Giovanna è una ragazza di ventidue anni che studia Economia presso la Bocconi di Milano. È originaria del Sud Italia anche se dal suo aspetto fisico non si direbbe: è bionda, capelli lunghi un po’ oltre le spalle, occhi chiari, non molto alta, circa un metro e sessanta, ma con una terza abbondante e un culo da favola. Per tutti gli amici è una ragazza molto simpatica a cui piace parlare molto. In questo momento esce da una lunga storia d’amore durata circa quattro anni e andata molto male. Quella mattina, una giornata molto soleggiata, ma dalla temperatura non molto alta, stava recandosi all’Università a piedi, quando incontra un collega che si dirigeva nello stesso luogo e la invita a salire in auto. Marco, questo il nome del ragazzo, è anch’egli iscritto alla facoltà di Economia, ha ventiquattro anni, è originario di Milano. Non è quello che si può definire un bel ragazzo, è un po’ grasso, è alto un metro e settanta, è calvo, ma è molto socievole anche se nell’ultimo periodo si è un po’ isolato a causa di diversi problemi che ha avuto con la sua ragazza, ormai ex.”Non ti vedo da molto, Marco, come stai?””Un po’ meglio, grazie. Ti dispiace se accosto a questo telefono pubblico? Devo fare una telefonata urgente.””Vai, non preoccuparti, sto molto in anticipo rispetto all’inizio del corso.”La telefonata dura circa due minuti nella quale Marco sembra parlare con agitazione e spesso rivolge lo sguardo nell’auto. A Giovanna tutto ciò sembra strano, ma non dà peso più di tanto. Al ritorno in auto, parte molto spedito.”Puoi anche andare più piano, non ti preoccupare, non sto in ritardo..”Marco non risponde, sembra non averla proprio ascoltata. Giovanna pensa che la telefonata non sia andata proprio bene e decide di non parlare per non alterarlo. Dopo un po’, però, si accorge che quella che stanno facendo non è la strada per l’Università, anzi va in un’altra direzione, fuori città. Giovanna, preoccupata, dice: “Ma dove stiamo andando?””Non ti preoccupare, stai tranquilla.”Dopo circa quindici minuti di corsa, arrivano in una campagna, attraversano un cancello molto vecchio e si dirigono verso una cascina abbandonata. Mentre parcheggiano, arrivano altre due auto con rispettivamente quattro persone in totale. Giovanna non capisce, forse Marco ha un appuntamento, non immagina cosa le sarebbe accaduto.”Scendi dall’auto e seguimi”, dice Marco rivolgendosi a Giovanna. La ragazza esegue. Il suo cuore inizia a palpitare più velocemente. Gli altri quattro ragazzi non sembrano italiani, infatti non lo parlano correttamente, devono essere di origine slava. “Questi sono alcuni amici che in questi ultimi mesi mi hanno aiutato ad uscire dalla mia triste situazione. Come puoi vedere e sentire non sono italiani ma rumeni che lavorano qui saltuariamente. Non conoscono molte ragazze, così ho pensato che saresti stata contenta di fare nuove amicizie.””Cosa vuoi dire, Marco, che hai in mente?””Niente, solo vogliamo divertirci un pò con te, passare la mattina in modo diverso dal solito. Non ti va?””Smettila, accompagnami dove mi hai prelevata””Troppo tardi, dovrai accontentare le voglie di questi miei amici…””Sei uno stronzo, che ti ho fatto per avere questo?””Nulla, ma sento il dovere di sdebitarmi con questi amici. Ora assecondali, sarà meglio per te, non ti sarà fatto alcun male. Altrimenti saremo costretti ad usare violenza e non lo vogliamo!”Giovanna inizia a piangere a dirotto, pensa di scappare. Inizia a correre, ma subito uno degli slavi la prende per un braccio e la scaraventano a terra. Altri due la prendono in braccio, lei cerca di svincolarsi, ma la presa è troppo stretta e la portano all’interno della cascina, dove, una volta entrati, la scaraventano su un letto. Intorno si potevano notare preservati usati e gettati lì alla rinfusa, segno che il luogo era già stato usato per il medesimo scopo. Anche le lenzuola erano sporche e tutto ciò provoca ribrezzo a Giovanna che in un momento di distrazione cerca nuovamente di scappare, ma