Quando mi sveglia il mattino seguente la serata passata con Alfred , Mirna dormiva al mio fianco a pancia in giù, nuda, ancora con le calze ed il reggicalze. Il corpo era ricoperto di chiazze rinsecchite e l’abito della sua vergogna era ai piedi del letto accartocciato. Le accarezzai il culo facendola svegliare. Mi sorrise sussurrandomi “ti amo”.Si lavò e si profumò ben bene per scendere e fare colazione. Guardandola così sobria, niente trucco, un tubino nero al ginocchio con una cintura in vita, non aveva più nulla della sensuale femmina della sera precedente. Forse era meglio così, volevamo qualcosa di emoziante, l’avevamo avuto, basta sorprese. Ma la sorpresa la trovammo alla reception. Ci era stato recapitato un plico. Era di Alfred, conteneva alcune delle foto della sera prima, già le foto e chi se le ricordava. Erano più volgari di quanto si potesse pensare. Sentivo la testa ronzare: come avevo potuto permettere che uno sconosciuto fotografasse mia moglie concia come una volgare puttana da strada? tuttavia rivedendola in quelle pose sentii il mio sesso premere contro ipantaloni. Insieme alle foto una lettera che conservo ancora: “Da come si è lasciata esibire così laidamente e senza esitazione pensavo fosse una puttana, non vostra moglie. Poi ho anche scoperto che è una ricca e stimata signora e questo rende tutto ancor più trasgressivo. Non mi era mai capitato di trovare una donna così lasciarsi trascinare di notte a fare cose che mai avrebbe pensato e non è niente in confronto a quello che voglio ancora da lei. Per questo sarà ancor più eccitante vedere che voi la accompagnerete da me sapendo che la vorrò portare alla depravazione totale per farle desiderare di essere sottomessa ed esibita nei modi più laidi, fino a trasformarsi in una perfetta ed ubbidiente schiava del sesso. E’ quello che desiderate entrambi , no? Vi aspetto in rue Pi… n…. alle 15.30. So che non mancherete” Come poteva pensare che avremmo potuto prendere sul serio la sua proposta? Era una lettera folle eppure mi ritrovai a ripensare alla sera precedente e non potevo smettere di vederla nuda eccitata mentre veniva palpeggiata dai guardoni o mentre teneva tra le mani il sesso di Alfred .Ma ancora di più sentivo pulsare il mio sesso all’idea di accompagnarla da Alfred e saperla completamente sottomessa a laide perversioni e vederla cadere sempre più in basso sottomessa a quello che non avrebbe mai immaginato essere possibile per una seria professionista come lei. Stavo allontanando quei pensieri perversi quando Mirna interruppe il silenzio e con imbarazzo mi confessò che aveva goduto nella vergogna e quella lettera la stava eccitando nuovamente. Aveva scoperto il piacere masochistico di essere costretta a subire situazioni umilianti. Stavamo godendo delle stesse fantasie. Le sue confessioni mi sconvolgevano. In anni di matrimonio non avevo mai colto queste sue pulsioni lei così seria ed ineccepibile, che mai avrebbe indossato una gonna due centimetri di più sopra al ginocchio. Dunque aveva ragione Alfred a darle della porca che godeva ad essere trattata come una puttana. Era tutto così irreale, ma era vero e la lettera me lo confermava e me lo faceva diventare ancor più duro al solo pensiero che un estraneo potesse pensare di trasformarla in una schiava del sesso. Mi chiese cosa avrebbe potuto chiederle di più Alfred ma anche che aveva paura di perdere il controllo così mi fece promettere di dimenticare tutto. Chiudemmo il discorso ed uscimmo in giro per Parigi come due innamoratini di Peynet. Ero curioso di sapere anch’io sin dove Alfred avrebbe potuto spingersi. Quel gioco così perverso mi intrigava In fondo io sarei stato vicino a Mirna e avrei potuto fermare tutto in ogni momento, ma mi sbagliavo enormemente.Senza che lei se ne accorse arrivammo a quell’appuntamento. Trovarsi