Lara stava ballando stretta al suo amore del momento, dopo aver abbandonato la sorella alle attenzioni di un gruppo di amici. Sara era libera in quel periodo e uno stuolo di pretendenti la seguiva in ogni suo spostamento. Nessuno di loro risvegliava, però, i suoi sensi. Sapeva di non dover essere gelosa della relazione sentimentale di sua sorella, ma non riusciva a dominarsi più di tanto. I suoi sentimenti trasparivano dai lineamenti del viso con un’intensità tale che chiunque avesse avuto modo di vederla avrebbe capito quello che le passava per la testa, a maggior ragione, Sara, sentiva quell’astio come un malessere generalizzato che s’espandeva in lei. Capì a cosa era dovuto, non era la prima volta. Decise quindi di vendicarsi a suo modo concentrandosi sempre di più sul contatto del suo corpo contro quello del ragazzo. Il sottile piacere del seno premuto contro il busto di lui, lo stimolo delle sue gambe che s’insinuavano tra le sue, la sorpresa di sentire il suo pene in via d’erezione con il pube, veniva trasmesso quasi telepaticamente a sua sorella. Lara, coltivò la sua eccitazione con fantasia, inventandosi situazioni erotiche che la vedevano protagonista. Si vide montata sulla poltrona d’angolo dal suo ragazzo davanti a tutti i presenti, s’immaginò sopra di lui, assaporò con la mente il suo pene tra le labbra. S’inventò svariate situazioni, ognuna più eccitante delle altre. A mano a mano che andava avanti nel suo gioco il protagonista perdeva il volto, non era più importante che fosse l’uomo con cui ballava a prenderla, meglio se era uno sconosciuto, l’importante era che il tutto avvenisse di fronte agli occhi dei presenti e di sua sorella. Sognava i loro occhi eccitati su di lei mentre ammiravano le curve del suo corpo; li immaginava soffermarsi sui dettagli più intimi, studiare con cura la sua vagina che s’apriva al pene, li sentiva sui capezzoli eretti, sul ventre, sui glutei. Vagheggiava sull’invidia delle donne verso di lei e degli uomini verso il fortunato che l’aveva tra le braccia. Si ritrovò completamente eccitata, sentiva un forte calore al pube e mentre muoveva le gambe avvertiva l’umido della sua parte bassa. Sara, incantata dai sentimenti trasmessi da sua sorella, non riusciva a staccarle gli occhi da dosso. La guardava ballare avvinghiata al suo uomo, la vedeva muoversi sensuale, si nutriva della sua voglia e s’infiammava con il suo desiderio. Sapeva, o credeva di sapere, che lei si stava comportando in quel modo per stuzzicarla. Sorrise quando realizzò il piano per renderle il favore. Si guardò intorno, studiò brevemente i ragazzi che la corteggiavano e scelse quello che riteneva giusto per la realizzazione del suo proposito. Non era il massimo, anche se dotato di un bel fisico, era assolutamente insipido dal punto di vista celebrale. Decise che non era importante quel dettaglio per quella sera, non aveva intenzione di intrattenere un discorso profondo con lui, aveva solo bisogno della sua virilità. Rivolse la sua attenzione al prescelto, lo inviò a prenderle qualcosa da bere poi lo seguì. Conosceva bene quella casa ed era consapevole che una o due camere del piano di sopra erano sempre a disposizione degli ospiti alla ricerca di un po’ d’intimità Senza sforzi lo convinse a seguirla in una di esse. Lui, per niente conscio del reale motivo della scelta di Sara, s’esaltò al punto di mostrare una finta reticenza per rendersi più prezioso di quello che in realtà valeva. Una frase caustica di lei ed un breve accenno alla vasta scelta di cui disponeva lo riportarono a più miti consigli. Era decisamente stupido ma lei sperava che a tanta insipienza corrispondesse, per legge di compensazione, altrettanta abilità a letto. I fatti non le diedero torto. Lo spinse vicino al letto rifiutando i suoi baci, guardandolo fisso negli occhi si levò la giacca lanciandola su di una seggiola lì vicino, quindi iniziò a sbottonarsi la camicetta, molto lentamente al ritmo delle sensazioni che le giungevano da basso. Se la levò lasciandola cadere in terra, poi tirò su la gonna e si sedette sul letto lasciandosi cadere distesa, allargò le gambe invitandolo ad occuparsi di lei. Con un brivido accolse la sua faccia