La mattina successiva ci preparammo alla partenza, scrutavo i visi dei responsabili adulti ma da nessuno di loro traspariva la benche’ minima espressione che mi confermasse che quello che avevo vissuto la notte prima non era un sogno,tutti si comportavano come se nulla fosse accaduto ed io di tutti quegli uomini avevo conosciuto il cazzo e non la faccia…solo il malizioso sorrisetto del bresciano mi diede la certezza della fiaccolata notturna. La settimana trascorse lenta e il mio desiderio di rivedere Giulio e Pietro aumentava a dismisura ogni giorno di piu’, la notte mi masturbavo spingendomi su’ per il culo il mio trofeo dove avevo inciso il nome del mio responsabile e immaginavo che fosse il suo arnese ad aprirmi e fottermi. Non so perche’ arrivai con tanto anticipo alla riunione del Sabato in sede ma quando mi avvicinai alla stanza i lamenti che ne provenivano erano inconfondibili. Entrai e vidi Luca a quattro zampe che veniva trombato dal massiccio Pietro, in passato sarei scappato imbarazzato ma adesso sapevo che era giusto che Pietro scopasse il suo protetto, cosi’ salutai e mi misi in disparte proprio dietro l’uomo. Loro contraccambiarono il saluto continuando la cavalcata,ero ipnotizzato da quel grosso culo peloso che si muoveva ritmicamente e immaginavo quanto potesse dilatare un buco di culo tutta l’enorme circonferenza di quel cazzo generoso. Pietro in ginocchio con le cosce divaricate aumento’ il ritmo picchiando sodo le chiappe di Luca col palmo della mano ben aperta, vedevo le palle pesanti e pelose che da sotto sbattevano ritmicamente ma ad un tratto, senza interrompere la monta, la montagna umana si volto’ verso di me e disse senza proferire parola “Sarai mio!” Lo lessi sulle sue labbra e dal suo sguardo arrapato capii che avrebbe voluto me sotto di lui in quel momento. Arrivo’ Giulio e con la sua solita contagiosa allegria saluto’ tutti -Forza Mauro dobbiamo raggiungerli senza perder tempo.- Cosi’ ci spogliammo anche noi e mi affiancai a Luca mettendomi alla pecorina,Giulio mi lecco’ un poco il buchino e poi ci affondo’ la minchia,comincio’ cosi’la sua cavalcata e prese presto lo stesso ritmo dei nostri vicini,vidi che mentre ci scopavano i due uomini presero a limonarsi con passione e li invidiai. A un certo punto sentii una mano stringermi la chiappa destra e non era la mano di Giulio,mi palpava e lentamente cercava di raggiungere il mio buco fino a provare a intrufolarci un grosso dito mentre ero ancora pieno del cazzo del mio amato. -Togli quel dito di li’ -disse Giulio a Pietro- se glie lo allarghi troppo finisce che il mio cazzo non gli basta piu’ e vorra’ il tuo!- E rise sonoramente ma anche ingenuamente perche’ ero certo che quello che voleva Pietro era proprio il mio buco.Prima che sfilasse il dito pero’ godetti ancora un attimo di quella dilatazione, come se avessi due bigoli in culo che soddisfavo contemporaneamente e non mi trattenni sborrando di getto. Anche i due montoni presto ci riempirono il culo gridando e ululando come matti e appena Giulio mi sfilo’ l’uccello facendo uscire dal buchetto dilatato un po’ di sborra Pietro gli chiese guardandomi tra le gambe-Posso ripulirlo io?