Si trovarono al bar della piazzetta li, sui tavolini all’aperto. La ragazza era già arrivata, Roby la riconobbe dalla foto che lei gli aveva già mandato in posta. Seduta con le gambe incrociate inginocchiava con la gamba nuda muovendola su e giù nervosa, si guardava attorno ma non vide il ragazzo che la guardava. Questo gli diede l’opportunità di squadrare la sconosciuta: minigonna in jeans, sandali beige tacco alto sottile, un top rossa che lascia le braccia nude fino al giroascelle, bracciale d’oro al polso sinistro, orologio swatch al destro, pelle abbronzata nonostante la stagione appena agli inizi, capelli castani alle spalle, magretta come ragazza ma le cosce erano ben tornite anche se si vedevano i nervetti nervosi alle caviglie, occhi…ora doveva girarsi… ecco… scuri…sorridono…- Ciaoo- Ciao Gabry- Scusa il ritardo – io- Beh sono appena arrivata anch’io. Speravo fosse qui l’appuntamento, avevo paura di sbagliare- No, era giusto, sei stata brava. -La guardò negli occhi vispi e sorridenti, la bocca si allargava nel sorriso facendo diventare le labbra meno carnose ma erano sempre rosse, c’era del rossetto.Roby si sedette al tavolino come fosse di casa, in effetti era uno di quei tipi che stanno bene dappertutto, un tavolo di caffè o su una barca nel mare al sole o in uno schifo di locale malfamato. Possedeva la straordinaria qualità dell’adattamento all’ambiente ed alle persone che incontrava nel percorso lungo e tortuoso della sua esistenza.Il cameriere arrivò chiedendo professionalmente se desiderasse qualcosa.Roby guardò la ragazza e la tazzina del caffè vuota, elegantemente disse:- Il conto della signorinaLei sorrise mostrando i denti bianchi e la bocca umida interna.La ragazza chiese:- Andiamo subito?L’uomo sorridendo:- Vuoi?Lei:- SiEra un pomeriggio languido in quella cittadina provinciale ma nel dormitorio dell’ora due persone stavano con i sensi accesi, si guardavano e si sorridevano, ancora non osavano toccarsi.Passeggiarono a piedi lungo le strade piene di gente, era quasi l’ora del shopping, numerose ragazze vagavano con gli occhi alle vetrine. Gli occhi dell’uomo scorrevano sulle gambe abbronzate della ragazza, alle ginocchia, ai sandali aperti che la facevano sobbalzare sui cubetti in porfido allorché il tacco s’andava a piantare nella fuga fra i masselli. A un tratto lei sembrò cadere e si aggrappò alla giacca in lino di lui.- Ah scusa…- Attenta – L’uomo toccò per la prima volta la mano della ragazza, sentì due anelli freddi sotto il palmo.Lei non ritirò più la mano, lui non spostò la sua, erano già fusi fra loro, il loro accoppiarsi era solo questione di qualche spazio di tempo e di luogo visto che si stavano avvicinandosi a casa di lei.Salì per prima le scale, lasciando una scia di profumo di estate alle porte, di gambe nude, di piedi e capelli mossi nel breve affanno della salita.Prima di aprire la porta girò la testa verso l’uomo sorridendogli per nulla imbarazzata.Si erano conosciuti in chat e ormai conoscevano ogni centimetro dei loro corpi, tutte le volte che avevano fatto all’amore, scrivendo su una tastiera le loro emozioni, guardando le parole scorrere sul video, immaginando il loro pulsare dei sensi a migliaia di chilometri di distanza. Poi il destino si era messo in mezzo e per Roby era giunto un trasferimento per lavoro guarda caso in quella città, lei aveva rotto col fidanzato, erano tutti e due liberi di fare quello che andava loro. Tanto peregrinare nel mondo immaginato per sbarcare nel reale, in quella stanza, con quella gonna in jeans corta, su quelle gambe di nuovo accavallate sul divano davanti alla cucina, la macedonia sul tavolino in vetro.- Guarda cos’ho preparato! L’ho fatta per noi, in questo pomeriggio di mezza estate ho pensato che ci voleva qualcosa di fresco.- Si… hai fatto beneRoby si accomodò a fianco di lei, aveva tolto la giacca ed era in camicia, i pantaloni marron chiaro facevano intravedere ancora la riga della stiratura.Lei stava per alzarsi a servire la macedonia. Lui le prese la mano, la fece sedere sopra le ginocchia. La pelle nuda delle cosce sopra ai pantalonilo stordivano leggermente, alzò la mano per accarezzarle una guancia dietro ai capelli che scendevano. Gabry sorrise poi aprì la bocca leccò il palmo della mano, poi un dito.Roby stette li ad apprezzare il gesto affettuoso per qualche tempo poi non resistendo all’infinita dolcezza di quel gesto spostò la mano e bagnata cosi di saliva la porse sulla guancia attirando la bocca alla sua.Fu un bacio dolce languido, la ragazza apriva la bocca mentre l’uomo leccava dolcemente la sua lingua. Dei brividi di piacere si mescolarono nelle braccia protese della ragazza, l’uomo sentiva fremere le mani sul collo e i tendini dell’avambraccio contrarsi nell’attirare la faccia del ragazzo a