Federica si sveglia e si trova su un letto in una camera bianca, quella di un ospedale. E’ il suo La hanno trovata svenuta in un magazzino pensando fosse stata colta da un malore. Federica ripensa a quello che è successo. “Forse è stato solo un brutto sogno” La vengono a trovare gli amici e i parenti e dopo 24 ore viene dimessa. Il lunedì rientrando a lavoro viene convocata dal Dott..M…..il responsabile dell’ospedale. Federica non lo ha mai sopportato. Lo ritiene un incompetente e un presuntuoso. Malvolentieri si reca nella sua stanza. “buongiorno Dottore, mi ha fatto chiamare” “Buongiorno B…..” Federica non sopportava che Lei lo chiamasse Dottore e Lui si rivolgesse come a una di strada. “Si l’ho fatta chiamare, vorrei sapere se ha superato la fatica che l’ha colpita la settimana passata?” “Non so cosa mi sia successo, Dottore…..” “Suvvia Federica, sappiamo bene Lei e Noi cosa le è successo, ora vedo che sta meglio, vada e torni da me prima di pranzo, Arrivederci” Federica va via salutando, perplessa di quel Federica e soprattutto della frase, cosa avrà voluto dire “sappiamo bene” e soprattutto quel “Noi”. Passa la mattina e Federica è impaziente di tornare da M., vuole cercare di capire. Il tempo non sembra passare, e lei ha un chiodo fisso in testa, non riesce a lavorare tranquilla Finalmente le 13,00. VA in ufficio da M., deve aspettare almeno 15-20 minuti incomincia anche ad avere fame. Finalmente M. la riceve. M. non è solo c’è anche il Dott. P. un suo amico, uno silenzioso e piuttosto sulle sue, è il valutatore del personale dipendente della Asl. “Come è andata allora B.” “Bene, grazie Dottore” “Sa chi è il Dott. P. Vero? , Stavamo proprio parlando di Lei.” “Di me, e di che cosa parlavate” L’atmosfera si fa pesa, un momento di silenzio. Prende la parola P. “L’azienda apprezza le sue doti professionali B., meno l’etica che dimostra di avere nella sua vita privata.” “Ma, io, di cosa sta parlando” “L’azienda pretende che i propri dipendenti mantengano un contegno anche fuori, non solo dentro l’ospedale” “Continuo a non capire Dott. P., non mi sembra di……..” Parla M. “NOI SAPPIAMO, Federica, noi sappiamo il ero motivo del tuo malessere della settimana passata” Federica si ammutolisce, diventa rossa in viso, si sente le gambe tremare. Allora era vero, ma loro come fanno a sapere. In quel mentre P. tira fuori delle foto in cui Federica è ripresa nelle pose più oscene mentre ha addosso Pep, Radà e gli altri, SI vede bene lei mezza spogliate e con la bocca piena di cazzi e di sperma. “Questo l’azienda non lo può permettere, B., Si deve vergognare del suo comportamento inaccettabile e non giustificabile.” “Ma sono stata costretta………” “Dicono tutte così, l’azienda non può badare ai comportamenti libertini dei propri dipendenti. Ho preparato una lettera di Biasimo che riceverà per raccomandata a casa, a cui seguirà una richiesta di espulsione dall’Ordine dei Medici e ovviamente licenziamento” “Non potete, io sono stata costretta, VI prego, credetemi” Federica inizia a piangere, vede svanire in un solo momento tutte le fatiche per diventare medico, la sua famiglia, cosa dirà, Lei cosa farà. “Doveva pensarci prima. Ora è tardi” Passa ancora un momento in cui si sente solo lei che piange. “Vada ora B., riconsideri disoccupata” Federica non riesce quasi a stare in piedi, si avvia alla porta reggendosi la testa con le Mani, Tutto le sembra finiti “Aspetti B.” dice M. “Scusa Franco, non credi che potremmo darLe una seconda possibilità” “Assolutamente no,” dice P. “Io credo” dice M. “che qualora la Dottoressa B: si dimostri profondamente pentita e disponibile ad aiutarci, potremmo chiudere un occhio” “Tu credi Roberto, sono perplesso, anche se casco a cosa ti riferisci, Credi che accetterà?” “B., venga, Noi siamo disposti a passare sopra a ciò che è successo, ma lei deve accettare di diventare nostra esclusiva collaboratrice, Accetta?” Federica è intontita, non crede ai suoi occhi, accetta volentieri, e firma un contratto in cui c’è scritto che lei si impegna ad ubbidire ad ogni ordine imposto dai Padroni, qualunque esso sia, per un periodo di tempo a discrezione degli stessi. Federica firma, senza riflettere subito sulla parola padroni, ma ben presto capirà. “Bene B., iniziamo subito, da oggi non potrai aprire bocca in nostra presenza, e dovrai indossare secondo modi più adeguati.” Federica non capisce, Vuole spiegazioni. “Lei ha firmato di diventare la nostra schiava in cambio di non essere licenziata” “Ma cosa dite, io……..” “L’inizio non è dei più promettenti, dovrà essere addestrata” “Ma, smettetela, cosa dite?” “Silenzio, e si tolga quel camice” “Cosa, ma io vi denuncio, voi siete pazzi, è