Non eravamo ancora arrivati che Giulio ci vide da lontano, era sul grande terrazzo sul retro della colonia che dava verso il parco, corse scendendo una delle due rampe di scale esterne e attraverso’ il piazzale dove si ergeva la catasta di legna per il falo’ notturno. Quando me lo vidi davanti a momenti scoppiavo a piangere e lui mi abbraccio’ con un gran sorriso. -Finalmente siete arrivati, tutto OK?- Cercava di leggere dal mio sguardo se qualcosa mi avesse turbato-Tutto bene, ho qui’ una cosa per te che mi ha dato un montanaro. -Bene, me la darai dopo Mauro. Cosa ti devo Carlo?-Niente, niente il tuo Mauro si e’ gia’ sdebitato benissimo. -Cosi’ dicendo Carlo torno’ sui suoi passi e noi entrammo nell’edificio; intorno fervevano i preparativi per l’ultima sera del raduno, molti scout lavoravano allegramente fianco a fianco alle direttive dei loro responsabili piu’ adulti ed io non potevo fare a meno di pensare che forse anche loro ricevevano la loro dose di cazzo quotidiano. Luca ed io avuto il permesso di andare a lavarci ci fiondammo alle docce; sotto l’acqua scrosciante pensavo di non aver visto Pietro e nemmeno mi accorsi che Luca aveva gia’ finito lasciandomi solo. Mi passai la schiuma sul corpo liscio che sarebbe presto diventato grosso come quello di Giulio e tra le chiappe sode pensando a Pietro che mi attraeva e mi allontanava quando sentii proprio la sua voce dietro di me-Allora spero che non ti accarezzi il culo pensando al servizietto che ti ha fatto Carlo. -Sobbalzai voltandomi col cazzo che mi era venuto duro e lo vidi li’ di fianco-No, non pensavo a Carlo ma a Giulio. -Mentii. -Bravo lo sai che da ora il tuo culetto e’ solo del tuo istruttore e di nessun altro, i tuoi superiori li puoi accontentare solo di bocca e si strinse forte il bigolo fasciato dai calzoncini-Voltati, controlliamo che quello stupido forestale non abbia fatto danni, lo so bene che si diverte col suo bastone. -Mi voltai e divaricai le chiappe con le mani, sentii il suo grosso dito intrufolarsi nel buchetto piano piano e il mio cazzo si tese al massimo-Tutto a posto, ce l’hai ancora stretto. -Sfilo’ il dito e se ne ando’, lasciandomi li’ come uno stupido a culo a! perto e con la voglia inconfessata di lui. Tornai agli spogliatoi deserti un po’ amareggiato ma mentre mi stavo asciugando i capelli sentii un mugolio dietro gli armadietti, nudo e ancora bagnato sbirciai incuriosito e vidi l’amico bresciano di Giulio coi calzoni calati che si stava facendo fare una pompa dal suo giovane scout. Volevo filarmela, anche perche’ non mi era affatto simpatico, ma mi vide e con un sorrisino mi disse-Ecco il nostro Mauro fresco fresco della prima scopata della sua vita, immagino ti sia piaciuta la prova di ieri notte. . . adesso da bravo vieni qui’ a dare una mano ad Oscar. -Mi avvicinai, non potevo rifiutare, misi a terra la salvietta e mi inginocchiai ancora gocciolante a lato dell’uomo di fronte al suo maschietto. Mentre il bresciano era decisamente in sovrappeso, bassotto e con le cosce robuste per sostenere il resto del corpo, col cazzo con una cappella sproporzionata rispetto all’asta meno consistente da sembrare un chupa chupa , Oscar era un vero torello. Si era sfilato camicia e calzoncini e! potevo vedere intorno ai rosei capezzoli la prima peluria che si preannunciava folta e che avrebbe ricoperto quel corpo invitante, il labbro superiore era gia’ provvisto di baffetti scuri e il cazzo era grosso alla base e gia’ bello lungo, lucide goccioline di sborra uscivano dal buchetto , doveva essere al limite. . . L’uomo ci prese con le due mani la nuca e spinse le nostre facce una contro l’altra frapponendo il suo cazzo all’altezza delle nostre bocche e cosi’ comincio’ a muovere il bacino avanti e in dietro facendosi fare un segone con le nostre labbra. Io fissavo negli occhi il ragazzo e ci vidi simpatia e desiderio e mentre il responsabile si trastullava spingendo forte le nostre teste Oscar allungo’ la mano e mi prese l’uccello e cosi’ feci io. Almeno noi dovevamo essere solidali nel darci piacere, di li’ a poco il bresciano schizzo’ un forte getto di sperma contro l’armadietto di fronte, si rivesti’ soddisfatto e usci’ senza nemmeno guardarmi e ordinando al giovane di muoversi a raggiungerlo fuori presso falo’. Io mi avviai al mio armadio e non dissi nulla ma la mano di Oscar si poso’ sulla mia spalla, mi voltai