Avevo appena compiuto 18 anni. Ero un ragazzo molto carino ma con lineamenti piuttosto femminili, a discapito di un corpo del tutto maschile. Da quando ero piccolo mi piaceva travestirmi, ma la sola idea di stare vicino ad un uomo mi disgustava e lo fa tuttora. Lei si chiamava Miriana, aveva la mia stessa età ed eravamo fidanzati da oltre due anni. Una sera dopo aver suonato il campanello di casa sua per comunicarle il mio arrivo, vengo informato da suo padre che poco prima del mio arrivo era scivolata e si era presa una storta alla caviglia. Mi chiese se volevo salire e io salii. Dopo i saluti e i convenevoli i suoi genitori mi dissero che a causa di una cena di lavoro avrebbero dovuto assentarsi la serata e che avrebbero fatto molto tardi. Io mi sentii sollevato, in quel modo avrei passato tutta la sera a casa di Miriana, senza scocciatori. Quando loro uscirono io salii da Miriana e la trovai in canottiera, reggiseno e mutandine sul letto con una borsa del ghiaccio sulla caviglia. Mi sedetti a fianco a lei e poco dopo mi resi conto che tutti i suoi vestiti erano a terra, in quanto si era spogliata dopo la caduta. Per circa un ora parlammo del più e del meno, poi mi feci prendere dalla mia ossessione e le dissi con aria scherzosa che sembravamo due amichette che spettegolavano ma solo una era davvero femminile. Lei sorrise e disse che io non lo ero affatto vestito a quel modo, e che sarei potuto essere una bella ragazza se solo lo avessi voluto. A quel punto la conversazione subì un forte rallentamento, aveva fatto una battuta e lei rideva, io invece rimasi di sasso. Una possibilità enorme si apriva per me; sorridendo le dissi che un giorno o l’altro avrei potuto essere interessato all’argomento e lei mi guardo fissa negli occhi per scorgerne un mio sorriso…. ma questo non arrivava affatto. Lei era molto alta (e per la verità lo è ancora), e quindi le sue misure rispecchiavano le mie. Mi chiese se stessi parlando sul serio e io dopo una lunga pausa confermai la serietà delle mie parole. A quel punto lei mi disse che le divertiva l’idea di vedermi “en-femme” e mi disse di aiutarla a scendere dal letto. Io lo feci con il cuore in gola e dopo averla fatta sedere, le diedi un bacio per ringraziarla preventivamente. Mi sentivo eccitatissimo perchè lei mi aveva spiegato cosa voleva fare e la trasformazione cominciò. Dapprima mi fece una depilazione del petto e di parte delle gambe in quanto, facendo ciclismo erano quasi del tutto prive di peli, poi mi fece sedere e prese a baciarmi e a masturbarmi, io le chiesi cosa stesse facendo, e lei rispose che prima di iniziare la trasformazione dovevo scaricarmi, perchè se no il mio pene avrebbe rovinato tutto il suo lavoro se fosse rimasto in erezione perenne. Io colsi la palla al balzo e faci in modo che ne uscisse un rapporto sessuale, una volta finito il mio pene si rilasso e potemmo continuare. Tornammo in camera sua e lei mi diede i suoi slip, tanto era ancora nuda e anche se si fossero sporcati non importava dato che erano già stati messi da lei tutto il giorno. Il contatto dello scroto con il pizzo per altro sporco di secrezioni vaginali, mi diede una scossa incredibile, poi mi disse di aspettare li. Andò in cucina e prese del riso, lo infilo in un paio di gambaletti e mi disse che era la tecnica che usava lei per avere più seno da piccola. Una volta indossato il suo reggiseno mi sistemo i miei seni virtuali. Poi fu la volta dei collant sempre ed ovviamente suoi, erano bellissimi color carne velati e con il corpetto ricamato. Le indossai e lei mi guardava divertita e sorridente. Io le dissi che mi sentivo un po’ ridicolo e che lei meritava un ragazzo più virile, lei mi sorrise e mi diede un bacio appassionato e fremente, quando stacco le labbra disse che dovevo continuare perchè sarei diventato la realizzazione di un suo desiderio essere posseduta da una ragazza. I! o non credevo alle mie orecchie, e continuai a seguire il suo progetto, indossati i collant mi disse che avevo bisogno di un paio di scarpe e mi diede dei sandali neri con la fibia alla caviglia aperti solo dietro con il tacco. Io stavo di nuovo avendo un’erezione, ero altissima e lei mi disse che si stava eccitando guardandomi, poi mi diede una gonna beige con lo spacchetto laterale e un top nero con un golfino abbinato alla gonna. Quando comincia a mettere la gonna disse che non era ancora il momento e mi riportò in bagno dove cominciò a truccarmi. Fondotinta, correttore, matita, ombretto marroncino e mascara. Poi rossetto lip glosser, matita per rifinire. Mi guardai e non credevo ai miei occhi, ero bellissima e anche lei mi disse che ero una bellissima ragazza. Tornammo in camera e mi vestii, il contatto della gonna con i collant mi faceva morire e non resistevo più, lei mi chiamò ma non con il mio vero nome, mi disse:”Ilaria vieni qui e baciami…..” e andai e ci baciammo. Poi si vestì anche lei in modo molto sensuale e mi disse che voleva aiutarmi a spogliarmi e io dovevo fare altrettanto. Una volta rimaste in biancheria intima cominciammo a masturbarci, poi passammo al sesso orale e al sesso vero a proprio. Da quella volta ogni sabato che i suoi genitori lasciano la casa libera Miriana ed Ilaria si trasformano in due lesbiche assatanate.
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