– Ciao Paolo, entra… e’ un pezzo che non ci vediamo, pero’ visto che fa un caldo boia e che Laura ed io siamo pronti… perche’ non si va fuori aprendere un gelato? – Si’ dai. Disse subito Laura con entusiasmo e schizzo’ in camera a prendere qualcosa.- Vedo che Laura e’ sempre in forma. Mi disse Paolo, accompagnando la frase con un significativo movimento delle mani, accennando la sagoma di una chitarra.- Eheh replicai- Ha sempre tanta voglia di vivere e vedo che tu apprezzi, come sempre.Laura rientro’ sfoggiando un sorriso che catturava lo sguardo quasi quanto le sue gambe. Un generoso spacco nel vestito faceva da semaforo per gli sguardi di chi la incrociava e, quando scattava il verde, la voglia di attraversare l’incrocio diventava prepotente anche per i meno portati a questo genere di “attraversamenti”.Il tragitto in macchina fu breve e scambiammo le solite frasi di rito tipo”come va? cosa hai fatto di recente? che caldo che fa! hai il condizionatore… beato te” e cosi’ via.Il locale aveva un giardino ben dotato di anti-zanzare e decidemmo dirischiare la pelle pur di godere degli spifferi di aria fresca che, di tantoin tanto, muovevano l’aria della sera. Un gelato era quello che ci voleva.- Perche’ non prendi qualcosa di alcolico con il gelato?Dissi a Laura strizzando l’occhio a Paolo che, complice il ripiano di vetrodel tavolino, non perdeva occasione per passare lo sguardo ad ogni scatto delverde.- Cosa credi?Disse Laura sorridendo maliziosamente- Che basti un affogato a farmi perdere i freni inibitori?E accavallo’ le gambe in un passaggio infuocato di rosso-verderosso-verde-rosso a beneficio di Paolo… e anche mio.- Se c’e’ una possibilita’ di farti perdere i freni – disse Paolo – alloraoffro una cassa di champagne.- Mio caro, rispose Laura- se mi fai ubriacare i sensi si rallentano e a me piace essere cosciente inquelle circostanze.- Le circostanze ci sono Dissi io- Tutto sta a vedere se vuoi liberare i tuoi sensi e quanto… dai movimentiche stai facendo mi sembra che Paolo sia gia’ pronto a saltarti addosso eanche io, pur se sono abituato alla tua presenza, mi sento un po’…turbato.- Valerio, Valerio… Disse Laura in tono di rimprovero- Possibile che pensiate sempre alle stesse cose? ma cosi’ dicendo si chino’ in avanti offrendo lo spettacolo della sua scollatura.Pagato il conto, fummo in due ad aprire lo sportello a Laura, e quando sisistemo’ sul sedile non ci fu semaforo da rispettare. Pareva che l’incrociofosse rimasto del tutto incustodito. L’abito si richiuse subito, ma la stoffache copriva quel paradiso era un particolare praticamente inesistente, losapevamo tutti e tre.Quando mi accinsi a mettere in moto, la mano di Laura mi si appoggio’ suipantaloni… – Volevo rendermi conto di “quanto” sei turbato. Disse.- E non vuoi vedere quanto sono “turbato” io?Disse Paolo mentre, da dietro, faceva abbassare lo schienale di Laura inposizione orizzontale.Diressi la macchina, piano, verso la strada alberata, praticamente buia checi avrebbe portato verso casa e incominciai a sollevare la gonna di Laura.Arrivai a scoprire “il paradiso”, che non era protetto da alcun indumentointimo e diedi una sbirciata alla sua bocca che si affondava ritmicamente suipantaloni di Paolo mentre lui la teneva per i capelli. Iniziai ad accarezzare il cespuglietto. Laura apriva ora le gambe mugolando. Paolo le stava scoprendo il seno bianchissimo.Accostai al ciglio della strada.Quelle cosce erano un invito irresistibile.Cercai di abbassare la bocca a cercare le sue grandi labra, ma la manovra eraquasi impossibile.Mi infilai tra le sue gambe.Il mio “turbamento” aveva troppa voglia.Laura si sistemo’ al meglio in modo da riceverci a fondo nonostante lostretto ambiente dell’auto.Paolo era in una posizione incredibile e stava stuzzicando freneticamente icapezzoli di Laura, io la tenevo per i fianchi e mi spingevo ritmicamentedentro di lei.Laura tendeva le mani ora verso di me, ora verso Paolo e di tanto in tanto siliberava la bocca e sussurrava “sii, prendetemi”.- Che ne direste se ci ricomponessimo un minimo ed andassimo in un posto piu’ comodo? Disse infine Laura.Approvammo la mozione all’unanimita’ dato che eravamo accartocciati alquanto e, dopo alcune ore, ci ritrovammo tutti e tre, sdraiati, esausti, ma in un bel letto comodo.Il corpo di Laura era stato “gentilmente” violato in ogni posto che la naturaoffriva; Laura sembrava molto soddisfatta di cio’.C’erano stati momenti in cui sentivo la pelle d’oca fin sulle orecchie,quando lei diventava rossa dall’eccitazione e liberava la sua femminilita’offrendo tutta se stessa a noi, a me.Laura ci fece affiancare e si mise su di noi.Mise il mio membro in una mano di Paolo e quello di Paolo in mano mia, comeper una masturbazione convergente… e incomincio’ ad usare bocca e linguadicendo scherzosamente “Ancora gelatoooo”.Io e Paolo ci guardammo sgomenti negli occhi, la avevamo presa almeno otto,nove volte a testa senza contare le prese in “simultanea”… ci alzammoall’unisono e ci dirigemmo in cucina per andarle a prendere un gelato dalfrigorifero… uno VERO.
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