e lo vidi ancora nudo ed eccitato con una gran voglia negli occhi, non ci fu bisogno di parlare, ci sdraiammo a terra in un 69. Lui succhiava e ciucciava rumorosamente e con una foga incredibile, io tranquillo mi infilavo tutto il minchione fino alle tossille provando e riprovando a tenerlo sempre di piu’ in gola senza soffocare. Quando sentii la sborra copiosa che mi riempiva la bocca mi svuotai anch’io i coglioni e sentii che se la godeva tutta leccando anche quando ormai non avevo piu’ crema da dargli. Io comunque stavolta riuscii a mandarla giu’ tutta, sentivo le sue contrazioni e i getti forti che schizzavano direttamente in gola trattenni il fiato e rimasi con il naso schiacciato contro il pube soffice fino a che non ebbe finito. Ci rivestimmo e Oscar si presento’ stringendomi la mano, era allegro e loquace e visto che gli ero simpatico mi svelo’ una conversazione che aveva origliato tra i diversi responsabili in mensa che mi riguardava. A quanto aveva inteso volevano ripristinare una vecchia usanza scout che da anni non veniva praticata, Giulio infatti aveva ricordato che sette anni prima era stato l’ultimo a subire tale rito in occasione della sua nuova nomina a capo squadriglia. Essendo io promosso di grado da poco in concomitanza col raduno. Tutta la comunita’ degli scout o meglio dei responsabili voleva salutare il nuovo arrivato organizzando la fiaccolata notturna secondo appunto un vecchio rituale ormai in disuso. Non ci capii niente, nessuno dei miei colleghi ne aveva sentito parlare in effetti se Giulio era stato l’ultimo a parteciparvi quando aveva la mia eta’ non potevo che chiedere a lui. Oscar comunque aveva sentito che Giulio si era opposto alzando la voce ma fu messo in minoranza, la tradizione doveva essere ripristinata e quale migliore occasione di quel raduno?Mi disse anzi che Pietro stesso aveva proposto la cosa e disse di tutto perche’ venisse approvata, invitando Giulio ad abbandonare gli egoismi personali. Fummo comunque talmente occupati che non ebbi piu’ modo di indagare, la sera cenammo davanti al grande falo’ , intonammo i nostri canti e tutti assieme rinnovammo la promessa di ritrovarci l’anno successivo, lo spirito di gruppo che si era creato tra gli scout di tutta la regione era forte e l’amicizia ci faceva sentire tutti fratelli. Andammo poi tutti a dormire stanchi e felici nelle nostre brande e Giulio mi promise che sarebbe venuto a trovarmi piu’ tardi. Quando nella mia camerata cadde il silenzio lui arrivo’ a destarmi, mi condusse per mano con un sacco a pelo sotto il braccio verso la terrazza sul retro all’aperto, sotto la luna, io stringevo nella mia mano il trofeo. Ci spogliammo e coricammo, finalmente soli ci abbracciammo, mi baciava appassionatamente accarezzandomi il viso senza posa. . . che buon odore aveva. Poi prese il trofeo e disse-Vedi l’ho fatto fare sulle misure del mio uccello per te, cosi’ tutte le volte che saremo lontani e mi vorrai sentire dentro di te lo infilerai pensando a me e al mio cazzo. Vorrei che tu ci incidessi col tuo coltello il mio nome. -Lo faro’- E per mostrarmi tutto il suo bene mi regalo’ una forte emozione, si chino’ verso il mio bacino e prese in bocca il mio fresco uccello. Mi abbandonai con un mugolio a quel pompino da brividi, le sue grosse labbra morbide succhiavano e il suo pizzetto mi solleticava le giovani palle, volevo darmi a lui con tutto me stesso e divaricai le gambe per invitarlo a frugare nel mio buchetto con le sue dita esperte. Poi mi volto’ di lato su un fianco e leccandomi un orecchio con la lingua calda si appoggio’ con tutto il suo immenso corpo alla mia schiena, sentivo l’arnese appoggiato allo spacco tra le chiappe che le divaricava per tutta la sua gonfia lunghezza . -Preparati a riceverlo. – Sussurro’ e mi penetro’ con decisione ma non trovo’ resistenza, lo presi in culo tutto con voglia e goduria e fui montato con affondi veloci e potenti. Le sue manone mi presero i fianchi e tenendomi stretto passo’ sotto di me stendendosi sulla schiena senza mai togliere il suo palo ed io mi ritrovai seduto su di lui , dandogli le spalle. La montata proseguiva senza soste mentre guardavo il grande falo’ ancora acceso sul piazzale, con forti spinte di reni mi faceva saltellare su’ e giu’ sul suo favoloso bigolo d’acciaio. Fu in quel momento che vidi avvicinarsi al fuoco un gruppo di una trentina di