Era cominciato tutto con una webcam. L’avevamo appena comprata, giusto per essere in linea con il “progresso”: eravamo gli unici, tra gli amici, che non ne avevano una. Ai primi tentativi fu un completo fiasco, ma poi riuscimmo a configurarla… qualche foto, qualche piccolo video. Poi, la nostra curiosità fu catturata da un sito porno, in cui io andavo di tanto in tanto: www.privatecamz.com, dove alcune ragazze, talvolta con i loro uomini, scopavano o si masturbavano con cazzi di plastica di ogni dimensione. Vedere tante coppie amatoriali, che si davano da fare nei modi più erotici e perversi, ci faceva impazzire. Dopo qualche giorno dalla registrazione, ci venne proposto di partecipare ad un incontro con un’altra coppia. Si chiamavano Mauro e Valeria. Giorgia era riluttante: a lei non piaceva l’idea che qualcuno ci guardasse mentre facevamo l’amore. E infatti rifiutammo. Però, fummo caldamente invitati a partecipare, ed io proposi un’alternativa: la coppia avrebbe potuto vedere Giorgia mentre si spogliava, ed io sarei stato lì a posizionare la telecamera come meglio potevo… “dietro le quinte”. Così fecimo. Giorgia si vestì in modo così eccitante, che non riuscii a fare a meno di masturbarmi, mentre indossava i suoi vestiti: una gonna mooolto mini, calze autoreggenti nere, una canottierina bianca, scarpe nere con un tacco da favola. Per la mia Giorgia-bambina, una simile mise era assolutamente strana… l’ultima volta che l’avevo vista così, avevamo fatto la scommessa che avremmo fatto rizzare il cazzo ad Alfredo, un nostro amico un po’ pervertito, insieme a tutto il nostro gruppo di amici. Quel giorno, però, lei indossava le mutandine. Questa volta, no. Tutti i preparativi, però, si infransero contro l’assoluta naturalezza dei nostri corrispondenti, che si fecero trovare praticamente nudi all’inizio del collegamento. Avevamo deciso di non utilizzare l’audio, dunque avremmo chattato soltanto. Dopo i saluti, decidemmo che il gioco sarebbe stato questo: ciascuno avrebbe fatto delle richieste agli altri, a turno. Cominciarono loro, che chiesero a Giorgia di togliere le scarpe, e massaggiare i piedi, fasciati da quelle calze sottili, e sensuali. Nulla di più facile: giorgia dettò via le scarpe, e fece esattamente quello che le era stato richiesto. Da un movimento ad un altro, divaricando le gambe, non potè nascondere la fica, rasata per l’occasione; d’altro canto, io non feci nulla per distogliere la webcam da quel sogno di carne. Fu il nostro turno. Io proposi di lasciare che Valeria facesse un pompino a Mauro, ma fui sorpreso di vedere la ribellione di Giorgia, che invece volle vedere Mauro mentre si masturbava. Il video tradisce tutte le dimensioni… è vero. Ma, credetemi, avevo visto pochi cazzi grossi come quello di Mauro. Non lunghissimo, intendiamoci, ma grosso grosso grosso. Mauro cominciò insalivandosi la mano, massaggiandosi prima la base dei suoi testicoli, e poi masturbandosi lentamente su e giù. Giorgia era quasi estasiata… non l’avevo mai vista così rapita. Dopo qualche decina di secondi, quasi inconsciamente, cominciò a carezzarsi il seno, sempre guardando fisso il video. Senza che nessuno glielo chiedesse, si tolse la canottierina e rimase con il seno nudo, e quei suoi capezzoli grossi e turgidi davanti l’occhio della webcam. Era eccitatissima: questo l’avrebbe visto anche un cieco. Assolutamente fuori controllo, armeggiò sulla tastiera del portatile, e riabilitò il suono, portandosi il microfono alla bocca. Non dimenticherò mai le sue prime parole: “Vorrei ingoiartelo tutto… ti farei morire, Mauro”. Credo che mai come quella volta fui felice di perdere il controllo della situazione. Ormai era chiaro che se Mauro fosse stato lì, ad un passo