tra le cosce e le mani sui fianchi, lo aiutò nel tentativo di sollevarle ancora di più la sottana e si mise in attesa della sua lingua. Sentì gli slip che venivano scostati e le sue dita che si facevano spazio tra la leggera peluria del pube, con un sobbalzo del bacino lo incitò a darsi da fare. Era molto eccitata e il contatto improvviso della lingua tra le labbra la fece ansimare forte, si lasciò andare a quelle sensazioni, che miscelate a quelle regalate da sua sorella la facevano impazzire di piacere. Lo lasciò fare sino a quando non sentì di essere sul punto di perdere il controllo, temendo un imminente orgasmo prese la sua testa per i capelli e la allontanò da sé, ritraendosi, strisciando con il sedere sul letto, allo stesso momento. Si alzò e lo guardò con un’espressione determinata e goduta, lo invitò, anzi gli ordinò, di spogliarsi. Dopo essersi levata il reggiseno lasciò scivolare ai suoi piedi la gonna facendola seguire dagli slip. Seduta sul bordo del letto lo richiamò a sé, brandì il suo membro eretto e, senza esitare, lo ingoiò. Mentre succhiava ne gustava il sapore di maschio, ne saggiava le dimensioni e ne deduceva la qualità e la quantità del desiderio di cui lui era schiavo in quel momento. Soddisfatta da quanto aveva appreso si ritrovò a sperare che una piccola parte del sapore che aveva in bocca si trasferisse a sua sorella, eccitandola per la consapevolezza di quello che quel gusto inconfondibile voleva significare. Distratta da quelle fantasie s’impegnò troppo nella sua opera. Le sue mani aperte sui glutei dell’uomo percepirono il guizzo dei suoi muscoli, sentì il pene penetrare più profondamente nella bocca e capì che era giunto al limite. Si bloccò, tenendo stretto il pene con la mano, lanciandogli un’occhiata di supplica. Lo vide chiudere gli occhi per la concentrazione, stringere i denti e controllare il respiro. Temette, per un attimo, di ricevere sul viso un forte getto di sperma. Lo avrebbe accettato volentieri in faccia il suo seme, ma solo dopo essere stata sbattuta sino all’orgasmo. Ebbe la conferma di aver scelto bene quella sera. Dopo qualche istante di raccoglimento, lui, aprì gli occhi e la sua espressione si rilassò trasformandosi in un largo sorriso che lei ricambiò mentre si distendeva sul letto. Lui risalì il suo corpo con la lingua iniziando dalle caviglie, passando lungo le cosce per soffermarsi a lungo sulla vagina e all’interno di essa. Quando comprese che era talmente eccitata da desiderare solamente di essere penetrata risalì verso il seno. Stuzzicandole un capezzolo si posizionò in modo da appoggiare il pene al suo pube, lasciò a lei il compito di indirizzarselo nell’intimo muovendo il bacino. Sara riuscì a risucchiarlo dentro di sé, aprendogli senza indugi la sua femminilità. Lui spinse con dolcezza ma lei gli si fece incontro, facendosi penetrare a fondo con decisione, indugiò con il sedere sollevato a lungo gustandosi la stupenda sensazione del ventre riempito dal suo fallo, quindi si rilasso e gli detto il ritmo che meglio s’adattava a lei. Si lasciò prendere il quella posizione canonica sino a quando non provò il desiderio di qualcosa di più eccitante e stimolante. Lo fermò con le mani e senza parlare si sfilò via da sotto il suo corpo, ruotò sulla pancia e alzò il sedere verso il suo membro; non soddisfatta si mise a gattoni aprendo le gambe. Lui la infilò subito ritornando a sbatterla con più forza di prima. Sara seguì la sua andatura assecondandolo con il bacino e contraendo i muscoli interni del pube al suo ingresso. Sentì un fortissimo calore nascere nel suo ventre e diffondersi per tutto il corpo, sollevò la testa ansimando mentre percepiva i primi sintomi dell’orgasmo. S’abbandonò completamente al piacere senza tentare di controllarlo. Urlò, prima sommessamente, poi senza ritegno. Anticipò le mosse di lui muovendosi aventi e indietro per aumentare la profondità e la velocità dei suoi colpi. Lentamente, mentre l’orgasmo andava scemando, si lasciò cadere giù sul materasso, mantenendo sempre alto il sedere in modo da non sottrarre la sua vagina ai desideri del ragazzo. Era ancora in preda agli ultimi impulsi di piacere quando lo senti uscire precipitosamente