- -Accomodati amico,so quanto ti piace la mia sborra…- Pietro non aspetto’ un attimo, mi allargo’ le chiappe con le grosse mani e ci infilo’ la faccia lappando per bene tutto intorno e succhiando rumorosamente come da un uovo alla cock il seme di Giulio appoggiando le labbra carnose. Sentivo la barba dura pungermi le chiappe e sapevo che voleva solo toccarmi con l’approvazione dell’amico, non soddisfatto comincio’ anche a infilarci un dito per poi estrarlo colante di sborra e leccarlo come un orso lecca il miele da un favo d’api, avrei voluto non smettesse mai ma sarebbero presto arrivati gli altri scout e dovevamo risistemarci. Arrivati i ragazzi cominciammo le normali attivita’ ma la mia mente vagava, pensavo alle labbra di Pietro che pronunciavano in silenzio che mi voleva scopare e mi chiedevo se mai sarebbe successo, se mai saremmo rimasti soli ma soprattutto se avrebbe infranto il codice d’onore degli scout che gli impediva di fottersi il capo-squadriglia di un altro gruppo. Passo’ piu’ di un mese di tranquilla routine, io ricevevo ogni settimana la mia dose di cazzo da Giulio e di contatti fisici con Pietro neanche l’ombra,ma non poteva aver rinunciato al suo intento… almeno cosi’ speravo. In fine arrivo’ il tempo del grande raduno giubilare di Roma, migliaia di giovani si sarebbero trovati nella capitale per festeggiare l’Anno Santo e anche il nostro gruppo scout si organizzo’ per la trasferta. Viaggiammo in treno rimanendo tutta la notte alzati a cantare come matti, venimmo poi ospitati presso un ente religioso maschile insieme a molti altri scout dell’Italia intera. Il Padre Priore era un uomo burbero, sembrava un guerriero d’altri tempi con la folta barba e la stazza d’un vichingo. La mattina del grande raduno in Piazza San Pietro pioveva a dirotto,era uno di quegli acquazzoni duri a morire e noi eravamo sprovvisti di soprabiti o altro, distribuirono cosi’ grandi mantelli neri di tela cerata lunghi fino alle caviglie , ombrelli e teloni di plastica sotto i quali ripararsi per partecipare alla cerimonia.Partimmo a piedi divertiti dal trambusto generale dividendo in due i mantelli fianco a fianco sotto l’acqua torrenziale e nella calca persi di vista Giulio e gli altri. Mentre tentavo di scorgere le loro teste nella piazza gremita all’inverosimile sentii la calda voce di Pietro alle mie spalle-Eccoti qui’, non trovavo piu’ nessuno, vieni prima o poi gli altri salteranno fuori,sono inzuppato…fammi posto!- Era tutto bagnato non avendo con se neanche un ombrello. Mi mise un braccio intorno alla spalla e lo avvolsi col mio mantello che mi faceva sentire un po’ un vampiro,mi cinse la vita col braccio poderoso, eravamo appiccicati uno di fianco all’altro,il suo corpo emanava un calore animale e dal suo petto peloso delineato sotto la camicia bagnata due turgidi capezzoli uscivano come chiodi. -Finalmente siamo soli io e te -mi sussurro’ in un orecchio- sai quanto ti desidero e so che anche tu mi vuoi…sono disposto a tutto pur di avere il tuo delizioso culetto.- Cosi’ dicendo, protetto dal mantello cerato e dalla calca circostante dove nessuno badava a noi avendo tutti gli occhi puntati verso il balcone papale, comincio’ a toccarmi ovunque con quelle mani umide ma bollenti. Io rimasi immobile senza fiatare, ansimavo di piacere nel sentire quelle grosse dita palparmi le tette e le chiappe, sfiorarmi il pacco e dentro le cosce,poi piano mi calo’ i pantaloni e le mutande spostandosi dietro di me sempre sotto quel mantello che stava diventando la nostra alcova da cui sbucavano le nostre teste. Adesso l’avevo dietro e il suo fiato sul collo era quello di un toro all’attacco.-Rilassati Mauro, proverai un piacere immenso, ma rilassati perche’ la mia bega ti aprira’ in due e devi godertela tutta.- Cominciai a temere il peggio,lo volevo certo ma avevo paura di non farcela, avevo allenato il mio culo con il cazzo di legno da tempo, roteandolo per allargarmi il piu’ possibile pensando al momento in cui Pietro mi avrebbe sfondato ma era sufficiente?E poi temevo di incontrare lo sguardo accusatorio di Giulio tra la folla…ma non lo vidi sentii solo le mani di Pietro che impugnavano saldamente le mie chiappe quasi facendomi male e divaricandole.-Aspetta! -dissi- cosi’ asciutto non ce la posso fare.