Al cinemaHo 36 anni, mi chiamo Francesca, sono mora, di carnagione chiara, occhi neri, alta un metro e settantacinque, peso sessantanove chili perfettamente distribuiti in modo da rendermi una donna “che fa sangue” come diceva mio marito Alessandro i primi tempi che ci frequentavamo.A me “far sangue” agli uomini piace e, infatti, da sempre, mi vesto in modo da mettere al meglio in mostra le mie grazie: porto sempre abiti dalle scollature profonde o magliette fascianti che più che coprire il mio seno (una quarta misura di marmo) ne ostentano l’opulenza e la fermezza, gonne cortissime e, a seconda dell’umore e della situazione, elasticizzate o a pieghe, di quelle che basta un movimento in più per scoprire una natica. Il tacco più basso che ho è un otto centimetri, ma, in genere, porto quelli da dodici, sia che si tratti di stivali sia di decolleté o di sandali. Biancheria intima ne uso poca, giusto le calze d’inverno, sempre autoreggenti: sia ad Alessandro sia a me piace sapermi “subito pronta”.Nei primi tempi del nostro rapporto andavamo a spasso sul corso camminando a braccetto o, a volte, io avanti e lui dietro, ad una certa distanza, in modo da potersi godere le reazioni che suscitavo negli uomini, Quando tornavamo a casa scopavamo alla grande per ore.Poi cominciammo con i “giochini”: le corse in tangenziale, affiancare i camion, mostrarmi, le capatine in quel certo parco che la sera era pieno di guardoni, le serate in discoteche in cui potevo esibirmi al meglio, a volte anche salendo su un cubo a spogliarmi sotto gli occhi allucinati e pieni di desiderio degli astanti.In discoteca conoscemmo Mara e Lucio, si combinò, complice, forse, qualche bicchiere di più, si finì a casa nostra: fu allora che ebbi il mio primo rapporto lesbico, allora che, per la prima volta, venni penetrata contemporaneamente davanti e dietro, allora succhiai due cazzi contemporaneamente, strofinandoli tra loro, allargando a dismisura la bocca, allora che Mara ed io menammo ognuna il cazzo dell’uomo dell’altra fino a farceli venire in faccia per poi leccarci lo sperma dal viso l’una dell’altra.Da allora cominciò un nuovo periodo della nostra vita, coppie conosciute via internet, locali, poi i singoli, prima uno poi qualcuno, poi qualcuno di più.Ci divertivamo, a me piaceva prendere cazzi o fighe, indifferentemente, ad Alessandro piaceva scoparsi qualche altra troietta come me mentre mi guardava fare “di tutto di più”.Una sera decidemmo di andare ad un cinema: avevamo scelto una commedia vietata ai maggiori di diciotto ma non un vero e proprio film porno. Erano i primi di giugno, faceva piacevolmente caldo, ed io indossavo un vestitino rosso, elasticizzato, molto corto, allacciato dietro il collo in modo che tra la scollatura e la schiena scoperta ero più nuda che vestita, sotto avevo solo un perizoma ed ai piedi dei sandali, anch’essi rossi, altissimi e con la zeppa.La sala era semivuota, al nostro ingresso tutte le teste dei presenti, una decina di uomini, si voltarono verso di noi che, com’era nostra abitudine, ci sedemmo in una delle file di fondo del cinema. Poco dopo l’inizio della pellicola ad un paio di posti di distanza alla mia sinistra si venne a sedere un tizio; non ci feci molto caso e continuai a stare abbracciata ad Alessandro, strofinandogli la patta dei calzoni durante le scene più spinte. D’improvviso mi resi conto che il tizio di prima si era spostato ed ora sedeva al mio fianco, strinsi il braccio di Alessandro che chinò la testa verso di me e mi sussurrò:”Ho visto, lascia fare.”Se lo diceva lui.La mano dell’uomo si spostò sulla mia coscia, con una certa esitazione accennò una carezza poi si fermò come aspettando una mia reazione che non venne.L’uomo si fece coraggio e m’infilò la mano tra le cosce