da lei. Svelta si posizionò sotto di lui per prenderlo in bocca ma non fece a tempo, mentre ancora voltava il busto ricevette il suo seme sul seno. Aprì la bocca avvicinandola al pene e due fiotti di sperma le ricoprirono il viso; lo prese, finalmente in bocca aspirando gli ultimi getti. Lo leccò a lungo prima di lasciarlo andare, prima che lui s’accasciasse sfinito sui talloni guardandola sconvolto per la sua totale mancanza d’inibizioni. Si rivestirono in silenzio, senza commentare su quello che avevano appena fatto e senza programmare altri incontri nel futuro. Sara pensava, compiaciuta, ai turbamenti che aveva senz’altro indotto in sua sorella. Probabilmente non aveva capito, intuito a fondo o indovinato, cosa lei avesse fatto in realtà, ma sicuramente aveva sentito una parte del suo piacere. Si divertiva a immaginare le sue reazioni mentre una frazione del suo orgasmo s’espandeva nel suo corpo. Scese di sotto, raggiungendo gli amici, come se niente fosse successo, cercò con lo sguardo Lara senza trovarla dove s’immaginava. Non era più al centro della stanza abbracciata stretta al suo ragazzo. La trovò seduta su di una poltrona, distesa con le gambe allungate sul tavolino. Il suo viso dimostrava uno sfinimento che non era giustificabile solo con la stanchezza dovuta al ballo. Quando la vide, Lara, lanciò uno sguardo infuocato in direzione della sorella, accusandola in silenzio, lasciandole intendere che l’imputava di essere lei la causa del suo stato. Difatti mentre stava ballando avvinghiata al suo uomo, esaltata dal gioco che aveva iniziato con la sua gemella, sentì un nuovo stimolo aggiungersi alla sua eccitazione. Un qualcosa di non facilmente controllabile che s’impadroniva dei suoi sensi, scatenando una tempesta ormonale dai chiari risvolti sessuali. Si strinse maggiormente a lui, aderendo con il pube alla sua gamba e godendo dello strofinio che ne derivava. Cercò le sue labbra, le raggiunse con le sue già aperte e gli aspirò la lingua, impadronendosene, trattenendola all’interno della sua bocca in un bacio voluttuoso e intenso. Con il gioco delle anche imitava un amplesso tanto immaginario quanto reale era il piacere che ne traeva. Si sentì afferrare i glutei e ansimò mentre la sua gamba s’infilava sotto la gonna, aderendo al tessuto degli slip con una pressione tale da scostarli. Le lasciò una scia umida della sua eccitazione sui pantaloni e, nel preciso istante che venne sua sorella, venne. Con suo grande stupore sentì l’orgasmo impadronirsi di lei, lì in mezzo alla sala dove gli amici ballavano. Tentò di mascherarlo per una forma di pudore che non credeva di avere, per timore di essere fraintesa da coloro che le stavano intorno e dal suo ragazzo. Guidata dall’istinto tornò a baciare il suo uomo, trattenendo i gemiti che tentavano di uscire dalla sua bocca. Lui, però, aveva riconosciuto dal suo modo unico di baciare la passione che s’impossessava di lei quando godeva e che era sempre evidente nei suoi baci. Distrutta nel fisico e sconvolta nella mente si lasciò guidare dal suo compagno verso la poltrona su cui l’avrebbe trovata distesa sua sorella. Questa era solo una delle tante situazioni imbarazzanti in cui la loro telepatia, anche se questo non è il termine esatto, le aveva messe. E’ anche vero che una sorta di rivalità miscelata al sottile piacere di stuzzicare l’altra le spingeva a cercare quelle situazioni imbarazzanti. Con il passare degli anni impararono a convivere con questo loro dono, se in tale modo si poteva definire, al punto di sfruttarlo a loro vantaggio; impratichendosi nell’arte di trarne il maggior piacere possibile. Stesa sul divano con le membra intorpidite dal languore lasciatole dal suo recente orgasmo, Lara riviveva i ricordi, tanti piccoli flashback, della sua storia con Sara. Rammentava il loro cammino verso la maturità sessuale, un tragitto fatto insieme e vissuto da loro due come un’unica esperienza. Il desiderio di sperimentare delle forme di godimento sempre più forti le aveva portate a provare quasi di tutto. Come un lampo improvviso si formò nel suo cervello l’immagine del corpo di sua sorella seduto sul bacino del suo ragazzo del momento, impegnata a cavalcarlo