. La prima cosa che pensai fu che per avere quella fessa di sicuro era abituata a ricevere dentro chissà che cosa. Ormai avevo il cazzo completamente eretto e senza altro indugio iniziai a masturbarmi di fronte ai loro occhi. Fu allora che il tizio si alzò lasciando la moglie a masturbarsi come un ossessa avvicinandosi a me. In un primo momento ebbi il timore che volesse creare qualche problema, ma subito mi dovetti ricredere. Con un sorriso si accovacciò al mio fianco dicendo:- Abbiamo notato come poco fa si è divertito con quei ragazzini.- Ma veramente io…- Non si preoccupi. Era uno spettacolo eccitantissimo e ci ha messo addosso una voglia di sesso che lei non s’immagina neppure. Era tantissimo tempo che io e mia moglie non ci godevamo uno spettacolo del genere.- Veramente mia moglie… lei non era proprio partecipe del tutto.- Ho notato anche questo. Di sicuro le ha dato qualcosa per farla dormire. Ma le dirò, forse è proprio questo che ci ha eccitato di più.- Sa, mia moglie in fatto di sesso… è una frana.- Senta, io e mia moglie le vorremmo fare una proposta. – Mi dica, sono tutt’orecchi.- In quell’oretta che lei ha dormito…- Per favore, diamoci del tu. Mi sembra più adeguato alla situazione.- Hai ragione, allora presentiamoci. Io sono Antonio e mia moglie si chiama Michela- Io Mario. Lei invece è Maria.- Allora dicevo, in quell’oretta che hai dormito io e Michela abbiamo pensato alcune cosette. Avendo capito che tua moglie non sa nulla delle tue porcate, sarebbe bello che tu ci lasciassi tentare di convincerla a fare sesso di gruppo.- No, di questo non se ne parla nemmeno. Lei non accetterebbe mai e di sicuro ne farebbe con me una tragedia.- No, non mi hai lasciato finire. Non volevo dire di passare subito ai fatti. Ci piacerebbe frequentarvi e piano piano, col tempo, vorremmo tentare di portare tua moglie a cambiare idea sul sesso. Chiaramente mi rendo conto che potresti giudicare la cosa un tantino pericolosa non conoscendoci, ma forse se ti mostro i miei documenti ti renderai conto che puoi essere tranquillo.- Questo non lo riesco a capire. Tu mi dai la possibilità di avere la certezza che siete persone tranquille, ma a voi chi lo dice che noi lo siamo?- Questione di naso. Allora ci stai?- Ma chi diavolo siete?Lui allora fece un cenno a sua moglie che nel frattempo aveva calmato i suoi bollori. Questa allora prese dalla borsa del mare il portafogli del marito lanciandoglielo. Lui lo prese al volo e ne tirò fuori un tesserino: porca miseria. Era proprio lui: il sottosegretario del ministro …. Aveva un volto che mi ricordava qualcuno, ma non ero riuscito a mettere a fuoco fino a che non avevo letto il nome.- Senti, tu sei un pezzo grosso, ora lo ricordo. Ma mi dici come fai a non credere che volendo ti possa ricattare?- Io tra poco me ne vado in pensione e ho l’intenzione di andarmene a vivere in un paesino della Francia dove a nessuno interessa ciò che fai o ciò che sei. Quindi un’eventuale scandalo non mi farebbe né caldo né freddo. Anzi il fatto che potrebbe creare qualche problema al mio ministro a limite può farmi piacere: mi è di un antipatico che non si può credere. Poi comunque come ti ho detto è anche questione di naso.Mi convinse. L’idea della complicità con quei due mi eccitava enormemente. Già mi immaginavo orge e sesso misto. – Allora accetto, spero solo di non pentirmene- Non te ne pentirai.- Senti, secondo i miei calcoli Maria non dovrebbe tardare molto a svegliarsi. Che ne diresti se cominciassimo subito.- Sono d’accordo con te. Faremo finta che tu mi hai riconosciuto e mentre lei dormiva abbiamo parlato e fatto amicizia.- Perfetto. Non dubiterà di nulla. Nel frattempo potremmo…- Be, io e Michela non aspettiamo altro.Feci per alzarmi per dirigermi verso la tettona, ma proprio in quel momento Maria si mosse dando segni di risveglio. Dovetti allora rinunciare a sollazzarmi con il donnone, la quale immediatamente si ricoprì del tutto per non dare nell’occhio.- Ma… Ma che ore sono?… Quanto ho dormito?- Ormai sono le sei del pomeriggio.- Come…? Le sei? Ho dormito tutto questo tempo?