Prima parte della seconda giornataEro già sveglio da molto, quando Mauro telefonò, mentre Roberta e Valeria dormivano ancora."Ciao. Tutto confermato, andiamo al mare. Roberta è sveglia?""No, dorme ancora, comunque tutto a posto. Veniamo lei, io e altre due ragazze"."Due puttane?""Una è una professionista e l’altra no. Comunque c’è solo Roberta compresa nel prezzo del viaggio, intesi"."Intesi. Passo di lì fra un’ora".Svegliai Roberta e Valeria e diedi loro la notizia, poi salii in soffitta ad avvertire anche Rosanna. Ci preparammo tutti per bene, e prima delle nove eravamo sull’automobile di Mauro, che mi aveva concesso il posto di guida, per cominciare già in viaggio a spupazzarsi Roberta sul sedile posteriore, dove aveva preso posto anche Rosanna, mentre Valeria era davanti con me.Guidavo con prudenza (odio gli incidenti automobilistici) ma abbastanza veloce, per arrivare a godere in pieno la mattinata al mare. Ci volevano poco meno di due ore di viaggio, se tutto andava bene. Dopo il casello autostradale, Mauro aveva già una mano fra le cosce di Roberta, che lo lasciava fare distrattamente.La giornata era bellissima e si preannunciava calda, non c’era nemmeno una nuvola in cielo. Roberta era allegra e canticchiava una canzone che sapeva solo lei.Arrivammo al mare che faceva già caldo. Mauro propose di andare direttamente in spiaggia, e a casa sua solo dopo. Fummo tutti d’accordo. Il posteggio della spiaggia libera era pieno, trovai un posto sul ciglio della strada statale. Ci spogliammo: le ragazze rimasero in slip e maglietta, Mauro e io a torso nudo coi calzoncini da bagno.Attraversammo il posteggio e la scogliera e scendemmo sulla spiaggia, affollata. Dovemmo sistemarci con gli asciugamani un po’ indietro, per non stare troppo stretti nella calca.Accanto a noi c’erano, da una parte e dall’altra, due coppie, due ragazzi con le rispettive fidanzatine in bikini.Quando Roberta, Rosanna e Valeria si tolsero simultaneamente la maglietta offrendo al sole il bel seno nudo, la ragazza della coppia di destra diede segni di inquietudine e in pochi minuti indusse il suo compagno a trovare un altro posto: si alzarono e se ne andarono. La ragazzina della coppia di destra invece esclamò, rivolta al moroso ma abbastanza forte da poter essere sentita anche da me:"Vedi che non sono solo io che voglio stare in topless qui? Sei tu che sei un imbranato geloso!" – e si tolse il reggiseno.Il ragazzo parve infastidito per un attimo, poi se ne fece una ragione e abbracciò la sua bella. Guardai la scena e pensai:"Davvero sono molto diverse al mondo le teste e le idee. Ma io non ho nessun obbligo di imparzialità, e parteggio per questa che s’è tolta il reggiseno. L’altra dev’essere più stronza di sicuro".Dopo un quarto d’ora scarso, noi cinque andammo a fare il bagno. Piena di persone vocianti e prevalentemente sgradevoli, non era l’acqua limpida dei mari del Sud; ma, a due ore dalla città, era meglio che niente. Ci sono città che distano migliaia di chilometri dal mare, noi eravamo già fortunati. Il cielo era abbacinante, guardavo la gente e facevo la mia piccola statistica di costume sulle ragazze. All’incirca una su sette, qui, aveva le tette al sole; le altre erano in bikini o costume intero. In certe limpidissime spiagge delle Isole, in altre estati, ricordavo di avere trovato una proporzione inversa: là, il seno coperto era l’eccezione.Ciò confermava una mia tesi: più le ragazze sono nude, più il mare è pulito e la costa è meravigliosa; più le ragazze sono vestite, più il mare è sporco e la costa è degradata. Probabilmente ciò accade per attrazione di affinità: il bello cerca il bello, il brutto cerca il brutto. Ma, appunto, bisognava accontentarsi: con la soddisfazione che Roberta soprattutto, ma anche Rosanna e Valeria, alzavano di molto il livello estetico del luogo.Dopo un lungo bagno, tornammo al posto che ci eravamo riservati stendendo i nostri asciugamani, e intorno al quale la folla era aumentata. Restammo a prendere il sole per quasi un’ora, poi le ragazze si rimisero le magliette e tornammo all’automobile. Andammo a casa di Mauro, un alloggetto di due camere e bagno in un condominio in paese.Ci facemmo tutti una doccia e decidemmo di andare in un bar del lungomare a prendere l’aperitivo. Mauro disse:"Prima, però, un piccolo aperitivo lo voglio da Roberta".Si misero sulla stuoia in mezzo alla stanza, nudi, e Roberta gli prese il cazzo in mano per farglielo diventare duro; poi si accovacciò su di lui e se lo spinse dentro.Rosanna mi guardò stupita:"Come, lo fa senza preservativo?""Con Mauro sì, è uno fidato".Roberta andò avanti per qualche minuto, poi si alzò dicendo:"Come aperitivo basta, no? È meglio che risparmi le forze per dopo".A