Questo fatto è realmente accaduto e per questo luoghi e nomi sono naturalmente cambiati. Sono un responsabile commerciale di una grande azienda di elettrodomestici con sede a Ferrara. Sono un uomo di 40 anni molto piacente e ben visto dal gentilsesso e, anche se non faccio molto per cercarle, spesso mi capitano avventure alquanto piacevoli, come quella che sto per raccontarvi. Capita spesso che per lavoro si facciano riunioni fuori zona che si protraggono fino a tardi e al ritorno da una di queste ero con la mia segretaria, una ragazza di 24 anni mora veramente bella, con un seno che difficilmente riusciva a nascondere e delle labbra morbide e carnose che automaticamente facevano venire idee strane a noi maschietti, due occhi scuri che quando ti guardavano sentivi un calore pervaderti per tutto il corpo, trovata per caso in un bar dove faceva la cameriera. Questa ragazza, nonostante le apparenze, non era quella bomba sexy che tutti credevano, ma anzi era un tipo molto riservato al punto che quando entravi in argomento sesso diventava sempre tutta rossa e abbassava gli occhi. Non aveva mai avuto rapporti duraturi con i ragazzi perchè non riusciva, a causa delle sue inibizioni, a soddisfarli sessualmente. Quella sera, dovemmo tornare in ufficio per sistemare alcuni documenti. si era fatto tardissimo, era notte fonda e il palazzo era deserto. Per tutto il viaggio di ritorno non avevo fatto altro che stuzzicarla su argomenti piccanti ed era venuto fuori che la sua esperienza in fatto di pompini era vicina allo zero. Mentre salivamo in ascensore abbozzai ad un approccio del tipo… “e ora che siamo soli…”. Rimasi stupito del fatto che non ci fu quella situazione di imbarazzo che mi aspettavo, ma rimase quasi ad aspettare la mia seconda mossa. Una volta entrati nel mio ufficio, colsi l’occasione del fatto che era molto caldo per aprire una bottiglia di prosecco che avevo nel frigo bar, sapendo che l’effetto di quel poco di alcol l’avrebbe sciolta ulteriormente . Ormai la situazione si faceva molto calda e nel mio tentativo successivo riuscii a sfiorarle le sue belle labbra con le mie in un tenero bacio preludio di quello che poi sarebbe successo. Infatti, a quel punto caddero tutte le mie paure e quel bacio da tenero divenne in un attimo passionale, la mia lingua si fece spazio fra le sue labbra e cercò la sua, calda e inesperta. Fu un attimo ritrovarmi con le mani sotto la sua camicetta a cercare quel seno sodo e meraviglioso che reagiva alle mie carezze vibrando e erigendo due maestosi capezzoli ultrasensibili. Ormai ogni argine era rotto e tra un suo mugolìo e un “no” soffocato dai miei baci, la mano si allungò all’interno della sua mini gonna a cercare il fulcro del piacere. Trovai una fichetta già bagnatissima che aveva inzuppato tutte le mutandine. A quel punto non poteva più negare il suo godimento e la situazione era diventata irreversibile. La misi a sedere sulla mia poltrona (di solito era proibito a tutti) e continuando a massaggiargli la fica iniziai a sganciarmi i pantaloni tirando fuori un uccello che non ne poteva più. Mi fece quasi ridere quando i suoi occhi se lo ritrovarono così vicino e li sgranò meravigliata. Delicatamente appoggiò la mano sul bastone e cominciò ad accarezzarlo. Mi gustavo quel contatto di quelle mani inesperte che quasi tremavano mentre andavano su e giù. Dovetti aiutarla e farle vedere come scappellarlo completamente e lei si lasciava insegnare da brava allieva guardandolo sempre da più vicino. Vicino al punto che lo avvicinai alla sua bocca. Lai capì le mie intenzioni e mi guardò con quegli occhioni supplichevoli, accennò un “no” con la testa non troppo convinta fino a che non se lo trovò appoggiato sulle labbra con una gocciolina di sperma che già faceva capolino dal buchino sulla cappella. Inconsciamente, lo allontanò e tirò fuori la lingua per assaggiare quel succo vischioso che creava un filo tra le sue labbra e la cappella, e immediatamente dopo, le sospinsi il capo verso di me, che nel frattempo mi ero messo in ginocchio sulla poltrona a cavalcioni sopra di lei. Non poteva tirarsi indietro, dischiuse le labbra e le fui completamente in bocca.. Fu il paradiso. Sentire quella linguetta che cercava di fare qualcosa senza sapere bene cosa, quelle labbra che mingevano in mio cazzo muovendosi lentamente su e giù seguendone il profilo e deformandosi quando passavano sopra la cappella, i suoi occhioni dolci che mi guardavano imploranti cercando di capire se stava andando bene, il mio senso di possesso accentuato dal fatto che l’avevo ormai immobilizzata contro la spalliera della poltrona, erano il massimo. Continuava a pompare senza più essere tanto pregata, mentre mi accorsi che con una mano aveva iniziato s masturbarsi furiosamente e fu l’apoteosi. Ormai ero vicino al culmine, e accentuando le spinte del mio uccello completamente dentro la sua bocca, mi sentìi prossimo ad un orgasmo devastante, e così fu. Non sapendo le sue reazione se le fossi venuto in gola, tirai fuori per metà l’uccello pronto ad estrarlo dalla sua bocca nel momento dell’orgasmo. Ma essendo tutti e due praticamente vestiti e dovendo tornare a casa puliti, non aveva molte alternative e quando il primo fiotto le arrivò sulla lingua, il suo primo istinto fu quello di estrarre il cazzo dalla bocca. Così facendo lo schizzo successivo la raggiunse sul volto e sui capelli. Rendendosi conto che se si fosse sporcata il vestito sarebbe stato un disastro, si riportò il membro alle labbra dischiuse ricevendo lo schizzo più grosso nella bocca semi aperta e con una piccola pressione riuscii a infilare di nuovo la cappella in bocca per scaricare una quantità di sperma sulla sua lingua, che non aveva mai visto, costringendola a berlo tutto per non soffocare. Finiti gli impulsi del mio orgasmo mi dedicai a lei. E così, con le labbra ancora gocciolanti del mio sperma, la presi e la distesi sul tavolo da riunioni, che era vicino ad una finestra da cui si vedeva tutto il panorama della città illuminata nella notte. Le sfilai le mutandine e potei vedere da vicino quello che fino ad allora avevo solo immaginato nei miei sogni. Quella passerina fresca e pelosa era un fiore profumato e caldo al tatto delle mie labbra e si aprì volentieri per lasciarsi esplorare completamente. Bastarono pochi passaggi della mia lingua esperta su quella fichetta giovane e già eccitata per vederla godere come non avrei mai creduto che avesse potuto fare riversando tutto quel succo che mi affrettai a leccare e pulire. Alla fine ci rivestimmo e in pochi minuti il nostro rapporti ritornò ad essere quello professionale di sempre. Ma ogni volta che c’è una riunione fuori città, non ho più bisogno di pregarla tanto per farla venire con me
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