spostandola lentamente verso l’alto. Io ero un po’ tesa, ma, stretta al braccio di Alessandro, comincia a rilassarmi ed aprii lievemente le cosce.Alessandro mi sussurrò di spostare il braccio in modo da lasciare libero il seno, lo feci evitando di guardare in direzione dell’uomo, non ero e non volevo apparire invitante. La mano dell’uomo si spostò subito a carezzarmi un seno saggiandone la consistenza, percorrendone i contorni, stuzzicando il capezzolo che ben presto s’indurì ed apparve evidente sotto il velo sottile del vestito. Lo prese a piena mano riuscendo ad afferrarlo solo in parte; lo palpò, lo mosse, lo palpò di nuovo poi prese il capezzolo tra due dita e strinse, piano una prima volta, forte e d’improvviso la seconda. Riuscii a stento a trattenere uno strillo e feci per coprirmi il seno col braccio ma Alessandro, di nuovo, mi disse:”Stai!”Stetti. Percepii un ghigno disegnarsi sulle labbra dell’uomo che si tolse la giacca e se la poggiò sul ventre poi mi prese la mano, la fece scivolare sotto la giacca e capii che voleva essere carezzato anche lui.Mentre cominciavo a muovere la mano lui rimise la sua tra le mie cosce e si spinse fino a toccarmi la figa cominciando a premere leggermente le dita sulla clitoride. Ci sapeva fare e la mia passera cominciò a dar chiari segni di gradire il trattamento: s’inumidì, si bagnò, percepii il languore che in me accompagnava l’eccitazione diffondersi nel mio corpo, allargai ancora un po’ le cosce, avrei voluto che mi penetrasse con le dita.Invece lui infilò l’altra mano sotto la giacca e, scostata la mia mano, tirò fuori quello che io avevo già intuito essere un cazzo di buone dimensioni per poi richiuderci la mia mano intorno.Iniziai a masturbarlo e lui in cambio fece quello che desideravo e, scostato il perizoma, affondò due dita nella mia passera, con l’altra mano, intanto, aveva ricominciato a lavorarmi le tette alternando piacevoli palpate e carezze a violente strizzate dei capezzoli che scatenavano in me scosse di piacere molto simili a quelle che mi scatena Alessandro quando mi tormenta il seno mentre scopiamo.In breve raggiunsi l’orgasmo e subito l’uomo scostò la giacca e mi tirò la testa verso il suo cazzo.Mi piegai, fare pompini mi piaceva e l’uomo era stato bravo a farmi godere, gli presi il cazzo in bocca e comincia a succhiarlo senza risparmiare né lingua né saliva, infilandomelo ben in fondo alla gola, incavando le guance, attenta a non sfiorarlo con i denti. Anche lui in poco tempo fu pronto per l’orgasmo che fu improvviso e violento, mi riversò in bocca una gran quantità di sborra di sapore discreto che inghiottii con voluttà.Mi tirai su, mi girai verso Alessandro, scorgendone lo sguardo compiaciuto, mentre l’uomo, risistematosi il cazzo nei pantaloni e reinfilatasi la giacca si alzò e, senza neanche salutarmi, si allontanò nel buio della sala.Riprendemmo a guardare il film, ma quasi subito un altro uomo venne a sedersi vicino a me.Alessandro mi sussurrò un “Andiamo!” che io accolsi con gran soddisfazione, l’esperienza mi era piaciuta, ma non ero disposta a fare subito un bis.Ci alzammo ed uscimmo dal cinema per andare a bere un drink e finire la serata in modo più tranquillo.Rientrati a casa scopammo a lungo ed Alessandro m’infilò dappertutto scatenandomi diversi orgasmi prima di onorare la mia figa con una lunghissima sborrata.Nei giorni seguenti non riparlammo più dell’episodio del cinema, anche se era evidente che ci pensavamo spesso entrambe: a volte mentre scopavamo lui mi chiedeva com’era il cazzo dell’uomo del cinema o se mi aveva toccato bene, io, da parte mia, nei momenti più impensati, risentivo quella mano che mi s’infilava tra le cosce, la sentivo scivolare sulla mia pelle verso la figa e risentivo quelle dita che mi s’infilavano