da noi, Giorgia l’avrebbe davvero spompinato fino a farlo morire, e proprio davanti a me. E chissà cos’altro. Mentre io ero assorto nei miei pensieri, e stavo già afferrandomi il cazzo, duro come una roccia, non mi ero neanche accorto che Giorgia si stava massaggiando il clitoride, sotto le mutandine, con le gambe spalancate davanti l’obiettivo della telecamera. “Vuoi che sborri ora?” sentii dagli altoparlanti… “Veramente sei tu a dovermi fare delle richieste”, disse Giorgia. “Giusto…”, sentii dall’altra parte. Poi, qualche attimo di attesa. “Senti, Giorgia… se io fossi lì, cos’è che farebbe impazzire dalla gelosia tuo marito? Cosa dovremmo fare noi per fargli perdere la pazienza?” “mmm… non credo che lui possa ingelosirsi per niente… forse l’unica cosa che potrebbe farlo impazzire è di non potermi guardare mentre io faccio qualcosa con un altro uomo. Lo farebbe morire dalla gelosia l’idea di sapermi con un altro uomo senza poter essere lì a godersi la scena e a controllarmi. E poi, a pensarci bene, forse morirebbe all’idea di non essere il primo a violare il mio sederino… E senti, invece… tu cosa faresti per farlo arrabbiare tanto?” Mauro, dopo qualche esitazione, rispose: “Be’… io sto impazzendo a vederti così, mentre ti tocchi la fica. Io te la leccherei lentamente, infilandoti un dito nel culo, avanti e indietro, per allargartelo ben bene. Poi, dopo essermi ben insalivato il cazzo, te lo sbatterei dentro, prendendoti le caviglie e portandotele sulle mie spalle: adorerei la carezza delle tue calze sul mio corpo. Mi farebbe impazzire sentire la tua carne calda attorno al mio cazzo. Vorrei essere lì… sentire i tuoi odori, l’odore degli umori della tua passera, così bagnata. E mi piacerebbe che tuo marito ci guardasse mentre ti inondo di sborra…” Giorgia sembrava completamente rapita… continuava a fissare lo schermo e a toccarsi. Di tanto in tanto chiudeva gli occhi, ed io mi rendevo perfettamente conto del fatto che sognava di farsi scopare da Mauro, sognava di diventare la sua puttana per tutto il tempo che potevo concederle. Mauro riprese: “togliti le mutandine… voglio vedere quel fiorellino davanti a me…” Giorgia si tolse piano piano gli slip, mostrando la sua fica quasi interamente rasata… bionda e tenera come il miele. Non smise di masturbarsi, massaggiandosi il clitoride in modo lento e regolare, come se si volesse godere ogni istante di quello spettacolo. “Ora voglio che ti infili quel dito nella fica e che santuffi bene come se fosse il mio cazzo ad esserti dentro”, comandò Mauro. Giorgia eseguì alla lettera, ed io ebbi modo di vedere quel dito che andava dentro e fuori, inumidendosi ogni volta. Giorgia mi lanciò uno sguardo, come a dirmi che abrebbe voluto che ci fossi stato pure io in quel gioco… Io, però, ero troppo immerso nelle mie fantasie, ed ero troppo impegnato a fare sì che la mia lenta masturbazione durasse il più possibile: non volevo venire subito, ma volevo godermi tutto quello spettacolo sulla lama del rasoio, pronto a schizzare il mio seme su Giorgia al momento opportuno… sapevo che questo avrebbe fatto impazzire di piacere sia me che lei. “Ora insalivati ben bene il buco del culo”, si sentì dall’altoparlante. “Voglio che lo allarghi poco a poco, perchè se mai ti dovessi vedere io mi prenderei il tuo culo davanti tuo marito, e ti sborrerei dietro fino a farti arrivare lo sperma allo stomaco”. Giorgia esitò… il suo sedere era un tabu’ per me e per gli altri. O almeno pensavo fino a quel momento… Fino a quando sentii dire ancora: “Forza, cosa aspetti? Guarda quanto è dritto e duro il mio cazzo! Sto aspettando solo di vedere quel culo allargato, con le tua dita ficcate dentro, per venire in faccia a mia moglie. Daiiii!”