tutto una montatura.” In quel momento P. fa partire una video cassetta che riprende Federica impegnata con i negri. “Crede che questa sia una montatura?” Federica è ammutolita “Si levi il camice, schiava” “No, voglio andare via” Federica apre la porta per allontanarsi, trova però fuori Fabio, l’uomo di fiducia di P., un bestione di 130 Kg. Che gli sbarra la strada. “Fabio la nuova schiava si rifiuta di ubbidire portala giù” Federica viene presa per un braccio, prova a ribellarsi ma nulla può contro la forza di Fabio. Cerca allora di urlare, ottenendo solo di avere la bocca tappata da una mano grossa e forte Federica aveva il braccio ripiegato, e il dolore la faceva quasi svenire, un grossa mano sulla bocca le impediva di urlare. “Stai calma, fanno tutte così ma poi smettono, vedrai che smetterai anche te.” Viene trascinata in un ascensore e portata all’ultimo piano, in una stanza poco arredata. Li raggiungono i due medici. “Allora Federica hai cambiato idea? Fabio ha dei sistemi molto convincenti, non vorrei chiedergli di applicarli su dite.” “Siete due pazzi, lasciatemi andare, vi denuncio…..” “Fabio, per favore, pensaci tu” “Si padrone, sarà un piacere” Prende Federica e la sposta di peso verso il muro, le solleva le braccia e le lega i polsi in alto a dei ferri che vengono giù dal soffitto, poi lega le caviglie con delle catene, lasciando un minimo di movimento alle gambe. Federica urla e li insulta, ma Fabio no sembra curarsene, prende una sfera del diametro di 5-6 centimetri e la infila in bocca a Federica. Le mandibole fanno male per lo sforzo di tenere la bocca così aperta. Fabio si posiziona davanti a Federica e con movimenti sicuri e decisi, inizia sbottonare il camice, Federica si divincola per quello che può ma Fabio continua, e dopo il camice sbottona anche la camicia. Appare il suo reggiseno blu, A tale vista Fabio non resiste a palpare con gusto il seno prosperoso, incurante dei movimenti e dei gemiti di Federica, che ben presto mostra delle lacrime che scendono dal viso. Con un colpo deciso Fabio strappa il reggiseno, stringe i capezzoli diventati ormai duri, Federica mugola più forte. Ma niente rispetto a pochi secondi dopo, quando Fabio prende due morsetti con attaccati dei cavi elettrici, che li posiziona una per capezzolo. Il dolore è fortissimo, Federica mugola e piange., Con gli occhi implora pietà. Ma Fabio continua imperterrito, si posiziona accanto alla macchina cui arrivano i fili, e gira una manopola. Federica sente muovere un poco i morsetti, una specie di vibrazione, che le produce un solletico o poco più. Poi Fabio Gira la manopola di un quarto, per una frazione di secondo. Una scossa terribile percuote il Seno di Federica, che ha un sobbalzo, e mugola e implora pietà, con gli occhi guarda il suo aguzzino prima e i suoi “colleghi” dopo. Fabio Ruota ancora di un quarto la manopola per un tempo n po’ più lungo, Il seno sobbalza, Federica si inarca, la testa va indietro dalla sua bocca tappata si ode una specie di guaito come quello di un cane ferito. Si avvicina P. “Allora schiava, accetti di buon grado…” Federica con in bocca la Sfera mugola qualcosa di incomprensibile, ma scuote la testa in segno di diniego. Allora P. Con la mano aperta in segno di cinque ordina a Fabio di far passare corrente per 5 secondi. Fabio obbedisce, ruota la manopola, il seno sobbalza ancora, i morsetti tendono quasi a tagliare i capezzoli e si vede un po’ di sangue uscire da sotto, la pelle si è appena incisa. Il corpo si inarca e trema sobbalzando per cinque interminabili secondi. Quando Fabio smette Federica trema ancora, si lamenta con un gemito intenso, la testa abbassata i capelli arruffati sul viso. P. si avvicina e toglie la sfera di bocca. “Vi … prego……basta” “Dipende da te, schiava. Lo sai, la prossima sarà più lunga” Federica Piange e sussulta “Fabio, la schiava non ha ancora capito, aumenta l’intensità” Fabio allunga il braccio per ruotare la manopola, ma Federica urla “NOOOO, vi prego, basta, farò quello che volete” “Iniziamo a ragionare, vedo, bene è un primo passo” E mentre diceva questo P. toglie prima un morsetto e poi l’altro. Federica urla per il dolore, il sangue torna a rifluire sui capezzoli strizzati innaturalmente, si vede una piccola striscia di sangue, il seno è molto irritato e particolarmente gonfio e sodo per la stimolazione elettrica. P. L’accarezza con il dorso della mano, Federica fa per ritrarsi a causa del dolore causato dalla pelle iper sensibilizzata, ma viene ripresa da P. stringendole il Capezzolo sanguinante e facendo cacciare a Federica un urlo straziante. “Nessuno ti ha orinato di muoverti” Poi fa scivolare le mani sul corpo, sbottona i