Era la terza sera della nostra vacanza a Parigi. Mirna per uscire a cena si stava rifacendo il trucco davanti allo specchio. Si legò i capelli per mettere in evidenza un paio di orecchini pendenti, piccoli accorgimenti che la facevano sembrare una donna fatale. Si fece scivolare il sobrio tubino che indossava e mi lasciò a bocca aperta. Era completamente nuda indossava soltanto calze nere e reggicalze . “Ho girato così tutto il giorno e non te ne sei neppure accorto-mi disse” accoccolandosi tra le mie braccia “Ieri sera mi hai eccitata molto però mi hai fatta sentire… – abbassò gli occhi e dopo un attimo di esitazione riprese – una puttana” disse con un filo di voce. Sorrisi la girai verso lo specchio. Ci guardammo scivolai con una mano sul suo sesso ed iniziai ad accarezzarglielo, mentre le facevo sentire quanto fossi di nuovo eccitato anch’io.“Mi sono vergognata con quegli abiti seminuda, indecente, chi mi ha visto avrà proprio pensato che fossi una battona.” Le chiesi di rivestirsi allo stesso modo e che mi eccitava molto vederla così. “mi vuoi proprio come una troia” Aprì un cassetto e tolse l’abito della sera prima, lo indossò e l’aiutai ad allacciare il nodo dietro al collo. Si mise i sandali con i tacchi. Allacciò il cinturino attorno alla caviglia. Si mise un rossetto rosso fuoco che non le avevo mai visto e degli ombretti grigio-neri calcando la mano. Non l’avevo mai vista truccata così pesantemente e l’effetto era elettrizzante . L’effetto era veramente quello di una puttana d’alto bordo. Sorrisi dicendole che sarebbe stata perfetta per l’appuntamento con lo sconosciuto della sera prima. “E’ così che mi vorrebbe vedere quel porco? ” Annuii. Mirna mi chiese se pensavo veramente di portarla da lui perchè un conto era esibirsi per me e già si vergognava a girare per la città vestita in quel modo, figurarsi se poteva accettare di ripresentarsi da quel tipo vestita in quel modo. “ Non sappiamo neppure chi è, mi mette i brividi” La abbracciai. La sentivo fremere.”Ma ti piace farti trattare come una puttana?” “sono già la tua puttana,ma sono anche tua moglie, non puoi chiedermi di accettare di andare ad un appuntamento con uno sconosciuto vestita da troia. ” “Però -le dissi- non ti sei tirata indietro ieri sera e hai lasciato che ti scoprisse il culo e non dirmi che non te ne eri accorta.”. Non fiatò. Aprii la porta la presi per mano e mi seguì. Era favolosamente sexy : un taxy ci lasciò poco distanti dal ristorante della sera prima. Ci incamminammo e Mirna stringendomi la mano ripetè che si vergognava e che non avremmo dovuto ritornarci. Stavamo per entrare nel locale quando facendoci sussultare Alfred ci bloccò. Si complimentò per la mise di mia moglie facendo delle sottili allusioni al corpo da favola e sul fatto che era giusto valorizzarlo in tutti i modi, poi ci indicò la sua auto invitandoci a salire per raggiungere un altro locale che aveva scelto per la serata. Con qualche titubanza accettammo. Alfred invitò Mirna a sedere davanti dalla parte del passeggero. Le feci un cenno di assenso. Mi accorsi di quanto la gonna fosse indecentemente corta. Mirna seduta al suo fianco per tutto il viaggio cercò di stirarsi l’orlo per coprirsi le gambe più che poteva. Il locale scelto era in una traversa di rue Blanche: luci soffuse musica soft, al centro una pedana da ballo e attorno dei tavoli con degli sgabelli. Sedendosi sullo sgabello l’orlo della gonna risalì irrimediabilmente scoprendole il bordo delle calze ed anche se cercò di accomodarlo tirandolo in basso non riuscì a coprirsi più di tanto. Lo sguardo di Alfred fissò quello spettacolo dicendole che era un peccato coprire due belle gambe come le sue per giunta rese ancor più affascinanti dal fatto che portava calze e reggicalze. Restammo senza parole. Io fingevo indifferenza, Mirna mi guardava persa e comprensibilmente imbarazzata anche perché chile passava vicino gettava sguardi compiacenti su quello spettacolo. Lentamente la pista si animò e fu inevitabile che Alfred la invitasse a ballare.Quando il ballo finì, Alfred si complimentò con lei. Io ero a dir poco sconvolto. Non avrei voluto di certo lasciare mia moglie nelle mani di un altro eppure era successo, non