lentamente, mentre lei a gambe larghe sulla faccia di lui si lasciva leccare la vagina. Il piacere di quella lingua veniva incrementato dalla sensazione di essere penetrata come il suo clone lì davanti a lei. Un improvviso cambio di scena le portò alla mente un’altra immagine: quella della sua mano che guidava il pene di lui dentro la vagina di sua sorella che lo aspettava a carponi e l’eccitazione derivata dall’illusione di guidare, dominare, il piacere di lei. Avevano provato quel gioco una sera come tante, seguendo un’idea lanciata da Sara. Lei l’aveva convinta, eccitandola con le parole, a provare il gioco a tre. Lara si era lasciata convincere e dopo un iniziale imbarazzo generato dal ragazzo di Sara, si era lasciata andare. Quella sera sua sorella non aveva diviso il suo uomo con lei, cosa che avrebbe fatto più tardi, le aveva solo concesso di trarre piacere dalla sua bocca e di assistere al suo godimento. Un’altra immagine di quella sera: il seno di Sara che sobbalzava al ritmo dei colpi del pene che entrava in lei. Il suo ventre che si gonfiava e contraeva, la sua vagina sfondata da quel membro e l’espressione goduta del suo volto. Lara sentì nuovamente crescere l’eccitazione, questa volta sapeva che non era a causa di sua sorella, o meglio non era dovuta al trasferimento “telepatico” delle sue emozioni, ma era originata dai ricordi, dai puri e semplici ricordi delle loro trasgressioni. Quello che maggiormente l’aveva colpita in quei brevi scorci del passato era stato il corpo di Sara più che la situazione erotica in cui era impegnato. Un altro ricordo, una ulteriore immagine erotica s’impossessò della sua mente: il corpo nudo di Sara inginocchiato tra le sue gambe. Come in una scena al rallentatore, il suo viso che scendeva verso la vagina. Scivolando sulla pelle di una coscia raggiungeva le sue labbra già dilatate dalle sue mani abili. Risentì il contatto di quella lingua sulla morbida e sensibile pelle, le sue orecchie si riempirono nuovamente di gemiti, sospiri e ansimi come allora. Ricordò bene il senso di sbigottimento provato nell’attimo che le carezze di sua sorella divennero un po’ troppo particolari, evidentemente mirate ad attivare il desiderio nelle sue parti intime, rammentò come lei l’aveva aiutata a superare l’iniziale turbamento e a lasciarsi andare tra le sue braccia. L’aveva spogliata con molta calma baciandole l’epidermide, seguendo con la lingua i contorni delle curve del suo corpo. Si era eccitata molto alla vista dell’oggetto fallico che lei aveva estratto dalla borsetta per poi leccarlo e succhiarlo con il viso a pochi centimetri del suo. Lara poteva sentire il rumore che lei produceva con la bocca, la percepiva succhiare, deglutire e ansimare sommessamente. Dopo averla eccitata e convinta, in questo modo, a rompere ogni indugio, Sara iniziò ad occuparsi materialmente del piacere di Lara. L’aveva fatta godere al punto da costringerla a concentrarsi per non venire con delle semplici carezze e il delicato tocco della lingua sul suo clitoride, non si sarebbe fermata se lei ad un certo punto, afferratale la testa non l’avesse allontanata dal pube. Sara si mise a cavalcioni della sua faccia, offrendole la sua vagina da leccare, invitando sua sorella ad imitarla. Quindi si chinò nuovamente su di lei iniziando a seguire con la lingua il suo monte di venere e l’inguine. Lara, non più padrona delle sue azioni, si dedicò con dedizione a stuzzicare la vagina di sua sorella. All’inizio non sapeva come fare, era la prima volta che si concedeva un rapporto saffico. Immaginò che la cosa migliore era quella, di mettere in pratica tutto quello che lei aveva sempre sognato di potersi fare da sola in quei vaneggiamenti erotici che sorgono sempre spontanei durante quei rari atti di autoerotismo in cui la componente dell’eccitazione sfiora i livelli massimi. Capì che poteva darle tutto quel che nessun uomo non avrebbe mai saputo regalarle. Solo lei, una donna e in più sua sorella, poteva farla godere come non mai, grazie alla sua conoscenza del corpo femminile e in modo particolare di quello della sua gemella, così simile al suo. Conosceva le sue reazioni e sapeva localizzare con precisione i suoi