. Giorgia mi guardò quasi impaurita. Aveva il viso di chi non riusciva a resistere nel fare una cosa, ma ne conosceva le conseguenze. Per aiutarla corsi in bagno, e le presi una confezione di olio profumato. Pensai che l’avrebbe aiutata a farsi largo tra le chiappe, senza troppo dolore. Solo dopo che tutto fu finito capii che quel gesto, che credevo semplice, era stato l’evento scatenante di tutto quello che sarebbe successo. Giorgia, quando le porsi l’olio profumato, vide quel gesto come l’autorizzazione a fare tutto quello che le sarebbe piaciuto, e che non aveva mai osato chiedermi. Quando glielo porti mi guardò con una specie di compiacimento, come se mi stesse ringraziando di farla godere e di lasciarla libera di provare senzazioni nuove ed eccitanti, anche senza di me. Apri quella bottiglia e si fece cadere qualche goccia di olio sull’ombelico… lentamente l’olio le colò prima sulla figa, già abbondamente zuppa di umori e poi nel buco del culo. In quel momento, con il dito, cominciò a spargersi l’olio prima in superficie, massaggiandosi quell’orefizio con un andamento circolare, e poi, poco a poco, dentro il culo. Il movimento, si trasformò presto da massaggio a penetrazione, ed il suo dito fu ormai completamente infilato dentro. Ero troppo intento a vedere quello spettacolo, e non sentii nemmeno le parole di incoraggiamento che arrivavano dall’altro capo del modem: “dai… brava… così… pensa a quanto sarebbe bello se ci fosse il mio cazzo ad entrarti dentro, ben unto di olio…”. Ritornai in me solo quando sentii: “forza infilaci due dita, e poi tre… cosa credi? che basti un dito per allenarti per il mio cazzo?”. Mi ero reso conto di non avere mai guardato il monitor. Non avevo mai visto lui nudo, ne’ la dimensione del suo organo. A quelle parole, quasi senza accorgermene, rivolsi lo sguardo verso il monitor, e vidi che l’inquadratura era ormai oscenamente rivolta verso le sue cosce, con la sua mano che masturbava un cazzo di dimensioni veramente spropositate. In quel momento pensai a quanto avrebbe fatto godere mia moglie, se veramente le fosse entrato dentro. E capii anche perchè Giorgia godeva così… probabilmente non aveva mai visto un cazzo così maestoso, dal momento che il mio era sicuramente di dimensioni più normali e quelli “spiati” negli altri dialoghi non erano così spaventosi. Mi voltai verso Giorgia, e vidi che intanto lei aveva obbedito agli ordini, e si era infilata nel culo due dita. Era affannata a tentare di aprire il più possibile le sue pareti anali, facendo leva con quelle dita, in modo da inserire il terzo. Godeva come una porca, e lo si vedeva bene. La sua testa era protesa verso la schiena, la sua bocca era socchiusa, ed ansimava. Ormai conoscevo questi segni: godeva davvero. E godeva come non faceva da tempo… E direi che si vedesse bene anche cosa immaginava… immaginava di essere di Mauro, di essere la sua puttana e di soggiacere a tutti i suoi desideri anche più perversi, e di scoparselo fino all’esaurimento delle sue forze. “Vengoooooo… ” sentiii dagli altoparlanti. Mi rivolsi a guardare sullo schermo e vidi Valeria che accoglieva sulla sua faccia e sulla bocca gli schizzi copiosi di Mauro. “Leccalo bene, Valeria… leccalo come se uscisse dal culo di Giorgia… spalmatelo sulla faccia…”. A quel punto, venni anch’io, sborrando sul corpo di Giorgia… Giorgia si contorse e, dopo qualche istante, venne accasciandosi per terra. Dopo qualche attimo di pausa, tornammo a guardare lo schermo. La telecamera di Mauro e Valeria non inquadrava più loro, ma un angolo della casa. L’audio era stato disabilitato. Pochi istanti dopo, leggemmo sullo spazio di chat: “Grazie ragazzi. E’ stato veramente eccitante. Ci scambiamo l’email? Così potremo