solo ma uno sconosciuto si avvicinò al nostro tavolo e rivolgendosi ad Alfred gli chiese se Mirna potesse ballare con lui. Mirna non fiatò e Alfred gli fece un cenno di assenso come se fosse la sua donna. Mirna lo seguì. Alfred guardava Mirna ballare senza dire nulla. Poi improvvisamente mi chiese quanto la pagassi per sera. Gli risposi seccato che Mirna era mia moglie. Per niente sconvolto riprese dicendo che ero fortunato ad avere una moglie così e facendosi serio e arrogante mi chiese se girava sempre nuda sotto i vestiti. Non sapevo cosa rispondergli. Lui continuò dicendo che chiunque ballando con lei se ne poteva rendere conto. Guardai verso la pista dove lo sconosciuto teneva Mirna ben stretta con le mani ben ancorate attorno alla sua vita. Quando Mirna tornò a sedersi con noi Alfred tirò fuori dalla tasca delle foto che la mostravano nel famoso ristorante della sera prima con la gonna sollevata e parte del culo scoperto. Eravamo allibiti. Alfred si scostò un attimo e lo vedemmo parlottare in mezzo alla sala. Neppure il tempo di reagire che Alfred era di nuovo da noi accompagnato da un altro uomo. Rivolgendosi a Mirna le disse che il suo amico voleva ballare con lei e senza aspettare risposta la prese per mano e la spinse verso l’estraneo. Con mio stupore Mirna non si ribellò. Mentre lei ballava un altro tizio si avvicinò al nostro tavolo. Era evidente che conoscesse Alfred. Indicò Mirna e senza mezzi termini parlarono di lei come di una puttana, poi se ne andò con la promessa di poter ballare pure lui con Mirna. Così passò ancora una buona mezz’ora dove Alfred la costrinse a ballare con altri sconosciuti che poterono godere abbondantemente delle sue grazie. Mia moglie aveva ballato con degli sconosciuti ed era stata esibita, palpata senza che né lei né io ci ribellassimo. Cercai di indignarmi con Alfred che calmo mi fece osservare che vestita in quel modo era naturale passare per una puttana. Gli ribattei che aveva capito male che non era quel genere di donna che lui si immaginava. Sarcastico mi rispose “può essere vero, ma sta o no andando in giro seminuda a farsi palpare da tutti gli sconosciuti del locale? – e, facendosi volgare, aggiunse- sentendo tutti i loro cazzi in tiro mentre si strusciavano a lei.” Ero senza parole. Mi sfidò a provare se non fosse vero quello che mi stava dicendo. Quando Mirna ritornò tra noi non le diedi tempo di sedere e la portai a ballare. Abbracciai mia moglie e finalmente potei ballare con lei. Le mani sulla sua vita permettevano sicuramente di capire che sotto l’abito era completamente nuda. Stringendola sentii il mio sesso scoppiare contro di lei. In un momento capii che tutti quelli che avevano ballato con lei avevano potuto provare la mia stessa sensazione appoggiandole contro l’uccello, e quindi anche lei non avrebbe potuto fare a meno di sentire tutti quei sessi contro il suo corpo coperto da pochi millimetri di stoffa. Alfred aveva ragione. Mirna ci stava provando gusto a farsi trattare da puttana? Era troppo e per quanto eccitato dalla situazione prevalse la mia gelosia. Presi Mirna per mano e la portai fuori dal locale. Alfred ci raggiunse e si offrì di riaccompagnarci in albergo. Risalimmo in auto, ma davanti al nostro albergo, si fermò, accese la luce interna Alfred le guardò le gambe scoperte fino al gancio del reggicalze. Prese dal cruscotto qualcosa, una polaroid e improvvisamente le scattò una foto mentre noi due restammo inerti. Ripartendo le appoggiò una mano sul ginocchio ed iniziò ad accarezzarlo salendo lentamente verso le cosce nude di Mirna. Stavo per fermarlo ma Mirna gli prese con decisione la mano allontanandola da se. ”ti sei fatta palpare da tutti hai sentito tutti quei cazzi, e vuoi fare la santarellina? Siete venuti voi a cercarmi”. In che situazione ci eravamo cacciati era un gioco tra me mia moglie ed ora mi trovavo con lei scosciata, sull’auto di uno sconosciuto che la stava insultando. Che bel casino avevamo combinato. Potevamo ribellarci? O non volevamo ribellarci? A me quel gioco stava eccitando e non poco e Mirna che aveva ballato senza ribellarsi stava provando lo stesso piacere? Alfred fermò l’auto in una via buia si girò e le disse