Salve sono sempre Gabriella e seguito a raccontarvi gli accadimenti di quando ormai cinquantenne e vedova iniziai a divenire la grandissima troia che sono ora. Come dicevo nel racconto precedente la telefonata del bastardo che mi invitava ad un altro incontro aveva nuovamente acceso i miei sensi Ero combattuta tra la paura di subire nuovi oltraggi e il desiderio della stessa cosa. Passai i giorni che mancavano all’appuntamento a masturbarmi freneticamente pensando alle porcate fatte la settimana prima e a quelle che avrei fatto il lunedì seguente. Il lunedì mattina mi alzai di buon ora e mi preparai accuratamente andai pure dal parrucchiere, era incredibile mi facevo bella per quattro ragazzacci che avevano la stessa età di mia figlia. Alle due del pomeriggio, puntualissima, arrivai al sexy shop suonai il campanello ed dopo che mi fu aperto entrai. Li trovai, tutti e quattro seduti sul divano nel salottino all’entrata del negozio, ad attendermi con un sorriso a trentadue denti stampato in viso. – visto che è venuta – disse il commesso ai suoi amici appena feci la comparsa nel locale – già la signora ha paura che la sputtaniamo tra i suoi compaesani – aggiunse uno dei ragazzi – sarà, ma mi sa che è qui anche perché le piace fare la troia – precisò un altro dei ragazzi – ragazzi per carità, sono venuta per scongiurarvi di lasciarmi in pace, dopotutto l’altra volta lo sfizio ve lo siete tolti e poi potrei essere vostra madre – dissi con l’intenzione di impietosirli In realtà sapevo che così li avrei solo provocati maggiormente e forse inconsciamente proprio per questo motivo che avevo parlato in quella maniera. E come volevasi dimostrare i quattro mascalzoni reagirono in malo modo : – come ti permetti troia le nostre madri sono delle signore per bene non dei puttanoni come te- – vacca che non sei altro tu ormai sei solo un sollazzo per cazzi – – già troia ti conviene rassegnarti e non rompere i coglioni e adesso basta con le chiacchiere levati quel cazzo di vestito e facci vedere il culo – – vi prego ragazzi – tentai nuovamente …. – non devi pregare puttana, ti devi spogliare – mi rispose severamente uno dei ragazzi Così rassegnata iniziai a sbottonarmi il vestito. Sotto,visto che era ancora estate, indossavo solo un ridottissimo tanga e la cosa aizzò i giovanotti – visto la puttana, prima ci prega di lasciarla in pace e guardate come si è presentata – – neanche fosse un viados – – dai puttanona levati anche quello straccetto e facci vedere la fica – Mi tolsi,come diceva il ragazzo, lo straccetto e rimasi completamente nuda in piedi in mezzo alla stanza. Per meglio dire qualcosa ancora la indossavo, che non copriva molto, ma mi rendeva ancora più indecente ed era costituito dalle scarpe, con tacco da 10 centimetri, da uno splendido girocollo di perle orecchini e borsetta – bene puttanona ora che sei addobbata come si conviene ad una zoccola come te possiamo pure uscire – – ma siete pazzi è pieno giorno – protestai terrorizzata dall’idea di dover uscire in mezzo alla strada completamente nuda – non ti preoccupare troia la macchina ha i vetri scuri ed è posteggiata sul retro e poi ti ho già detto che non devi rompere i coglioni – disse seccamente il commesso Così rassegnata e completamente nuda mi apprestai ad uscire con i 4 farabutti che nel sospingermi fuori si dilettavano a palparmi tutta. Salimmo in macchina, io dietro in mezzo a due e gli altri davanti, nel tentativo di nascondere il mio viso indossai un paio di occhiali da sole con delle lenti molto grandi. Erano le 14.30 e Milano era alquanto trafficata e la macchina procedeva abbastanza lentamente in mezzo al traffico. – dove stiamo andando- chiesi io preoccupata dopo mezzora di marcia – in un bel posticino, dove ci sono tante vacche come te – Ormai eravamo usciti dalla città e ci stavamo dirigendo in aperta campagna, i ragazzi oltre qualche palpatina di tanto in tanto non vollero approfittare del mio corpo. Ad un certo punto la macchina rallentò e svoltò in una stradina di campagna e prosegui per quasi un chilometro lungo questo sentiero fino a raggiungere una radura tra un boschetto e un campo di mais, dove l’automobile arrestò il suo corso. – bene la signora è arrivata – sentenzio il guidatore dell’automobile – allora troia sei arrivata,devi scendere – mi ribadì il ragazzo aprirono le portiere e mi tirarono fuori dall’auto – adesso ti