E’ proprio vero: l’ultimo anno di scuola, una volta trascorso, ti porta molta nostalgia. Specie delle esperienze fatte… durante le gite scolastiche. Non potrò mai dimenticare, infatti, quello che accadde tra il 14 ed il 18 marzo del ’99, in una discoteca di una delle più belle e romantiche città della nostra stupenda Europa: Budapest. Budapest era davvero stupenda, con i suoi scorci e i suoi paesaggi a metà tra il romantico ed il grottesco, specie di notte. Non abbiamo mancato di visitare nulla, castello di Sissi incluso. Per me, ragazzo di 20 anni con una storia vecchia di 4 anni alle spalle, che vive in un paesino di provincia e si rompe a morte, quella doveva essere un’esperienza unica: questo era il pensiero che ebbi in mente dal momento in cui scrissi il mio nome tra quelli dei partecipanti su un foglio di carta nell’aula di computer della mia scuola. Sentivo dentro di me una carica fortissima, mi sembrava di essere l’uomo più forte del mondo e, considerate le mie poche esperienze, anche sessuali, fatte in 19 anni, forse avevo proprio bisogno di sentirmi in quel particolare stato psicologico. Devo dire che, durante i miei 5 anni in quell’istituto, non ho avuto mai problemi di sorta con le donne, anzi: seppure io non sono il classico “figo”, mi rendevo conto di come, in qualche modo, attiravo l’attenzione, forte della mia maturità e della mia cultura. E dentro di me pensavo: qui posso essere anche un bravo cacciatore, ma… se mi cimentassi con una preda straniera, che fare? Ovviamente, non mi persi d’animo, anche se sapevo che, se tutto fosse andato come dicevo io, sarebbe stata la mia prima volta. Sentivo che il mio corpo aveva voglia del corpo caldo e voluttuoso di una donna, e non riuscivo a darmi pace. Il mattino del 16 marzo, durante il nostro secondo giorno di permanenza a Budapest, mi svegliai con la testa che mi girava, ero eccitato, e soprattutto avevo un gran sonno (in 5 giorni avremo dormito sì e no 10 ore, io ed i miei amici!); a quest’ultima cosa ovviai facendo colazione e bevendo il fortissimo caffè dell’hotel dove pernottavamo: tre stelle sì, ma era una vera e propria bomba, sembrava uno degli alberghi di New York. Su questa magnifica città, che ho visitato rimanendo ad occhi aperti, scese la notte; e mai notte fu più romantica, quella del 16 marzo del 2000; infatti noi gitanti ci facemmo un giro sul Danubio con un ferry-boat, il tutto fino a mezzanotte. E, verso quell’ora, andammo tutti in una discoteca, con due sale, una per l’house ed una per la commerciale. Sapevo che tutte le ragazze del nostro gruppo avevano i loro “amichetti”, e forse pensavano che io fossi… un tantino dell’altra parrocchia. Ma in quella notte accadde qualcosa che li fece ricredere sul loro giudizio, anche se loro non sanno nulla di quello che mi è accaduto. Mentre stavamo ballando, noto in pista una bellissima ragazza, bionda, con gli occhi azzurri, ed un fisico che definire asciutto e statuario vuol dire veramente poco. Era vestita solo con un paio di jeans ed un top, senza indossare reggiseno. Ero già in estasi e carico perchè mi trovavo in una situazione assurda, e la visione di quella ragazza fece da cassa di risonanza sul mio corpo, sul mio cervello e, soprattutto sui miei genitali, che, per fortuna, non erano poi tanto soffocati in quanto indossavo una felpa ed un paio di jeans larghi. Rapida come un lampo, nella mia mente si fece strada un’idea: “L’inglese lo so parlare, siamo in ballo (ed io sto ballando), quindi… adesso vado da lei e vado a vergognarmi di me stesso ballandole vicino”. Sapevo che era da matti fare una cosa del genere, e sapevo che era irrazionale ed assurda una cosa detta da me, che sono sempre stato un tantino timido ed anche troppo cerebrale. Ma il mio istinto mi diceva che dovevo vincere la timidezza, lì non c’era nessuno che poteva controllarmi veramente od inibirmi. Per cui, vedendo che a questa ragazza (aveva un nome ungherese, e siccome non me lo ricordo la chiamerò Britney) io non davo fastidio, (anzi!) incominciai ad avvicinarmi un po’ di più a lei e feci scivolare le mie mani sui suoi fianchi. Fu elettrizzante: mentre la toccavo sentivo il mio arnese che cominciava a muoversi e a svegliarsi. Anche lei fece la stessa cosa e di colpo ci ritrovammo a ballare insieme, ignorando completamente gli altri. I nostri corpi si