punti erogeni, perché erano identici ai suoi. Mentre appoggiava la lingua nel mezzo della vagina di sua sorella, Lara pensava: “Solo una donna sa far godere, veramente, una donna!” Riconobbe il piacere che s’impadroniva di Sara da come lei muoveva il bacino sulla sua faccia, questo la stimolò a concentrare ancora di più i suoi stimoli dove sapeva avrebbero avuto il massimo effetto. Ricambiata da lei stava raggiungendo un’estasi mai conosciuta, non era un semplice rapporto di reciproco scambio di attenzioni orali tipo quelli che aveva più volte avuto con in suoi ragazzi, c’era molto di più in questo. Riusciva a cogliere perfettamente quello che provava sua sorella, il piacere che le donava non ritornava a lei semplicemente attraverso la sua lingua ma anche attraverso le sensazioni che la sua mente riceveva dalla gemella. Pensava che non fosse possibile godere di più e si stava abbandonando all’istinto di lasciarsi prendere dall’orgasmo quando sentì una presenza dura, enorme, puntare la sua vagina; non ebbe il tempo di convogliare la sua attenzione in quella zona del suo corpo che si sentì penetrare da quella presenza. Il suo corpo accoglieva quel pezzo duro, leggermente curvo, con una facilità che la sconvolse. Sara lo spinse sino in fondo, con forza ma senza farle male, costringendola a lanciare un urlo. La lasciò inarcare la schiena tirandoglielo fuori mentre il bacino scendeva, poi la penetrò nuovamente quando lei inclinò il pube alla sua ricerca. Nella mente di Lara si formò l’immagine della bocca di sua sorella intorno al fallo sintetico che ora lei teneva nel ventre, ne comprese bene le dimensioni e si lasciò permeare dal piacere dovuto a questa consapevolezza. Sara unì la lingua alla penetrazione e portò sua sorella verso il più intenso orgasmo mai provato. Lara venne con il corpo scosso da forti tremori, le sue urla coprivano i gemiti d’incitamento di Sara. Sentiva quell’oggetto entrare ed uscire da lei perfettamente sincronizzato con le contrazioni involontarie del pube. Le pareva che la testa stesse per esplodere, una forte fitta di dolore s’espanse nel cervello come se qualche vaso sanguineo fosse esploso per lo sforzo di reggere la forte pressione. Pensava d’impazzire per il dolore quando si calmò, solo allora si accorse che quello che aveva inteso come dolore era piacere. Un piacere tanto intenso da sconvolgerla, da non consentirle di riconoscerlo come tale. S’abbandono alle ultime e languide ondate di godimento mentre sua sorella le massaggiava dolcemente il ventre. Non si era ancora ripresa completamente che senti scivolare sulla mano l’oggetto che l’aveva appena portata all’orgasmo, ancora umido dei suoi umori. L’intenzione di Sara era troppo esplicita per essere fraintesa, Lara impugnò saldamente il fallo portandolo verso la vulva di sua sorella ancora collocata sopra il suo volto. Con decisione lo spinse dentro di lei, ruotandolo leggermente in modo da strofinarlo contro le pareti interne, per stimolarle grazie alla sua forma curva. Sara reagì come lei, prima: ansimò forte, quasi un urlo, raddrizzò la schiena per poi curvarla all’indietro reclinando contemporaneamente la testa. Eccitata da quella reazione, Lara s’impegno a penetrarla in tutti i modi possibili con l’intento di trovare al più presto le mosse più gradite da Sara. Scoprì che sua sorella amava in modo particolare essere contemporaneamente stuzzicata sull’ano. Non fu una sorpresa totale, anche a lei piaceva molto essere toccata dolcemente lì quando era sopra il suo ragazzo. Il forte piacere dimostrato da Sara la indusse a tentare d’infilausse a to dentro il suo ano. Intanto che spingeva il surrogato fallico dentro il suo ventre introdusse un dito anche lì. L’urlo che ne seguì, di piacere misto a stupore, la convinse di essere nel giusto. Purtroppo lei teneva il bacino oltre la sua lingua e Lara non riusciva aggiungere anche quella alle mani, come prima era successo a lei. Non era un problema, sotto lo stimolo di quella doppia penetrazione, Sara, stava godendo in un modo magnifico. Esaltata da quello che sentiva con le orecchie e con la sua particolare sensibilità, Lara. Portò rapidamente all’orgasmo la gemella. Non fu un piacere