lasciamo qui e andiamo a fare un giro – – quando torniamo dovrai aver raccolto almeno 300 euro, nel caso contrario ti lasciamo qui fino a che non avrai raggiunto l’obbiettivo – – ma come li trovo tutti quei soldi ? – chiesi io preoccupata – con il mestiere più antico del mondo – mi rispose sghignazzando uno dei ragazzi – ti consigliamo di chiedere 50 euro per ogni scopata, questa è la cifra che vali, troia – mi disse il capo banda mentre facevano inversione con l’automobile Così mi lasciarono lì nuda e se ne andarono da dove eravamo venuti. Ero completamente nuda ad eccezione delle scarpe del girocollo di perle,orecchini, borsetta e occhiali da sole. Aprii la borsetta nella speranza di trovarvi del denaro ma oltre ai documenti non vi era un becco di un quattrino. Evidentemente i bastardi per non semplificarmi la vita mi avevano sequestrato il denaro. Ormai rassegnata tentai di nascondermi nel boschetto nella speranza che i ragazzi, paghi dello scherzo, si sarebbero decisi a venire a recuperarmi. Dopo oltre un’ora sentii una macchina avvicinarsi, nella certezza che fossero i ragazzi uscii dal boschetto e mi accorsi che non si trattava dei ragazzi, ma troppo tardi ormai mi avevano già visto. Era un furgoncino e alla guida c’era un uomo di circa trenta anni, non era italiano dall’accento sembrava un rumeno. Sul furgone con lui c’erano altri cinque, tutti suoi connazionali – vieni qui troia italiana – disse l’uomo rivolgendosi a me Poi fermo il l’autoveicolo e insieme ai suoi amici scese e mi venne incontro. – ci hanno detto quattro ragazzi che per 300 euro ci fai sborrare a tutti per tre volte – io non ebbi il coraggio di confermare ma non feci nulla per smentire l’affermazione del rumeno – dai bella troiona andiamo nel boschetto – disse sempre lui così mi prese sottobraccio e mi portò nel boschetto. I suoi compari nel frattempo avevano preso una coperta e l’avevano stesa per terra – visto che bella signora ci scopiamo – – si avevo proprio voglia di fottermi una bella signora italiana – – già gli facciamo la festa completa a questa puttana – poi si levarono i calzoni rimanendo nudi dalla cintola in giù ed esibendo cazzi di notevoli dimensioni – su bella succhiacazzi italiana vieni a prenderci il cazzo in bocca – – dai puttana vieni a guadagnarteli i trecento euro – Io come un automa mi inginocchiai ed presi il primo cazzo in bocca mentre la mia fica iniziava a colare copiosamente. – si puttana sucami la minchia – – guarda la signora come lo suca bene il cazzo – – si adesso la facciamo ingozzare col la sborra a questa troia – Poi uno degli uomini iniziò ad armeggiare dietro di me e puntato il cazzo contro il mio buco del culo iniziò a spingere. – si scrofa italiana adesso ti spacco il culo con il mio cazzone rumeno – così in un attimo mi trovai un cazzo infilato su per il culo ed uno che mi scopava in gola – oh come è gustosa questa puttana – – si adesso ti sborro in faccia lurida troia italiana – – si anche io ti sborro in faccia – disse colui che mi stava inculando sfilandosi dal mio buco del culo e venendosi a segare sul mio viso tutti e due mi sborrarono in faccia riempiendo il mio viso e gli occhiali di caldo sperma. Senza darmi tregua altri due presero il loro posto e mi riservarono lo stesso trattamento finendo anche loro a segarsi davanti al mio viso, sporcandolo nuovamente con le loro copiose sborrate, imitati poi dagli ultimi due rimasti. Proprio quando questi ultimi ebbero fatto anch’essi il loro porco comodo sentimmo arrivare dalla stradina una macchina. Purtroppo era una macchina della polizia, i sei extracomunitari si catapultarono immediatamente sul furgoncino e fuggirono lasciandomi sola in balia degli agenti, non prima di avermi infilato su per il culo una banconota da 200 euro arrotolata – favorisca i documenti – mi disse in tono severo un agente io ero imbarazzatissima, mi trovavo in luogo aperto con solo un paio di occhiali da sole a coprirmi il volto, completamente nuda e con lo sperma che mi colava dal viso e mi inzaccherava sia le lenti che la montatura degli occhiali. Imbarazzata come non mai presi la borsetta ed estrassi la carta d’identità e la consegnai all’agente – Gabriella ……, di anni 51,vedova, professione impiegata – l’agente dettava al suo collega i miei dati anagrafici – Allora signora cosa fa in queste condizioni così indecenti – mi hanno violentata -tentai di