Alfred improvvisamente di fronte la lasciò senza parole. Alfred guardò Mirna e senza mezzi termini“ non sei vestita come dovresti, devi andare in giro sempre vestita da troia ”. Mirna mi prese per il braccio stringendomelo violentemente e prima ancora che dicessimo qualcosa lui ci invitò in un bar. Consumammo in piedi al bancone. Con imbarazzo provai a dire che eravamo passati per caso, ma lui mi interruppe mettendo le mani sui fianchi di Mirna. Secco disse di non raccontargli storie che sapevamo benissimo tutti perché eravamo li. Iniziò a sollevare l’abito di Mirna rimboccandolo nella cintura. Guardavo compiaciuto la bellezza delle gambe di Mirna scoprirsi sempre più eccitato dalla docile sottomissione che Mirna stava dimostrando. Il tubino era diventato ora una ridottissima minigonna. Si accese una sigaretta squadrò Mirna da capo a piedi. “Per prima cosa non dovrai mai più e indossare collant, ma solo calze con reggicalze, così come non dovrai più metterti le mutandine visto che tuo marito ti aveva già abituata a farne a meno. Ora andremo dall’estetista per qualche particolare, unghie, capelli, depilazione” Senza dire altro prese Mirna sotto braccio e si avviò all’uscita. Complice della situazione li seguii. All’estetista, che chiameremo Claudine, Alfred si premurò soltanto di dirle di fare quello che aveva concordato, poi mi fece cenno di seguirlo.Seguendolo mi resi conto che il gioco stava diventando qualcosa di più ed io stavo perdendo il controllo della situazione, ma fino a che punto mia moglie si sarebbe spinta ed io cosa avrei accettato ancora da quell’uomo? In realtà ero tanto eccitato dalla situazione che non mi opposi a nulla. Non so come ma riuscì a convincermi di cambiare hotel. Misi le valige sulla sua auto. Senza mai parlare di Mirna girammo a piedi per vie che non conoscevo. Entrammo in un gigantesco sexy shop .Iniziò ad acquistare abiti a dir poco indecenti, minigonne paurose o gonne con spacchi abissali, abiti di pizzo trasparenti, reggiseni carioca, perizomi, calze e reggicalze, scarpe con tacchi a spillo di almeno 15 centimetri, baby-doll e una geupière. Ritornammo in auto. Mi chiese di sostituire tutta la valigia di Mirna con quegli abiti visto che da quel momento in poi si sarebbe sempre vestita così. Non potevo accettare che obbligasse Mirna a vestirsi in quel modo. “Quando l’ho vista la prima volta non mi sembrava che fosse vestita tanto diversamente -mi rispose Alfred in tono sarcastico- Vostra moglie dovrebbe andare sempre in giro vestita da troia, le piace sentirsi puttana. -rise beffardo-“ Gli dissi di smetterla, che sino a quel punto avevamo giocato e che non saremmo andati oltre. Alfred tenne da parte dei sandali con tacchi a spillo vertiginosi un vestito che in tutto saranno stati pochi centimetri di stoffa in strech ed un collare di cuoio. “se tutto va come penso non sarà difficile a farli indossare a vostra moglie” Mi si rizzò l’uccello al solo pensiero di quanto poco sarebbe stata coperta indossando quell’abito, ma ero proprio curioso di sapere se sarebbe riuscito a convincerla ad indossare un abito ancor più indecente di quello con cui era uscita con me la sera prima.“ ora andiamo e sarete sorpreso di vedere come Claudine ha trasformato vostra moglie.?” E guardando la mia espressione rise fragorosamente. Rientrammo nel negozio Claudine. Lei confermò ad Alfred che era andato tutto come previsto senza difficoltà.. Lui le consegnò i sandali. Claudine li prese e se ne andò.Ritornò subito dopo e facendoci strada ci accompagnò in un retro del suo negozio. Aprì la porta e ci fece entrare. Mi sarei aspettato tutto ma quello che vidi andò oltre ogni immaginazione. Mirna se ne stava in piedi in mezzo alla stanza. Indossava soltanto un reggiseno a balconcino che le sollevava le tette lasciando i capezzoli scoperti, un