- Si cara, e hai anche russato parecchio. – Mio Dio, non ricordo proprio nulla. Mi sento così strana. Come se mi fossi ubriacata. Ma tu nel frattempo cosa hai fatto tutto solo.- Non preoccuparti cara. Ho fatto amicizia con questo signore e sua moglie. Lo riconosci? È il Dottor……. . Il sottosegretario di…..- Sono lieta di conoscerla – disse mia moglie stendendo la mano – mi dispiace di aver fatto questa figura…- Non si preoccupi signora, anche noi siamo qui per riposarci un pochino. Le presento la mia signora…In breve tempo i convenevoli furono abbandonati tanto che Maria e Michela sembravano conoscersi da anni. A dire il vero la cosa mi preoccupava un tantino. Si sa che le donne quando entrano in confidenza si raccontano tutti i loro segreti. Ma un paio di occhiolini di Michela mi tranquillizzarono. Trascorse quasi un’ora durante la quale effettivamente ci comportammo come persone normali che avevano fatto amicizia da poco. – Signori, ormai il sole è sera e inizia a fare fresco. Cosa ne dite se andiamo in qualche ristorantino per una bella cenetta. Offro io.- Non se ne parla nemmeno – aggiunsi – facciamo una cosa: perché non venite a casa nostra?- Si, giusto – aggiunse Maria – trascorreremo una bella serata- Per me va bene – disse Michela entusiasta- Allora vada per casa vostra. Resta inteso che la prossima sarà da noiEro eccitatissimo. Pur sapendo che almeno per quella sera non sarebbe accaduto nulla di particolare il mio cazzo rispondeva come quello di un 18enne. Ci rivestimmo. Michela nonostante la sua mole indossava una gonna corta e una leggera camicetta. Devo dire che era molto arrapante.- Secondo me le piace mettersi in mostra – dissi in un orecchio a Maria- Sei il solito porco. Tutto sommato siamo venuti al mare. Come si doveva vestire? In lungo?La cosa mi fece sorridere: era proprio Maria che difendeva quella che sarebbe stata l’artefice della trappola. Devo dire che quei due ci sapevano veramente fare. Infatti l’argomento sesso quella sera fu trattato di sfuggita anche se decisamente e le due volte successive servirono solo per preparare il campo. La cosa riusciva veramente bene, ma toccava a me rendermi conto quando Maria fosse stata pronta. Comunque, sesso a parte, io e Antonio scoprimmo che stavamo bene tutti insieme e la nostra amicizia sarebbe durata nel tempo. Una sera, mentre eravamo in salotto dopo una cena a casa dei nostri nuovi amici, Michela portò con eleganza il discorso sui rapporti sessuali con il proprio sesso. Rimasi molto sorpreso nel sentire l’opinione di Maria, la quale disse che secondo lei nessuno poteva dire la sua in merito fino a che non lo avesse provato e quindi non avrebbe potuto nemmeno giudicare chi praticava certi rapporti. In effetti io e Maria non avevamo mai parlato di questo argomento e quindi fino a quel momento non sapevo come lei la pensava in merito. Di sicuro ero convinto che per lei era un argomento da perversi e quindi che non le riguardava, ma mi sbagliavo, o quanto meno aveva cambiato idea.- Chi di voi ha avuto qualche esperienza del genere? – disse MichelaCi fu un attimo di silenzio, poi Antonio disse:- Be, in effetti una volta ho provato qualcosa del genere.- Ma come, e non me lo hai mai detto? E quando è successo?- È stato tanti anni fa… al mare… eravamo a Capri.- Ma che dici? Ma allora lo hai fatto quando già mi conoscevi? E con chi?Michela sembrava più divertita che altro. Il suo tono di finto rimprovero non celava assolutamente la sua curiosità. O per lo meno sembrava curiosità, ma probabilmente era già a conoscenza del fattaccio. – Senti, hai chiesto se qualcuno di noi avesse avuto qualche esperienza non i dettagli.- Facciamo una cosa – intervenni io – ognuno di noi ci racconterà nei dettagli una sua esperienza. – Si, ma siamo sicuri che i dettagli della mia storia interessino veramente?- Io dico di si – interruppe Michela – credo proprio che questa storia c’incuriosisca molto. Tu che ne dici Maria?Mia moglie deglutì a fatica. Per la prima volta potei scorgere sul suo viso una smorfia di morbosa curiosità:- Io… veramente… non dico che non sono curiosa… ma credo che…- Cosa? – disse Michela- Credo che siano fatti suoi. E se non vuole raccontarli non è tenuto a farlo.