sé.Si stavano leccandosi e baciandosi come non avevano mai fatto con nessun’altro, si scambiavano gli umori di piacere e la saliva come si scambiano le occhiate per strada al passare di una bella ragazza o di un bel tipo figo.La bocca dell’uomo si staccò, serio le disse:- Scusa, non resisto molto a baci cosìLei sorridendo maliziosa:- Neanch’io…Tranquillizzato lui si chinò ai suoi piedi. Prese in mano un piede calzato col sandalo, lo portò alla bocca guardandola negli occhi- Ma che fai? – Lei rideva- Ti bacio…- Così facendo fece scivolare la lingua fra i ditini del piede, scorrendola poi lungo il collo del piede verso la caviglia- Uhmm carino, non me lo avevano mai fatto- Cosa ti perdi….Così dicendo sganciò la clip del cinturino facendo cadere il sandalo che rimaneva appeso alla caviglia solo dal laccetto, il piede era ormai nudo.Lo prese in mano e con il sandalo così a penzoloni lo accarezzò con le mani, lo portò alla bocca lo immerse nella cavità per leccare e succhiare le dita del piede.Una sensazione dolcissima e travolgente s’impadronì di Gabry che socchiuse gli occhi per gustare meglio la lingua di lui fra le pieghe da sempre considerate spregevoli delle sue dita, riscoprendo invece una sensualità assurda e imponente che s’allargava sempre più passando dalla caviglia alla gamba e quindi al ventre come una trasmissione della sensualità assoluta direttamente al centro dell’emotività.Roby era ormai alla caviglia e stava salendo lentamente lungo il polpaccio verso il ginocchio dorato, la ragazza stava innondandosi suo malgrado di umido desiderio. Era assurdo, pensava, una moltitudine di ragazzi l’avevano toccata, scopata e provata a più non posso ma mai aveva provato queste sensazioni così nuove e sensuali che facevano emergere un lato della sua femminilità sconosciuto a lei e ai più.Il percorso dell’uomo continuava, ora leccava a metà coscia, era giunto ormai in quel punto di non ritorno, inutile tentare di fermarsi o per la ragazza di fermarlo. Ora i sensi stavano montando all’inverosimile, la pelle della ragazza era dorata e morbida, una leggera peluria gialla contornava il tratto bagnato da quello ancora da leccare, l’uomo ci passava il dito su quel confine per sentire i brividi sulla pelle che il tocco provocava. Arrivò sopra la metà della coscia, la gonna cominciava a lambire la guancia di Roby, si fermò per slacciare l’abbottonatura con le dita, la ragazza lo aiutò con le mani a sfilarla. Una volta libera divaricò leggermente le cosce per facilitare il compito all’uomo, chiuse gli occhi stringendo le dita sulla camicia dell’uomo.Roby continuava a leccare l’interno delle cosce avvicinandosi alla fessura centrale chiusa fra i riccioli neri. Arrivò finalmente a toccare con la guancia la peluria bagnata di desiderio. La ragazza al contato fremette e prese la testa dell’uomo fra le mani, la girò tenendola davanti a se, le unghie piantate nella pelle delle guance dell’uomo. Roby aprì la bocca sporse la lingua dura e rigida, cominciò a gustare il nettare che parco, sgorgava dalla fessura arricciolata. Entrò più in profondità muovendo di lato la lingua, stava allargando la fessura facendo mugulare la ragazza di piacere. Assaporò il dolce nettare inghiottendo il bagnato di lei poi alzò la bocca verso l’ombellico. Gabry rideva ora tranquillizzata, sapeva che l’uomo non le sarebbe sfuggito senza prima soddisfarla pienamente, poteva ucciderlo altrimenti. Roby si alzò dalle coscie e prese la ciotola della macedonia- Che dici, la mangiamo?La ragazza ere esterrefatta, fece buon viso a cattiva sorte:- Si, se vuoi proprio….Era fatta in casa con pezzi di mela, pera, ananas, pesca e ciliegie sciroppate, Gabry aveva aggiunto dello zucchero e succo di limone. L’uomo immerse la mano nella zuppiera, estrasse la frutta gocciolante, la depose sulla pancia allagando l’ombellico e guardano colare nel folto della peluria il rigagnolo di succo dolce, prese a leccare e mangiucchiare dal basso per non perdere neanche una goccia e salì all’ombelico. Gabry sorrise pensando alla sua ingenuità e chiuse gli occhi gustando la lingua guizzante e le labbra turgide dell’uomo. Poi stupì se stessa:- Aspetta, t’imbocco io oraSorrideva maliziosa. Alzò la gamba dal divano e immerse il piede nella zuppiera piena della frutta tagliata, lo estrasse gocciolante sotto gli occhi stupiti dell’uomo e mordendosi le labbra infilò le dita dei piedi in bocca a lui. Roby mentre gustava e assaporava ogni singolo frutto, guardò il rigoletto bagnato che scendeva lento lungo il polpaccio dorato sul dietro… la sensualità del gesto e lo scorrere indifeso del liquido sulla pelle bianca del polpaccio gli fece diventare il membro duro come un macigno, non c’era dubbio, la ragazza ci sapeva fare…..
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