perizoma ridottissimo, reggicalze in vita, calze nere con la riga, ed i sandali che Alfred aveva portato con se. La guardai lei abbassò lo sguardo arrossendo. I capelli le erano stati accorciati e tinti di un color prugna. Il trucco era stato reso pesante con ombretti neri e un rossetto rosso fuoco. L’aria si impregnò subito di un profumo dolciastro che Mirna aveva indosso e mai avrebbe mai scelto spontaneamente ma che con arte Alfred aveva scelto con l’intento di renderla ancor più volgare. Alfred le chiese di girarsi per poterle ammirare bene il culo nudo con il tassello del perizoma che si infilava tra le chiappe. Le si avvicinò e presa una forbice tagliò quel laccetto. Il perizoma cadde e Mirna si coprì velocemente il sesso. Notai solo allora che le unghie come quelle dei piedi le erano state dipinte dello stesso rosso delle labbra.Alfred le chiese di lasciarsi vedere. Lei restò immobile con la testa bassa. Claudine le prese un braccio e senza opporsi Mirna se lo lasciò spostare dal corpo. Il suo sesso era stato depilato almeno in parte e anziché il suo triangolino peloso era restata una striscia rettangolare. Non ebbi neppure la forza di dire qualcosa ci eravamo veramente spinti oltre ogni limite. Mia moglie era irriconoscibile chiunque vedendola avrebbe avuto la certezza di trovarsi di fronte una battona .Alfred invitò Mirna a rivestirsi porgendole lo straccetto in strech, rosso. Mirna quasi con sollievo lo raccolse almeno si sarebbe coperta. Lui mi guardò sorridente c’era riuscito e l’effetto finale fu di farla sembrare veramente una battona, del resto era così che Alfred la voleva. L’orlo della gonna le arrivava a filo di calza e la scollatura arrivava appena a coprire i capezzoli. Alfred le chiese di fare quattro passi. Impacciata si avviò. Le gambe erano generosamente scoperte dalla minigonna ed i tacchi a spillo le valorizzavano enormemente il culo che camminando ondeggiava volgarmente sollevando l’orlo del vestito cortissimo che ad ogni passo metteva generosamente in mostra il bordo delle calze e reggicalze. Alfred disse che potevamo andarcene. Lei mi guardò esterrefatta e sottovoce disse , che non poteva uscire con indosso un abito tanto indecente e per giunta in pieno giorno. Pensavo ancora che Alfred stesse scherzando e che alla fine l’avrebbe lasciata un po’ più coperta, ma mi sbagliavo. Forse nemmeno una puttana se ne sarebbe andata in giro di giorno concia in quel modo. Dissi ad Alfred che a tutto c’era un limite, lui mi ignorò armeggiando nelle tasche della sua giacca. Mirna lo supplicò dicendogli che si vergognava a morte ad uscire in quel modo. Alfred le disse che si sarebbe dovuta abituare visto che per i giorni successivi avrebbe dovuto andarsene in giro con abiti come quello. Poi fece dondolare davanti a lei il collare di cuoio e le disse che ora lei gli apparteneva. Si avvicinò a Mirna. Accennò ad una carezza al suo volto e le fece scivolare al collo il collare. Mirna sussultò ma non si oppose. Vidi i capezzoli disegnarsi sotto la stoffa e quasi fuoriuscire dal vestito. Eravamo ammutoliti. Alfred scivolò con la mano attorno al collo di Mirna ed infilò l’indice nell’anello legato al collare e con un leggero strattone la trascinò e lei senza opporsi lo seguì come un cagnolino al guinzaglio. Attraversò in quel modo tutto il locale lasciando le clienti allibite e sghignazzanti. Aprì la porta e ci trovammo per strada alle sei del pomeriggio. Mirna respirava profondamente. I capezzoli rigidi come due noccioline sotto la stoffa mostravano la sua eccitazione ed anche il mio sesso sembrava esplodere. Incominciavamo a renderci conto che ormai non era solo un gioco ma stavamo iniziando un’avventura che ci avrebbe sprofondato nelle più profonde perversioni . Il cambiamento era radicale non c’era più traccia della donna che conoscevo e