Mi sento un altra persona. Finalmente ho aperto una breccia nella persona che ho sempre desiderato. E’ passato molto tempo dalla prima volta che mi sono accorto di essere innamorato di Federica. E adesso il desiderio e la possibilità concreta di possederla, sento che ho la forza di farlo. Per alcuni giorni la mia fantasia vola, e vola sempre più in alto. Vengo a sapere che giovedì è libera, non andrà all’ospedale. Senza avvertirla vado a trovarla a casa. Ho in mente una cosa e mi sono portato una corda (una cima della scotta della mia barca)La trovo vestita ancora con la camicia da notte. Appena mi vede, mi saluta ma vedo che è imbarazzata, e subito mi dice che sono stato uno stronzo, che ho sbagliato, che l’ho costretta, che mia moglie è sua sorella, che abbiamo famiglia e tutte queste cose. Non mi turbo più di tanto”Sono solo sciocchezze, Federica, lo volevi te come me, solo questo conta. ” “Non è vero, mi ci hai costretta, cosa potevo fare?””Ti è piaciuto, parecchio, o lo vuoi negare” Vedo che abbassa gli occhi e arrossisce”Cosa centra, non dovevamo lo stesso” Mi avvicino, le cingo la vita. “Ho voglia di te””Smettila, allora non hai capito. Non possiamo””Lo vuoi come me, Fede, è inutile che neghi” Cerca di allontanarsi, ma io la tengo stretta per la vita. “Smettila, lasciami” La giro le do due sberle. “Basta, non voglio…. …. . ” La metto faccia al muro e con la scotta bianca e rossa che mi sono portato le lego i polsi dietro la schiena. “Lo so che ti piace così…. …. . vero””No lasciami, che fai?” La giro verso di me, le do un’altra sberla, fa due passi all’indietro e cade a sedere sul divano che si trova accanto alla libreria nell’ingresso salotto. Monto a cavalcioni sopra di lei. Con una mano le afferro i capelli e la bacio con decisione. LA mia lingua penetra con violenza nella sua bocca chiusa. Dopo qualche secondo è costretta ad accoglierla con passione. Smetto di baciarla, e con le due mani inizio a palpeggiarla, sento che sotto la camicia da notte non indossa il reggiseno. Le stringo i capezzoli”Smettila stronzo, o mi metto a gridare…. …. .. ” Metto le mani sullo scollo, e le strappo la camicia da notte, i suoi seni splendidi con i capezzoli già duri, escono come una esplosione. “Noooo…. .. . questo no” Le do due schiaffi, voglio che si senta impotente. Torno a palpeggiare i suoi seni ora nudi. La sua pelle è splendida, sento che i suoi sensi rispondono alle mie sollecitazioni, anche se lei fa finta del contrario e si dimena. “Così non voglio, smettila…. …. ” Mi tolgo la cintura. Vedo i suoi occhi illuminarsi e impaurirsi. “Non vorrai usarla ancora su di me?” Con un capo le stuzzico i capezzoli, lei si dimena, ha paura che inizi a frustarla. “L’altra volta ti è piaciuto””Mi ha fatto male””E parecchio, vero puttanella””Non sono una puttanella” La frusto piano sui capezzoli, prima a destra e poi a sinistra. Lei si dimena e grida”Nooooooooooo. Mi fai male””Più gridi, più forte lo faccio” Smette. Torno a palpeggiarla e a tormentarle i capezzoli. “Brava, puttanella, vedo che ti piace” Tiro fuori il mio arnese ben in tiro. Inizio a strusciarlo sulle sue tette. Lei si dimena ma non può fare più di tanto. Lo muovo ritmicamente, mimando l’amplesso, sulla sua ciocca sinistra. Vedo i suoi occhi lucidi, vedo l’espressione della sua bocca, quando la cappella si avvicina al suo mento. Continuo e continuo. “Porco, smettila” mi dice. Ma ora le urlo”ZITTA PUTTANA, e apri la bocca” Le prendo la testa , ha la bocca appena aperta e le infilo il mio cazzo duro in bocca, spingo ed esco, reggendole sempre la testa così da non poterla far allontanare troppo. Insisto, le muovo la testa avanti e dietro. I sui occhi sono sbarrati. “Datti da fare” le dico. Mi fermo solo un secondo”Ti prego non l’ho mai fatto” Le do due schiaffi, voglio