mezzogiorno e mezzo ci sedemmo a un tavolino all’aperto di un elegante bar del lungomare, e ordinammo cinque succhi di pomodoro. Valeria era particolarmente allegra, e prese anche una vodka. A un tavolino vicino al nostro erano sedute due ragazze, e notai che Roberta stava guardandole con attenzione. Finché addirittura si alzò e andò a rivolgersi a una di loro:"Samanta! Sei tu! Sono secoli che non ci vediamo!""Roberta! Incredibile! Che fai da queste parti?""Un fine settimana al mare da un amico"."Sì? Io adesso invece abito qui al mare, insieme con questa mia amica: Sabrina. Sabrina, ti presento Roberta; Roberta, ti presento Sabrina".Rapidamente le presentazioni si estesero a tutti, e i due tavolini furono accostati. Le due ragazze erano state compagne di marciapiede di Roberta in un’altra zona della città un paio d’anni prima. Quando Roberta aveva cambiato zona, venendo a battere dalle mie parti (così l’avevo conosciuta), aveva perso di vista le due amiche. Ora veniva a sapere che si erano trasferite al mare. Stabilmente, o almeno per tutta l’estate. Lavoravano lì in un appartamentino, attirando i clienti con un annuncio sul giornale locale.Samanta spiegò:"Qui sono più tolleranti che in città, perché in fondo anche noi aiutiamo il turismo. La polizia sa quello che facciamo, ma c’è un sottinteso per cui ci lascia in pace, a condizione appunto che non battiamo il marciapiede ma riceviamo in alloggio con l’annuncio e il telefono. Tu Roberta in città lavori sempre in strada? Loro lavorano con te?""Sì, io trovo gli uomini un po’ sul marciapiede e un po’ in altri modi, ma ho un posto fisso dove mi piazzo per rimorchiare, davanti al mio portone, non vado lontano. Sto con lui in casa sua, adesso. Mauro invece è un amico, che ha una casa qui, siamo suoi ospiti oggi e domani. Rosanna lavora nello stesso condominio. Valeria è una debuttante".Le due nuove ragazze erano carine, e pensai che Mauro avrebbe potuto invitarle a pranzo, sennonché si restava, a quel punto, due uomini con cinque donne, un po’ eccessivo.Roberta chiese:"Oggi lavorate?"Fu l’altra ragazza, Sabrina, a rispondere:"Dalle cinque in poi siamo in casa ad aspettare telefonate e visite.""Prima delle cinque, potreste venire da noi. Sono sicura che Mauro non ha niente in contrario. Solo che siamo troppe donne… Non avete due o tre amici da chiamare?""Due o tre che abbiano voglia di farsi un’orgia? Posso provare a telefonare a tre ragazzi che sono in vacanza insieme qui. Però non pagano granché"."Va bene, su. È anche per stare insieme noi, no?"Samanta assentì e Sabrina andò a telefonare, tornando quasi subito con la risposta affermativa. Dieci minuti dopo i tre ragazzi erano già arrivati lì al bar. Mauro precisò che la casa era piccola, e che conveniva mangiare fuori, prima di andarci. Tutti furono d’accordo nel dire che con quel caldo non conveniva prendere più di un panino o qualcosa del genere. Così, facemmo uno spuntino nello stesso bar, e poi andammo tutti a casa di Mauro. Ora eravamo cinque a cinque, e la cosa si faceva interessante. I soldi che i tre ragazzi scucirono furono equamente divisi fra le cinque ragazze, Valeria compresa, e si poté incominciare: un po’ allo stretto in quelle due stanzette comunicanti con la porta spalancata nel tentativo di formare una sala unica.Mauro, da padrone di casa, volle dirigere il gioco, giustamente. Disse:"Signorine belle, prima vogliamo vedervi tutte insieme per bene. Mettetevi sedute una accanto all’altra, cinque in fila, e aprite bene le cosce".Nessuna fece obiezioni, nemmeno Valeria. Tre minuti dopo, cinque ragazze nude erano sedute in fila, davanti a cinque uomini altrettanto nudi. Sul tappeto, accanto alle ragazze, cinque o sei scatole di preservativi. I tre ragazzi erano molto eccitati da quell’orgia imprevista, e attendevano gli eventi menandosi l’uccello. Mauro insisté:"Forza, ragazze, aprite quelle fiche!"Tutte obbedirono, slargando le fessure con le dita.Mauro si avvicinò a Roberta e disse:"Questa è mia personale, per farci qualcosa chiedete prima a me. Per il resto, libertà assoluta, va bene?" – e mise il cazzo in bocca a Roberta.Tutti si mossero. I tre ragazzi, che dovevano avere già scopato diverse volte Sabrina e Samanta, puntarono ovviamente alle novità. In due si attaccarono a Rosanna, mentre il terzo prese Valeria. Io mi avvicinai alle troie locali, rimaste momentaneamente disoccupate, e mi feci fare un pompino un po’ dall’una e un po’ dall’altra.Roberta intanto era seduta su Mauro che la sodomizzava. In quella posizione, con il cazzo di Mauro ficcato profondamente nel culo, offriva alla vista la fica, e uno dei ragazzi che stavano pastrugnando Rosanna si fece avanti chiedendo con ostentata gentilezza:"Posso riempire il buco