-Ma se sei tutto bagnato!Hai paura eh?Allora abbassati, tengo io il mantello come si deve, lubrificami la minchia che ti deve sfondare!- Mi abbassai attento a non farmi notare e mi ritrovai come all’interno di una tenda nera il cui palo portante era il grosso corpo di Pietro e li’ davanti al mio naso il suo cazzo elefantino,in tiro piu’ che mai. Cercai di ingoiarlo ma le dimensioni me lo impedivano, spompinai cosi’ solo la cappella e una porzione del manico poi con la lingua ben insalivata passai a leccare il resto dell’asta dalla base per renderlo bello scivoloso, Pietro mi fece cenno di rialzarmi non prima di aver spinto ancora il suo bigolo dentro la mia gola tenendomi saldamente ferma la testa,premeva con tale forza che per non soffocare gli diedi un pugno sulla chiappa pelosa e mi divincolai ansimante. Mi rimisi in posizione di schiena all’uomo e attesi divaricandomi piu’ che potevo. Quando sentii il cappellone appoggiarsi all’orfizio chiusi gli occhi e inconsciamente pregai perche’ quel coso spropositato non mi spaccasse il culo, il luogo in cui eravamo era il piu’ adatto perche’ la mia preghiera venisse esaudita. Appena Pietro affondo’ senza fermarsi ,come un treno in corsa, tutta la sua dura e gonfia virilita’ fino ai coglioni allargandomi il buchetto come mai lo era stato fino ad allora, senza trattenermi (e come potevo?) cacciai un urlo con tutto il fiato che avevo! Fortuna volle che proprio in quell’istante si affacciasse al balcone il Santo Padre e l’enorme boato di esultanza che ne segui’ sommerse il mio grido di sofferenza. Mai avevo provato una sensazione di tale pienezza,ero dilatato oltre quello che potevo sopportare e riempito completamente di cazzo,non riuscivo nemmeno a stringere un poco i muscoli del buco…ero al massimo di ricezione! Pietro tenendomi saldamente per i fianchi comincio’ a trombarmi lentamente cosi’ che sentissi ogni centimetro di lui entrare ed uscire dal mio povero buco,io lo assaporavo col culo a mano a mano che il dolore spariva lasciando il posto ad un intenso piacere,mi agitavo come tutti intorno a me ma per ben altri motivi e anch’io urlavo-Evviva il Papa!- Finalmente il minchione che aveva sfondato il culo di Giulio e di Luca stava sfondando anche il mio e anche se il bruciore non passava godevo come un matto,eravamo completamente bagnati ma esultanti, gli affondi aumentarono di ritmo ed a un certo punto Pietro chino’ le ginocchia spingendo il bacino da sotto in su’ sollevandomi da terra di qualche centimetro, era un forte maschio eccitato e mi avrebbe sbattuto in qualsiasi modo per trarre godimento se avesse potuto. Intorno a noi i ragazzi saltavano, gridavano, esultavano, nessuno avrebbe mai inteso cosa mi stava succedendo. -Quanto lo volevo questo culetto stretto -mi disse Pietro ad un orecchio- e adesso che ti ho allargato a dovere sarai solo mio.-Ma io sono di Giulio!- gli gridai.-Non piu’, piccolo, quando si accorgera’ di come ti sei allargato capira’ che l’hai tradito e ti lascera’ a me!- A questo mi aveva portato la mia voglia di cazzo, a perdere l’uomo che amavo…odiai Pietro che mi stava imprimendo la sua impronta indelebile che mi avrebbe allontanato da Giulio e piansi lacrime amare che si confusero con la pioggia. Durante un ennesimo boato di giubilo la montagna d’uomo dietro di me venne con un grugnito riempiendomi di sborra e stringendomi forte a se, attesi che il bigolo si ammosciasse nel mio culo sentendo fiotti di sperma colarmi sulle cosce poi mi rialzai i calzoni senza dire piu’ una parola, ero troppo incazzato. Quando ritrovammo gli altri la cerimonia era gia’ finita ed aveva smesso di piovere,io non osavo guardare in faccia Giulio pensando a come avrebbe reagito mentre lui allegro come sempre mi