Siamo una coppia, sfortunatamente senza figli, io – Mario – 40 anni e Lucia – mia moglie – 38. Due anni addietro a causa di un incidente stradale sono stato costretto sulla sedia a rotelle, essendo rimasto paralizzato dal bacino in giù e di conseguenza il mio uccello è da due anni che non funziona più. Prima dell’incidente ogni qualvolta scopavamo la mia fantasia era di avere un terzo tra noi, per far godere maggiormente Lucia: donna molto calda, alta 170 cm per un peso di 60kg circa, capelli neri, seno una quinta abbondante, fica pelosa ma bel curata, culo a mandolino. Non perdeva nessuna occasione per scopare, lo si faceva anche due o tre volte al giorno. Avete capito che è una donna a cui il cazzo piace. Da due anni a questa parte, visto che non la posso più scopare, lei giornalmente si masturba con dei cazzi finti. Ha provveduto a comprare una bella serie di varie misure, compresi di colore nero, dice che il nero la eccita da morire. A volte inserisce su un fallo finto un preservativo nero. Ogni qualvolta si masturba gli chiedo se è soddisfatta e lei mi risponde sempre che lo è. Io sinceramente, conoscendola, ho i mie dubbi, ma faccio finta di crederle. Considerato che per due anni sono stato da un ospedale all’altro, ho dato fondo quasi a tutti i miei risparmi, non ho più lavorato, ancora non mi è stata data quella misera pensione di invalidità e perciò Lucia si è dovuta trovare un lavoro. Come tutti sappiamo la spesa che maggiormente influisce sul bilancio famigliare è l’affitto della casa e quello che noi pagavamo era molto salato. Decidemmo di comune accordo con Lucia di cercare un’altra casa con un canone di affitto minore. Ci diedi sotto e non tralasciavo nessun annuncio sui giornali, rivolgesi ad un’agenzia ci sarebbe costato molto cosi,come ho detto, ogni mattina la prima cosa che leggevo sui giornali erano gli annunci degli affitti. Dopo circa dieci giorni una mattina leggo un annuncio che mi fa restare perplesso: “Affidasi antica villa, perfettamente ristrutturata, a persone serie, zona…”. La cosa che mi ha fatto rimanere perplesso è stata la parola “AFFIDASI”, ho subito pensato che c’era stato un errore di stampa dato che da affidasi ad affittasi non è che c’era molta differenza e pertanto sicuramente si erano sbagliati a scrivere. Al rientro di Lucia gli faccio vedere l’annuncio ed anche lei rimane un po’ perplessa e decidiamo, l’indomani, di telefonare al giornale, non prima di aver controllato che ancora c’era l’annuncio e com’era scritto. L’indomani non vedevo l’ora di leggere gli annunci e c’era ancora quello della mattina precedente con la parola “Affidasi”. Prima di telefonare al numero indicato, telefonai al giornale e mi venne confermato che era affidasi e non affittasi. Telefonai immediatamente all’agenzia per avere spiegazioni: si trattava di una antica villa nella zona vecchia della città. Mi vene descritta in modo accurato dall’impiegato dell’agenzia e quando alla fine della discussione, gli chiedi il prezzo dell’affitto, sinceramente mi aspettavo una cifra esorbitante, mi rispose che non c’era nessun affitto da pagare. La villa veniva concessa gratuitamente ed arredata. Chiesi cosa c’era sotto, in quanto una simile bellezza di casa non poteva essere concessa gratuitamente. Dall’altro capo del telefono ci fu un attimo di silenzio. L’impiegato si riprese subito dicendomi che su quella villa c’era una leggenda: i proprietari, a dir loro, aveva visto dei fantasmi. Non mi son messo a ridere per non mancare di rispetto a chi stava dall’altro lato del telefono, ma dentro di me lo feci. Dissi che io non credevo a queste sciocchezze e che sarei stato disponibile ad andare ad