La mattina dopo eravamo ben riposati ed euforici, Giulio come se nulla fosse successo al solito scherzava e rideva sonoramente mentre Pietro continuava a dare ordini. Ci lavammo ad un ruscelletto vicino spruzzandoci a vicenda ed io godevo con ogni cellula del mio corpo della visione del mio amato a petto nudo che si sfregava il collo e le ascelle con vigore, i capezzoli turgidi al contatto con l’acqua fredda e il pelo bagnato che odorava di maschio. Solo Luca sembrava un po’ di malumore, certo non gli era piaciuto il suo ruolo di spettatore passivo della mia iniziazione della notte precedente. Dopo colazione smontammo il campo e zaini in spalla ci avviammo sul sentiero per scendere al campo base presso la colonia,l’aria era fresca e frizzante e i nostri canti ci accompagnavano lungo il cammino. A una svolta del sentiero incontrammo Carlo la guardia forestale,intento a legare un fascio di rami,qualche piccola foglia nel lavorare gli si era infilata nella bella barba folta e tra i lunghi peli del petto scoperto, ne vedevo il verde smeraldo immerso nel marrone scuro di quel torace gonfio dallo sforzo. Si era tolto il cappellino e la testa pelata luccicava al sole ma i miei occhi si soffermarono in mezzo alle sue gambe per notare un rigonfiamento lungo tutta la coscia destra, pensai subito che era privo di mutande e che il suo cazzone non contenuto si stava stiracchiando. -Ciao ragazzi,tutto bene? -ci accolse sorridendo- Giulio il trofeo che mi hai chiesto e’ pronto, l’intagliatore sta’ al maso qui’ vicino. Ho pensato che i giovani scout potrebbero accompagnarmi, li riporto io giu’ al campo. – L’espressione del viso di Giulio si fece improvvisamente severa-Ti ringrazio Carlo per il trofeo,se vuoi puo’ venire Luca ad accompagnarti,io e Mauro abbiamo un sacco di cose da fare giu’ al campo. -Non voleva separarsi da me ma intervenne Pietro-Cosa dici Giulio, lascia che i ragazzi lo seguano sara’ un’esperienza nuova, lo sai che e’ in sintonia con lo spirito di noi scout, sempre pronti ad imparare da chi e’ piu’ esperto. Allora ci vediamo dopo,trattaceli bene Carlo!-Non ti preoccupare sai che io rispetto le regole. – Con la tristezza che gli si leggeva in volto Giulio si rimise al volere dell’amante/amico che non voleva si affezionasse troppo a me. . . ne era forse geloso? Cosi’ i due proseguirono per il sentiero lasciando me e Luca ,che mi pareva avesse riacquistato il buon umore ,col forestale e il suo strano bastone. Carlo si tolse la camicia bagnata di sudore e se la lego’ in vita, si rimise il cappellino e mentre si ripuliva dalle foglie appiccicate addosso ordino’-OK scout adesso ci incamminiamo, prima spogliatevi completamente, via tutto,camminerete in liberta’ coi corpi a contatto con la natura. -Cosa?Mi sembrava un po’ svitato ma Luca stava gia’ mettendo i suoi vestiti nello zaino rimanendo con gli scarponcini e il cappello, oltre all’inseparabile fazzoletto scout al collo. Riluttante seguii il suo esempio,una volta nudo anch’io ci avviammo in fila indiana davanti a Carlo che ci indicava la strada, ero tra l’incazzato e l’imbarazzato ma non volevo farlo vedere. Ero il primo della fila col mio cazzo molle che sballonzolava a destra e a sinistra,dietro Carlo ci sollecitava il passo ed elogiava i nostri corpi implumi-Non e’ bello sentire la brezza su tutta la pelle?Avete due culetti deliziosi, ben torniti dalle tante escursioni,a proposito come e’ andata la prova ieri sera Mauro?