che qualche ora prima aveva raggiunto con me Alfred a quel maledetto appuntamento. Mirna era come impietrita ed io seppur eccitato, rientravo nella realtà e non mi sapevo capacitare di come era potuto accadere che uno sconosciuto ci avesse trascinato fin li eppure nessuno parlava; guardavo Mirna silenziosa in quei pochi centimetri di stoffa. Quella sua esibizione mi aveva eccitato e lei pure era eccitata, sottomessa come una schiava ed esibita come una puttana. La strada era ben frequentata. Sapeva di offrire uno spettacolo indecoroso, ma in fondo non aveva fatto nulla per evitarlo. Si era fatta trattare e aveva accettato di vestirsi come una puttana ed ora camminava tenendo gli occhi bassi vergognandosi di essere vista così. Del resto non passava certo inosservata. I passanti la guardavano sorridendo e non potevano fare a meno di notare le tette quasi completamente esposte e le gambe inguainate dalle calze nere che la gonna troppo corta lasciava scoperte in parte permettendo di notare per bene dove finiva la calza e intravedere parte delle chiappe. Alfred le disse che infondo non era poi così difficile fare la puttana. Vedendola così docilmente calata in quel ruolo restai ammutolito ad aspettare solo lo svolgersi degli eventi. Ma Alfred si limitò a farci girare a per la città per il resto della giornata. Cenammo nel ristorantino della prima sera . I camerieri facevano a gara a servirla per poter gettare lo sguardo nel suo decolté o sulle gambe generosamente esposte. A fine cena Alfred estrasse un braccialettino d’oro che offrì a Mirna. Lei si mostrò sorpresa. Lui le chiese se aveva nulla in contrario che un cameriere glielo allacciasse. Quando il cameriere arrivò Alfred gli porse il braccialetto pregandolo di allacciarlo a madame. Il cameriere lo prese, Mirna porse il polso ma Alfred la fermò e chiedendo al cameriere di allacciarglielo alla caviglia. Questi si abbassò. Mirna non sapeva più dove guardare. Per lasciarlo fare avrebbe dovuto girarsi verso di lui e in quel movimento la gonna chissà dove sarebbe finita. Cercò nel mio sguardo un aiuto che non arrivò. Si girò lentamente cercando di tenersi l’orlo della gonna, ma inevitabilmente scoprì generosamente le gambe al cameriere lasciando probabilmente ben vedere che sotto era completamente nuda. Il cameriere si alzò e raggiunse gli altri suoi colleghi sorridendo e lasciando ben intendere con gesti e sguardi lo spettacolo che aveva appena visto. Alfred le spiegò che ancora oggi in alcuni quartieri di Parigi il braccialetto alla caviglia era un simbolo distintivo per riconoscere una puttana e sicuramente i camerieri ora non avevano più dubbi su di lei. Mirna mi chiese di andarcene, ma Alfred la fissò negli occhi “sono sicuro che ti è piaciuto” allungò una mano sotto il tavolo. Mirna arrossì. Feci per alzarmi, ma lui li fermò stringendomi la mano, la stessa che aveva infilato sotto il tavolo e che era vergognosamente intrisa degli umori di mia moglie. Tutto mi sarei aspettato ma non la nostra passività .Quella davanti a me era una persona che non conoscevo; anni di sesso coniugale fatto di routine che due giorni a Parigi avevano sconvolto radicalmente. Avevo iniziato per gioco pensandola sexy e più disponibile per me ed invece eccola li nelle mani di uno sconosciuto che fino ad ieri non sapevamo neppure chi fosse pronta ad accettare tutto disposta perfino a vestirsi e comportarsi come una puttana. “ Penso che sarà più facile di quanto pensassi tirare fuori la tua anima perversa; per questa sera ho preparato un bel programma . Se hai accettato simili volgarità e ti sei eccitata sei veramente adatta ad essere trattata come merita la più squallida delle schiave perchè sei disposta a diventarlo Ormai non puoi rifiutarti di obbedirmi, sarai solo la mia puttana”. Alfred ci disse che avremmo terminato la