che si senta dominata. Voglio che si senta un oggetto per darmi piacere e basta. Le infilo nuovamente il cazzo in bocca, gia ben scappellato. “Fammi vedere come sai usare la lingua” Le muovo la testa con decisione, avanti e indietro, avanti e indietro. A vanti e indietro. Fino a che non sento che mi sta esplodendo l’orgasmo. Tengo la sua testa ben stretta, le sborro copiosamente in bocca. “Ingoia troia, ingoia tutto” Lei prova a dimenarsi ma non può liberarsi della mia presa ed è costretta a ricevere in bocca i miei liquidi. Mi alzo la lascio sul divano. E’ bellissima con le braccia legate dietro la schiena, i suoi seni al vento con la camicia strappata. I capelli arruffati, la bocca un po’ aperta, un filo di sperma che le cola dalla bocca, le gambe lievemente divaricate. “Sei uno stronzo. ” Mi dice. Mi inginocchio davanti a lei. Con le mani le accarezzo le caviglie e salgo su lentamente, al ginocchio, all’interno coscia. “Lasciami…. …. non mi toccare” Le allargo con decisione le gambe, indossa delle mutandine di pizzo nero. Con le mani l’accarezzo ancora all’interno coscia, le accarezzo l’inguine, e con i due pollici le grandi labbra. “Lo sapevo” le dico “sei un grande attrice, e una grandissima puttana”. Era bagnatissima, calda, eccitata. Le guardo gli occhi, lucidi, infuocati. La bocca che continua ad essere sempre aperta, lo sguardo che sembra chiedere solo una cosa. L’afferro per i capelli, la trascino in bagno. Non dice nulla. La metto davanti al lavandino, c’è un grande specchio. “Guardati” le dico “Il geriatra, professionista ineccepibile” Le accarezzo da dietro con le due mani i seni. Bruciano, sono duri e grossi. “Dillo” le sussurro all’orecchio “Dillo, avanti””Co.. sa.. “”Dillo” mentre le continuo ad accarezzare con forza il suo splendido seno. La spingo con il ventre verso il lavandino. E’ costretta ad inclinare lievemente il busto. Le alzo la veste, e la strappo da dietro in mezzo alle gambe. “DILLO” Ho il suo bel culo davanti in una posizione molto provocante. Con un solo colpo deciso le strappo le mutandine. “Dillo” Sussura “Sco.. pa.. . mi, ti prego””Non basta” le dico e continuo a strapazzarle il seno con una mano ed ad accarezzarle il culo e la fica con l’altra”Fottimi…. …. .. . “”Non basta””So…. no…. …. . una…. .. . ” Le stringo ancora più forte i capezzoli, e con il medio della mano destra già inumidito dei suoi umori le stimolo il buchetto del suo culo. “Tro.. ia…. , fottimi,…. .. . ti prego””NON BASTA” le urlo all’orecchio”Ti prego scopami…. …. . sto bruciando” dice implorandomi”Di che sei la mia schiava””Sono la tua schiava””PADRONE !””Sono…. …. la tua…. …. …. .. schiava…. …. …. …. .. padrone””Chiedimi di sodomizzarti””No questo no, non l’ho mai fatto con…. …. .. “”CHIEDIMELO, SCHIAVA””Ho paura…. …. .. Rudy””Sono il tuo padrone, chiamami padrone, …. …. .. . sei molto disubbidiente schiava” Le afferro le spalle e la spingo per terra. La vedo fremere sulle mattonelle fredde del bagno bianco. “Devi ubbidire a quello che ti dico. Apri la bocca” mentre tiro fuori il mio arneseLe afferro la testa, la sua bocca è semi aperta. E inizio a pisciarle in bocca. Si dimena, si scosta e si trova con la testa per terra, dove viene raggiunta dal getto forte della mio piscio. A la testa bagnata, come il suo corpo, il seno soprattutto. Le metto una mano con decisione tra le gambe, percepisco dal calore della sua fica ancora umida e gonfia, dai suoi occhi che la cosa non l’ha turbata ma semmai eccitato ancora di più “L’afferro per un braccio, le tolgo ciò che rimane della sua camicia da notte, strappata e pisciosa, l’infilo in doccia, la lavo accuratamente. E mentre le sto accarezzando il suo clitoride con suo evidente piacere le dico”Il tuo padrone sa essere cattivo, ma sa essere anche buono, dipende da te””Si…. …. .. padrone” risponde Le slego i polsi e la lascio visibilmente provata nella doccia. Per qualche giorno non mi faccio sentire. Poi un giorno vado a Lucca dove Federica lavora all’ospedale, reparto Geriatria. Ho con me la solita corda (non si sa mai). Decido di aspettarla fuori per farle una sorpresa. Sono circa le 13. 