- Ma se tutti raccontano una loro storia segreta, credo che ci ritroveremo alla pari- Va bene ho capito. Vi racconto tutto. Però poi voglio sentire voi.- Ok. Siamo d’accordo.Antonio iniziò il suo racconto:- Era il primo anno che abitavamo a Roma. Il nostro reddito quell’anno era salito vertiginosamente e avevamo deciso di trascorrere una settimana a Capri. L’albergo si affacciava direttamente sul mare e lo spettacolo era eccezionale. Quando arrivammo, la mattina presto, il direttore dopo i soliti salamelecchi mi chiamò in disparte e con fare da agente segreto mi disse che se volevo erano organizzati con un servizio barche per delle spiaggette tranquille. La cosa mi fece molto piacere, anche perché da sempre odio i luoghi affollati.- È vero, ricordo. Ricordo perfettamente quell’uomo. Aveva un’aria strana per essere un direttore.- Volevo approfittarne, ma Michela voleva girare per l’isola a fare qualche spesa. Decidemmo allora che almeno per quella mattinata ci saremmo divisi. Dopo neanche una mezz’ora mi ritrovavo su di un piccolo gozzo. Il rematore era un uomo sui 50 anni con uno sguardo penetrante. Mi chiese dove volessi andare. Gli risposi che non ero mai stato a Capri e che quindi mi affidavo a lui. Gli dissi anche che avrei preferito qualche spiaggetta “particolare”, riferendomi a qualche bel posto da vedere. Ma evidentemente il tizio dovette capire altro. Dopo un po’ di tempo arrivammo nei pressi di una spiaggia. Mi fece scendere chiedendomi a che ora doveva tornare per riportarmi in albergo. Gli dissi che volevo pranzare per le due. Dopo qualche attimo mi ritrovai solo. C’erano solo due persone piuttosto lontane da me. Con tutta calma mi stesi al sole rilassandomi. Trascorsero solo alcuni minuti che sentii un vocio poco lontano. Era un gruppo di tre uomini che si apprestava a prendere il sole. La cosa non mi sembrava tanto strana, solo che i tre rimasero nudi completamente. Pensai che tutto sommato non essendoci tanta gente la cosa poteva essere accettabile. Fatto sta che nel giro di una mezz’oretta la spiaggetta si riempì: erano tutti uomini. E tutti rimanevano completamente nudi. L’unico ad indossare il costume ero io. La cosa mi provocava un certo imbarazzo specie quando mi resi conto che due uomini parlando tra di loro facevano certamente riferimento a me. Purtroppo sarei dovuto rimanere ancora per molto e quindi non potei fare a meno di sfilarmi il costume rimanendo anch’io nudo. Era strano. Sapete, in quegli anni il nudismo non era molto praticato, anzi, non era neanche ammesso. Comunque lì nessuna guardia si sarebbe sognata di arrivare e comunque la barca si sarebbe notata subito. In ogni caso mi ritrovavo in una situazione anomala, lì tutto nudo insieme ad altri uomini. Poco lontano da me due ragazzoni erano in piedi appoggiati ad una roccia parlavano tra di loro. Fin qui nulla di strano, solo che dopo un po’ i due erano l’uno con un braccio sopra le spalle dell’altro. I loro corpi si toccavano e l’affare del più alto strusciava sul fianco dell’amico per niente infastidito. Pensai che se fosse capitato a me sicuramente lo avrei steso con un pugno, ma quello invece sembrava addirittura contento. Mi misi a guardare da tutt’altra parte, ma ogni tanto la curiosità mi spingeva a girarmi verso i due. Ad un tratto i due si presero il volto tra le mani e si baciarono. Un bacio lungo e passionale. Potei notare le loro lingue cercarsi.- Ma come, erano due uomini e si baciavono? – intervenne Maria- Tesoro evidentemente erano due gay.- Ma… in pubblico.- È proprio questo il punto. Era si un luogo pubblico, ma frequentato solo da uomini. Anzi, nel guardarmi intorno per vedere se altri si rendevano conto di ciò che stavano facendo quei due, mi accorsi che anche altri erano intenti a toccarsi. Mi alzai di scatto chiedendomi dove fossi capitato. Girandomi verso i due ragazzi potei notare che ormai si toccavano ogni punto del corpo, compreso i loro sessi. Poi uno dei due si mise in ginocchio ed iniziò a lavorare di bocca.- Che significa “lavorare di bocca”- Senti, Antonio, mia moglie non è molto sveglia in materia. Forse è meglio usare dei termini più diretti. – Poi, rivolto Maria – pompino, cara, stava facendogli un pompino.