sera in un cinema porno. Uscimmo con i camerieri che la guardavano ancora sorridendole e facendole gesti volgarmente inequivocabili.Era la prima volta che entravamo in un cinema porno ma in quel momento di porno c’era solo lei. Alfred indicò tre signori seduti due giovani ed uno piuttosto anziano. Ci chiese se li conoscessimo. Era il festeggiato della sera in cui Mirna, portando la torta, aveva permesso che Alfred le sollevasse la gonna. Invitò Mirna ad andare a sedersi tra loro. Avevamo accettato tutto ma ora le chiedeva troppo. Si alzò e disse che avrebbe lasciato un posto vuoto e che se avessimo deciso diversamente avremmo potuto andarcene. Abbracciai Mirna. Accarezzai un ginocchio e scivolai sotto la gonna sul suo sesso. Strinse le cosce, ma la sentii calda e bagnata ed io non ero eccitato da meno. Mi alzai consapevole che ormai avevamo passato la soglia di non ritorno. Lei moriva dalla vergogna ma si stava eccitando a mostrarsi così laidamente ed io ero ormai sicuro di voler offrire mia moglie come una puttana a quel gruppo di sconosciuti. Presi Mirna che passivamente mi seguì. Raggiungemmo il gruppetto, Mirna passò facendoli alzare tutti ed io dietro potevo vedere il suo corpo strusciare contro quegli sconosciuti. Fu fermata dal penultimo della fila che la fece sedere, io passai oltre ma il posto che pensavo di prendere vicino a lei era occupato da un altro. Ora Mirna era seduta in mezzo a degli sconosciuti ed io un buco più in la. La gonna cortissima lasciava le cosce completamente nude mettendo ben in evidenza calze e reggicalze. Il reggiseno a balconcino le sollevava le tette nude fino all’areola di capezzoli che sotto la stoffa sembravano esplodere. Nessuno parlava, guardavano Mirna in quei pochi centimetri di stoffa. Il vecchio si complimentò con Mirna dicendole che era ancora più bella della sera famosa. Alfred rivolgendosi ai suoi amici disse che era soddisfatto di come fosse riuscito a trasformarla in una sfacciata battona e che ora Mirna avrebbe offerto loro uno spettacolo ancora più sexy. Il cuore mi batteva forte paurosamente eccitato. Mirna era immobile. Le luci si spensero. Ammutolito fingevo di guardare lo schermo ma spiavo il gruppetto con la coda degli occhi. Sentii Mirna sospirare. Mi spostai in avanti e vidi le sue tette risplendere nude alla luce dello schermo. Subito dopo scomparvero pensai che si fosse risollevata il vestito ma capii che una mano la stava palpando. Contemporaneamente sentii il frusciare di una mano ruvida sulla calza e intravidi il chiarore delle cosce nude di Mirna scoprirsi sempre più. A bassa voce mormorava senza convinzione dei no. Poi un gemito più intenso e una voce ”questa puttana non porta neppure le mutande”. Mia moglie in un cinema porno offerta con la mia approvazione a degli sconosciuti: non seppi resistere, mi alzai e presi Mirna per un braccio trascinandola nei cessi perché si ricomponesse. Ma subito dopo ci raggiunse Alfred si avvicinò a Mirna appoggiò la mano sul culo di mia moglie che non reagì e sorridendo ci chiese se avessimo cambiato idea. “si, è troppo, ce ne andiamo” . Lui non si scompose e rispose che non gli pareva che Mirna si fosse ribellata fino ad ora e che il bello doveva ancora venire. Allungò la mano e le sollevò la gonna fino a scoprirle la sua fighetta “l’abbiamo preparata così per poterla fare ammirare e poi una signora per bene non sarebbe di certo entrata in un cinema porno vestita in questo modo ” Non vedendo alcuna nostra reazione Alfred le chiese di sollevare la gonna scoprire il culo e camminare davanti a noi. Mi sarei dovuto ribellare ma ormai Mirna era entrata in quel ruolo di sottomessa che non avrebbe più lasciato. Quello che io provai fu indescrivibile e pensai che niente avrebbe potuto sconvolgermi ancora di più, ma non era che l’inizio come aveva detto Alfred. Uno