dentro.Passò un mesetto, un intervallo insolitamente lungo nei nostri giochi, quando, un venerdì pomeriggio Alessandro mi chiamò sul cellulare chiedendomi se avessi voglia di andare al cinema la sera. Risposi di sì e se aveva in mente un film in particolare.”Più che un film ho in mente un cinema”.Capii al volo e gli dissi che per me andava bene.”Fatti trovare pronta, allora, che dopo cena andiamo”.Rientrai a casa poco prima di cena e cominciai subito a prepararmi: feci una lunga doccia, poi, dopo essermi asciugata, presi il rasoio e mi regolai i peli della fica riducendo la mia folta pelliccetta ad un triangolo perfetto che rendeva ancora più attraente la vista, laccai in rosso le unghie dei piedi e delle mani ed andai in camera dove tirai fuori dell’armadio un abitino cortissimo, nero, allacciato dietro il collo, che cadeva in morbide pieghe lungo il corpo. Ampiamente scollato sia sul davanti sia sul dietro rendeva l’accesso a tutte le parti del mio corpo, da qualunque lato, della massima semplicità ed immediatezza. Dalla scarpiera scelsi dei sandali con tacco a spillo da dodici centimetri e con due semplici e sottilissimi cinturini neri, uno appena sopra le dita ed uno alla caviglia. Mi vestii, poi mi truccai pesantemente la bocca, con un meraviglioso rossetto vermiglio e gli occhi giocando con matite e fondotinta rossi e neri.Avevo appena finito di prepararmi che arrivò Alessandro; andai ad accoglierlo e mi lascia rimirare compiaciuta per lo sguardo lubrico che si era immediatamente acceso nei suoi occhi.”Voltati e piegati!”Mi girai, cacciai bene il culo e mi piegai: il vestito cadde sul davanti e sul dietro risalì scoprendo buona parte delle natiche e mettendo in bella mostra la figa che si era già inumidita e dischiusa.”Tirati su, girati e solleva il vestito!”Mi girai e scoprii la passera che ad Alessandro piacque al punto che si accostò e mettendoci sopra una mano mi disse”Sei proprio una gran figa ed una gran troia, stasera faremo venire l’infarto a qualcuno.”Uscimmo, mi portò in un bar e ci sedemmo ad un tavolino, ordinò due coktail molto forti. Chiacchieravamo fitto, fitto, entrambe evidentemente eccitati; arrivarono i coktail e mentre bevevamo ogni tanto lui mi segnalava qualcuno che osservava le mie cosce scoperte con desiderio. Al secondo coktail ero già brilla, erano le dieci, mi fece alzare e ripresa la macchina, in pochi minuti, raggiungemmo un cinema “tripla luce blu” alla periferia della città.Nonostante fossi brilla entrare nel cinema mi costò un certo sforzo. Pagati i biglietti superammo le tende d’ingresso: la sala era ancora illuminata, c’erano una decina di uomini tra i quaranta ed i sessant’anni seduti qua e là. Mio marito mi fece passare per prima nel corridoio centrale, pensavo volesse sedersi in una delle file di fondo, come al solito, invece mi spinse leggermente in avanti: capii che voleva mostrarmi, mi feci coraggio, spinsi in fuori tette e culo e avanzai ancheggiando ampiamente. Arrivati in fondo al cinema ci girammo e prendendomi il braccio mi portò a sedere in fondo al cinema. Tutti gli occhi erano girati verso di noi e prima che si spegnessero le luci due degli uomini, quarantenni, piuttosto prestanti, a dire il vero, si spostarono uno nella nostra fila, alla mia destra ed uno in quella di dietro.Non appena le luci si spensero i due si mossero di nuovo: uno venne a sedersi al mio fianco, mentre l’altro si spostava nella poltrona dietro la mia. Anche gli altri spettatori si erano mossi andando a sedersi tutti in modo da poter controllare gli sviluppi di una situazione che, chiaramente, sarebbe diventata presto incandescente.Il primo a toccarmi fu quello dietro di me, mi sfiorò il collo facendo scivolare la mano sulla mia spalla prima e sul seno poi. Strinsi il