programmare un altro incontro…”. E così fecimo. E poi chiudemmo. Quella notte io e Giorgia fecimo l’amore come non lo avevamo fatto da tempo… Io continuai a ripetergli, mentre lo facevamo: “Pensa che sia Mauro a scoparti… pensa che sia il suo cazzo che ti spacca la figa…”. Lo vedevo che era diverso dal solito… che lei godeva, e lo faceva serrando gli occhi protesa a scopare con la sua immaginazione. Non parlammo più di quello che era successo per qualche giorno, e non contattammo più Mauro e Valeria, immersi come eravamo nel nostro lavoro e nelle piccole cose che fanno ogni giornata da affrontare un peso per la propria tranquillità. Una decina di giorni dopo, trovammo una mail nella nostra casella di posta. Il testo era. “Ciao ragazzi. Scusateci se non ci siamo fatti vivi in tutto questo tempo, ma io e Valeria abbiamo consegnato un lavoro che ci ha tenuti impegnati per un po’ di tempo. Ora ci concederemo un po’ di relax. Voi come state? Nella foga di quella sera, ci siamo dimenticati di chiedervi se tutto quello che è successo vi è piaciuto. Lo rifareste? Ha cambiato un po’ la vostra intesa? A noi è piaciuto tanto. Io non faccio altro che pensare a te, Giorgia, con le tue coscie e le tue calze che sobbalzano mentre ti masturbi. Vorremmo chiedervi di rifarlo, ma forse non ci basterebbe… ci rendiamo conto che una cosa come quella dell’altro giorno, vissuta senza sentire gli odori, il sapore della pelle e degli umori, il calore dei corpi è bella per la novità, ma rischia di essere monotona se vissuta ancora. Possiamo farvi una proposta oscena? Volete vivere questa esperienza con noi FISICAMENTE? Se lo volete anche voi, vorremmo che veniste qui, nostri ospiti, per il prossimo fine settimana. Se siete d’accordo, fateci sapere. Saluti… Mauro e Valeria” Queste parole ci lasciarono un po’ interdetti. Di certo, era impossibile che io potessi lasciare il lavoro in così breve tempo: ero veramente nel punto più importante del progetto e non potevo consentirmi distrazioni. Quando lo feci presente a Giorgia, sperai che lei mi dicesse che avremmo atteso un momento migliore, in cui entrambi potessimo essere più liberi. Mi sbagliavo. La sua idea fu subito: “Va bene. Allora, per ora vado a trovarli solo io. Poi, se vuoi, tu ci raggiungi. Ti prometto che non farò nulla senza di te…”. Non riuscii a obiettare. Non ero geloso per natura, e poi sarebbe stato stupido porre dei confini in uno scenario che io stesso avevo contribuito a creare. In venerdì successivo, di mattina, Giorgia partì. La mia intenzione era quella di raggiungerla dopo qualche giorno, e di rimanere lì per disintossicarmi dal lavoro. Mi fidavo di Giorgia… non le avevo mai negato nulla, ma sapeva bene che la nostra complicità veniva prima di tutto. La sentii la sera di Venerdì. Mi descrisse la deliziosa accoglienza, la casa, il loro scherzare sul nostro incontro con la webcam. Mi disse anche che di lì a poco sarebbero arrivati alcuni ospiti, e avrebbero festeggiato il compleanno di un loro amico straniero. Le dissi che l’avrei chiamata più tardi, e le raccomandai di non bere troppo, cosa che la mandava completamente in palla. Tornai a lavorare come un pazzo, come al solito. Non mi resi neanche conto del tempo che passava e si fece presto l’una di notte. Pensai che fosse arrivato il momento di chiudere un occhio, e prima di farlo chiamai Giorgia al suo cellulare. “Cliente non raggiungibile…” Mi resi conto di non avere neanche il numero di telefono di Mauro e Valeria, e mi rassegnai a sentirla l’indomani. Riordinai la mia scrivania, puntai la sveglia alle sei, e cercai di addormentarmi. Non ci riuscii subito. L’idea di Giorgia nelle mani di Mauro, senza che io la potessi vedere, mi faceva ingelosire e mi