giustificarmi io – in che modo signora ? mi chiede sorridendo sarcasticamente un agente e senza attendere risposta – non mi sembra di vedere segni di violenza sul suo corpo signora Gabriella – – anzi ci è sembrato che si intrattenesse con piacere con quei delinquenti – – mi sa che dobbiamo portarla i caserma per la schedatura – aggiunse seraficamente – come schedatura – tentati di obbiettare io – dobbiamo schedarla come prostituta signora – e mentre diceva ciò mi sfilava dal buco del culo la banconota da duecento euro che uno dei rumeni mi aveva infilato prima di fuggire – non vorrà dirmi che abitualmente va in giro con i soldi infilati su per il culo, signora Gabriella- disse l’agente mentre sorrideva divertito – vi prego non mi rovinate – li pregai io – signora lei prima fa la puttana in un boschetto, poi ha paura di rovinarsi la reputazione – disse uno degli agenti – vi prego sono una signora per bene, sono disposta a tutto purché non mi portiate in caserma – dissi io ormai senza vergogna – che fa signora tenta di corromperci – disse con tono di finto rimprovero il solito agente – Comunque se la signora è disposta a collaborare possiamo chiudere un occhio sull’accaduto- disse il comandante della pattuglia mentre si sbottonava la patta dei calzoni Naturalmente anche gli altri agenti presero ad imitare il loro capo ed estrassero le loro grosse minchie – visto che già si è fatta farcire di sborra da quei bastardi noi ci limiteremo a sborrarle in faccia la nostra sbroda – – si puttanazza ci fai cosi schifo che non ti vogliamo toccare neanche con i nostri cazzi – Così senza toccarmi presero a menarsi il cazzo davanti alla mia faccia – spalanca la bocca troia, che fra poco arriva il succo di cazzo – – guardate come se sta a bocca aperta ad aspettare la sborra – – questa deve essere proprio una grandissima troia – e mentre esternavano questi osceni commenti iniziarono quasi all’unisono a sborrare, indirizzando i copiosi getti sul mio viso. Quando tutti e quattro ebbero finito di sborrare avevo la faccia ricoperta da una maschera di sperma. – guardate come l’abbiamo ridotta la vecchia baldracca – disse sghignazzando uno degli agenti – già dobbiamo fare qualcosa per renderla più presentabile – disse un altro agente – che ne dite di farle una doccia con il nostro piscio ? – – ottima idea – E senza perdere tempo uno degli agenti inizio a pisciare indirizzando il getto sul mio volto – troia apri la bocca che ci voglio pisciare dentro – fu ilo suo commento Naturalmente anche gli altri imitarono immediatamente il loro collega iniziando anch’essi a scaricare la loro vescica sulla mia faccia. – si inzuppiamole anche i capelli di piscio, così questa latrina di donna sarà riconoscibile dall’odore ance a chilometri di distanza – Io mentre venivo oltraggiata in tale maniera iniziai pure ad eccitarmi e non solo, infatti mi infilai una mano tra le cosce e presi a masturbarmi. – guardate la troia si sta sditalinando è proprio una cessa – – hai capito puttanazza che sei solo una cessa, una latrina – Più mi insultavano e più mi eccitavo e dopo pochi secondi,mentre i quattro mi stavano ancora colpendo con i loro getti di urina, ebbi un vistosissimo e dirompente orgasmo. – si godo,si pisciatemi addosso, sono la vostra latrina, la vostra cessa – – troia puttana scrofa che non sei altro – – fai ribrezzo sei una puttana per animali – Io mi accasciai al suolo mentre i poliziotti finito di pisciare rinfoderarono i loro arnesi nei calzoni e se ne andarono lasciandomi li nuda e inzuppata del loro piscio. Naturalmente si tennero anche la banconota dai duecento euro che i rumeni mi avevano infilato su per il culo prima di fuggire. – questa ce la teniamo noi – dissero allontanandosi e riferendosi alla suddetta banconota Ero stata oltraggiata da cinque rumeni e da quattro poliziotti ma non avevo tirato su il becco di un quattrino e fra poco i ragazzi sarebbero passati a prendermi. Infatti pochi minuti dopo arrivarono i ragazzi – guardate la troia come è ridotta – disse uno dei ragazzi vedendomi in quello stato – allora quanto ai tirato su puttana – – niente, sono arrivati dei poliziotti e mi hanno derubata – dissi io tentando di giustificarmi – vecchia troia ti avevamo dato un incarico – mi rimproverò uno dei ragazzi – dovevi battere fino a che non tiravi su trecento euro – – e come ti avevamo promesso non ti porteremo a casa