- Mio Dio, un uomo che fa… si insomma… con un altro uomoAntonio riprese il suo racconto- Non so cosa mi accadde, ma invece di girarmi iniziai a guardare fisso verso quei due. Poi all’improvviso mi resi conto che mi stavo eccitando. Si era proprio così. Sentivo il cazzo che mi diventava duro. Iniziai a toccarmi come se fossi un drogato. Mi sentivo frastornato. Stavo godendo della vista di due gay che facevano sesso. All’improvviso sentii delle mani accarezzarmi la schiena. Mi girai ed un uomo grasso e più basso di me, ma con un cazzo enorme, mi prese il volto tra le mani e prima che potessi rendermi conto m’infilò la sua lingua in bocca. Non so cosa mi successe, ma risposi al quel bacio.- Accidenti, che maritino maiale che ho. Ti sei fatto un uomo?- Veramente direi che lui si è fatto me.- Cosa significa che lui si è fatto te?- Ma possibile che non capisci mai? Vuol dire che lo ha inculato. Scusa Antonio, ma con mia moglie bisogna parlare solo così.- Mamma mia – disse Maria – e tu cosa provasti.- Be, ormai sarebbe inutile nasconderlo: mi piacque.- Povero caro, – disse Michela alzandosi e avvicinandosi ad Antonio – e per tutti questi anni te lo sei tenuto nascosto. Strinse al petto la testa del marito. Nel fare questo notai che con un’abilità degna della più grande delle puttane, s’era sbottonata la camicetta senza farsene accorgere. In più alzandosi dalla poltrona non s’era sistemata la corta gonna che le era risalita tanto su da mostrare la carne bianca sopra il bordo delle autoreggenti. Notai che il volto di Maria era diventato paonazzo, ma non riusciva a distogliere lo sguardo dalle cosce di Michela.- Facciamo una cosa – intervenni io – fermiamo il racconto di Antonio qui. Poi a turno iniziamo noi per fermarci come lui. Alla fine ognuno di noi riprenderà da dove ha finito.Il mio intento era chiaro. In questo modo la nostra eccitazione sarebbe salita alle stelle, ma cambiando ogni tanto personaggio non avremmo dato modo a Maria di rendersene conto. – Ora tocca a te – mi rivolsi a Michela – raccontaci se hai mai fatto sesso con una donna.- Per me non c’è problema – disse Michela lasciando la testa di Antonio.Girandosi verso di noi la camicia si aprì ulteriormente mettendo in mostra le sue tettone a malapena sostenute da un minuscolo reggiseno a balconcino che lasciava completamente liberi i capezzoli. Vidi Maria strabuzzare gli occhi, anche perché Michela non fece assolutamente nulla per coprirsi. Poi Michela si sedette sul divano proprio di fronte a Maria. – Ero una ragazzina all’epoca – iniziò Michela – ed in casa mia circolava tanta di quella gente che a volte neanche conoscevo. Solo più tardi capii che si trattavano di coppie che i miei invitavano a casa dopo averli conosciuti in qualche club privato. Una sera, dopo aver cenato insieme ad una nuova coppietta, andai a letto come al solito salutando. Faceva molto caldo e non riuscivo a dormire. Stavo lì sul letto solo con gli slip, cercando le braccia di Morfeo. Trascorsi così inutilmente quasi un’ora. Poi decisi di prendere qualcosa da leggere. Mi alzai e mi avvicinai alla libreria della mia camera. All’improvviso avvertii dei rumori fuori. Incuriosita avvicinai l’orecchio alla porta e potei sentire distintamente un risolino di donna. Conoscevo il modo di ridere di mia madre, e non era lei. Piano piano feci capolino dalla porta della mia camera. I miei e i loro nuovi amici stavano per entrare in camera da letto. Mi chiesi come mai non erano ancora andati via e inoltre cosa andavano a fare in camera da letto. Dopo qualche istante di nuovo il silenzio. Non riuscivo proprio a capire perché fossero entrati proprio in camera da letto. Con il passo di un gatto mi avvicinai alla porta dei miei lasciata inavvertitamente socchiusa. Lo specchio che avevo di fronte inquadrava perfettamente il letto. La luce sui comodini era accesa lasciando la camera illuminata. Poi vidi tutto.- Cosa? – disse Maria- Vidi mia madre buttarsi sul letto e l’amica addosso che lentamente la spogliava. Ridevano. Ridevano e si toccavano. Poi l’amica bacio mia madre sulla bocca. Rimasero completamente nude. Mamma allora passò da sopra sedendosi sul viso dell’altra.