scocciava. Ma Giorgia me lo aveva detto che non sarebbe successo nulla fino al mio arrivo… io mi fidavo di lei, ciecamente. Sollevato da questi pensieri, mi addormentai. La sveglia mi fece sobbalzare: non pensavo davvero che 5 ore fossero volate così velocemente. Mi rialzai, e dopo una sciacquata ed un buon caffè tornai a lavoro. Accesi il computer, ed avviai il mio programma di posta elettronica. Certo, non è che sperassi di ricevere posta… ma era un’abitudine e fare un click sull’icona di Outlook era come mettere le pantofole. Quando la posta fu scaricata, rimasi sorpreso di vedere una email di Mauro, che conteneva degli allegati. La aprii: “Guarda quant’è brava la tua mogliettina… l’hai mai fatta divertire così?” Allegate c’erano una quarantina di foto, numerate, che salvai e cominciai a vedere in ordine… Nelle prime, Giorgia e Valeria ballavano sopra un tavolo, in biancheria intima, con delle autoreggenti nere. Le foto che seguivano immortalavano Giorgia e Valeria in una serie di giochi saffici, attorniate da 5 o 6 uomini che le guardavano. Dapprima Valeria baciava e leccava Giorgia nelle cosce e nel ventre, mentre gli uomini si massaggiavano la patta. Poi, Valeria stuzzicava la figa di Giorgia con un fallo di plastica, mentre gli uomini cominciavano a carezzarle entrambe. Un paio di loro avevano già il cazzo fuori dai pantaloni… Dopo poco, rimasi inorridito: in una sequenza Giorgia masturbava in un divano due uomini posti ai suoi fianchi, sorridendo alla telecamera. Uno degli uomini aveva una mano tra le sue cosce. Nello sfondo si intravedeva Valeria alla pecorina, che la prendeva da un ragazzo di colore, mentre spompinava suo Mauro. Andai avanti… Ora c’era Giorgia in primo piano sul divano a spompinare quel ragazzo di colore… da vicino si potevano finalmente notare le dimensioni di quel cazzo, nero e bagnato dagli umori di Giorgia e di Valeria insieme: erano incredibili. Giorgia, con la sua bocca, riusciva ad avvolgerne appena metà. Quel cazzo era turgido come quello di un cavallo, e Giorgia sembrava essere fuori di sè dalla voglia di prenderlo in ogni buco del suo corpo. Nelle ultime foto, Giorgia era seduta su quel ragazzo, con la sua schiena rivolta verso il petto di lui. Quell’arnere enorme era poggiato sulla figa, ma non infilato dentro… come se la volesse masturbare e far godere senza penetrarla. Mi resi conto che forse questo era il suo modo di mantenere la promessa… forse il fatto di non farsi scopare era in mantener fede all’impegno che “non succedesse nulla”. Mi rendevo conto del fatto che ormai era questione di giorni, ma comunque Giorgia sarebbe stata di quel ragazzo, anche davanti a me. Nulla l’avrebbe dissuasa dal farsi prendere da lui in ogni posizione, questo era chiaro. Il fatto è che, almeno, aspettava che io fossi lì per guardarla. O almeno così pensavo fino al successivo messaggio di posta elettronica. Questa volta un video di parecchi megabyte di grandezza. Qui Giorgia si esibiva in ogni tipo di prestazione: nelle prime parti, il ragazzo di colore se la scopava in diverse posizioni… la sua figa si era allargata a dismisura per accogliere quel cazzo, ed era fradicia di umori, tanto che imperlava la base di quella verga incredibile, che risplendeva davanti alle luci della videocamera. In seguito, Giorgia, scopando sempre quel ragazzo, cominciava un furioso pompino a Mauro, che intanto aveva indossato un preservativo color fragola. Le voci di sottofondo degli “spettatori” erano la cosa che mi faceva più eccitare e capire che Giorgia per quella sera era stata la loro puttana, pronta a soddisfarli in qualsiasi desiderio e perversione sessuale. Si sentiva “Dai, troia… succhiagli bene il cazzo”… “Che bel regalo di compleanno, Simon! hai mai avuto una nerchia così disponibile?”