abitare, logicamente insieme a mia moglie, in questa villa. Dissi che per tutte le firme di rito dovevano venire loro a casa mia perché io essendo sulla sedia a rotelle mi era un po’ difficile raggiungere l’agenzia. Al ritorno dissi a Lucia della telefonata e lei pure si mise a ridere dicendo che nel terzo millennio ancora c’era gente che credeva a queste fesserie. Il giorno dopo arrivò a casa l’impiegato con tutte le scartoffie da firmare e dopo aver firmato tutto mi consegnò le chiavi augurandoci un buon soggiorno. Dopo una settimana eravamo nella villa. Occupammo solo il piano terra dei tre piani fuori terra e della cantina, per via della mia invalidità. Esserci tolti dalle spalle il peso di 500 euro mensili ci faceva affrontare la vita con un pizzico in più di ottimismo. Quella sera, la prima sera nella nuova casa, Lucia ha voluto festeggiare a modo suo: dopo avermi accompagnato e sistemato nel letto, ora mi sembrava molto più grande e più comodo, va a prendere dei cazzoni in lattice tra i quali non manca il suo preferito: il nero e si avvicina a me. Li mette in fila su una poltrona ed inizia uno spogliarello che farebbe resuscitare un morto, ma evidentemente io sono messo peggio di un morto in quanto il mio cazzo non ne vuole sapere di svegliarsi, e comincia a stuzzicarsi mettendosi a fianco a me e porgendomi un cazzone nero di 30 centimetri per 20 di circonferenza. Incomincio a masturbarla con questo cazzone, e mentre lo infilo nella sua figa bagnata, lo faccio in modo lento per gustarmi questa penetrazione nei minimi particolari anche perché sono curioso di vedere come la sua fica riesce ad incamerare questo enorme cazzo. Mentre lo infilo in fica, con un dito le apro il culetto, dopo un po’ comincia a chiedermi di trattarla da puttana, allora io duramente le ordino di mettersi in ginocchio alla pecorina, lei lo fa prontamente, e mentre è in quella posizione sul tappeto le tolgo il grosso fallo dallo fica e glielo infilo nel culo, lei grida: – Dai porco sfondamelo – e mentre lo dice con le mai si divarica le natiche e io le infilo il cazzone di lattice per tutti i 30 centimetri e cosi questi le resta impiantato dentro, camminando a carponi la faccio spostare più in la per ammirarla nuda per terra con quel grosso cazzone dentro il culo e le sue enormi tette penzolanti. Si avvicina e apre la bocca per ingoiare il cazzo in lattiche che mi ero messo in mezzo alle cosce e mentre la scopo in bocca, stantuffando e facendolo arrivare fino in gola le dico: – Puttana avresti voglia di essere la troia di tanti uomini? – e lei mi risponde: – Siii voglio essere usata come una vacca, faro tutto quello che vogliono… dai maiale – Io con una mano do un colpo forte al cazzo in lattice, conficcandolo ancora di più nel suo culo, lei fa un urlo poi si infila ancora di più il “mio cazzo” in gola, come per soffocare il dolore. Mentre è a pecorina inizia una masturbazione violenta, mi guarda in faccia con gli occhi pieni di piacere e mi dice: – Sii voglio 20 cazzi tutti per me, li voglio far sborrare tutti su di me, succhiarli tutti – e in quella posizione se ne viene fremendo come una cagna. Data la mia condizione di invalido ero diventato un abitudinario e così la sera alle 21 Lucia provvedeva a prendersi la sua razione di sborra e a darmi la mia di piacere. Ormai eravamo da una settimana nella nuova casa e le cose andavano a gonfie vele, anche se ogni tanto pensavo alla storia dei fantasmi, ma più per farmi dentro di me una risata che per altro. Dopo circa venti giorni una mattina che ero solo in casa, mi avvicino al comò apro il tiretto e vedo dentro 500 euro. Sinceramente non mi ricordavo di averli messi