- Che cosa? Ma hai detto che erano nude.- Si erano nude e mia madre aveva messo la sua fessa in faccia all’amica per farsela leccare.Maria a quelle parole divenne incandescente, anche perché Michela non disdegnava di aprire in continuazione i suoi coscioni mettendo in mostra le sue grazie proprio a mia moglie. Inoltre le sue tette sembravano essere come due fari. Il racconto continuò:- Non so cosa mi successe, ma non potei fare a meno di toccarmi da sopra le mutandine che ritrovai completamente fradice. Forse a qualche altro la vista della propria madre che lesbica con un’amica avrebbe fatto schifo. A me no, anzi. Mi piaceva. Mi sentivo eccitata al massimo e mentre le seguivo leccarsi a vicenda la fessa iniziai a masturbarmi.- Ora basta – la interruppi. – Tocca a Maria- No ti prego. Inizia tu.- Credo sia giusto alternare il racconto di un uomo con quello di una donna – intervenne Antonio – io ho iniziato il mio racconto, ora tocca a te Mario.- E va bene. Spero solo che mia moglie non se la prenda troppo per averle tenuto nascosto questa storia.- Ma perché? Credo che al massimo avrai visto qualche uomo fare sesso con un altro uomo.- Lascialo raccontare, Maria.- Bene. È accaduto un paio di anni fa. Io e Maria eravamo rientrati dal mare e dopo cena stavamo per andare a letto quando bussarono alla porta. Era Vincenzo,il figlio del vicino che mi chiese se potevo aiutarlo a capire una cosa sul computer.- Si, i ricordo. M’incazzai da morire perché eravamo stanchi e io me ne andai a letto.- Già, ma dato che era presto non potei dire di no. Il ragazzo voleva imparare a navigare su internet. Dopo neanche un quarto d’ora già smanettava benino, tanto che pensai che già era pratico. Gli dissi che andavo un attimo a controllare se Maria dormisse e mi alzai. Maria dormiva alla grande ed io, non senza una punta d’invidia ritornai nello studio. Come entrai vidi sul monitor due tette da sballo. Mi resi subito conto che il ragazzino era entrato in un sito hard. Gli spiegai che doveva stare attento a certe cose, ma lui per tutta risposta mi disse che tanto eravamo tra uomini e non essendoci mia moglie potevo anche farlo continuare. Gli dissi che per essere uomini non bastava appartenere al sesso maschile, ma se non altro bisognava crescere almeno in età. Nel frattempo andava avanti con le immagini. Mi chiese se a me piaceva guardare quelle donne nude. Risposi che anch’io ero fatto di carne e quindi anche su di me facevano un certo effetto, ma comunque preferivo qualcosa di diverso. Mi chiese allora se per diverso intendevo quello che in quel momento appariva sullo schermo.- E cosa c’era – intervenne Michela- Accidenti, lasciatemi ascoltare – disse mia moglie che ora sembrava eccitata.- C’era un uomo steso gambe all’aria su di un tavolo e un altro che lo inculava. Rimasi per un attimo senza parole. Ma poi con tono serio gli chiesi perché cercava quelle cose. Mi rispose che era una semplice curiosità e andava sempre avanti con le immagini. Su di una indugiò particolarmente: c’era un uomo in piedi e seduto un ragazzo che gli faceva un pompino. Volle sapere da me se quella scena mi eccitava.- E tu?- In effetti sentivo che il cazzo iniziava ad indurirsi e lui senza attendere la risposta mi mise una mano nei pantaloncini abbassandomeli. In un primo momento provai imbarazzo, ma non tanto per essere restato nudo, ma per il fatto che avevo il cazzo duro. Senza altro indugio me lo prese in bocca iniziando un bocchino con i fiocchi. Ricordo come se fosse ora come se lo infilava alla gola senza nessun problema. Il fatto che mia moglie era nell’altra stanza mi eccitava ancora di più. Dopo poche succhiate sborrai in bocca a Vincenzo il quale mi ripulì per bene con la lingua e poi alzatosi mi baciò in bocca passandomi con la lingua il mio stesso sperma. Dopo un po’ mi disse che voleva essere ricambiato. Mi misi allora in ginocchio e abbassatogli i pantaloni gli tirai fuori il cazzo e lo succhiai come se fossi stato una vera troia. Dopo poco mi venne in bocca ed io feci come lui aveva fatto con me: lo baciai con forza passandogli la sua stessa sborra.