rimproverava per non essergli stato vicino ma col sorriso. -Era in buone mani -gli disse Pietro guardandomi intensamente. Quando mi ritrovai solo con Giulio non mi trattenni piu’, scoppiai in lacrime e gli raccontai tutto. Vedendomi cosi’ scosso mi strinse a se cercando di calmarmi e accarezzandomi il capo mi disse-Stai calmo cucciolo,ti voglio troppo bene per mandarti via, anch’io sono stato sfondato dal grosso arnese di Pietro e so bene cosa vuole dire averlo dentro e desiderarlo sempre di piu’. Ma potevi almeno confessarmi questo tuo desiderio, ti avrei aiutato io a prendere il suo bigolo in culo senza che ti provocasse dolore.- Singhiozzando mi calmai, Giulio era l’uomo piu’ dolce e comprensivo che avessi mai conosciuto. Quella notte i due amici parlarono a lungo e chiarirono le cose rinsaldando la loro unione, Pietro ammise la sua gelosia e la sua voglia di me e Giulio supero’ il suo egoismo nel volermi tutto per se,in fondo erano stati amanti. Per festeggiare il nostro nuovo menage quella stessa notte sgattaiolammo di nascosto nel grande giardino dell’istituto che ci ospitava. Mi spogliarono e mi stesero su una panca di marmo e cominciarono a leccarmi entrambi. Le loro grosse lingue mi gustavano ovunque, a Pietro bastava una leccata per assaporare le mie palle e tutta la lunghezza del mio cazzo in tiro e Giulio si divertiva a succhiarmi forte i capezzoli, mi voltarono e passarono a leccarmi il culo e la schiena -Guarda come gli palpita il buco Giulio -disse Pietro- lo apre e lo chiude come se volesse dirci qualcosa…- -Si’ -risposi- voglio dirvi di riempirmelo di cazzo!- -Allora preparatevi tutti e due -ci sollecito’ Pietro- che vi faccio il culo.- Giulio si mise carponi ed io a cavalcioni sopra di lui,la sua forte muscolatura reggeva agevolmente il mio peso,posai la mia guancia sulle sue spalle forti, lo abbracciai stringendo i gonfi pettorali pelosi e indietreggiai col culo piu’ che potevo a livello del suo sotto di me. -Ho una sorpresa per te Giulio, visto che al contrario del nostro Mauro il tuo buco si e’ gia’ abituato al mio uccello…proviamo anche con questo.-E cosi’ dicendo estrasse dalla tasca dei pantaloni un grosso cazzo di legno, era simile al trofeo che mi era stato donato, lungo e con intagliate una fitta rete di grosse vene; Pietro ci sputo’ sopra un paio di volte e poi comincio’ a roteare la cappella dura come marmo sul buco dilatato dell’amico. Giulio mugolava sommessamente, il suo buco era estremamente sensibile, lo sentivo sotto di me dimenare il culo voglioso, con le sue grandi chiappone sode, in fine fu accontentato e il fallo di legno gli scivolo’ tutto dentro. Pietro si posiziono’ puntando la sua di cappella gia’ lucida sotto il cazzo di legno e con molta forza cerco’ di entrare anche lui nel culo di Giulio, questo urlo’ non appena la cappella fu dentro-Cazzo come mi stai allargando!- Pietro senza fermarsi spinse ancora e lo riempi’ completamente-Hahahaaa cazzooooo -non riusciva a dire altro il mio omone ma era chiaro che stava godendo. Il toro trovava difficolta’ a incularlo cosi’ perche’ era veramente stretto ma riusci’ a prendere il ritmo e quando la cavalcata era a buon punto comincio’ a dargli forte pacche sulle chiappe e generosamente le diede anche a me. -Godi ,godi troia di uno scout, d’ora in poi solo due cazzi avrai da me! -Infoiato come era sfilo’ il bigolo e mi allargo’ le chiappe, fu’ un attimo e in un botto mi riapri’ il culo,io mi strinsi forte a Giulio che mi disse-Spingi in fuori il culo per prenderlo bene. -Cosi’ feci e il bigolo dell’uomo mi penetro’ per tutta la sua lunghezza. Anch’io non trattenevo i miei lamenti ad ogni colpo che mi apriva in due,ma anche Giulio voleva essere ancora riempito e il povero