ragazzi, erano tutti i responsabili degli scout sbucati da non so dove, erano lontani ma li distinguevo bene, si stavano spogliando di mutande e magliette altri erano arrivati gia’ nudi coi cazzi mezzi mosci o mezzi in tiro, poi presero ognuno una torcia e intorno al falo’ l’accesero. Le fiamme proiettavano le ombre dei loro corpi e dei loro uccelli sul piazzale deformandoli, sembravano enormi titani dai lunghi bastoni che sbucavano tra le gambe. Mi voltai a guardare Giulio che mi disse con un filo di voce-Non temere cucciolo, comincia il saluto delle fiaccole, un vecchio rito scout, pensa solo che io sono sempre qui’ vicino a te. . . dentro di te. – Guardai di nuovo verso il cortile, la fiaccolata era partita, in fila indiana quegli uomini camminavano lentamente in direzione della terrazza dove eravamo, tenendo alta la fiaccola con una mano e con l’altra scrollandosi il cazzo per indurirlo per bene intonarono un canto a labbra strette, un po’ malinconico, e anche Giulio si uni’ al coro. Giunti sotto la terrazza salirono la rampa di scale sinistra e si avvicinarono a noi mentre io un po’ intontito rimanevo seduto col cazzo impiantato nel culo ad aspettare. La fila si fermo’ d’innanzi a me e il primo dei responsabili mi indirizzo’ la sua carne pulsante alle labbra, io non potevo che aprire la bocca e farci entrare la prima di tante minchie dure e pomparla come si deve. Giulio mi accarezzava la schiena mentre succhiavo e la melodia si diffondeva tutta intorno, alla luce della fiaccola vedevo quel bigolo senza volto lucido della mia saliva pronto ad esplodere, fu’ infatti poco dopo che mi riempi’ la bocca di succo di maschio, il canto dell’uomo si interruppe per i gemiti di goduria durante la sborrata per poi riprendere mentre si allontanava verso la scalinata che scendeva a destra. Non ebbi il tempo di assaporare quella sborra che fui riempito dal cazzo successivo e leccai e succhiai di nuovo. In un’atmosfera surreale, cazzo dopo cazzo, sborrata dopo sborrata, spompinavo tutti quegli uomini con avidita’, conobbi tutti i tipi di minchia , da quelle che mi costringevano a spalancare le mandibole a quelle che scivolavano con facilita’ nella gola piena di sperma. Alcuni preferivano lavarmi la faccia e il petto del loro seme che sentivo colare ovunque, anche sulle spalle scendendo lungo la schiena fino allo spacco tra le chiappe e al buco dove rigido il cazzo di Giulio mi impalava senza dar segno di ammosciarsi. Il bresciano lo riconobbi subito con quel cazzo ridicolo, mi scopo’ in bocca velocemente con le palle molli che sbattevano sul mio mento e la sua sborra passo’ direttamente nello stomaco perche’ mi tenne la testa ben premuta contro il suo bacino, cosi’ non ne sentii nemmeno il sapore. Alcuni mi tenevano per un orecchia ferma la testa e mi fottevano la bocca urlando come lupi, altri immobili lasciavano che fossi io a spompinare mentre mi sussurravano che ero lo scout piu’ troia che avessero mai conosciuto. Quando anche l’ultimo maschio svuoto’ i coglioni e gli vidi il culo che si allontanava verso le scale ero sfinito, le mascelle mi dolevano ed ero completamente bagnato e lucido di sperma. Ma due forti spinte del bacino di Giulio mi risvegliarono dal torpore, il suo minchione era ancora dentro di me e doveva venire, sobbalzai per poco perche’ con un grugnito anche il mio uomo mi riempi’ di sborra ma da dietro, ero sazio. -Grazie amore mio. – Mi disse. – Quando la sua bella bega si ammoscio’ sfilandosi dalla sua tana mi sollevo’ con le forti braccia e mi porto’ cosi’ alle doccie;senza dire una parola mi lavo’ e asciugo’ con infinita tenerezza, e in fine mi riporto’ sulla mia branda nella camerata dove gli scout dormivano ignari. -Come stai?– Benissimo sono solo un po’ stanco. -Hai fatto il tuo dovere, sono fiero di te.- Cosi’ dicendo prese il mio trofeo lo porto’ alle labbra e lo riempi’ di saliva poi lo appoggio’ appena al mio buco rilassato ed io spinsi indietro il culo prendendolo tut! to. -Buona notte Mauro. -Mi sussurro’ baciandomi sulla bocca . -Buona notte Giulio. – Mi addormentai cosi’ col suo cazzo di legno che mi dilatava l’ano, l’ultimo pensiero che ebbi fu breve ma intenso, tra tutti quei cazzi che mi ero ciucciato ne mancava uno, il piu’ grosso e nodoso, quello di Pietro che non aveva partecipato alla fiaccolata ne ero certo.
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