libero?"Mauro rispose:"Puoi, ma mettiti un preservativo".Così Roberta fu presa in mezzo a sandwich fra un uomo e l’altro, un cazzo in culo e uno nella fica. Dato che amo la completezza, mi avvicinai anch’io e, senza chiedere il permesso, misi la mia verga in bocca alla splendida troia. Samanta esclamò rivolta a Sabrina:"Accidenti, Roberta se li fa tutti lei. Noi possiamo riposarci".In effetti, gli altri due ragazzi stavano adesso scopando abbastanza normalmente con Rosanna e Valeria. Ma a me bastavano pochi minuti di pompino da Roberta, per il gusto di farle fare una tripletta, dopodiché tornai dalle due rimaste in disparte:"Siete sole solette, eh?""A quanto pare le troie di città hanno più successo di noi!""Ma no, belle, è solo il gusto del nuovo. I tre sbarbatelli sono frequentatori affezionati delle vostre passere, non è vero?""Certo…""Ma per me invece il nuovo siete voi. Avanti, chi vuole scopare per prima?""Scegli tu!"Mi misi un preservativo e scopai Samanta, senza però raggiungere l’orgasmo; poi cambiai il preservativo e scopai Sabrina, sempre trattenendomi. Lo schizzo volevo riservarlo per dopo. Intanto era arrivato Mauro a prendere contatto con le nuove, lasciando Roberta a un altro dei ragazzi. Ci furono scambi continui, finché mi trovai su Valeria:"Ehi, Valeria, si direbbe che hai imparato a fare la puttana"."Sto godendo, ma non è detto che me lo scelga per mestiere, guarda, eh!""Hai scopato con tutti?""Con due dei ragazzini, e adesso con te.""Stai tranquilla che poi arrivano anche Mauro e l’altro. Qui hanno tutti voglia di fare la cinquina"."A questo punto, non posso dire che mi dispiaccia"."Hai visto? A volte molte cose della vita cambiano in ventiquattr’ore"."Lo so. Non credere che la cosa mi spaventi".Prima delle quattro e mezzo del pomeriggio, probabilmente, tutti scoparono davvero con tutte, in varie combinazioni. Anche a Rosanna toccò una tripla. Io conclusi il mio giro proprio con Roberta, sussurrandole:"Che giornata, eh?"Lei non rispose. Mi ci misi con passione, la feci godere e godetti io stesso, innaffiandola del sugo del mio orgasmo. Tutto sommato Roberta era la più bella. Le due sue amiche trasferite al mare erano biondine carine, ben fatte, ma senza particolare carattere. Avevano vissuto quell’orgia senza grandi emozioni. Del resto, anche i tre ragazzi loro clienti erano stati più pasticcioni che sensuali.A godere quel pomeriggio eravamo stati essenzialmente io, Mauro, Roberta e, a suo modo, Valeria. Non a tutti e non sempre è dato di apprezzare e interiorizzare la bellezza di un momento, di un luogo, di una situazione, di una donna, di un prato fiorito o di una vacca che piscia. Quando il treno sfreccia lungo il mare scintillante o fra i campi verdi ondulati dal vento, c’è chi guarda affascinato e chi continua a fare parole crociate.Passate le quattro e mezzo, Sabrina disse:"Noi dobbiamo andare a lavorare. Voi continuate pure".Mauro rispose:"No, direi che basta. Usciamo tutti, noi andiamo in spiaggia".Fu il segnale della fine del festino, che effettivamente era durato abbastanza. Ci rivestimmo quel tanto che bastava per poter uscire e andare al mare. Ma mi accorsi che Roberta aveva in mente qualcosa. Stava parlottando con l’amica ritrovata, Samanta. Tesi l’orecchio a sentire quel che si dicevano."Dimmi, qui si lavora bene?""Benissimo. Dobbiamo dire di no a diverse telefonate, perché non ce la facciamo a ricevere tutti, in due"."Avete una casa grande?""Molto grande. Ci costa uno spavento di affitto, ma lo ricuperiamo abbondantemente col guadagno"."E la polizia non dà fastidio?""Assolutamente no. Certo che se viene a trovarci un poliziotto dobbiamo dargliela gratis, ma non succede neanche tanto sovente"."Davvero i clienti sono così tanti che dovete mandarne via? Non ci sono altre che lavorano in paese?""Che io sappia, ci sono solo altre due in una casa che lavorano al nostro stesso modo. Le conosciamo di vista. Ma non sono al livello nostro. Sono un po’ sfatte. Non è una concorrenza temibile. Poi c’è qualcuna che viene saltuariamente a battere il lungomare, sono soprattutto ragazze africane, si fanno i clienti in macchina o all’aperto; ma anche quelle non sono una concorrenza per noi, hanno un altro tipo di clientela. Senti, Roberta, credo di aver capito dove vuoi arrivare…""Già. Stare al mare mi piace. A casa vostra ci sarebbe posto per una terza… operatrice?""Davvero ci staresti? Dovresti partecipare a tutte le spese, ovviamente. Ma abbiamo una camera in più. E credo che in tre si lavorerebbe a pieno regime"."Allora se sei d’accordo io mi fermo con voi"."Dobbiamo chiedere anche a Sabrina. Ma penso che le vada bene. A me fa piacere tornare a stare con te".Così mi accorsi che in quel fine settimana avrei perso