braccio di mio marito che ricambiò la stretta in segno d’incoraggiamento. La mano prese a palpare il seno, il capezzolo si drizzò immediatamente, venne pizzicato una prima volta poi la mano si insinuò nella scollatura ed una bocca mi sfiorò l’orecchio prima in un bacio delicato poi percorrendone i contorni con la lingua.Quello al mio fianco spostò la mano sulla coscia, senza tentennare, la mia disponibilità era talmente evidente, si spostò verso l’alto delle cosce raggiungendo la mia fica nuda e già bagnata.Io continuavo a tenermi aggrappata a mio marito che si piegò verso di me e mi sussurrò in un orecchio:”Fai la brava! Falli morire!”Mi sciolsi di colpo: scostai il braccio in modo che quello dietro di me potesse palparmi il seno più agevolmente; allargai le cosce spostando in avanti il culo per permettere a quello al mio fianco di infilarmi due dita in figa, affondandole fino in fondo e cominciando a scoparmi così.Quello dietro di me slacciò il vestito e lo fece cadere in modo da scoprirmi il seno: la luce riflessa dallo schermo lo illuminava perfettamente ed illuminava pure la mano dell’uomo che prese a strapazzarlo con maggior determinazione.Ben presto il mio respiro venne rotto da sospiri che indicavano chiaramente quanto mi stessi scaldando; l’uomo al mio fianco si aprì i calzoni e spostò la mia mano fino a farle stringere un cazzo di buone dimensioni che presi a menare con soddisfazione: Intanto quello dietro di me aveva afferrato entrambe le mie mammelle e le pastrugnava come se stesse lavorando della pasta, provocandomi scosse di dolore e di piacere.Finalmente l’eccitazione mi travolse e mi piegai a prendere in bocca il cazzo al mio fianco. Dovetti piegarmi nella poltrona in modo tale che quello dietro di me ebbe buon gioco a scoprirmi completamente il culo e a sostituire le sue dita a quelle dell’altro nella mia figa prima e, poi, dopo averle ben bagnate, a farmele scivolare nel culo.Ad un tratto mi resi conto che i due stavano chiedendo qualcosa a mio marito che, infatti, mi tirò su e mi sussurrò:”Vorrebbero andare in bagno con te?””E tu?” fu la mia sola reazione, immediata.”Non ti preoccupare, vai!”Ero perplessa e spaventata, cercai di ricoprirmi il seno, ma mi fermò dicendomi”Così! A tette scoperte, puttana!”Mi alzai e scivolandogli davanti mi diressi verso il bagno seguita dai due uomini soltanto, mentre gli occhi di tutti gli altri spettatori non mi abbandonavano per un secondo godendosi lo spettacolo dei miei seni scoperti che ondeggiavano appena ad ogni passo.Appena in bagno i due mi si rovesciarono addosso infilandomi le mani dappertutto senza più traccia della relativa delicatezza che avevano usato fino a quel momento nei miei confronti: ero una troia e come tale mi avrebbero trattato.Mi fecero piegare e mentre quello che già prima avevo preso in bocca me lo dava nuovamente da succhiare, l’altro si spostò alle mie spalle e mi riempì completamente la figa con un cazzo di dimensioni tali per cui mi sentii subito completamente e meravigliosamente piena. Trovarono ben presto il ritmo infilandosi e sfilandosi insieme dal mio corpo che li riceveva con piacere rapidamente crescente. Con la coda dell’occhio mi vidi nello specchio, piegata a novanta gradi, le gambe dritte e tornite sui tacchi alti, la schiena inarcata per spingere meglio in fuori la figa, e quei due cazzi che entravano ed uscivano dal mio corpo, ero uno spettacolo osceno ma la cosa mi eccitò ancor di più. La porta si aprì ed altri due spettatori entrarono nel locale. Con la coda dell’occhio feci appena a tempo ad accorgermi che mio marito non era nemmeno con loro prima di trovarmi circondata dai due lati dai nuovi venuti che afferrarono ognuno un mio seno mettendomi in mano dei cazzi spessi e bitorzoluti che presi a