io, pensai fosse stata mia moglie, ma da dove venivano? Mi riproposi di chiederlo a Lui quando sarebbe tornata. Alle 14 in puntò arrivò e la prima cosa che le chiesi è stata la provenienza di quei soldi. Lei disse che non sapeva di quali soldi parlassi e andò nella camera a cambiarsi. Al suo ritorno le mostrai i soldi e lei ancora disse che non sapeva da dove venissero, poi con un sorrisetto disse: – Vuoi vedere che sono i fantasmi che ci portano i soldi!!! – Ma non mi fare ridere, risposi. – Ma in fondo a te cosa interessa da dove vengono i soldi – rispose lei – a noi fanno comodo.Tu non li hai rubati e nemmeno io. Mi misi i soldi in tasca e sinceramente dentro di me ringraziai il benefattore. Il pomeriggio passò senza altre novità di rilievo. La sera Lucia dopo avermi accompagnato a letto disse che sarebbe rimasta ancora un po’ a guardare la tv. Dopo un po’ la chiamai che avevo bisogno di un bicchiere d’acqua e con mia grande sorpresa non mi rispose. Mi sedetti, non con poco sforzo, sulla sedia a rotelle e mi avvia verso il salotto. Con mia grande sorpresa era vuoto e la tv accesa. Spensi la tv e mi avvia verso la porta che dava nella cantina che era socchiusa. Aperta la porta, con mia grande sorpresa sentii delle voci in cantina. Cercai di spostarmi per poter vedere e facendo attenzione a non far rumore e non cadere dalla sedia. Raggiunsi, con molta fatica, una posizione dalla quale potevo vedere in cantina. Vidi mia moglie insieme ad un uomo abbracciati. Lucida baciava a bocca chiusa ed lui le aprii le labbra con la lingua… fu un turbine di eccitazione. Erano in piedi…. la strinse verso il tavolo mentre continuava a baciarla e col cazzo contro il suo ventre. Con una mano gli alzò la sottoveste e cominciò a toccarle la coscia. Poi scivolò sulla sua figa e conoscendo mia moglie pensi la senti umida sopra le mutande. Le strappò letteralmente le mutande di dosso…. di peso la sollevò sul tavolo ed in ginocchio cominciò a baciarle la figa. I peli le si arruffavano in mezzo alle cosce ed arrivavano fino al culo. Con colpetti di lingua le mordicchiava il clitoride. Cercava di insinuare la sua lingua fino all’interno delle grandi labbra, più in dentro possibile e si vedeva il liquido biancastro che emetteva a fiotti. Poi lei con voce tremula mi disse: -Vieni che lo voglio dentro di me…- Mia moglie cercò di togliersi la sottana ma lui la fermò… le disse che seminuda era più eccitante. Così lei si tirò le sue tette fuori dalla sottana e si mostrò in tutta la sua eccitazione. Si disposero capovolti e mentre lui le leccavo la figa, lei ingoiava il suo cazzo prendendolo alla base e facendolo scomparire dentro la bocca. Alternava il pompino con colpi di lingua sui coglioni. Lo leccava in mezzo alle cosce fino ad arrivare al buco del culo. Poi capovolti, lui sotto e lei sopra, ma sempre girati a 69. In quella posizione gli è venuto istintivo leccarle oltre che la figa il buchinno del culo, mentre mia moglie delirava dal desiderio e dall’eccitazione. Alla fine volle essere penetrata e ponendosi con le cosce aperte alla pecorina gli ficcò dentro il bastone mentre la sentivo urlare dal godimento. Dopo un po’ si girò e sempre con le cosce aperte lo volle dentro finché non arrivarono entrambi nel massimo godimento. Mi rimisi a letto e dopo circa un’ora sentii mia moglie che veniva a coricarsi. Non dissi niente e ci addormentammo. La mattina seguente, dopo che mia moglie era andata a lavoro, aprii di nuovo il cassetto del comò e con mia grande sorpresa e piacere trovai altri 500 euro. Questi fantasmi cominciavano ad essermi simpatici, ma vi racconterò in seguito.
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