Aveva i piede gocciolante in bocca, guardava il succo che con un rigoletto scorreva a tratti dolcemente lungo il polpaccio dorato verso il ginocchio più in basso.Lasciò un attimo il piede e la frutta per dedicarsi a quella rotondità soffice e bagnata lungo la riga scorrevole del liquido. Tenne il piede con la mano e spinse la testa in basso sulla pelle ancora asciutta e aprì la bocca per non perdere neanche una goccia del dolce. Salì piano con la lingua verso la caviglia gocciolante. Assaporò ogni piccolo sorso di liquido e quando stette li per pulire tutto bene la ragazza ritrasse il piede…- Aspetta, è finita, bisogna ricaricareSorrideva maliziosa. Rituffò piano il piede nella codoma cercando di sollevare con le dita più pezzetti di frutta che poteva e quando Roby stava per chinarsi a leccare la ragazza esclamò:- No caro, ora tocca a me mangiare la macedonia….Così dicendo svuotò il piede gocciolante della frutta sul membro dell’uomo turgido. Gli bagnò l’asta, il glande già lucido, la peluria del pube e le palle dalle quali ormai colava il liquido dolce. L’uomo rimase sbalordito e non capiva, pensò un attimo ad una piccola vendetta della ragazza, una piccola schermaglia per vendicarsi di quello che le aveva appena fatto lui, ma si stava sbagliando. La ragazza si mise carponi e avvicinò la testa all’inguine dell’uomo. Gli tuffò i capelli li sul pube macchiandoli del dolce sugo fino a farli diventare attaccaticci. Mentre lo faceva stava cercando con la bocca i pezzi che più le piacevano: l’ananas, le ciliegie ed i pezzi di mela. Li cercava con affanno fra i peli dell’uomo, li fra l’asta possente e l’inguine, sul glande enorme e gocciolante, sotto le palle rigide che si muovevano ad ogni contatto delle sua lingua che cercava di afferrare i pezzi di frutta e che creavano per magia un innalzarsi ancora di più dell’asta già eretta all’inverosimile. Roby mugugnava dal dolce supplizio di quella bocca affamata. La ragazza aprì la bocca con i pezzi di frutta che non aveva la pazienza di inghiottire. La chiuse sopra il glande e l’asta fino a dove arrivava, sentiva i pezzi di mela più duri scorrere nella bocca contro il caldo della pelle del membro che sembrava scoppiare. Volle guardarli e aprì la bocca lasciandoli colare lungo l’asta del membro. Sorrise ghiotta e li riabbracciò tutti nella bocca partendo dal basso vicino alle palle e risalendo ghiotta fino al glande. Li rosicchiò un pezzettino e lo inghiottì. Con la bocca più libera potè dedicarsi di più al procurare il piacere all’uomo scendendo e salendo ritmicamente con la bocca fino a sentire l’uomo gridare.Lo sentì pulsare in nelle labbra con un fremito senza fine mentre il liquido del suo seme le allagava la bocca in uno spasmo possente infinito.Inghiottì avidamente ogni piccola particella e alla fine lo lasciò andare. L’uomo era sudato e scoppiò in una risata isterica. La ragazza si arrabbiò.- Ah ridi eh? Vediamo ora se ridi ancora.Così dicendo tuffò la mano nella macedonia e raccolto una manciata di frutta e succo di limone glielo gettò in faccia ridendo.Roby infuriato e d eccitato fece altrettanto spargendola per bene sui capelli e sul collo, quindi riuscì a centrarla in faccia. Sembravano due bambini schiamazzanti mentre li nudi si tiravano addosso la macedonia preparata con tanto amore dalla ragazza che non avrebbe mai immaginato l’uso che ne avrebbe fatto.Giocarono con le mani e piedi e capelli e mani e braccia seno e torace e ventre…. si ritrovarono con le bocche sporche appiccicate a mangiarsi dalle bocche reciproche i pezzi di frutta e a leccarsi avidamente nelle lingue e nelle labbra. Il gioco lasciò piano piano posto alla passione. Il bacio si fece intenso, caldo, l’abbraccio si fece bagnato di pelle e succo al limone, il desiderio si fece irrefrenabile nuovamente. Stavolta la ragazza non perse troppo tempo, girò Roby sul dorso e preso in mano il membro fradicio di liquore se lo impuntò sulla feritoia gocciolante ancora di succo e pezzetti di frutta schiacciati dalla lotta di prima. Chiudendo gli occhi si accucciò tendendo i nervi delle caviglie. Il membro eretto scivolò dentro la feritoia in un brivido di ciliegia sciroppata. La ragazza cominciò ad alzarsi ed abbassarsi con l’inguine pensando solo a soddisfare se stessa. Continuò così fremendo mentre l’uomo le accarezzava le caviglie frenetiche, le leccava le ginocchia alzandosi con la testa per sentire gli spasimi sotto le rotule, si godeva la vista della cicciotta delle cosce contro i polpacci che cosi rannicchiate spariva e compariva dalla vista ad ogni sali scendi di lei. La ragazza prendeva un ritmo sempre più forte e veloce e l’uomo gemeva ma resisteva per soddisfarla. Alla fine la ragazza urlò in spasmi incontrollati delle cosce mentre veniva in modo totale dentro nelle viscere, nel cuore, nella pelle delle ginocchia, nei nervi delle caviglie, nei capezzoli turgidi del seno, nella bocca aperta per respirare quest’uomo incredibilmente sensuale. Lui svuotò il ventre dentro di lei per poi lasciare colare lo sperma sul membro che si afflosciava dentro la fica gocciolante e ancora sporca di pere. Una volta uscito il membro si curò di leccare bene lo sperma che fuoriusciva assieme all’aspro sapore del limone mentre la ragazza grata le accarezzava dolcemente le palle con le dita del piede.
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