Eccola finalmente! La sua mano calda fra le mie gambe, sta lì ferma, assorbe il mio calore. Crede che io stia dormendo. E io glielo lascio pensare. Voglio vedere fin dove si spinge, fin dove vuole approfittare del mio sonno per giungere dove mai ha avuto il coraggio di arrivare. Sono sdraiata bocconi sul letto, la camicia da notte nel sonno si è sollevata sui fianchi, ed era l’unico indumento che mi poteva coprire. Niente biancheria intima, voglio potermi toccare liberamente, se voglio. Avevo lasciato la porta socchiusa ieri sera, era un chiaro invito ad entrare, ed è stato accolto in pieno, complice anche la mia quasi totale nudità. E’ ancora lì, sento la sua indecisione, la sua paura, teme che mi svegli e resti sconvolta da quel gesto. Non sa che sono settimane che non aspetto altro, che spio il suo corpo mentre si spoglia, quelle curve che le mie mani bramano di accarezzare. La sua mano si sposta impercettibilmente, se non la toglie immediatamente di lì si accorgerà ben presto di quanto mi stia eccitando. E lo fa… ma non come dovrebbe. Il suo dito medio adesso preme sul mio clitoride. Non riesco a trattenermi e cerco di muovermi come avrei fatto se stessi davvero dormendo. Adesso la sua mano è ancora lì, ma le sue dita adesso sono proprio sopra l’apertura della mia vagina, lì dove i miei umori stanno fuoriuscendo in quantità industriali. Come vorrei che quella mano mi entrasse dentro, un dito alla volta, fino a sentire le mie labbra chiudersi intorno al suo polso e incredibilmente lo fa, lentamente sento un dito che si fa strada penetrandomi. Non riesco a crederci. Avevo notato i suoi sguardi ma mai avevo pensato di giungere a quella che era la realizzazione dei miei desideri. Non resisto. Improvvisamente mi giro sul letto e fisso i suoi occhi sbalorditi. Guardo la sua mano intrisa dei miei umori. La vergogna si legge sul suo volto. Balbetta parole senza senso e si accinge a scappare, ma afferro stretto il suo polso e trascino il suo corpo con me. Adesso le sue labbra sono a pochi centimetri dalle mie. Il suo sguardo è ancora terrorizzato, ma già un piccolo fuoco vi si scorge dentro, quel fuoco che presto farò bruciare nel suo sangue. Con una mano sempre imprigionata dalla mia, si avvicina con il busto al mio seno, intreccia le sue gambe alle mie e con l’altra mano mi solleva del tutto la camicia. La sua bocca si getta sui miei seni, ormai ha capito che avrà tutta la mia collaborazione. Le lascio il braccio imprigionato e la sua mano torna là dove era in precedenza, in quel fuoco liquido che ormai urla senza pietà di essere preso, usato, massacrato dalle sue mani. Si stacca pian piano da me, si siede tra le mie gambe e mi tocca , una mano si dedica al clitoride che viene pizzicato, titillato, premuto. L’altra a quella apertura che pian piano si sta aprendo per accoglierla. Prima sento un dito che in un solo colpo mi penetra strappandomi un grido, poi due, poi tre. Infine sento una forte pressione, è il suo pugno chiuso che preme per entrare e farsi accogliere da quel nido caldo. Millimetro dopo millimetro sento che affonda in me. Un misto delirante di piacere e dolore mi invade’ vorrei spingere fuori quel corpo estraneo che sta forzando brutalmente le mie carni, ma allo stesso tempo anelo a quel senso di pienezza che sentirò non appena avrà trovato il suo posto al mio interno. Urlo quando con un’ultima spinta mi penetra fino al polso, un attimo di pausa e poi comincia a muovere la sua mano dentro di me, spingendo sempre di più per poi uscire leggermente e affondare di nuovo. Muove le dita, tutto il mio addome vibra e si contrae sotto l’effetto dei suoi movimenti. Sento i miei liquidi uscire senza controllo, il piacere sordo che mi pervade, fin quando le mie carni cedono e fanno uscire tutta la sua mano per poi in un sol colpo farla rientrare. Ormai scivola dentro senza ostacoli, la mia dilatazione è giunta ai massimi livelli e la copiosa lubrificazione agevola le sue spinte sempre più veloci. Con l’altra mano continua a straziarmi il clitoride, ormai gonfio e pulsante, fin quando, mentre mi penetra con una spinta molto più forte delle altre, lo stringe forte tra il pollice e l’indice facendomi gridare incontrollatamente mentre il piacere raggiunge il suo massimo livello. Sono stravolta, sudata e ansante, la sua mano è ancora dentro di me, immobile a godersi le pulsazioni della mia carne bollente. Lentamente la toglie lasciandomi un vuoto improvvisamente insopportabile. Si sofferma a guardare la mia vagina che silenziosamente si richiude come niente fosse dopo quella violenta intrusione. Io non ho la forza di muovermi. Sono estasiata e allo stesso tempo stupita. Non avevo mai pensato, anche nelle mie fantasie più spinte che potesse accadere tutto ciò. La sua bravura mi sconvolge, pensavo di essere stata io a giocare come il gatto con il topo in quei mesi, invece ero stata solo la preda lasciata a macerare bene prima di essere inghiottita. Ma ora era il mio turno di far vedere cosa sapevo fare? quel seno che ogni volta faceva capolino dalle generose scollature sarebbe stato tutto per me? Adesso, e non solo quello.
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