-Bene. -Risposi seccato. -Ne sono convinto con due istruttori come i vostri, ma ti sento arrabbiato ,guarda che devi far tesoro di cio’ che hai imparato e usarlo non solo per il tuo piacere ma soprattutto per quello degli altri da bravo scout. -E cosi’ dicendo allungo’ il suo bastone puntando l’apice nodoso al mio buchetto sverginato. Io contrariato allungai il passo e mi scostai. -Hai ancora molta strada da fare giovane scout e devi obbedire a tutti i tuoi superiori, come fa’ Luca con disciplina. – Mi voltai e vidi il sorriso idiota di Luca col cazzetto gia’ in tiro e dietro di lui Carlo che non perdeva l’occasione di passargli il bastone tra le gambe facendogli sentire la sua cappella di legno sul buco del culo proprio quando questo era piu’ aperto e visibile mentre arrancavamo nei tratti piu’ in salita. In fine arrivammo ad una radura dove delle mucche pascolavano placidamente, tutto intorno risuonava il tintinnio dei loro campanacci. Ci avvicinammo a una casetta di legno sul cui fienile un uomo stava sistemando il fieno, quando ci vide agito’ il braccio in segno di saluto ed io mi fermai di colpo arrestando la marcia pieno di vergogna. -Vai avanti ragazzo non aver paura,devi superare la timidezza, il tuo corpo e’ bello da vedere. -Carlo era proprio un montanaro un po’ rozzo, grosso e peloso come un orso e senza un minimo di sensibilita’. Arrivati al maso un secondo uomo,appoggiato alla porta ,fumava la pipa mentre intagliava un pezzo di legno,i tratti del volto marcati e una cicatrice che gli attraversava la faccia gli davano un aria rude,la barba incolta e la pelle abbronzata risaltavano i verdi occhi e le labbra sensuali che succhiavano il fumo denso. Anche lui come tutti portava un berretto verde e i pantaloni sopra il ginocchio mostravano due polpacci grosssi come tronchi d! ‘abete,la canottiera era coperta di buchi da cui fuoriuscivano ciuffetti di peli e il bicipite sviluppato mostrava un tatuaggio che pareva a prima vista la lotta tra un uomo e un orso ma a ben vedere l’animale stava montando l’essere umano. -Ciao Carlo,sei venuto per prendere il trofeo? A chi dei due ragazzi verra’ dato?-A questo bel puledro. -Rispose e mi spinse verso l’intagliatore di cui sentii il forte odore di maschio avvicinandomi a testa bassa e coprendo con le mani l’uccello. -Su’ su’ non essere timido,vieni dentro lo darai tu stesso il trofeo al tuo capo, come si chiama?-Giulio. -Dissi con un filo di voce e lo seguii all’interno , nella stanza appesi alle pareti o appoggiati al tavolo una serie di falli di legno facevano bella mostra di se,anche quello che stava intagliando era un grosso cazzo nodoso come gli altri, di diversi colori e misure, levigati e lucidi o grezzi e rugosi, con palle annesse. Ne prese uno,lo avvolse in un panno e me lo diede-Questo e’ tuo, le dimensioni sono esattamente quelle del cazzo di Giulio,per lunghezza e circonferenza come mi e’ stato ordinato, e’ di un ottimo legno di cedro, resistente ma non troppo rigido, vedrai che ne sarai soddisfatto!-Lo misi nello zaino e uscimmo, Luca era sdraiato sull’erba al sole, sempre col cazzo in tiro, Carlo sul lato della casetta stava parlando dal basso con l’altro montanaro sul fienile con la forca in mano e il petto nudo pieno di pagliuzze d’orate come il biondo pelo che lo ricopriva,avra’ avuto una ventina d’anni e il corpo tornito dal duro lavoro. -Allora tutto a posto Fulvio-disse Carlo-cosa ti devo?-Niente soldi-rispose il montanaro strizzando l’occhio in direzione del compare-ma fammi provare le capacita’ di questi due scout. -Il forestale sorrise-Ma certo,e’ il minimo che ti devo visto che mi hai fatto il lavoro cosi’ in fretta, volevo anch’io provarli prima di riportarli al campo,soprattutto questo-e mi mise una mano pesante sulla spalla-perche’ mi sembra che vada ancora addomesticato;dai Luca vieni qui’ e inginocchiati e anche tu stronzetto. -E aumento’ la pressione sulla spalla facendomi inginocchiare sull’erba, Fulvio si avvicino’,calo’ i pantaloni e mi sventolo’ sotto il naso