Io e mia moglie siamo entrambi appena sopra ai 30 anni, ed in seguito al mio lavoro ci siamo dovuti trasferire un anno fa circa in un’altra città, dove non conoscevamo nessuno. Combinazione vuole che pochi mesi dopo, una mia conoscenza dei tempi del liceo si trasferisce anche lui nello stesso posto, ed ovviamente, avuto il nostro indirizzo da amici comuni, ci contatta immediatamente. A me ed a mia moglie piace molto mangiar fuori, e avevamo già cominciato a provare i vari ristorantini della zona, e fummo piu’ che felici che Marco si aggregasse. L’uscire in tre non sembrava imbarazzare nessuno. Ovviamente Franca (mia moglie) coglieva l’occasione per vestirsi sempre in maniera elegante ed anche sexy, anche se lei è sempre molto misurata in queste cose, e notavo quanto Marco non perdesse mai l’occasione di sbirciarle le gambe o la scollatura. La cosa, devo dire, mi dava una piacevole eccitazione. Dopo alcuni mesi di questa routine Marco non si era trovato una ragazza ed avevo osservato che via via le sue occhiate a Franca si erano fatte più insistenti e meno discrete…….. Cominciai a scherzare con Franca sull’argomento: ”Ma ti dico che ha un debole per te……..” ”Ma no, guarda ogni tanto, ma e’ normale, e’ un uomo………” ”Allora ti sei accorta che ti guarda…..” ”Si’, ma e’ diventato molto amico tuo, e non credo che Marco potrebbe far qualcosa per compromettere la vostra amicizia”. E qui Franca poteva aver ragione; Marco sembrava un tipo molto leale. Però l’occasione fa l’uomo ladro, così mi venne l’idea di metterlo alla prova…….. Continuai ad insistere con Franca per un po’: ”Eppure scommetto che se avesse una buona occasione, non mancherebbe di provarci” ”Ti sbagli, non è il tipo…….” ”Guarda, se voi due usciste una sola volta da soli, ti salterebbe addosso” ”Sono fantasie che ti sei messo in testa tu. E poi il problema non si pone perché usciamo sempre noi tre insieme” ”Be’, volendo la cosa si può organizzare……..” Franca mi guardò seria: ”E perché mai vorresti farci uscire da soli, io e lui?” ”Per provarti che ho ragione” Franca rifiutò l’idea, ma quando uscimmo con Marco la volta successiva, mi diede l’impressione di rendersi meglio conto di come lui la guardasse. Era il momento di tornare alla carica, e stavolta Franca si arrese alla mia insistenza: ”Se proprio ci tieni……..ma devi organizzare tutto tu e trovare una buona scusa.” A quello avevo già pensato. Eravamo d’accordo di uscire e provare un nuovo locale la settimana successiva. Telefonai a Marco nel pomeriggio e dissi che ero stato trattenuto fuori sede e sarei tornato solo il giorno dopo. ”Nessun problema, cancelliamo stasera e facciamo un’altra volta” ”Veramente, se non ti dispiace…….. Franca ci teneva tanto ad uscire stasera, rilassarsi un po’. Le ho detto che tu l’avresti accompagnata volentieri…..” ”Ma, sei sicuro?” ”Certo. Anzi, sarebbe un favore che mi fai” Il piano procedeva bene. Quella sera rientrai a casa e trovai Franca già pronta per uscire con lui. Stava benissimo. Non aspettatevi calze autoreggenti o scollature abissali, non è il suo stile, ma aveva comunque messo un completo lillà con gonna molto corta, top sbracciato e giacca, con collant neri velati e scarpe nere col tacco. Truccata e profumata, era uno schianto. ”Franca senti – balbettai – forse ci ho ripensato, vengo anch’io stasera. Sei troppo bella…….” ”Eh no, eh? – mi gelò lei – dopo tutte le menate che mi hai fatto? Adesso si va avanti come stabilito. Poi, mi sono vestita così per lui, non per te………” Mi ritirai al piano superiore della villetta dove abitiamo, e quando Marco la passò a prendere li spiai dalla finestra, al buio. Passai alcune ore nel mio studio, di fianco alla camera da letto, facendo finta di lavorare, con uno strano senso di crampi allo stomaco. Alcune ore dopo, sentii la chiave nella toppa; feci per scendere a