di scendere e passeggiare per strada come se fosse una puttana. Chiesi a Alfred di smettere . Lui seccamente ribattè che era proprio quello che Mirna desiderava fare. Mirna teneva gli occhi bassi. Lui si allungò verso di lei e le sollevò il mento. Mirna riabbassò lo sguardo. Il cuore mi batteva, volevo che Mirna si ribellasse ma non lo fece. Alfred sostenne che se eravamo li era perché cercavamo delle emozioni e lui ce le avrebbe date ma che si doveva fare come diceva lui senza obiettare nulla. Non riuscivo o non volevo trovare una via d’uscita, perché l’idea di continuare mi eccitava. Mirna era così impudicamente eccitante. Lei che non aveva accettato di fare giochi erotici diverso dalla solita routine in camera da letto in poche ore si era completamente trasformata .Ora non era più la mia puttana ma una bambola sexy in mano ad uno sconosciuto. Visto che non dicevo nulla Alfred scese dall’auto aprì la portiera dal lato di Mirna invitandola a scendere. Quando lo fece la gonna risalendo le scoprì generosamente le cosce . Alfred non si fece scappare l’occasione per scattarle un’altra foto. Risalì in auto lasciandola sola sul marciapiede, richiuse la portiera e senza ritegno le gridò di camminare davanti a noi. Mirna senza guardarmi iniziò a farlo. Alfred le gridò di sollevarsi la gonna in modo da lasciare in vista il culo nudo e le calze con il reggicalze. Non ci potevo credere, Mirna, la mia mogliettina così pudica prese il bordo della gonna e lo sollevò lasciando prima ben in mostra l’orlo delle calze ed infine le chiappe. Con il mio consenso uno sconosciuto stava usando la mia adorata mogliettina come una puttana. Poi le gridò di muovere il culo. Mirna prese ad ancheggiare lascivamente. Le scattò qualche foto e avviò la macchina . Se fosse passato qualcuno non avrebbe avuto dubbi nel considerarla una volgare puttana che vicino ad un’auto ferma cercava di abbordare dei clienti. Un altro flash la immortalò ancheggiante lungo il marciapiede Sotto il vestitino i capezzoli tesi sembravano esplodere dimostrando quanto anche lei si stesse eccitando. Il cuore mi batteva mi vergognavo e nello stesso tempo ero paurosamente eccitato “ Il culo di vostra moglie è stupendo e poi mi sembra che ci sappia fare come puttana; una donna così non può che desiderare di essere ammirata da domani la faremo andare in giro vestita sempre da troia : ho un posticino dove se me la portate le rifacciamo l’intero guardaroba”. Quanto fosse vero non potevo saperlo ancora e anche se al momento non badai a quella frase, purtroppo sarebbe finita proprio così . Alfred fermò l’auto e ridiscese; si avvicinò a Mirna appoggiò la mano sul culo di mia moglie che non reagì. Non vedendo alcuna reazione lentamente le sollevò il vestito scoprendole completamente il culo. In silenzio guardavo la scena dall’auto, mentre lui continuava a trattarla come una puttana scattandole altre foto “ Sei una porca l’ho capito subito che morivi dalla voglia di lasciarti trattare come una volgarissima puttana”. Non avevo la forza di reagire, in fondo era il gioco che avevamo immaginato la sera prima nella nostra camera d’albergo. Ritornai alla realtà quando sentii la voce di Alfred “ Per adescare qualcuno devi sembrare più puttana” . Mirna per un’attimo lo supplicò di smettere. Io cercai di intervenire ma mi fermai quando Alfred la fece appoggiare ad un lampione con una gamba appoggiata, le slacciò il nodo dell’abito attorno al collo e facendolo scivolare le scoprì una tetta, poi le portò una mano sul fianco si scostò e scattò un’altra foto. Era l’apoteosi della volgarità il ritratto tipico della puttana; la fermò ed imperiosamente le ordinò di togliersi completamente il vestito. Non riuscivo a dire una parola. Avevo il cuore in gola ero eccitato e non impedivo ad Alfred di continuare. Mirna come un automa si calò l’abito restando completamente nuda in calze e reggicalze in mezzo alla strada; Alfred sorrise scattò un’ultima foto e le disse di risalire in auto. Mirna raccolse il vestito e Alfred glielo strappò via dicendole di sedersi nuda dietro con me. Quando Mirna mi fu vicino Alfred rimise in moto l’auto. Io ero eccitato, portai una mano sulle tette di Mirna, i capezzoli era