il suo cazzo scuro come il mogano, odoroso di muschio e duro come ebano. Io tenevo la bocca chiusa piu’ dal nervoso che avevo che dalla vergogna ormai del tutto sparita,Luca era gia’ al mio fianco e preso quel batacchio con una mano lo ingoio’ ingordo spompinandolo veloce. Cazzo che bravo,pensai, e’ riuscito a prenderlo tutto in un colpo, an! ch’io dovevo arrivare a farlo con Giulio per amore e con Pietro per mostrare con orgoglio i miei progressi. Carlo spazientito mi tolse il cappellino con una sberla e tenendomi la testa per i capelli la spinse con forza verso la minchia del montanaro scostando in malo modo Luca che se lo stava godendo. Aprii la bocca rassegnato ma anche eccitato,ormai il richiamo del cazzo si era svegliato in me e lo succhiai come un ghiacciolo rinfrescante. -Bravo ragazzo adesso si’ che mi piaci!-Disse Carlo e mi lascio’ spompinare in pace senza spingermi la testa,intanto si era calato le braghe e Luca stava accontentando anche lui. Dopo poco anch’io riuscivo ad inghiottirlo tutto in gola ed ero soddisfatto di me stesso, tutte le volte che il mio naso finiva contro il cespuglio di peli ispidi del pube di Fulvio ne odoravo il profumo intenso mentre lui continuava a fumare la sua pipa tranquillo. Luca torno’ all’attacco del mio pezzo di carne da succhiare e me lo tolse di bocca, sapevo che dovevo prendere il suo posto con quel bastardo di Carlo e feci un sospiro scocciato. Mentre mi avvicinai in ginocchio al forestale che mi aspettava puntandomi il tarello gocciolante tirandosi le palle da sotto, con la coda dell’occhio vidi il montanaro del fienile lassu’, si stava menando l’uccello guardandoci e palpandosi un pettorale, aveva le gambe arquate coi calzoncini calati alle caviglie e sono certo spingeva in dietro il culo verso il forcone che gli vedevo spuntare tra le cosce,si stava infilando il manico nel buco? Forse ma non ebbi il tempo di focalizzare l’immagine,Carlo mi prese la testa dalle orecchie con le due mani e la spinse verso la verga dura,io ero gia’ con la bocca aperta e si infilo’ dentro senza fatica. Aveva un cazzo decisamente storto, curvava verso il basso ma era bello rigido, dovevo cosi’ tenere la testa indietro il piu’ possibile per farlo scivolare bene ! in gola e cosi’ mentre guardavo le nuvole in cielo mi trombava la bocca. -Siete fortunati voi scout-mi disse-che potete dare il culo solo ai vostri responsabili,altrimenti sai quanti ne avrei sfondati di voi!Io sono uno che rispetta le regole anch’io sono stato scout e solo uno poteva trombarmi!-Quale rivelazione inaspettata!Allora non mi avrebbe rotto il culo col suo cazzo curvo, il mio buco era solo per il mio amato Giulio! Ero cosi’ contento che lo sbocchinai con piu’ vigore. -Ma questo non mi impedisce di farti sentire il mio bastone,vedrai ti servira’ per quando riceverai da Giulio il trofeo che hai nello zaino. – Cosa?In effetti ripensai al pomeriggio che Carlo si era portato Luca nel bosco,il mio coetaneo era tornato con le gambe aperte e col culo che gli prudeva ma se anche a lui non gli aveva infilato l’uccello allora. . . L’uomo fu’ veloce a sfilarmi di bocca il cazzo e a abbassarmi la schiena costringendomi alla pecorina. -Dammi una mano col puledrino Fulvio. -Il montanaro mi fu presto a cavalcioni rivolto verso il mio culo,facendomi sentire il suo cazzo umido sulla spina dorsale, con le due manone ruvide mi divarico’ le chiappe e sputo’ rumorosamente sul roseo buchetto che per la tensione aprivo e chiudevo con l’affanno del mio respiro. Carlo passo’ dietro di me e mi appogio’ l’estremita’ nodosa del suo bastone, ne percepivo la liscia sfericita’ come una susina acerba, mi concentrai. Non dovevo porre resistenza per non sentire dolore e per non dar loro la