00. Eccola che esce Si avvicina alla sua Polo Verde. E’ sola. “Ciao Fede” “Ehi che ci fai qui?” “Sono venuto a vedere dove lavori, Dai sali in macchina guido io” Le si accomoda accanto a me. Un po’ riluttante a farmi guidare la sua Polo nuova. Parto e mi dirigo verso l’uscita, dopo circa 10 minuti mi fermo in una strada laterale. Non dico niente, salgo sul sedile posteriore e le chiedo di darmi le sue braccia. “Perché?” “Non ti preoccupare, fallo, ho voglia che tu lo faccia”. Un po’ divertita e un po’ incuriosita mi da le braccia “E se ci vedono?” “Stai tranquilla non ci vede nessuno” Torno alla guida, le braccia tirate indietro espongono maggiormente il suo seno, Indossa una camicia bianca e una gonna corta ma non troppo, con due spacchetti laterali. La bacio e le accarezzo il seno, che trovo già eccitato, sodo, desideroso di farsi toccare. Le apro la camicia con calma. Le sbottono tutti i bottoni. L’apro bene, SI vede il suo reggiseno a balconcino bianco. “Ci vedono, Rudi Smettila” Gli abbasso le spalline e le scopro i seni. Li accarezzo, poi li stringo il capezzolo di sinistra. “Haaa. Smettila ci possono vedere” Le accarezzo le gambe, indossa le sue solite autoreggenti. Le alzo la gonna perchè si veda bene dove finisce la calza e inizia la carne delle sue gambe. E’ bellissima. “Sei una gran fica Fede…. …. .. ” Le accarezzo l’interno coscia, poi in mezzo alle gambe. Vedo i suoi occhi lucidi, il suo viso arrossito. “Sei la mia schiava…. …. lo sai” Lei si aspetta qualcosa da me e io invece accendo il motore e parto. “Che fai? Sei Pazzo? Non mi lasciare così. Ti prego” Urla Sono nel traffico cittadino, ho in mente una cosa e mi dirigo al semaforo vicino all’autostrada. C’è Fila e siamo incolonnati. Nessuno delle altre macchine la può vedere. Ma io cerco un lavavetri. L’ho visto prima. Eccolo. Gli faccio cenno di avvicinarsi. Fede si arrabbia e si dimena “Non puoi, farlo venire, sono tutta spogliata. COPRIMI” Le do uno schiaffo e inizio a baciarla, in parte la copro. Il lavavetri prima non vede poi capisce che Fede è mezza nuda. Io mi sono scostato. Le accarezzo il seno destro. E le dico. “Guarda negli occhi il lavavetri, dimmi cosa fa” “Ci guarda, stronzo, cosa vuoi che faccia?” Abbasso il vetro di Fede, e faccio cenno al lavavetri di avvicinarsi. “Noo, cosa fai…. …. ” “Zitta, …. …. .. fai quello che dico io” Continuo ad accarezzale il seno, Lui si avvicina. Fede ha il viso rosso, sembra prendere fuoco. Il suo seno e duro e gonfio. SI vergogna ma è eccitata. “Se vuoi puoi toccare ” dico al lavavetri. Fede prova a ribellarsi ma e stringo il capezzolo e rinuncia. La mano di lui si avvicina alla tetta sinistra, Lei prova ad allontanarsi ma dall’altra parte le corde e io le impediscono tutti i movimenti. Lui le afferra il seno e lo accarezza con rozzezza. “Nooo, haaa.. . Ti prego Rudi…. .. . ” Io continuo ad accarezzarle la tetta sinistra con la mia mano destra, le stringo i capezzoli. Voglio verificare se la cosa le piace. Faccio scivolare la mano sinistra sul suo ventre. Le si agita un po’. Le tocco la fica, La sento bagnata. Il lavavetri è visibilmente eccitato, continua a palpeggiarla, in modo sempre più forte, le stringe il capezzolo. Fede si dimena un pò, anche le corde e le nostre mani le impediscono grossi movimenti. Incomincio a toglierLe le mutandine. Lei muove le gambe sempre più. Vedo la mano del lavavetri indirizzarsi verso il ventre di Fede. Nello stesso tempo diventa