sconosciuto la stava trattando come una puttana e lei non si ribellava, anzi sollevò la gonna estraendo il culo nudo e camminando sui tacchi a spillo il fece ondeggiare il culo ancor più volgarmente, mentre il decolté si abbassava scoprendole completamente le tette. Alfred sorrideva ed indicò a Mirna l’uscita per la sala. Mirna abbassò lo sguardo e stava per avviarsi. Lui la fermò ed imperiosamente le ordinò di togliersi completamente il vestito.Non riuscivo a dire una parola. Mirna come un automa si calò l’abito restando completamente nuda in calze e reggicalze con il reggiseno a balconetto che lasciava i capezzoli turgidi in bella mostra. Io ero esterrefatto nel vederla così sottomessa e non mi capacitavo di quel cambiamento avvenuto in così breve tempo. “E’ la tua natura e ti piace anche essere trattata così vero?- Alfred si rivolse a lei senza ottenere risposta. Poi riprese- Vedi come è facile ubbidirmi. Sei qui in un cesso di un cinema porno nuda proprio come una puttana pronta ad essere usata. E’ così ti voglio, completamente disponibile. Hai accettato senza esitare di essere esibita ed allora cosa aspetti?. D’ora in poi ti vorrò sempre così , ti esibirò a mio piacimento. Mi piace trattarti come una puttana. Ti infastidisce essere chiamata puttana? Meglio sarà ancora più eccitante .Avanti puttana, non voglio più aspettare. La sala di questo cinema porno è fatta apposta per farti esibire per la prima volta come una puttana . Non fingere di non aver capito, hai capito benissimo, devi ritornare in sala così come sei, e tornartene a sedere al tuo posto. Del resto per una puttana mi sembra un giusto abbigliamento, non trovi? Sei la mia schiava e posso fare di te ciò che voglio e come vedi anche trattarti da puttana”Gli dissi di smetterla. Lui spalancò la porta. Ero impietrito. Mirna tremante aprì la porta e come la più volgare delle battone varcò la porta ed entrò in sala attraversò il cinema e raggiunse gli amici di Alfred sedendosi tra di loro. Senza ritegno questi due si misero a palpare mia moglie che non si ribellava. Poi nell’oscurità dal movimento delle braccia di lei capii che li stava masturbando. Quando cercarono di spingerle la faccia verso il basso lei si alzò e corse verso di noi. Alfred la spinse di nuovo dentro i cessi. Tremava, teneva le mani distanti dal suo corpo nudo, stavano colando di sperma. Con un filo di voce disse che uno voleva che lei gli succhiasse l’uccello. Alfred le disse perché non l’avesse fatto e lei seria gli rispose che non era una puttana. Alfred scoppiò in una fragorosa risata. Aveva girato tutto il giorno vestita da puttana, era uscita nuda in un cinema porno in mezzo a degli sconosciuti si era lasciata palpare li aveva masturbati e non era una puttana? Mirna abbassò gli occhi ed io non sapevo più cosa fare, cosa dire. Mi chiese un fazzoletto. Alfred le prese un polso e le ritorse la mano sul seno. Lei cercò di opporsi ma la sua mano ricoperta di quella viscida crema le sfiorò una tetta. Il capezzolo si irrigidì. Alfred la lasciò le disse di asciugarsi le mani sul suo corpo. Mirna si sfiorò le tette con la mano tutta impiastrata. Era eccitata e lo si capiva benissimo guardandole le tette con quei capezzoli che sembravano esplodere . Le sue tette si impregnarono di sperma. Alfred le prese nuovamente una mano e la spinse vincendo la sua debole resistenza sulle labbra. Mirna si divincolò arretrando. Alfred le disse che avrebbe imparato presto anche a succhiare i cazzi perché le sue labbra così carnose erano fatte apposta per quello. Non seppi fare altro che rivolgermi a Mirna dicendole un rincuorante andiamo. Alfred sghignazzò” ieri sera hai fatto un bagno nelle sborrate dei guardoni ed adesso sei qua vestita da troia, hai fatto una sega ad uno sconosciuto e ti sei riempita le tette del suo seme. Io credo che