… “Vienile dentro, Simon… falle risalire la tua sborra calda fino alla gola”… D’un tratto mi resi conto di una cosa che non avevo proprio notato: Giorgia stava scopando con quel tipo, Simon, senza preservativo. Non me ne ero proprio accorto perchè quella cosa che si presentava ai miei occhi la stavo vivendo come se fosse un film porno, uno dei tanti filmini che giravano in rete e che di tanto in tanto guardicchiavo. Invece, queste cose stavano succedendo a Giorgia… alla mia Giorgia, che era così timorosa nell’indossare costumi troppo trasparenti o troppo sgambati, che era scappata quasi terrorizzata dallo spogliatoio del campo di calcetto, quando aveva visto un mio amico nudo all’uscita dalla doccia. Quella stessa Giorgia, ora gridava di volerlo nel culo da uno sconosciuto di colore. VOLERLO NEL CULO??? Cosa stavo sentendo??? Anche questa volta, quasi sovreppensiero, non mi stavo rendendo conto di quello che avevo davanti. Simon stava estraendo il cazzo dalla figa di Giorgia, lasciandola ancora spalancata, e stava inumidendosi il cazzo con la saliva, pronto ad inculare la mia Giorgia! E così fece… la telecamera si voltà verso il viso di Giorgia, per immortalare i muscoli del suo viso, che si contrassero mentre Simon tentava di infilarle dentro il suo arnese. Poi, Giorgia gridò: “Basta, basta… mi fa troppo male” e alle sue spalle Simon si ritrasse un poco per sfilare il suo membro dal sedere. Sentii una voce che diceva “Fai provare me!”, e così Mauro entrò in scena, con il suo cazzo in mano, immortalato mentre lo massaggiava spalmandogli qualcosa sopra. Con l’altra mano teneva un scatolina, il cui contenuto fu chiaro quando lo sentii dire: “Dai Puttana… ti lubrifico bene il buco del culo, così non ti fai troppo male. Poi, però, te lo sbatto tutto dentro senza neanche lasciarti rifiatare…” E così fece… lentamente prese un po’ di quella crema e cominciò a spalmargliela prima nella superficie poi, infilandole ritmicamente il dito, anche dentro il culo. Le dita, presto, diventarono due e poi tre. Giorgia seguiva quei movimenti con i corpo, andando avanti ed indietro, e toccandosi la figa. Poi, tutto fu pronto e Mauro, con un movimento non troppo violento, ma deciso, le fu subito dentro. Giorgia emise un gridolino, ma poi continuo ad ansimare e godere. Dopo i primi momenti di lento scopare, il ritmo aumentò, e quel cambiamento risvegliò nella mia Giorgia una porcaggine che davvero non avevo mai visto. La sentii gridare: “Dai… fottimi. Voglio che mi sborri dentro… Simon, voglio anche te: mettimi quel cazzo nella figa e sbattimi finchè hai l’ultima goccia di sborra”. E dopo qualche istante, Giorgia era tra due uomini, che la prendevano davanti e dietro, a godere come mai aveva fatto, e senza nessuna protezione. Dopo qualche minuto di quello spettacolo, sentii Simon che pronunciava qualcosa che non riuscii a capire e, subito dopo, rallentava i suoi colpi verso Giorgia, affondando di più ogni volta, con uno scatto. Non ci potevo credere… stava venendo dentro il mio amore, dentro quella vagina che avrei voluto che mi desse dei bambini, e che speravo fosse soltanto mia da quando l’avevo conosciuta. Dopo poco, venne anche Mauro, ed il video si concluse. Ero ancora tanto stupefatto, offeso, eccitato, amareggiato che dovetti riguardare altre due volte quel video. Trascorsi due ore sovrapensiero, fino alla chiamata di Giorgia. “Come va, amore? Come va il progetto”, mi disse. “Bene. E tu? Ti sei divertita?”. “Non tanto. Una festa pallosa con un loro amico, Simon, che faceva il compleanno. Gli hanno fatto un regalo, e penso si sia divertito. Ma io proprio no.” Che bugiarda…
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