ritrovarono praticamente vicinissimi, ed io potei sentire il buonissimo odore di mela del suo corpo che arrivava da sotto il suo collo. Ad un certo punto lei mi fa (in inglese, ma io ve lo dico in italiano): “Cavoli, sai ballare davvero bene! Di dove sei?” Ed io “Sono italiano”. Appena le dissi così, non so per quale motivo, vidi i suoi stupendi occhi azzurri illuminarsi ed il suo sguardo cambiare improvvisamente. Mi prese per mano e mi portò nel bar, distante pochi metri dalla pista da ballo. Ordinammo due Campari (non mi sono stupito che lì ci fosse qualcosa di italiano), e lei cominciò a tempestarmi di domande: come mi chiamavo, cosa facevo ed il motivo per cui ero li. Mentre parlavamo lei comincia ad accarezzarmi le mani e le gambe e, nel momento in cui mi sfiora la mia tasca destra, sentì la forma della custodia del mio profilattico, che io mi ero procurato per ogni evenienza (!). Si avvicina e mi sussurra all’orecchio: “Ti porto in un bel posto. Vuoi venire con me?”. Senza pensarci due volte, dissi di sì. Ci prendemmo per mano come due innamorati, come due che si conoscevano da una vita; come… se sapessimo entrambi che in quel giorno e a quell’ora ci saremmo dovuti incontrare. Scendemmo sotto, lei aprì una porta, che portava in una specie di ripostiglio, dove c’era un letto. “Incredibile”, pensai tra me e me. Io mi stesi e lei si mise a cavalcioni su di me, mi guardò negli occhi e mi disse: “Lo sai che non l’ho mai fatto con un italiano?”. Ed io le dissi: “Lo sai che io non l’ho mai fatto prima?”. E lì iniziò una danza, la danza della mia iniziazione sessuale. Il mio pene era diventato di acciaio, e dentro quei boxer stava esplodendo. Sembrava un cane del corpo K-9 che aveva sentito l’odore fortissimo di un sacchetto di coca! Britney iniziò a baciarmi, tenendo le sue labbra incollate alle mie. Che sapore stupendo! Il nettare delle api! Mentre le nostre lingue danzavano, iniziammo a spogliarci, e mentre io toccavo con mano per la prima volta il corpo di una ragazza (straniera per giunta), lei mi faceva sentire le sue mani sul mio corpo: mi massagiava il petto, me le passava tra i capelli, e su tutto il corpo. Anche io la accarezzai tutta, divenni bollente tutto di botto e la mia eccitazione stava salendo alle stelle, lei se ne accorse e slacciò i miei jeans e tirò giù i boxer. “Mio dio”, esclamò, vedendo il mio arnese pulsare di piacere, dritto e duro. Niente niente, lei decise di cominciare tirandomi una pompa, anche perchè sarei venuto anche troppo presto, e lei lo capì. Mentre lavorava su di me, la mia lingua stava letteralmente bagnando tutto il suo corpo, in special modo i suoi seni, belli, proporzionati e duri (comunque abbastanza grandi). Da lì non ci misi molto a scendere, passando prima per l’incavo tra quelle due montagne di carne che erano le sue morbisiddime tettone, in mezzo a quel meraviglioso e fantastico spettacolo che era la sua vulva, opulenta, bagnata fradicia al punto giusto. Cominciai ad allargare delicatamente quel fantastico buchino e a disegnare con la mia lingua ogni piccolo particolare di quella paradisiaca visione, riempiendomi, di quel gustosissimo nettare che erano i suoi umori, la bocca, ed arrivando a titillare quel grilletto invitantissimo: la clitoride. Lei non ci mise molto a venire, così prese il mio preservativo, lo aprì, e prima di mettermelo, per contraccambiare, fece cadere qualche goccia di saliva sulla mia cappella e cominciò a succhiare abilmente il mio cazzo. Tentavo di resistere ma Britney era infaticabile: continuava a succhiare come una dannata e sparsi il mio seme nella sua bocca. Ben dieci fiotti le riempirono la bocca e lei lo ingoiò tutto. Pensava fosse finita lì, ma, non so nemmeno io bene come, passati che furono cinque minuti durante i quali lei mi succhiò abilmente testicoli, verga e punta, il mio bestione ritornò turgido. Prese così il profilattico, me lo infilò, e tornò di nuovo su di me, come all’inizio. Era uno spettacolo davvero divino poter vedere il suo stupendo corpo nudo, umido del suo odore, che mi stava facendo sentire come un missile sul punto di partire per la Luna. Nel momento in cui il prepuzio del mio sesso cominciò a sfiorare le grandi labbra della sua passera, benchè coperto da un profilattico, mi sentivo percorso come da fortissime ed irrefrenabili scariche elettriche. E, quando