Roberta. Ne provai un attimo di fastidio, poi mi dissi:"Un giorno è diverso da un altro giorno. Chissà che cosa farò lunedì. Che importa? Oggi è una bella giornata, andiamo in spiaggia".Seconda parte della seconda giornataIn spiaggia eravamo di nuovo noi cinque, come il mattino. C’era meno folla. Un ragazzo suonava la chitarra e altri due ragazzi e tre ragazze, intorno in cerchio, cantavano. Ci mettemmo vicino a loro, perché a Roberta piaceva sentire le canzoni.Valeria, Rosanna e Mauro andarono a farsi una nuotata; Roberta si sedette accanto a me. Sapevo che doveva parlarmi. Aveva cambiato slip, adesso indossava un tanga che da dietro la faceva sembrare nuda, e davanti aveva un sole arancio coi raggi sul fondo nero del triangolino che le copriva appena appena la fica. Io prevenni il suo discorso:"Vuoi fermarti qui con quelle due?""Tu capisci sempre tutto al volo. Da un lato mi dispiace non stare più da te, però qui è bello. Possiamo continuare a vederci. E se mi stufo torno, se intanto non hai trovato un’altra"."Questo non te lo garantisco"."Lo so. Ti ho mai chiesto di garantirmi qualcosa?""No. E neanche io l’ho chiesto a te"."Certo. Per questo siamo belli e siamo superiori alla gente stronza. Siamo superiori alla gente stronza che non si accontenta delle sofferenze della natura (disgrazie, malattie, contrarietà, malesseri e giramenti di coglioni) ma vuole aggiungerne altre: catene, legami, ricatti sentimentali, pastoie familiari, gelosie, rancori, tutto per il gusto di soffrire e di far soffrire, di più, sempre di più, il dolore non gli basta mai, è la loro droga. Gente stronza, gente stronza, pezzi di merda. Ti voglio bene"."Anch’io ti voglio bene, Roberta. E quindi forse ci incroceremo ancora"."Può darsi. Io non ho bisogno di sparire nel nulla. Ti lascio l’indirizzo e il telefono di qui. Vorrei cominciare a lavorare con loro già stasera, se Mauro non s’incazza, dato che dovevo essere a sua disposizione"."Sei fantastica. Non hai ancora nemmeno visto la loro casa, e hai già deciso. Fai bene, è così che si fa. Ma la tua roba che è da me?""Credo che stia tutto nelle due valigie che ci sono sotto il letto, riempile e spediscimele per ferrovia".Quando Mauro tornò dalla nuotata con Valeria e Rosanna, Roberta mise al corrente anche lui della sua decisone, e gli chiese se poteva andare dalle sue amiche già la sera stessa. Mauro si stupì e disse:"Minchia, che colpo di fulmine. Io non voglio contrariarti, fai pure. Mi consolerò stanotte con Valeria e Rosanna, se almeno loro non scappano".Al gruppo raccolto intorno alla chitarra si erano aggiunti due ragazzi che avevano subito messo gli occhi sulle tre giovani donne in topless, e probabilmente stavano cercando di capire la situazione, dato che di uomini ce n’erano solo due e la faccenda poteva essere interessante per loro.Dissi a Roberta:"Stuzzica un po’ quei due, divertiamoci un momento prima che sia sera".Lei fu d’accordo. Facendo l’atto di scavare nella sabbia come una bambina, si mise a quattro zampe, volgendo le chiappe verso i due ragazzi. La punta inferiore del triangolino del tanga le entrava nella fica, lasciando sporgere il rosa fra il pelo. I ragazzi non riuscivano a distogliere lo sguardo nemmeno per un attimo. Dopo due o tre minuti di quel trattamento, Roberta si alzò e si avvicinò a loro:"Scusate, ragazzi, sapete se qui vicino c’è un tabaccaio?""Vicino vicino no. Se vuoi una sigaretta…""No, ho bisogno di andare da un tabaccaio. Dov’è il più vicino?""Sarà un chilometro, prima di entrare in paese sulla strada ce n’è uno, un bazar che fa anche tabaccaio"."Mica mi ci potete accompagnare? Avete la macchina?""No, purtroppo, abbiamo le biciclette"."Bene, e allora? Non avete mai dato un passaggio a una ragazza con la bicicletta?""Sulla canna?""Si capisce"."Allora andiamo…""Aspettate solo che mi metto qualcosa addosso".Roberta tirò fuori dalla borsa il reggiseno del tanga, che non era meno succinto delle mutandine: un giro di cordicelle che tenevano precariamente fermi due francobolli di stoffa sui capezzoli. Si legò un asciugamano intorno ai fianchi, e si allontanò coi ragazzi.Mauro stava spalmando crema solare sul corpo di Rosanna. Dissi a Valeria:"Roberta ha deciso di fermarsi ad abitare e lavorare qui dalle due amiche che ha ritrovato. Domani sera sarò di nuovo scapolo"."Così all’improvviso?""C’è tanto da rimuginarci?""No, lo so che tu sei abituato a vivere così. Però mi è parso che Roberta ti piacesse parecchio"."Infatti mi piace moltissimo. Ma questo non vuol dire che io la possa tenere al guinzaglio, né tantomeno che lei possa tenere al guinzaglio me"."Resterai anche senza soldi"."Ci sono abituato. Cercherò altri lavori e altre soluzioni".Ci stendemmo a prendere il sole. Dopo poco