due nocciole. Le accarezzai una gamba e poi scivolando sulla calza fino alla coscia nuda arrivando al suo sesso fradicio; in silenzio entrambi eccitati ed incuranti della presenza di Alfred ci lasciammo andare. Mirna mi infilò la mano nei pantaloni. Eravamo consapevoli della nostra depravazione e ne stavamo godendo fino a raggiungere insieme l’orgasmo. Alfredo fermò l’auto. Le parole di Alfred non ci inibirono anzi ci eccitarono ancor di più. ”Vedo che la troietta si è data da fare, bene visto che le piace esibirsi, avrei un’altra idea.” Mi chiese di passare alla guida. Sentii un groppo in gola. Mi girava tutto; Alfred spalancò la portiera. Mirna si coprì come possibile con il suo vestitino. Quasi senza rendermene scambiai il posto con lui. Ora Alfred era seduto dietro vicino a mia moglie. Mi indicò la strada da seguire. Sistemai il retrovisore. Appena il tempo di sentire Mirna sospirare un “no la prego” e senza opporre la minima resistenza lasciarsi sfilare dalle mani il vestito che la copriva. Ora Mirna era seduta nuda vicino ad uno sconosciuto. Le luci della notte rendevano tutto così irreale. Potevo vedere solo una mano di Alfred accarezzare una tetta di Mirna ed intuire soltanto dove stesse mettendo l’altra. Alfred non perdeva di vista neppure la strada e mi dava in continuazione delle indicazioni finchè arrivammo ad un ampio spiazzo. Mi fece fermare l’auto ed accendere la luce interna. Mi girai. Mirna se ne stava a gambe aperte godendo ancora delle carezze di Alfred che stranamente non aveva cercato di ottenere altro piacereda lei. Alfred mi porse la macchina fotografica e mi chiese di scattare una foto . Inquadrai l’obiettivo , sentii il sesso esplodere scattando la foto a mia moglie in calze e reggicalze palpata da uno sconosciuto. Mi sentivo perso. Alfred abbassò le sicure delle portiere e mi disse che Mirna stava per offrire uno spettacolo impagabile. Non ebbi il tempo di capire quella frase che alzando gli occhi mi trovai due visi sconosciuti che guardavano dentro l’auto e subito dopo altri tre. Eravamo circondati da guardoni. Mirna impaurita ci supplicò di andarcene. Lui le accarezzò di nuovo le tette e la sua fighetta sostenendo quanto fosse un peccato non lasciare che altri non potessero godere di tanta bellezza. A quel punto Alfred si sfilò la cerniera dei pantaloni e lasciò che il suo membro eretto ne scivolasse fuori. Ero fuori di me lo minacciai di chiamare la polizia e lui borioso mi disse di fare pure. Restai di sasso con il telefonino in mano e senza possibilità di scelta: lo vidi guidare la mano di mia moglie sul suo sesso. Era quello il suo programma esibire mia moglie a dei guardoni mentre lei lo masturbava? Gli altri fuori facevano probabilmente altrettanto. Alfred schizzò e Mirna retrasse la mano come schifata. Con un gesto di stizza Alfred si asciugò con l’abito di Mirna. Poi spinse Mirna verso il finestrino schiacciandole le tette sul vetro. Alfred schiacciò l’interruttore abbassa vetri di circa dieci centimetri. Mirna si scostò dal finestrino mentre una, due tre mani entrarono. Furioso imprecai verso Alfred. Lui calmo accarezzò la figa di Mirna e mi allungò la mano mostrandomi quanto fosse bagnata. Le mani intanto frugavano nel vuoto dell’interno della nostra auto e gridavano ogni volgarità verso Mirna; “hai avuto un gran successo a quanto pare- disse rivolto a Mirna- non vuoi concederti ancora?” Gli dissi che era pazzo a pensare che mia moglie si prestasse a quel gioco. Mi sbagliavo. Mirna senza resistergli si lasciò spingere verso quelle mani che iniziarono a scivolare sulle sue tette e giù fino dove l’apertura del finestrino glielo permetteva. Mirna gemeva sotto quelle carezze. Lo spettacolo era vergognosamente osceno, mia moglie godeva accarezzata da guardoni che si stavano contemporaneamente masturbando.