finalmente entrai in quella vagina così calda, stretta (anche lei aveva avuto le sue prime esperienze, mi disse in un secondo momento), quasi materna, mi sentivo come abbracciato da lei, era stupendo poter sentire il suo calore, anche perchè lei era letteralmente bagnatissima e bollente. Nel momento in cui la penetrai, avemmo entrambi un sussulto, e cominciò una danza in cui Britney fece la sua parte per dieci minuti buoni. Mi cavalcava come una dannata, lentamente, ed io la lasciavo fare perchè sentivo che la mia eiaculazione era ancora lontanissima, per cui andava benissimo così. Un godimento davvero unico!!! Il suo orgasmo fu davvero foriero, e portatore di ulteriori morbosità. Invertimmo la posizione (io sopra e lei sotto), e lì cominciai io a cavalcarla dannandomi l’anima, il tutto con una naturalezza decisamente disarmante per essere la mia prima volta; pensai tra me e me: “però, non mi ha fatto male leggere quantità industriali di libri sul sesso!” . Rimasi stupito, poichè era la mia prima esperienza sessuale, per la potenza dei colpi che le assestavo, che comunque le stavo dando in progressione. Nella foga, tutte e due le mie mani danzavano su quel corpo, la destra sui seni e la sinistra sulla clitoride; di tanto in tanto le tiravo su, ad artiglio, le grandi labbra della sua fichetta, per non farle stringere ancora di più quel pertugio così fantastico, che già di suo mi regalava sensazioni stupende. Mentre fottevo Britney, la mia testa andava in giro, ero in estasi completa. Altri venti minuti dovettero passare, e Britney ebbe ben quattro orgasmi; il più bello di tutti fu l’ultimo, anche perchè, dopo il terzo, sentivo che la mia cappella stava esplodendo all’interno di quel corpo, e le palle mi facevano male. Quando Britney mi strinse per l’ultima volta, mi lasciai andare e le inondai letteralmente quella vagina, stretta e fantastica. Uno, due… ben diciannove colpi fortissimi, corrispondenti ad altrettanti fiotti di sborra bollente, bianca e densa che le regalarono (e mi regalarono) un piacere immenso, sconfinato, indescrivibile per quanto bello potesse essere. Insomma, sono stato fortunato: orgasmo simultaneo. Gridammo fortissimo, tanto che io sentii accentuarsi dentro di lei il movimento del mio arnese. Fu una sensazione talmente bella, e piacque così tanto anche a lei, che Britney decise di farmi un regalino. Infatti, non appena lei si ritirò, mi sfilò il profilattico, e da lì versò parte del mio liquido seminale (che era davvero tantissimo!) nell’incavo dei suoi seni. Mi prese il pene, incredibilmente ancora rigido, cominciò a spargere il seme, ed io trascorsi ancora dieci minuti con lei, facendomi massaggiare in bocca il mio arnese ed alternando il tutto con delle morbide spagnolette. Venni così ancora una volta, schizzando in piena libertà, in faccia a lei. Sentire tutto quello sperma venire fuori, tirato via dal mio corpo da una ragazza come lei, fu una sensazione stupenda: ogni orgasmo che io ebbi, infatti, lo notai dieci volte di più rispetto a quando, per esempio, mi masturbavo; riuscivo, in quegli attimi, a sentire tutto il percorso che lo sperma faceva, dai testicoli alla punta del pene passando per i due canali deferenti. Tornammo in pista più uniti che mai, guardandoci negli occhi e lanciandoci occhiate di fuoco. Le dissi all’orecchio: “E’ stato bellissimo; vorrei non andare via, ma purtoppo non posso rimanere qui; grazie Britney, non ti dimenticherò mai”. Lei mi rispose: “Sei stato davvero bravo, per essere stata la tua prima volta. Se verrò in Italia ti cercherò ovunque tu sarai.”. Ci baciammo ancora a lungo, poi tornai su in pista. I miei compagni stavano ancora ballando. L’unico che si rese conto della mia assenza, ma che forse aveva capito tutto, era il mio prof. di italiano, che mi chiese: “Ma dov’eri?”. Gli risposi: “In un posto più bello del paradiso, professore!”. Sapete, durante il viaggio di ritorno telefonai a mio fratello, il quale mi chiese se era diventato zio; al che gli dissi io: “Stai tranquillo, è tutto a posto! Che, vuoi farmi inguaiare giovane?” Ripensando a questa incredibile (ma vera) vicenda, delle volte Britney mi torna in mente; e, siccome una cosa l’ho imparata, e cioè che non sai mai cosa ti riserva la vita, chissà, magari un giorno la rivedrò…
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