menare.Mio marito non era lì a vedere quanto fossi troia e la cosa mi doleva, ma la situazione era talmente eccitante che non me ne preoccupai troppo e mi lasciai andare a quelle mani che mi tormentavano le carni e a quei cazzi che m’infilzavano con affondi sempre più forti.Quello alle mie spalle m’infilò un dito nella figa insieme al suo cazzo e lo bagnò abbondantemente poi lo fece scivolare tra le mie chiappe e me lo infilò nel culo. Mugolai, prenderlo in culo mi piaceva, ma mi provocava sempre molto dolore all’inizio; con l’altra mano mi scostava le chiappe per permettere al dito di penetrarmi più a fondo, lo faceva andare avanti e dietro, quando ritenne che fossi pronta sfilò prima il dito, poi il cazzo, lo appoggiò tra le chiappe e con un colpo secco mi sfondò il culo. Il dolore fu tremendo, cercai di sfilarmi il cazzo di bocca, ma quello che stavo spompinando mi trattenne la testa affondandomi il cazzo fino alle tonsille, l’urlo si trasformò in un conato di vomito e mi bloccai sperando che il dolore al culo si attenuasse presto e che l’affondo nella mia gola non si ripetesse così in profondità.Fu una serie di sculaccioni poderosi che si abbatterono sul mio culo a sbloccare la situazione: le mani dei quattro uomini presero a colpirmi violentemente il culo, lo sfintere mi si sbloccò ed il dolore della penetrazione scomparve quasi istantaneamente, sostituito da quello degli sculaccioni. Ricominciai a muovere i fianchi come una forsennata facendomi penetrare il cazzo sempre più a fondo e ripresi a pompare quello nella mia bocca succhiandolo completamente, facendomelo scivolare in gola al limite delle tonsille. Due mani mi afferrarono le tette e cominciarono a mungermi violentemente bilanciando prima e superando poi il dolore che gli sculaccioni mi provocavano al culo.Non so come mi resi conto che altri uomini erano entrati nel bagno ma il grido:”Ma guarda questa puttana che vuole rovinarmi!”Prese tutti alla sprovvista. In un attimo i cazzi si ritirarono dal mio corpo lasciandomi rotta, dolorante e sull’orlo di un orgasmo che mi si era gelato dentro. Gli uomini scapparono dal bagno alla velocità del fulmine lasciandomi nuda ed indifesa di fronte ad un ometto non molto alto, tarchiato, sui cinquant’anni che prese ad apostrofarmi con epiteti terribili che proferiva realmente incazzato e non per giocare con me.”Tu, grandissima troia, hai preso il mio cinema per il tuo scopatoio? Brutta puttana, se ti piacciono tanto i cazzi perché non te ne vai a battere un marciapiede invece di venire a mettere me nei guai? Adesso devo chiamare la polizia perché se si viene a sapere che nel cesso del mio cinema succedono di queste cose mi ritrovo un’accusa di favoreggiamento della prostituzione e sbattono in galera anche me oltre a te!”Fui presa dal panico e cominciai a piangere pregandolo di non farlo, che si trattava solo di un gioco tra me e mio marito che era in sala a vedere il film, ma questo lo fece imbestialire ancora di più.”E così mentre tuo marito se ne sta tranquillo in sala a vedersi il film, tu te ne vieni qui a farti sbattere come quella troia che sei! Lui di là tranquillo e tu qui a mettergli le corna! Adesso vieni immediatamente con me e andiamo a telefonare la polizia, la galera stavolta non te la leva nessuno! Baldracca!”Con una mano afferrò il mio vestito e con l’altra il mio braccio, mi trascinò fuori del bagno e, nell’antibagno, mi spinse su di una scaletta portandomi in quello che doveva essere il suo ufficio.Io continuavo a piangere e lo imploravo di cercare prima mio marito in sala che avremmo sistemato tutto ma di non chiamare la polizia, di non rovinarmi, che avevo solo cercato di divertirmi un po’, che non stavo facendo nulla di male.”Nulla di male! La puttana stavi facendo! Nel mio cinema! Se