fino a che non avrai raccolto questa benedetta somma – – su ragazzi portiamola alla cascina, conciata com’è solo là la potremo fare prostituire – Ormai rassegnata stavo per salire in macchina ma fui fermata da uno dei ragazzi – dove pensi di salire, non vedi che puzzi come un cesso della stazione – – tu adesso ti accomodi qui – mi disse il ragazzo aprendo il baule dell’automobile Cosi rassegnata obbedii e mi accovacciai nel portabagagli e pochi secondi dopo partimmo in direzione di questa fantomatica cascina. Io chiusa nel baule non vedevo la strada e ne potevo sentire i discorsi dei ragazzi e durante tutto il tragitto feci mille pensieri su quello che sarebbe accaduto da li a poco. Dopo circa 10 minuti di strada arrivammo a destinazione la macchina si fermo e mi vennero ad aprirmi lo sportello per farmi scendere. – esci troia – mi esortò uno dei ragazzi – mettiti a quattro zampe cagna – aggiunse appena fui fuori dall’auto e senza perder tempo prese un collare per cani con guinzaglio e me lo mise al collo. – adesso fai la brava cagnetta così ti guadagni i trecento euro – Cosi mi spiegarono che quello era un bordello molto speciale dove dei facoltosi padroni e padrone di cani portavano i loro animali ad accoppiarsi con della cagne umane. – ma siete impazziti – tentai di protestare io – zitta troia – disse uno dei ragazzi dandomi un calcio nel culo Così fui trascinata in un capannone al cui interno cerano una serie di box tipo quelli per le vacche solo che erano un po’ più piccoli. All’interno di ogni box vi era una donna, o per meglio dire una cagna umana, alla pecorina. Il pavimento del capannone era sterrato ricoperto di paglia e vi era un grosso via vai di signori e signore con i loro cani. Mentre entravamo ci venne incontro un signore di mezza età, il proprietario della cascina. – salve ragazzi – disse con cordialità l’uomo che poi proseguì – e questa la vecchia troia di cui mi avete parlato – – si è lei, come ti dicevo non ha esperienza ma è una grandissima troia, le si può fare di tutto senza problemi – – ho un giusto un signore che ha una richiesta molto particolare – fece una pausa e poi seguitò ad illustrare la “particolare richiesta “ – questo signore vuole far montare una cagna umana dal suo pastore tedesco, ma prima la vuole marchiare a fuoco sul culo, con le sue iniziali – – Per questo offre 4000 euro oltre ai 1000 per la monta con il cane – – Non male no?Sono 2500 euro per me e 2500 euro per voi – – Certo è una bella somma – acconsenti uno dei ragazzi Quindi accordatosi senza prendersi la cura di avere il mio assenso i bastardi mi tradussero verso una gogna al centro del capannone e mi fissarono collo e polsi nelle feritoie. – si è meglio bloccarla per bene la troia – commento il padrone della cascina – vado a chiamare il signore di cui vi dicevo prima – e si allontano Appena allontanato tentai di protestare con i ragazzi – ragazzi non voglio essere marchiata come una vacca, ho paura – – senti puttana tu non sei in grado di scegliere a noi sta bene che vieni marchiata a fuoco e poi montata dal cane e quindi è inutile che protesti – – comunque se vuoi tornare a casa sei libera d’andartene quando vuoi – – naturalmente nuda come sei e a piedi – disse facendosi una risata uno dei bastardi purtroppo convenni che mi avevano in pugno e rassegnata attesi che si compisse il mio destino. Dopo pochi minuti sentii arrivare il padrone della cascina con il signore che avrebbe pagato la mia prestazione. – ecco signor commendatore questa è la cagna – – ha è proprio una vecchia cagna – disse l’uomo che poi proseguì – per il marchio sul culo avrei cambiato idea – io sentendo queste parole tirai un sospiro di sollievo, ma purtroppo mi sbagliavo,infatti l’uomo aggiunse – si non voglio marchiarla con le mie iniziali ma con la scritta troia, a fuoco sul culo – – non c’è nessun problema – rispose il padrone di quello speciale bordello Portarono un braciere dove ardevano dei carboni mi fecero vedere l’attrezzo con cui mi avrebbero marchiata e lo posero sul braciere per arroventarlo. – guarda puttana per tutta la vita avrai la scritta troia marchiata sul culo – – già chissà come lo spiegherà al suo medico quando la visiterà – Dopo pochi minuti l’attrezzo era completamente arroventato e il padrone del bordello lo prese in mano aspettando l’ordine del signore che aveva comprato la mia prestazione – si marchia