pantaloni di Federica e con un colpo deciso li abbassa “No…. Vi supplico…….” P. abbassa anche le mutandine a mezza gamba, e inizia a toccarla tra le gambe. Federica si ritrae un poco, fino a toccare il muro quando le ditta di P. la toccano tra le grandi labbra a sentire l’interno bagnato a penetrarla, a massaggiare con movimenti sapienti il clitoride. “Chiedimi di masturbarti schiava” Federica guarda atterrita e schifata il suo aguzzino, il suo carattere fiero le impedisce di comprendere la posizione di impotenza in cui si trova e in un impeto di orgoglio “Scordatelo stronzo” cercando di sputare nel viso a P. Il quale con molta freddezza schiva il colpo e richiama Fabio “Ha bisogno di un lungo periodo di istruzione, siamo più indietro di quanto credessi. Pensaci Tu” “Con piacere padrone” Federica guarda con terrore ai suoi aguzzini, impaurita che ricomincino con le scosse elettriche. Invece dopo che sono rimasti soli, Fabio si avvicina a Federica, le libera i polsi, per legarli dietro la schiena, le mette un collare di pelle nera al collo, la sfera in bocca e la trascina fuori della stanza. S trovano fuori su tetto. Federica ha ancora addossa i .vestiti mezzi stracciati e sbottonati, i pantaloni alle caviglie che le impediscono grossi movimenti e le caviglie legate con una catena. Il sole è alto sono le 14.30, fa molto caldo, in questi giorni la temperatura è costantemente sopra 30° gradi e l’umidità rende pesante l’aria. Fabio trascina Federica in mezzo al tetto c’è un anello per terra, la fa inchinare a forza, Federica mugola e cercando di ribellarsi, ma Fabio non curante lega una catena corta al collare e all’anello, e un’altra catena alle caviglie così che Federica è costretta a stare accucciata in ginocchio con la testa abbassata come una cane messo al guinzaglio e legato in punizione. Poi Fabio prende una ciotola piena di latte e la mette accanto alla faccia di Federica. “Quando hai sete puoi bere se ci riesci” E se ne va. Federica è terrorizzata, accaldata dai vestiti addosso con il sole che picchia fortissimo, affamata perché dalla sera prima non ha più mangiato niente, e assetata. Piange disperatamente e cerca di urlare, ma esce solo un flebile gemito. Passano i minuti, i quarti d’ora. Dopo circa un’ora Federica è completamente sudata, il sole picchia fortissimo, inizia ad agitarsi la bocca e il suo corpo chiedono acqua. Cerca di avvicinarsi alla ciotola pensando di poter trovare giovamento, ma la sfera le impedisce di abbeverarsi. Arriva allora Fabio le libera la bocca subito Federica lo implora di dissetarla. La bocca è totalmente secca, deve assolutamente bere, ma Fabio si allontana avendo prima spostato la ciotola quel tanto che basta perché Federica non ci possa arrivare. Federica si allunga, si sforza, ma le catene le permettono solo pochi centimetri di movimento. Si sforza più che può ma non riesce la faccia è per terra a due centimetri dalla ciotola ma non si avvicina. Implora allora l’aiuto di Fabio, Il sole, la sete , la fame la stanno facendo impazzire. Fabio si avvicina mentre Federica si sta sforzano sempre di più il collare quasi la strozza. “Quasi ce la fai Federica” Uno sforzo ancora e a Federica sembra di poterci arrivare, ecco tocca la ciotola, sente l’odore del latte, acido sembra andato a male ma non importa tanta e la sete, e invece, Non riesce, ottiene solo di allontanare la ciotola. E’ disperata, si agita, cerca di urlare ma non ha la forza, è sudata no connette, chiede aiuto a Fabio. “farò…. Quello…… che…… vuoi……. Ma……………. dammi da bere,………….. ti prego” Fabio si avvicina le slega il collo e la mette in ginocchio tirandola per i capelli. Poi si sbottona i pantaloni tira fuori il suo cazzo e lo posiziona sulle labbra di Federica, aperte per le poche forze e completamente secche. “Hai sete hai detto? questo è ciò che può bere una schiava” E inizia a urinargli in bocca. Federica non riesce quasi a reagire, schifata dal puzzo e dissetata dal liquido è costretta a ricevere l’urina del suo guardiano. In parte la ingoia, in parte le esce a bagnarle il collo e il seno fino alle gambe. Dopo che ha finito Fabio la rilega alla catena e Federica si trova accasciata tra il piscio puzzolente, il caldo , l’odore e le forze che le mancano, un conato di vomito la prende. Rigetta copiosamente, a pochi centimetri dal suo viso. Le torna in mente che fino alla mattina era un persona felice che aveva realizzato tutto ciò che voleva e ora si trovava in una situazione allucinante. Piange e mugola fino che le forze non l’abbandonano, chiude gli occhi vinta dal caldo e dallo sfinimento, e si addormenta sul vomito e sul piscio .
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