salutare Franca, felice del suo ritorno, ma la voce di Marco mi fermò all’istante. L’aveva invitato in casa! Spensi le luci e mi acquattai in cima alla scala interna. Franca accese l’abat-jour, tenendo così le luci basse, mise su un po’ di musica e preparò qualcosa da bere. Il divano su cui si sedettero era fuori dal mio campo visivo, ma li sentivo chiacchierare e ridere, le loro voci confuse dalla musica. Poi mia moglie camminò fino al centro della sala, dove la potevo vedere, e cominciò a muoversi al ritmo lento della musica, tendendo le braccia verso Marco per invitarlo a ballare. Il cuore mi batteva all’impazzata…….. lui non si fece pregare e la prese tra le braccia. Ogni secondo volevo scendere e far finire quella situazione assurda, ma una strana eccitazione mi impediva di muovermi. Poi mia moglie si discostò da lui per un attimo, e con un mezzo sorriso gli disse: ”Ti dispiace se mi levo la gonna? E’ stretta e mi da’ fastidio ballando…….” E da vera troia lo fece, tenendosi però su le scarpe col tacco e restando in collant……. poi si riaccostò a lui. Inutile dirvi che Marco non riuscì più a resistere…… le sue mani scivolarono sulla schiena di Franca fino al suo sedere, che cominciò a palpare e stringere. Si baciarono, sempre ballando lentamente, poi scivolarono verso il divano, di nuovo fuori dal mio campo visivo. Potevo però facilmente indovinare cosa stava succedendo….. mia moglie si stava facendo scopare in casa nostra, a pochi passi da me! Quando la sentii dire, tra un sospiro affannoso e l’altro: ”aspetta, fammi levare le calze, se no me le rompi”, come faceva sempre con me, cominciai a sfiorarmi l’uccello, che avevo durissimo. Dovevano essere entrambi molto eccitati, perché la cosa non durò molto: Marco quasi urlò del piacere nel venire, coperto però dalla voce di lei che perso ogni pudore lo incitava: ”Si’, si’……. sfondami ti prego….” I minuti successivi sembrarono durare un’eternità. I due parlarono e si sbaciucchiarono per un po’, poi Franca gli disse: ”Vieni su in camera, gioia, non ho mica finito con te…..” Mi rifugiai nello studio di fianco alla camera, e sentii il nostro letto piegarsi sotto il loro peso, ai colpi di maglio che Marco le stava nuovamente dando. Franca godeva in modo insolitamente rumoroso, tanto che anche Marco cominciò ad insultarla come meritava: ”Sei proprio una troia lo sai….. non hai mai goduto così vero?” Quando poi tutto, finalmente, finì, li sentii parlottare per un po’, poi Franca riaccompagnò Marco di sotto. Sentii Marco fare il mio nome, ma Franca gli disse di non preoccuparsi, e lo accompagnò alla porta. Sentendo i suoi passi su per le scale, uscii finalmente dallo studio per affrontarla. Mi guardò come se si fosse totalmente dimenticata che io esistessi: ”Ah, ma allora ci sei….. mi chiedevo che fine avessi fatto”. La guardai, incapace di trovare le parole, in preda a mille emozioni diverse. Lei era sfatta, il trucco completamente stravolto, una vestaglia buttata sul suo corpo nudo, i capelli pure disfatti……. eppure non l’avevo mai vista così bella. ”E’ inutile che mi guardi così…… dovresti essere contento, avevi ragione tu su Marco” Restai in silenzio. ”E adesso scusami, ma me ne vado a letto. Sono, come potrai immaginare, sfinita”. ”Eh no – le dissi – avrà ben diritto anche tuo marito adesso” Le infilai due dita nella figa, ancora aperta e fradicia di umori. La spinsi in camera, poi sul letto. Ero eccitatissimo. Mi tolsi solo i pantaloni, neanche i boxer da cui il cazzo mi usciva come un’asta, e la presi alla pecorina. Ero sovreccitato, e venni rapidamente, ma vedendo Franca sbavare sul cuscino ed irrigidirsi sotto di me, capii che era stato sufficiente per farla godere ancora. Ci addormentammo insieme, in quello che era tornato ad essere il nostro letto.
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