ci stai prendendo gusto” Mirna riluttante guardò le sue mani impiastrate avvicinandole alle labbra. Le abbassò di scatto dicendo che non poteva. Alfred sorrise nuovamente, la incitò, Mirna chiuse gli occhi e ubbidiente tirò fuori la lingua facendola scivolare sopra le sue dita . Quel porco rivolgendosi a me disse che era sicuro che a Mirna sarebbe piaciuto. Si abbassò i pantaloni tirando fuori il suo cazzo. Mirna era nuda e tremante. Le si avvicinò e sorridendo, le mise le mani sulle spalle e la spinse senza trovare opposizione in ginocchio davanti a lui. Mirna non sapeva o voleva reagire. Restò in ginocchio di fronte a Alfred che le spinse il suo cazzo teso facendoglielo scivolare sul viso., Mirna respirava affannosamente, chiuse gli occhi e vidi il cazzo di Alfred sfiorarle le labbra e lei aprirle per accoglierlo ed iniziare a succhiarglielo. Solo la sera prima mi ero sorpreso a vederla armeggiare con il cazzo di Alfred ora era li in ginocchiata davanti a lui in uno squallido cinema porno a fargli un pompino. Alfred mi guardò sorridendo mentre mia moglie sottomessa alla sua volontà lo stava succhiando. Uscii nella sala sconvolto ma con il cazzo duro eccitato per quella sua depravazione.Il vecchio era entusiasta per la sega che Mirna gli aveva appena fatto. Gli altri due aggiunsero che però Alfred aveva promesso qualcosa di più. Già da quando Alfred l’aveva addocchiatta in quel ristorante aveva scommesso che era una troia. Il vecchio riprese” la vostra compagna è molto bella poi con quei vestiti da porca, sempre nuda sotto il vestito con calze e reggicalze in mezzo ad una strada. Non avrei mai pensato quando l’ho vista per la prima volta che sarebbe stato così semplice portarla a comportarsi così e se Alfred c’è riuscito in così poco tempo potrà ottenere ed esigere qualunque cosa”. Poi mi chiese per quanto tempo avessi ceduto ad Alfred la mia donna Non risposi e lui continuò dicendo che Alfred era un padrone esigente e Mirna si era sottomessa accettando velocemente tutto senza ribellarsi compreso il collare da schiava. Schiava? .Non capivo o non volevo capire. L’altro disse che non era la prima volta che vedeva Alfred in azione e che il significato di quel collare era chiaro : finchè lei l’avesse tenuto al collo significava sottomettersi ad Alfred, diventare la sua schiava . Mi pentii di averla lasciata nuda sola con Alfred. La mia mente correva a lei nuda in quel cesso a spompinare Alfred e cos’altro le avrebbe potuto fare. Poco dopo Alfred aprì la porta e ci raggiunse. Stavo per rialzarmi mi fermò facendo un cenno ai due più giovani Si alzarono. Allibito e disarmato li vidi entrare nei cessi. Ero scosso da brividi, la gelosia si mescolava all’eccitazione della consapevolezza di aver ceduto volontariamente la mia donna ad uno sconosciuto. Cosa era diventata la sua schiava, la sua puttana? Sullo schermo passavano immagini porno ma quello che avveniva in quei cessi era ancor più sconvolgente. Mia moglie, la mia seria e rispettabile Mirna era la dentro nuda a disposizione di due sconosciuti. Non seppi misurare il tempo I due ritornarono e non mi accorsi neppure di cosa dissero ad Alfred che mi riconsegnò l’abito dicendomi di andare a riprenderla e sorridendo mi consigliò di accarezzare la fighetta di Mirna prima di rivestirla. Pensai al peggio, e temetti di trovarmela riempita-Raggiunsi precipitosamente Mirna. Era nuda con il trucco sfatto, sporca di sperma. Cercava delle giustificazioni ”non ho potuto fare diversamente.. ”Le porsi un fazzoletto e mi accorsi che la mia eccitazione era al culmine Le tolsi il collare di cuoio dal collo gettandolo per terra davanti a lei .La abbracciai nuovamente ma non potei fare a meno di palparle il culo nudo e scivolare sulla sua fighetta. Lei tentò di divincolarsi ma arrivai a sentirla. Non l’avevano scopata, ma