forte come il suo, almeno all’apparenza. Sara non urlò come lei e il suo corpo non vibrò a lungo come prima il suo; ma godette molto. Lara inseguiva i suoi pensieri, senza porre limiti ai ricordi: li lasciava scorrere nella sua mente, risvegliare il desiderio e scendere giù per il corpo dove rimbalzavano sui suoi punti più sensibili. Il ricordo del rapporto con sua sorelle era il più caldo tra tutti. Non c’era solo la componente erotica in quella storia mai più ripetuta, il forte sentimento che la legava a sua sorella aveva amplificato il coinvolgimento emotivo. Sapeva che non avrebbe mai amato nessun uomo con la stessa intensità con cui amava Sara, il legame di sangue sarebbe stato sempre più forte. La sua mano stava scivolando, istintivamente, verso il pube. Eccitata dai ricordi desiderava ancora godere, trovo i suoi peli ancora umidi e la vagina talmente calda, bagnata e dilatata che non oppose la minima resistenza alle sue dita. Si penetrò con due di esse, seduta sul divano con le gambe aperte appoggiate sul cuscino. Una forte fitta di piacere partì dal basso per esploderle nel cervello nello stesso momento in cui un vago turbamento s’impadroniva di lei. Non capiva cos’era, ma non se la sentiva di continuare nonostante la gran voglia che aveva. Tentò in tutti i modi di proseguire, ripensò alle scene erotiche che aveva appena rivissuto con la fantasia, si accarezzò molto delicatamente e fu nuovamente pronta. Stava per ripartire con l’auto penetrazione quando suonò il campanello. Era tardi ma lei sentì che la di là della porta c’era una presenza amica. Aprì così come si trovava in quel momento: nuda, con il viso stravolto dall’eccitazione e dal piacere dimostrato dal sottile rivolo di linfa della sua vagina che le colava sulla coscia. Sara non disse niente, non una parola, sapeva perfettamente in quale stato si trovava sua sorella in quel momento. L’aveva percepito appena salutato il suo ragazzo, una volta da sola nel suo appartamento aveva ricevuto i segnali dell’eccitazione di Lara. Si era messa addosso qualcosa di veloce e si era recata subito da lei, sperando fortemente, anzi, ordinandole mentalmente di aspettarla. Entrò spingendo indietro Lara con una mano appoggiata sulla sua spalla, la guidò verso il suo letto spingendola sopra. Si spogliò davanti a lei, beandosi del suo sguardo eccitato, poi si lanciò sul letto avvinghiandosi al corpo della sorella. Lara odorava di femmina, la sua vagina reduce dal recente e solitario orgasmo emanava un profumo inebriante. Sara volle regalare a sua sorella un po’ del gusto del suo ragazzo che ancora aveva in bocca: la baciò. Infilò un ginocchio tra le gambe di Lara, costringendola ad aprile; appoggiò la coscia sul suo pube e n’avvertì l’umidità ed il calore, allora si ritrasse e molto dolcemente si dedicò totalmente al piacere di sua sorella. Prima stuzzicandole la vagina con le mani, poi, dopo averle infilato due dita dentro, con la sua lingua. Godeva nel sentire i gemiti che lei emetteva e si eccitava nel sentire con la mano allargata sul suo ventre gli spasmi dei muscoli. Quando comprese che non poteva più aspettare e che anche lei voleva la sua parte di piacere si mise a cavallo di sua sorella, volgendole le terga e avvicinando il pube alla bocca di lei. In quella ormai classica posizione la portò velocemente all’orgasmo. La violenza con cuoi Lara dimenava il bacino la costrinse ad abbracciarla forte con le due mani strette sulle sue natiche. Riuscì, in questo modo, a seguire le sue evoluzioni continuando a leccarla sino a quando la lingua impazzita di Lara portò anche lei verso la vetta del piacere. Spossate e ansimanti rimasero l’una sopra l’altra a lungo, rilassarono completamente ogni muscolo in modo da far aderire la maggior porzione possibile di pelle. Quando iniziò a sentire freddo Sara si stacco sollevandosi, provocando una sommessa protesta sa parte di Lara, quindi sollevate le coperte s’infilò nel letto di sua sorella invitandola al suo fianco. L’abbraccio, spingendo nuovamente il corpo contro il suo, alla ricerca della sua pelle e si addormentò, riscaldata dal corpo di sua sorella e dal loro amore.
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