più di mezz’ora Roberta fu di ritorno coi ragazzi. Aveva in mano un pacchetto. I ragazzi, un poco stralunati, ripresero posto nel gruppo intorno alla chitarra, beccandosi le battute e le domande degli altri. Roberta si rispogliò e mi raccontò, mentre anche Valeria stava a sentire:"Un viaggio avventuroso. Mi hanno portata sulla canna un po’ l’uno e un po’ l’altro; scivolavo giù ogni venti metri, mi hanno messo le mani dappertutto. Poi al bazar li ho messi proprio in difficoltà. Si aspettavano che comprassi le sigarette, invece gli ho detto che avevo bisogno dei preservativi e mi vergognavo un po’ a chiederli al negoziante. Li ho fatti comprare da loro, due scatole da dodici, erano impacciatissimi. Però uno dei due ha comprato anche un braccialettino di corallo e me l’ha regalato, guarda".Roberta agitò il polso, e solo allora notai il braccialetto."Bello. E tu gli hai dato qualche soddisfazione, in cambio?""Gli ho detto che forse ci rivediamo domattina qui, niente di più"."Brava. Stasera ceni con noi o vai già dalle tue amiche?""Ceno con voi. Mangiamo qualcosa da Mauro, poi dopo cena vado da loro, così vedo come si lavora qui. Mi hanno detto che il sabato sera il citofono suona ogni dieci minuti, è pieno di ragazzi che fanno qui il finesettimana coi genitori e… senza la ragazza"."Tipi da cinquantamila"."D’accordo, ma giovani e piacevoli, in genere. E se in una sera ne arrivano dieci, fa mezzo milione, no?""Guarda di non esagerare con la quantità, se no finirai col rimetterci in qualità"."Stai tranquillo. A parte i ragazzini del sabato sera, ci sono anche qui i polli da un milione al colpo. Anzi, dato che siamo al mare, diciamo che ci sono i pescioloni da prendere alla lenza"."Però stanotte ci sarà un bel cielo stellato. Meriterebbe di venirlo a vedere sulla spiaggia"."Sei sempre romantico"."No, affatto. Dico solo che il cielo stellato è uno spettacolo della natura che non conviene perdere, quando si ha l’occasione. Le stelle restano, ma la vita scorre via"."Senti, vediamoci stanotte qui alle tre"."Te la sentirai, dopo i clienti del sabato sera?""Credevo che te ne fossi accorto, in questi mesi che siamo stati insieme, che è ben difficile che i cazzi mi stanchino"."Già, hai ragione. Sei una grandissima troia. Allora ci vediamo qui alle tre. Adesso andiamo a casa di Mauro".Da Mauro ci riposammo, poi mangiammo qualcosa. Al momento del dolce, Mauro volle fare il gioco della panna montata con Roberta; così lo facemmo tutti. Mauro disse:"Dal momento che non ti vedrò più così facilmente, Roberta, voglio assaggiarti bene stasera prima che tu vada dalle tue amiche"."Ma sarò qui per te, penso, domani mattina, se vuoi, prima di andare in spiaggia. E poi, ti do l’indirizzo e il telefono. Se proprio ti prende la voglia, in due ore di macchina sei qui, e io ti accoglierò sempre a gambe aperte…Alle solite condizioni, s’intende"."Puttana! Su, fatti spalmare di panna le tette".La panna fu spalmata sulle tette e sulle fiche delle tre donne. Mauro si dedicò esclusivamente a Roberta, percorrendone con la lingua tutto il corpo centimetro per centimetro. A me la panna non piace eccessivamente, e non avevo intenzione di inghiottire tutta quella che era finita sulla pelle di Valeria e Rosanna. Succhiai un poco i capezzoli a tutte e due, poi dissi:"Voglio guardarvi mentre vi leccate la fica a vicenda".Le ragazze lo fecero volentieri – anche perché per loro fortuna non avevano problemi di linea ed erano ghiotte. Così ottenni il duplice risultato di non nausearmi di panna e di assistere a un’altra splendida esibizione. Sapevo che Valeria era particolarmente curiosa della fica delle altre (pensai a come aveva penetrato Roberta con tutta la mano il giorno prima) e che si sarebbe impegnata.Infatti, fra le cosce di Rosanna vidi prima guizzare una lingua precipitosa, che fece sparire in fretta quasi tutta la panna e si cacciò più volte a fondo nella fessura, e poi due manine intriganti bene intenzionate a slargare la fica della troia. All’altro polo di quella composizione erotica coreografica, Rosanna si dava da fare pure lei fra le gambe di Valeria: dapprima ci mise minore impeto, ma poi, accorgendosi che Valeria insinuava le mani con forza, volle ricambiare il gesto, fors’anche per dimostrare che la presunta debuttante non era poi tanto meno squarzata della professionista.Il risultato fu che entrambe le fiche furono riempite da una manina infilzata dentro fino al polso. Valeria si eccitò sempre più, e Rosanna, maliziosamente, quando la vide eccitata al massimo si tolse bruscamente e si allontanò di un metro. Valeria, trovandosi abbandonata con la voglia, si mise da sola la mano dentro, ansimando.Anch’io mi ero scaldato, e vedendo Valeria che si masturbava in quel