la trovai fradicia. Mi scostai guardandola. Abbassò gli occhi. Non potevo crederci, Trattata come una puttana in uno squallido cinema porno aveva dunque goduto a spompinare tre sconosciuti? Le chiesi se conoscesse il significato di quel collare . Non parlava. Sentii la porta riaprirsi, era Alfred . Guardò il collare per terra “Raccogli il tuo collare puttana” e poi allungò la mano in tasca e tolse delle polaroid. Le foto ritraevano Mirna nelle sue esibizioni di qualche minuto prima, vergognosamente con un cazzo in bocca e l’altro in mano , investita da una cascata di sperma, e mentre leccava il cazzo gocciolante. Abbracciavo Mirna tenendola per le spalle. Mirna fremeva. Si stava eccitando nuovamente. Spinsi il mio membro teso contro il suo culo. Mirna si piegò,pensai che mi volesse spingere a sodomizzarla cosa che non avevamo mai fatto, invece raccolse il collare e melo porse. Giocai con il collare sul suo collo. Vidi la sua pelle accapponarsi. Le riagganciai il collare al collo. Lei non si oppose. ”lo chiamo?” chiesi con un filo di voce a mia moglie. ”se vuoi “ fu la sua risposta. Quello che era successo mi aveva eccitato e ancor di più l’idea di vederla ubbidire ad un estraneo .Non sapevo che stavo scherzando col fuoco. Lo chiamai con quel poco di voce che mi rimaneva. Alfred si girò e ritornò. Guardò Mirna la prese per l’anello sul collare e la trascinò verso di se ”allora siamo d’accordo, da questo momento questa puttana mi appartiene”. Mirna non fiatava. Timidamente cercai spiegazioni ma lui fu categorico finchè avesse tenuto quel collare lei sarebbe stata la sua schiava ed avrebbe obbedito ad ogni suo ordine. Vidi la pelle di Mirna accapponarsi nuovamente mentre io accettavo quello che non avrei mai pensato. Con il mio consenso ora uno sconosciuto avrebbe potuto usare la mia adorata mogliettina a suo piacimento anzi aveva già cominciato a farlo. Avevo il cazzo teso e mi strusciavo contro di lei. Iniziai ad accarezzarle le tette e lei si lasciò andare . Alfred ci interruppe volgarmente “ se vuoi farti questa puttana devi pagarla” La prese per mano e la trasse lontana da me. Sentii l’eccitazione crescermi ancora di più al pensiero di pagare mia moglie per un rapporto sessuale con lei. Mirna non mi guardava. Misi mano al portafoglio e chiesi ad Alfred quanto. Lui sorrise e sussurrò qualcosa a Mirna che con un filo di voce mi disse” solo per una pompa 400 franchi” Quasi tremante e nel sentire mia moglie che si prostituiva a me allungai quanto richiesto. Lei prese i soldi e li passò ad Alfred. Ecco cosa voleva da lei, l’umiliazione di aver fatto i pompini a degli sconosciuti ed ora farsi pagare dal marito e passare a lui la marchetta. Mirna si avvicinò a me e Alfred le ordinò di fare in fretta, di rivestirsi e rifarsi il trucco che l’avrebbe riaccompagnata in albergo. Uscì e ci lasciò soli. Mirna non disse nulla. Si inginocchiò davanti a me la lasciai fare. Mi aprì il braghetto e mi tirò fuori il cazzo ritto e teso. Senza ritegno se lo infilò in bocca ed iniziò a pomparmi. Mia moglie non mi aveva mai fatto pompini in anni di matrimonio ma da quando eravamo a Parigi era il terzo che mi faceva in due giorni. Era diverso dagli altri. Pensai alla sua bocca mentre riceveva i due cazzi degli amici di Alfred, mentre ora me lo stava succhiando con arte e sembrava avesse fatto pompini da una vita. Stavo per venire e mi venne spontaneo quasi per rispettarla di allontanarmi, ma lei mi bloccò accettando tutto in gola finendo di leccarmelo fino all’ultima goccia .Mentre mi rimettevo a posto lei riindossò il suo abito e specchiandosi si rifece il trucco La presi per mano e rientrammo nella sala dove Alfred ci stava aspettando da solo. Pensai che la serata potesse finire li, ma la notte non era ancora iniziata
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