soddisfazione di vedermi lamentare,sapevano che non ero ancora esperto nel prenderlo nel culo,ma io feci di tutto per riceverlo senza problemi rilassando il buco come avevo fatto la notte prima con il cazzo del mio Giulio. Sentii premere, poi la cappella di legno entro’ in un botto,una goccia di sudore mi scese dalla fronte ma ce l’avevo fatta, una volta dentro il resto del bastone aveva una circonferenza accettabile; Carlo spinse ancora per farmene sentire una ventina di centimetri e disse soddisfatto-Sei stato bravo, in genere urlano tutti i neo-svarginati perche’ il legno e’ piu’ duro del cazzo. -E mi diede una pacca sonora sulla chiappa lasciandomi le cinque dita. I due mi lasciarono cosi’ alla pecorina col lungo bastone infilato dietro e si spostarono davanti a me ma afferrando il montanaro da un braccio il forestale lo obbligo’ a scostarsi con lui di qualche metro. Mi guardavano eccitati menandosi gli uccelli reciprocamente mentre io rimanevo li’ come una cagnetta in calore, guardavo i loro bigoli gonfi e pronti ad esplodere stringendo ritmicamente i muscoli rettali per sentire tutta la durezza dell’asta e capii, dovevo farli godere, era il mio compito e mi mossi, avanzai carponi come una pecorella col bastone che rimaneva sempre ben impiantato nel buco stretto. -Bene cosi’, sapevo che avresti capito, la voglia di cazzo ti si legge negli occhi, vieni qui’ a bere la sborra che ti sei meritato. -Poca distanza mi separava da loro, tirai fuori la lingua per essere pronto, ipnotizzato dalle cappelle lucide e quando fui finalmente a tiro spalncai la bocca piu’ che potevo e lasciai che ci infilassero le loro grosse fave gia’ grondanti un bianco liquido gustoso. -Tu vai la’ sotto. -Ordino’ Fulvio a Luca indicando il suo compare sul fienile che si menava forsennatamente la bega. Cosi’ lo scout obbedi’, alzando la testa guardo’ dal basso le palle pesanti dell’uomo e aspetto’ la doccia di sborra aprendo la bocca e di li’ a poco fu accontentato; il tipo punto’ in basso l’arnese pulsante e eiaculo’ con un urlo tutto il suo seme cercando di centrare la faccia di Luca che una volta goduta la pioggia di latte virile si lecco’ via la sborra dal corpo la’ dove la sua lingua riusciva ad arrivare. Io intanto pompavo un cazzo e poi l’altro e ancora tornavo al primo senza posa guidato dalla pesante mano di Carlo che tenendomi per i capelli mi spostava da lui all’amico;il primo schizzo che mi riempi’ la bocca fu proprio di Fulvio e mentre stava ancora venendo anche Carlo scarico’ il suo cazzo curvo gridando-Siiii troietta beviiii!- Deglutii tutta quella sborra calda ma era troppa e molta colava fuori dalle labbra. -Cazzo ragazzo devi anche imparare a mandarla giu’ in fretta altrimenti ne sprechi la meta’! -Mi disse il montanaro mettendo le mani a coppa sotto il mio mento per raccogliere il seme che mi fece bere dopo fino all’ultima goccia,io ovviamente ero venuto senza sfiorarmi. Carlo spossato si mise in ginocchio e l’uccello gli si ammoscio’ subito, era strano vederlo un po’ gonfio ma molle come uno dei capezzoli delle vacche che ci circondavano e d’istinto mi abbassai ancora per ciucciarlo. Fulvio invece passo’ dietro e mi sfilo’ il bastone lasciandomi il buchino dilatato e bell’in vista al caldo sole d’estate. -Non ti basta mai e’?-Carlo mi accarezzava il capo-che uomo fortunato e’ il tuo istruttore. – Era ora di tornare,ci sciacquammo nell’abbeveratoio e ci rivestimmo a puntino, che bravi ragazzi sembravamo nelle nostre divise scout. Fischiettando il forestale ci accompagno’ al campo presso la colonia ed io non ero piu’ di cattivo umore, avevo affinato la mia tecnica spompinatoria e poi avrei presto rivisto il mio Giulio!
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