modo mi scaldai ulteriormente. Valeria era uno spettacolo a sé e da sé, e non era il caso di intervenire su di lei. Mi avvicinai piuttosto a Rosanna, mi tolsi i calzoncini alla svelta e mi misi un preservativo, dicendo:"Rosanna, sei cattivella, eh?""La tua amica è una gran bagascia. Forse persino troppo per poter fare bene il mestiere"."Non è detto che voglia farlo. La sua prima esperienza a pagamento risale appena a ieri"."L’ha detto lei? E tu ci credi?""Sì, ci credo. Tu adesso dammi il culo"."Gratis? Perché mai?""Perché ti ho portata al mare, stronza"."Va bene, proprio perché sei tu"."Ho già sentito questa solfa. Apri le chiappe".Sodomizzai Rosanna spingendoglielo dentro con facilità: la ragazza ci era abituata. Intanto, continuavo a guardare Valeria, che, dopo essersi procurata l’orgasmo, giaceva esausta sul tappeto. Prima di arrivarci io, all’orgasmo, lasciai il sedere di Rosanna, mi misi a cavalcioni di Valeria senza nemmeno toccarla, mi tolsi il preservativo e menandomi l’uccello procurai lo schizzo proprio in faccia alla donna, che si riscosse meravigliata, con lo sperma che le colava fra naso e bocca. Mormorai:"Brava Valeria, sei bellissima; ma ora assaggia anche questa panna".Poi guardai verso l’altro lato della stanza: Mauro era sempre alle prese con Roberta, e il gioco della panna si era trasformato in una scopata classica, lei sotto a cosce all’aria e lui sopra a darci dentro. Rosanna se ne stava invece seduta a gambe incrociate, sorniona e poco coinvolta.Venne l’ora in cui Roberta doveva andare dalle sue amiche. Dopo una doccia calda, si vestì con le cose migliori che aveva e salutò. Io le dissi:"Ti accompagno e poi mi faccio una passeggiata. A Mauro, se ce la fa ancora, lascio due ganze per la serata".Accompagnai Roberta alla casa delle sue amiche puttane, che non era lontanissima: ci arrivammo a piedi in venti minuti. Una villetta simpatica e alquanto grande: posto per lavorarci, Roberta l’avrebbe avuto. La salutai:"In bocca al lupo, Roberta! Non dico che vai a fare un lavoro nuovo per te, ma insomma è sempre un ambiente diverso, e quindi è un po’ un esordio, no?"Poi andai sul lungomare a guardare le stelle, le onde e le ragazzine.Terza parte della seconda giornataFeci una lunghissima passeggiata, spingendomi anche fuori dal paese, sulla strada statale. C’era affollamento quasi dappertutto. Frotte di ragazzine, alcune sole, altre agganciate al moroso; e gruppi di ragazzi che facevano casino. Tutti camminavano in qua e in là, presumibilmente senza meta. E anch’io facevo la stessa cosa, in fondo. Non sapevo se sarei tornato a casa di Mauro prima delle tre di notte, o se avrei atteso fuori l’appuntamento con Roberta.Benché fosse ormai notte, faceva ancora caldo. Le ragazze avevano le minigonne variopinte e le magliette, oppure solo un copricostume. Alcune passeggiavano in bikini. Molte erano carine, qualcuna lo era di meno. Le persone più anziane erano vestite nei modi più svariati, dallo sbracato in canottiera fino all’elegante con giacca bianca; le signore con vestiti complicati, di buono o cattivo gusto.Pensai che l’eleganza è una virtù, ma nulla può compensare la bellezza, la freschezza e la giovinezza. Fra i pochi versi di poesie che mi erano rimasti appiccicati in testa dai tempi del liceo, c’erano quelli di Mimnermo: che vita, che gioia senza l’aurea Afrodite? Mi prese un pochino di malinconia, che compensai seguendo il filo dei miei pensieri. Se si fosse sicuri di reincarnarsi in una bella ragazza o di andare in un paradiso piacevole, forse tutti si ucciderebbero a trent’anni, massimo quaranta. E allora magari Dio è per questo che non ce lo dice. Magari ha ragione Roberta, il paradiso è una cosa che è giusto che noi non possiamo capire. A volte è dura, però.Avevo lasciato gli studi dopo la maturità classica, perché avevo voglia di vivere più che di stare sui libri. E a vivere c’ero riuscito. E ci riuscivo ancora, per il momento. E poi, poi… inutile pensare al poi. A ogni giorno basta la sua malizia.All’una ero un po’ stanco. Non era il caso di vagabondare ancora due ore prima di incontrarmi con Roberta. Sarebbe poi venuta Roberta all’appuntamento? Sì, ci sarebbe venuta, perché Roberta non faceva bidoni. Tornai a casa da Mauro e ci trovai un ambiente calmo. Stavano guardando la tivù. Entrai esclamando:"Ehi, eroi del sesso, per oggi non ce la fate più, eh?"Fu Valeria a rispondere:"Lo credo bene. Una giornata così non mi era mai successa in vita mia"."Lo so. Ma pensa che Roberta in questo momento sta ancora prendendo un cazzo dopo l’altro"."Ma come fa quella santa ragazza a non perdere la sensibilità? Come fa a godere? Perché ho visto che ogni tanto gode davvero".Rosanna intervenne:"Credi che una puttana non sappia