“Se ti sbattessi giù in mezzo a loro?” Alfred fece per aprire la portiera. Mirna era ormai troppo eccitata per capire cosa sarebbe successo. Io però non potevo accettare una cosa del genere. Gli gridai che era pazzo. Ma se l’avesse fatto mi sarei opposto? Invece Alfred si limitò a gettare l’abito di Mirna dal finestrino. Quelli che circondavano l’auto lo raccolsero e annusandolo chiesero più di una volta di far scendere “la puttana”. Poi uno di loro prese l’abito e come un feticcio lo utilizzò per masturbarsi; in preda ad una specie di gesto simbolico anche gli altri strappandosi il vestito di Mirna dalle mani fecero altrettanto ed ognuno riversava su quella stoffa i fiotti della loro eccitazione. Vedendo che ce ne stavamo rinchiuse nell’auto poco alla volta se ne andarono tutti. Mirna si lasciò cadere esausta sul sedile, si abbracciò le tette quasi per coprirsi pudicamente e chiese con un filo di voce di tornare in albergo. Alfred sorridendo aprì la portiera dalla parte di Mirna e le chiese di scendere a riprendersi l’abito visto che non poteva tornarsene nuda in albergo. Lei non obiettò neppure e nuda corse verso l’abito lo raccattò e subito lo lasciò cadere schifandosi visto che era tutto invischiato di sperma. Scesi dall’auto raggiungendo Mirna per non lasciarla sola. Alfred era ritornato al posto di guida. Quanto fosse perverso lo capimmo subito dopo quando facendole osservare il suo vestito buttato per terra mi chiese “chissà se a vostra moglie fa schifo solo il mio sperma?” e sogghignando le disse che non poteva avere scelte o rientrava nuda in albergo o indossava quell’abito. Mirna lo raccolse. “Mi fa schifo” disse con un filo di voce. Alfred appoggiato al finestrino non le lesinò l’ultima foto. Accese le mezze luci e rivolgendosi lei “avanti troietta lo sappiamo che l’odore dello sperma ti eccita. Lo so che muori dalla voglia di sentire tutto quel seme su di te” Avrei dovuto cercare una soluzione; Mirna supplicava Alfred “ la prego, non voglio, mi fa schifo” ma sollevò quell’abito. Rabbrividii all’idea eppure restai impietrito nel vedere Mirna infilare le gambe nella gonna sollevandosi l’abito. Guardandole i capezzoli diventare turgidi capii come Alfred avesse ragione. Più si sentiva degradata nel continuare e più godeva. Sollevò la zip e annodò l’abito al collo. Alfred sorrise “ti piace sentirti tutto quello sperma addosso- e rivolto a me- sentite come puzza l’avreste mai immaginato un’ora fa che vostra moglie si sarebbe fatta un bagno di sperma?” Ci avvicinammo all’auto. Alfred se ne guardò bene dal farci salire. Ci indicò una fermata di metrò e riaccesa l’auto partì. Cosa avevamo fatto, come era potuto succedere che una seria signora come lei si fosse lasciata andare a tanto iniziando un gioco che non eravamo riusciti a tenere sotto controllo? ma, quel che era peggio, uno sconosciuto girava per la città con foto che la immortalavano come una puttana. Senza scelta scendemmo nel metro. Le luci la rendevano ancor più laida con quel mini abito stropicciato e fradicio che puzzava di sesso. Raggiungemmo l’albergo senza parlare. Il portiere di notte la guardò e facendola sentire ancor più sporca mi chiese maggiore riservatezza invitandomi a non portare prostitute in albergo; non trovai il coraggio di dirgli che era mia moglie. Raggiungemmo la stanza dell’albergo. Si levò l’abito restando in calze e reggicalze; il suo magnifico corpo era completamente impiastrato di sperma. Mi guardò “scopami ho voglia di te” La puzza era pungente ma mi eccitava l’idea di possederla come una puttana. La presi alla pecorina penetrandola senza difficoltà. I colpi divennero sempre più decisi e penetranti, non la riconoscevo più era trasformata, era diventata quella femmina che ogni marito avrebbe voluto possedere. Pudica e composta di giorno amante e puttana di notte, ma mi sbagliavo perché quello non era che l’inizio della sua depravazione; nei giorni successivi Alfred le avrebbe fatto provare tutto quello che in anni di matrimonio neanche mi sarei immaginato incominciando un masochistico cammino senza ritorno fatto solo di umiliazioni, degradandosi oltre ogni limite, insegnandole a godere nella vergogna senza poterne più fare a meno.Il giorno dopo Alfred ci avrebbe lasciato in albergo un plico con alcune delle foto, più volgari di quanto pensassimo, ed una lettera che diceva più o meno “quello che vostra moglie si è lasciata fare ieri sera non è niente in confronto a quello che voglio da lei. Vi aspetto in rue Pi… n…. alle 15.30. So che non mancherete”
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