Pietro aveva un cazzo solo…decidemmo allora di cambiare posizione, Pietro si sedette a gambe ben aperte sulla panchina e Giulio dandogli le spalle si infilo’ su’ il suo palo sedendoci sopra, io salii coi piedi sulla panca col viso verso di loro e mi sedetti a mia volta sul bigolo teso del mio Giulio aggrappandomi al suo grosso collo, le mani di Pietro mi aiutarono a divaricarmi ma visto che ero gia’ largo dall’inculata appena ricevuta non ce n’era bisogno. L’uomo era un vero montone, da solo con tutta la sua forza, a spinte di bacino verso l’alto, riusciva a dare il ritmo alla monta facendo sobbalzare Giulio e me insieme e facendoci cosi’ godere dei cazzi che avevamo in culo.Eravamo sudati e ansimanti,guardavo negli occhi il mio amante che si prendeva tutto quel palo col sorriso sulle labbra gridandomi -E’ bellissimo!Cazzo baciami piccolo. -E mi caccio’ la lingua in bocca. Ma le nostre grida e mugolii dovevano aver svegliato qualcuno nel silenzio della notte, infatti distinguevo nel buio tra gli alberi del giardino intorno a noi delle figure, erano alcuni ragazzi del dormitorio,scout e loro responsabili, che si avvicinavano lentamente seminudi e coi cazzi in tiro fuori dalle mutande, attratti dai nostri corpi avvinghiati nell’inculata si menavano l’uccello, quasi ipnotizzati dalla visione di tre uomini che stavano godendo. Anche i miei due maschi si accorsero degli altri scout eccitati e Pietro urlo’-Forza venite qui’ a darci le beghe!- Non capii piu’ nulla, si avvicinarono da tutte le parti del parco e ci circondarono, avevamo cazzi duri ovunque ,alcuni salirono in piedi sulla panchina ed io come i miei due compagni cominciammo a ciucciare il primo uccello che si avvicinava alla nostra bocca , sentivo altre cappelle umide sul collo, sulla schiena e le mie mani masturbavano chi riuscivano a prendere. Anche Pietro stava spompinando qualcuno,era il Priore dell’istituto, possente come il tarello che aveva tra le gambe ma che entrava con facilita’ in quella bocca spalancata, quando si sfilava la saliva scendeva copiosa dalle labbra di colui che mi aveva sfondato per poi riaffondare di botto; Pietro sringeva gli occhi per quanto veniva riempito e continuava con una foga disumana a montare Giulio e quindi indirettamente anche me che stavo sempre ben seduto sul suo cazzo. Io stavo ciucciando un grosso bigolo scuro dal forte sapore di maschio africano e infatti alzando gli occhi mi resi conto che era il tarello di un uomo di colore, forse nel parco ci dormivano degli extra comunitari di nascosto,non so ma comunque non mi importava da dove arrivasse, volevo solo succhiare quel bastone nero e gustoso. Giulio cercava di soddisfarne due contemporaneamente, erano giovani scout dai cazzi discreti ma due di loro facevano la meta’ della minchia del nostro Pietro, il mio amato ce la metteva tutta per tenerli entrambi nella sua bella bocca il cui pizzetto era gia’ bagnato di sborra,forse uno dei due stava gia’ venendo. Le sborrate a raffica che seguirono furono infinite, uno dopo l’altro o contemporaneamente venivano tutti quegli uomini con un grido di godimento ed io lasciato il cazzo che si era scaricato nella mia bocca baciai Giulio che aveva anche lui preso la sua dose, le nostre lingue si cercarono e si succhiarono all’infinito mentre sentivo che stava sussultando nel riempirmi il culo finalmente appagato. Sono passati alcuni anni da allora e ovviamente sono diventato responsabile di un bel gruppo di scout,vorrei impartire loro la mia lunga esperienza scoutistica e insegnare a godere del piacere del cazzo e del culo,sento di avere questa non facile missione ma lavorandoci sopra con costanza e serieta’ ce la faro’.
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