verde. Parto a razzo. Vedo nello specchietto quel pover’ uomo, pieno di voglie che ci vede scappare via. Federica sembra sconvolta, si dimena. Urla: “Sei uno stronzo…. .. mi hai fatto sentire una puttana…. . ” “Lo sei Fede, Lo sei.. ” “Non è vero. Sono un medico, e …. .. . ” Le do uno schiaffo e le dico “Abbiamo lasciato una cosa a mezzo, ricordi Fede” “Slegami…. .. . stronzo” Afferro con violenza un seno, le stringo il capezzolo e le dico “Ti sei eccitata come una vacca…. quando lui ti toccava, ora finiamo il servizio, Va bene” La sento mugolare per il dolore. “VA BENE, FEDE, RISPONDI” le urlo “S.. i.. ma smettila mi fai male” Mi dirigo versa le colline circostanti. Ho una vecchia casetta in legno da quelle parti, in meno di 15 minuti ci arriviamo. Apro il cancello della villetta. C’è un grande giardino, siamo isolati e comunque la siepe di lauro è molto alta. La slego perchè possa scendere, ma lego i polsi davanti. La faccio scendere. tirandola per i capezzoli “aaahh …. . Così no ti prego…. …. …. cosa vuoi farmi. ” Le do uno schiaffo, la prendo per le braccia e la metto pancia in giù sul cofano. Ha le braccia allungate davanti, legate per i polsi. “noo…. …. . per favore. ” Le alzo la gonna per bene. Le allargo le gambe, splendidamente dritte La prendo per i capelli con la mano sinistra le tiro indietro il capo mentre con la mano destra l’accarezzo con decisione in mezzo alle gambe. Il suo culo ritto è messo in bella mostra anche dai generosi tacchi degli stivali. L’afferro per i fianchi, mi inginocchio dietro di lei e inizio a morderla sul culo, poi in mezzo, con le mani rovisto sotto le mutandine, la sento calda e bagnata, con due dita la penetro nella fica. Mi rialzo, poi con afferro le mutandine e con decisione le strappo. Inizio a lavorarle il buco del culo, la inumidisco con i suoi stesi umori, la penetro con il medio. “nooo…. …. , mi fai male” L’allargo bene, la lubrifico a puntino, Mi apro la cerniera dei pantaloni e tiro fuori il mio cazzo duro come il marmo. Le avvicino la cappella al culo. Le si dimena, mi posizione bene e prima piano per cercare spazio poi con un colpo secco e ben assestato la penetro. Non completamente, mi accorgo. Lei urla dal dolore. Le sento pulsare l’ano, aspetto qualche secondo, perchè si tranquillizzi e poi affondo con decisione. “AAAhhhhhh…. …. .. . “. Aspetto ancora qualche secondo e poi tenendola per i fianchi incomincio a muovermi dentro di lei. In avanti e indietro. Non esco mai, ma faccio su e giù. Lei ansima ad ogni affondo. “sei una vacca” le urlo La prendo per i capelli, le voglio guardare gli occhi. Sono lucidi, rossi, infuocati, con le pupille verso l’alto. La vedo e tirandole la testa verso di me, affondo con decisione. I suoi occhi sembrano uscire dalle orbite. Ansima sempre di più. Ogni affondo è un gemito più forte. subire. Non può muoversi, ha le tette che si strofinano sul cofano caldo, le gambe che si sollevano da terra, costringendola a stare in punta di piedi ad ogni affondo. “Sei una vacca fantastica. ” Lei continua ad ansimare, fino a quando non la sento emettere un urlo forte, mentre io vengo copioso dentro di lei. Rimango per un può abbracciato a lei in questo modo così animalesco. Lei la geriatra, irreprensibile medico di ospedale, che sta con il culo sfondato dal cazzo del suo cognato sul cofano della macchina. Sudata, mezza nuda, senza fiato. La sento ansimare ancora sotto il peso del mio corpo. Esco da lei, mi rialzo. Lei scivola per terra, senza forze. Mi piace guardarla così. Indifesa. Assolutamente appagata. La sollevo, le ricompongo la camicia, la bacio. “Ti amo” le dico “Anche io…. …. ” L’aiuto a ricomporsi, sono già le 14. 30, è tardi devo riaccompagnarla in ospedale per il turno pomeridiano.
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