subito è ripresa, questa volta da Marco.”allora non hai capito nulla”, le dice, “dovremo usare violenza…!””Vi prego, non fatemi del male, ho capito, vi asseconderò…!””Ecco, ora incominci a ragionare…togliti i pantaloni e la maglietta”Giovanna esegue gli ordini e resta davanti loro con un completo nero, reggiseno e perizoma, che esalta il suo fisico.”Ora sdraiati sul letto e non fiatare, al resto penseremo tutto noi..!” e scoppia in una sonora risata. Giovanna fa ciò che le viene ordinato e si stende sul letto. Gli extracomunitari subito le saltano addosso, ma Marco li ferma dicendo: “Rispettate gli ordini!”Così gli slavi si dispongono intorno al letto, due sul lato sinistro e due sul lato destro e incominciano a toccarla tutta, non lasciano un centimetro di pelle non tastato. Le tolgono il reggiseno, passano le mani sul suo seno, si soffermano sui suoi capezzoli, li stringono tra le loro dita. Poi scendono lungo il ventre, le tolgono il perizoma e notano che ha la figa rasata, entrano con le dita all’interno delle labbra, solleticano il clitoride, le palpano il culo, giocano con il suo ano. Tutti questi movimenti provocano piacere a Giovanna che non sembra dispiaciuta, anzi sta godendo, le piace, dalla sua figa scende qualche goccia di piacere. Marco, notando tutto ciò, decide di entrare in azione. Si toglie i pantaloni, si abbassa il boxer e caccia il suo cazzo fuori. Si avvicina alla ragazza e glielo mette in bocca. Giovanna inizia a spompinarlo, lecca la sua cappella, massaggia le palle. Giovanna non aveva mai avuto cinque ragazzi tutti per lei ed in questo momento si sente molto soddisfatta e vuole partecipare da protagonista alla festa. Succhia sempre la sua cappella fino a quando il suo cazzo non diventa granitico e sborra nella sua bocca. Giovanna ingoia tutto, fino all’ultima goccia, ed è molto soddisfatta, ora dovrà però soddisfare gli altri. A turno tutti e quattro la penetrano in bocca, mentre Marco solletica il suo clitoride. Gli slavi riempiono tutti e quattro la bocca di Giovanna con la loro sborra che è tutta ingoiata dalla ragazza. Marco, visto che il suo cazzo andava indurendosi, la penetra con un colpo secco facendo emettere a Giovanna un grido di piacere: “Dai sfondami tutta, finalmente, non ce la facevo più, continua, mettimelo tutto dentro!” Sentendo queste parole Marco si galvanizza e si eccita ancora di più e la penetra sempre con maggiore violenza. Dopo un paio di minuti, Marco non resiste più e sborra all’interno della sua figa e Giovanna gode, infatti dalla sua figa colano un mare di umori. Ora è il momento degli altri quattro, che stavano aspettando con impazienza. Mentre uno di loro la penetra, gli altri si fanno smanettare, o si fanno fare un altro pompino, cosicché la ragazza è impegnatissima a soddisfarli. Tutti la penetrano e sborrano nella sua figa. Alla fine nella sua figa c’è una quantità di sperma non calcolabile.Passata una mezz’ora, Marco va a farsi una doccia e le dice: “Se vuoi, prima di tornare all’Università, puoi farti una doccia. C’è ma solo l’acqua fredda, dovrai accontentarti”. La ragazza accetta ed insieme si dirigono alla doccia che fanno insieme. Toccandosi a vicenda Marco ha di nuovo un’erezione, Giovanna lo nota e comincia a masturbarlo e gli dice: “Mettimelo in culo!”.Marco rimane sbalordito, la gira, la mette a novanta gradi e la penetra con un dito. Nota che entra facilmente, segno che l’ha già preso altre volte in culo, così prende il cazzo e glielo mette in culo. La ragazza grida e lo invita a continuare. La penetra fino in fondo e sente che il cazzo che tocca le pareti intestinali, questo lo eccita e riempie il suo intestino. Quando estrae il cazzo dalla figa, Giovanna lo pulisce con un pompino. Finiscono di farsi la doccia, si vestono e partono con l’auto in direzione Università lasciando gli slavi lì. Durante il tragitto non aprono bocca a vicenda e quando Giovanna sta per scendere gli dice: “Grazie !”.
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