questa troia falla urlare – disse l’uomo mentre aveva estratto il cazzo dai calzoni ed aveva preso a menarselo – si che la marchio la vacca – e con fare sadico mi appoggio l’attrezzo arroventato sulla chiappa destra facendomi urlare dal dolore Intorno a me si era creato un nutrito gruppo di persone che erano venuti a godersi la scena della marcatura. Il clima era veramente surreale non potevo credere a quello che mi stava accadendo mi sembrava di vivere un incubo – guarda come si legge bene la scritta – disse uno dei ragazzi – già servirà a ricordarle per tutta la vita che razza di puttana è diventata – gli fece eco uno dei suoi compari Io rimasi quasi priva di sensi poi a poco a poco mi ripresi e la cosa che dava maggiore fastidio non era il dolore fisico ma l’umiliazione di essere stata marchiata come un vacca e per giunta davanti ad un pubblico divertito. – hai visto a quella signora cosa gli hanno fatto – – bisogna esser proprio delle grandi puttane per accettare di farsi fare una cosa simile – dissero due signore mentre commentavano l’accaduto Comunque il mio supplizio non era ancora terminato, infatti dopo poco tempo arrivò tenuto al guinzaglio il pastore tedesco che mi avrebbe dovuto montare. – ti presento il tuo nuovo amante – disse il padrone del bordello portando il cane alla mia vista – io signor commendatore dice che un amante instancabile, vedrai che ti piacerà, vecchia troia – Così portato il cane alle mie spalle lo slegarono dal guinzaglio e lasciarono libero. Il cane senza perdere tempo si catapultò su di me e mi infilò alla pecorina. Era evidente che non era la prima volta che montava una donna infatti mi infilò al primo colpo e prese a penetrarmi con maestria. Il suo cazzo era dentro di me e mi pistonava vigorosamente, lo sentivo crescere sempre di più ed improvvisamente sentii salire in me l’eccitazione. Si vi sembrerà incredibile ma la bestia che mi montava mi fece dimenticare del dolore procuratomi dalla marchiatura ed iniziai a gemere di piacere – guardate la troia ci sta prendendo gusto – – ma questa puttana è proprio senza limiti, che razza di schifosa bestia è questa donna – – si sono una cagna, godo ad essere la cagna di questo animale – – sono la più laida delle donne – Il cane mi monto per una ventina di minuti riempiendomi con il suo caldo sperma. Finita la monta il cane mi si staccò di dosso e fui liberata dalla gogna che mi teneva bloccata. I ragazzi mi riattaccarono il guinzaglio e facendomi camminare sempre a quattro zampe mi condussero fuori dal capannone verso la macchina. – avete visto ragazzi che la puttana ha tirato su 2500 euro – – già ed ha pure goduto, peccato che per qualche giorno farà fatica a sedersi – commentò un altro facendosi una risata In macchina fui medicata con una pomata e partimmo alla volta del sexy shop. Arrivati parcheggiammo sul retro del negozio, io ero ancora nuda, e approfittando dell’oscurità entrammo. – bene troia lercia come sei ci fai così schifo che non ti scoperemo – – adesso però ti rimetti a quattro zampe e ci vieni sucare le minchie – – e dopo che ci avrai fatto sborrare a tutti e quattro potrai andartene – – naturalmente i vestiti li metterai in borsa e nuda come la troia che sei andrai verso la tua macchina – Io ormai rassegnata obbedii ed inginocchio ai loro piedi presi a sbocchinarlo devotamente, in fondo mi piaceva essere umiliata dai quei ragazzi che avevano l’età di mia figlia. – come suca bene sta puttanona – – si troia bevi la nostra sborra, facci godere – Insomma tra scurrili esortazioni ed indicibili insulti li feci sborrare a tutti e quattro. – bene troia ora puoi andare – – per il prossimo appuntamento ci facciamo sentire noi – – ma per la prossima volta credo che non ci basterai più solo tu – – credo che vorremmo goderci anche quella puttanella di tua figlia – – ma voi siete pazzi – risposi furiosa io – non dire stronzate vacca, sarà meglio che tu esegua i nostri ordini – – sai oggi pomeriggio abbiamo girato un bel filmino e non credo che tu voglia che venga distribuito nel tuo ridente paesino e adesso vai che come ti ho già detto ci faremo vivi noi – Preoccupata per questo nuovo sviluppo uscii dal negozio e nuda come mi trovavo raggiunsi la macchina e tornai a casa. Ormai ero completamente in loro balia e chissà che altro ancora avrei dovuto sopportare.
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