godere? Io ho preso più cazzi di Roberta, ma se sono col tipo giusto godo eccome. Che le puttane non godano, è un luogo comune della gente che non sa. Se una puttana non gode, è perché ha altri problemi, come qualsiasi altra donna. Le tossiche che battono per comprarsi la droga pare che godano poco o niente, ma è perché sono tossiche, non perché sono puttane".Rosanna era allegra. Mi parve di capire che forse pensava di poter prendere il posto di Roberta in casa mia. O, in subordine, pensava che avrebbe comunque avuto una concorrente in meno sul portone. Mi venne anche un’idea diversa: e se Valeria, invece, avesse voluto venire lei a stare da me? Non manifestai nessuno di questi miei pensieri, ovviamente. Mi versai quattro bicchieri d’acqua minerale e li vuotai uno dopo l’altro. Forse sono un po’ troppo avido di tutte le cose, vita donne acqua avventura. Ma sono fatto così, e così va bene. Guardai con gli altri un telegiornale della notte, nessuna notizia particolare: le cazzate dette dai politici, lo sciopero dei tessili, qualche guerra in corso nel mondo. Valeria disse:"Un po’ per volta i sindacati devono riorganizzarsi. La vittoria della destra è stata un colpo da K.O., ma dopo i colpi ci si deve pur riprendere".Pensai agli amici sindacalisti di Valeria. Saranno anche stati meno moralisti che vent’anni fa, come diceva lei, ma credo che non l’avrebbero apprezzata in quel momento: seduta scomposta a gambe larghe sul divano, seminuda, reduce da un numero ormai imprecisabile di scopate in poche ore.È difficile la comprensione fra chi non condivide le stesse esperienze. È difficile.Alla fine del telegiornale, Rosanna volle fare qualche giro di poker "a soldi e strip". Per chi non lo sapesse, si tratta di una variante puttanesca del poker, dove le donne si spogliano e gli uomini pagano: si distribuiscono le carte, e poi chi pensa di avere un buon gioco in mano fa la proposta, soldi contro indumenti. Per esempio un uomo dice:"Trentamila contro il reggiseno di Tizia". Se Tizia accetta il gioco, si mostrano le carte. Se vince l’uomo, la donna si toglie il reggiseno e lui non paga niente; se vince la donna, l’uomo paga trentamila lire e lei non si toglie niente.La proposta la può fare anche la donna: "Il mio reggiseno contro trentamila lire di Tizio", e funziona allo stesso modo.Per giocare, Valeria e Rosanna si dovettero vestire, dato che si era tutti seminudi. Si misero i quattro indumenti minimi necessari al gioco: slip, reggiseno, gonna o pantaloni, e maglietta. Rosanna, promotrice della partita, non fu molto fortunata, e restò nuda senza incassare granché; Valeria invece tirò su più di centomila lire senza togliersi le mutandine."La fortuna della principiante!" – commentò Mauro.Rosanna domandò a Valeria:"Senti, ma tu davvero non hai mai fatto la puttana fino a ieri? Qui lo puoi dire senza vergognarti, vedi che Roberta e io, e anche quelle due del paese, siamo prostitute e non lo nascondiamo di certo"."E io non vi disprezzo mica, ma devo dirti che la puttana non l’ho proprio mai fatta… fino a ieri, appunto.Prima andavo a scuola e mi mantenevano i miei, poi ho trovato lavoro in una ditta, la stessa dove ha lavorato lui, è lì che ci siamo conosciuti, anni fa; poi la ditta ha chiuso, ma adesso mi stavo arrangiando con lavoretti normali, e un po’ di collaborazione al sindacato. Non facevo la puttana"."Ti credo perché sembri sincera e poi non avresti motivo di dirmi bugie. Però ci sai fare con gli uomini. Da come hai preso in fica questi, non sembri principiante. Beh, si vede che hai la vocazione e non lo sapevi".Valeria rise:"Questo non pensavo che un giorno qualcuno me l’avrebbe detto! Ma chissà… Però non ho ancora deciso di fare la puttana. Potrei farlo qualche volta, così, ogni tanto".Rosanna sbottò:"Se ci prendi gusto, ai soldi e al cazzo, poi non fai un altro mestiere, vedrai".Intervenni nel discorso:"Ognuno va a modo suo. Ci sono anche impiegate d’azienda che si fanno un uomo o due alla settimana per arrotondare lo stipendio".Rosanna alzò le spalle, e non disse altro. Era ancora nuda, e si avvicinò ancheggiando a Mauro che le stava ripetendo:"Vieni qui, troiona, che ti faccio un altro gioco, su, vieni qui, bagascia, che ti faccio godere".Mauro tirò fuori da sotto il cuscino del divano un grosso fallo di legno perfettamente levigato e lo spinse nella fica di Rosanna. Un vecchio giochino banale, ma che agli uomini piace sempre, e alle donne qualche volta. Rosanna gradì o finse di gradire, e Mauro in aggiunta le mise due dita nel culo.Alle tre meno venti, quando gli altri cominciavano ad avere sonno, uscii e andai sulla spiaggia, nel punto fissato per l’appuntamento. La spiaggia era meno deserta di quel che ci si potesse aspettare: in