fosse passato un controllo della polizia, mi avrebbero sbattuto in galera insieme a te e mi avrebbero sequestrato il cinema, troia!”Fu a quel punto che, in preda alla disperazione dissi:”La imploro, farò tutto quello che vuole!”L’uomo bloccò la mano sulla cornetta, mi guardò un attimo, riflettendo poi si girò verso il computer che era su un lato della scrivania e si mise a scrivere, senza degnarmi di uno sguardo né di una parola. Finì in pochi minuti, si girò verso di me e mi porse due fogli.Sul primo c’era una sorta di confessione in cui dichiaravo di essermi recata nel suo cinema per prostituirmi a sua insaputa e di aver adescato degli spettatori per poi portarli nei bagni e compiere atti osceni in luogo pubblico. Sul secondo davo la mia disponibilità a prestarmi sessualmente ad ogni suo volere per un periodo la cui durata sarebbe dipesa dalla mia disponibilità ed obbedienza.Smisi di piangere e lo guardai dritto negli occhi”Non può farmi questo! Chiami mio marito!”Nemmeno rispose, spostò la mano verso la cornetta e compose il 113, quando lo sentii parlare con l’operatore afferrai la penna e firmai d’un botto i due fogli, appena in tempo perché mettesse giù la cornetta prima che fosse troppo tardi.Lo guardavo affranta, con gli occhi pieni di odio misto a rassegnazione. Indicando la scrivania disse”Vieni qua sotto e succhiami il cazzo, puttana, mentre mando a cercare tuo marito!”Stetti ferma, lui m’indicò i fogli e disse”Sta a te scegliere, o rispetti alla lettera quanto c’è scritto nel secondo foglio o il primo finisce direttamente dai carabinieri!”Mi mossi, senza che lui mi agevolasse in alcun modo, m’infilai sotto la scrivania, gli sbottonai la patta e tirai fuori un uccello lungo e grosso, me lo infilai tra le labbra, mentre lui, attraverso un interfono diceva ad una certa Maria di cercare mio marito in sala e di accompagnarlo da lui.Poco dopo la porta dell’ufficio si aprì ed il padrone del cinema esclamò”Sei il marito di questa troia?”Cercai di sfilarmi l’uccello dalla bocca e di girarmi a guardare ma lui mi bloccò con una mano affondandomi il cazzo in gola. Improvvisamente mi prese un senso di profonda vergogna: ero lì, nuda, a quattro zampe sotto la scrivania di un bastardo che mi trattava come una troia a succhiargli il cazzo mentre mio marito…”Si, io sono il marito, che problema c’è?””Che tua moglie è una gran troia! C’è! Ma che nel mio cinema non si viene a fare le troie, se non nel modo e nel posto che dico io. Guarda! ha firmato spontaneamente questi due fogli. Se sei d’accordo va tutto bene se no abbiamo un problema.”Sentii che gli porgeva i fogli, sentii mio marito sedersi.”Tua moglie ciuccia proprio bene ma anche Maria non se la cava male, serviti pure se vuoi”Dai rumori alle mie spalle capii che Alessandro si era aperta la patta ed immaginai che Maria glielo stesse prendendo in bocca, poi lo sentii parlare:”Che cosa vorresti farle fare?” “Dovrà venire qua qualche volta, quando la chiamo, ogni tanto organizzo delle riunioni con degli amici ai quali una troia come questa a disposizione piacerebbe di sicuro.””Se voglio dovrò poter essere presente e partecipe, i giochini strani dovranno essere prima autorizzati da me.””Ok! Allora godiamoci il pompino e per stasera abbiamo finito.”Vennero entrambi rapidamente, io bevvi tutto e così Maria, credo, conoscendo Alessandro.Mi tirai fuori e poi in piedi, guardai Alessandro e poi Maria, era una brunetta formosa, alta più o meno come me, anche lei nuda, a parte dei sandali altissimi.Il padrone del cinema, Rocco si chiamava, mi porse il vestito che io reinfilai e riallacciai dietro il collo, poi strinse la mano di Alessandro ed aprì la pota, mentre uscivo mi assestò una gran pacca sul culo e disse:”A presto, troiona!”
Aggiungi ai Preferiti