duecento metri circa, passai vicino a tre coppie che stavano facendo l’amore o quasi. La sera limpida aveva mantenuto le sue promesse, il cielo era trapuntato di stelle, si vedevano anche le nebulose.Roberta fu puntuale: pochi minuti dopo le tre arrivò.Spettinata come una ragazzaccia, bellissima. La strinsi a me con un braccio e le dissi:"Guarda che notte da innamorati"."Sì, è vero, piena di stelle e di ganzi che limonano"."Come ti è andata?""Abbastanza bene, anche se Samanta e Sabrina dicono che il meglio per me verrà nei prossimi giorni, quando si spargerà la voce che c’è una nuova. Stasera sono arrivati tanti ragazzi giovani. Effettivamente, non avevo quasi il tempo di prendere fiato fra uno e l’altro. Certi arrivavano insieme, due o tre, e mi venivano in camera insieme. Poi mi scopavano uno alla volta, disciplinati, niente ammucchiata; ma intanto dicevano che così risparmiavo tempo, e quindi chiedevano uno sconto"."Addirittura! Quanto ti hanno dato?""Cinquantamila ciascuno. Due entrati insieme mi hanno dato novantamila in tutto, le avevano contate, scommetto che le avevano preparate prima apposta. E tre insieme con un solo foglio da centomila"."Prezzi un po’ stracciati! Quanti cazzi hai preso?""Undici. Sì, troppi; ma dicono che è così solo il sabato sera, gli altri giorni ci sono i clienti che si prendono più tempo e pagano di più. Comunque, ho fatto con Samanta il conto delle spese di casa e di tutto, e ho visto che andrei in pareggio anche lavorando solo tre giorni al mese. Io non sono così avida di denaro, mi limiterò"."Sai perché sei fantastica, Roberta?""Perché?""Perché arrivi da undici cazzi in cinque ore, e sei fresca come una ragazzina che esce di casa il pomeriggio dopo avere studiato latino e fatto merenda".Roberta sorrise, alzò le spalle, sospirò:"Finché dura… Io mi sento bene. Nel futuro, non so"."Anch’io ho pensato a queste cose stasera"."Solo gli idioti non ci pensano mai".Abbracciai Roberta e la baciai sulla bocca. Ci baciammo molto a lungo, frugandoci con le lingue, proprio con l’entusiasmo dei ragazzini alle prime esperienze. Alcuni imbecilli pensano che il bacio sia cosa da ragazzini, appunto, e che da grandi non lo si faccia più. Invece baciarsi rimane sempre un grandioso e armonioso modo di comunicare.Ci sedemmo sulla sabbia, vicino alla battigia.Mostrai a Roberta alcune costellazioni che conosco o che credo di conoscere, barando un pochino e inventandomi qualche nome. Le donne spesso sono affascinate dagli uomini che conoscono i nomi delle stelle, e quella notte sentivo il bisogni di sedurre Roberta. Le dissi anche:"Mi piacerebbe viaggiare in Sudamerica per vedere le stelle dell’altro emisfero. Ho sentito dire che la Croce del Sud è una costellazione meravigliosa".Roberta replicò:"Tutto è meraviglioso quel che non si conosce. E poi perché proprio in Sudamerica? L’altro emisfero c’è anche in Sudafrica o in Australia"."Mah… Perché preferisco le mulatte brasiliane, piuttosto che i canguri o i razzisti col cappello bianco"."Lo sapevo, ma te l’ho chiesto lo stesso perché mi diverte sentirtelo dire. Magari ti trovi una Brasiliana da metterti in casa al mio posto"."Ma va. Poi con una Brasiliana vado nelle grane subito, la gente la nota in piazza, capisce che porta i clienti da me, e vado in galera per sfruttamento. Lo farebbero, solo a vedere una pelle più scura. Sono stronzi"."Già. Qui al mare, se è vero quello che dicono Samanta e Sabrina, con la polizia si va d’accordo"."I clienti di stasera erano tutti ragazzini che ti hanno scopata liscia liscia, senza fantasie?""Praticamente sì. Due o tre me l’hanno messo anche in bocca, nient’altro. Io non chiedo supplementi tariffari per il pompino, mi sembra che sia naturale con la scopata. Spero di non annoiarmi. Ah, ma c’è un altro lavoro che voglio fare in parallelo. Me ne ha parlato Sabrina un momento che ci siamo trovate in bagno: cercano spogliarelliste in due locali notturni del paese. Lei ha detto che non le interessa perché ci perderebbe due o tre ore guadagnando molto meno che a letto. Ma a me interessa provarci"."Il fisico ce l’hai; ma fare uno strip davanti al pubblico di un locale è un’arte, è diverso che farlo in camera da letto"."Imparerò. So ballare e muovermi abbastanza bene".Restammo ancora un poco a parlare, poi andammo da Mauro. Il letto matrimoniale era occupato da Valeria e Rosanna che dormivano. Mauro sonnecchiava sul divano, e restavano libere solo due poltrone-letto. Io mi sistemai su una; Roberta invece, dopo aver provato e giudicato scomoda l’altra, disse:"Il lettone è molto largo. Mi faccio posto con Rosanna e Valeria".Così distribuiti, dormimmo tutti, più o meno, fin verso le nove del mattino.
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