Pensavo che la serata fosse finita li : mia moglie Mirna nuda in un cesso di un cinema porno mi aveva appena fatto un pompino e per farmelo fare l’avevo pagata come una puttana proprio come aveva voluto Alfred. L’eccitazione di quel gioco perverso era svanita svuotandomi nella sua bocca, ora avrei voluto trascinarla fuori di la. Si rimise l’abito: una puttana sarebbe andata in giro in modo meno indecente. La scollatura le arrivava a filo dei capezzoli e la gonna lasciava ad ogni movimento scoprire il bordo delle calze. Il collare di cuoio al collo ora appariva nel suo perverso significato confermato dalle parole di Alfred prima di uscire” …da questo momento questa puttana mi appartiene” Eravamo stati pazzi ad accettare quel gioco. Doveva essere una vacanza romantica a Parigi, credevamo fosse solo un gioco tragressivo ed ora invece mia moglie era li di fronte a me vestita da troia in un cinema porno dove, poco prima , nuda con indosso solo calze e reggicalze si era riempita la bocca dello sperma dei due amici di Alfred. Mi piaceva vederla un po’ sexy, l’esatto opposto di come era nella vita di tutti i giorni, troppo austera e seria nei tuoi tailleurini castigati; volevo godere della sua vista come donna sensuale fino all’eccesso, assaporare il gusto di sesso che poteva emanare, così provocante perché tutti potessero invidiare di essere al mio posto, ma non volevo di certo che uno sconosciuto potesse disporre di lei a suo piacimento. Eppure lei senza ritegno aveva fatto cose che da sempre l’avevano disgustata tanto erano oscene e lontane dal suo mondo , scoprendo il gusto perverso della sottomissione. Volevo uscire e scappare cancellare tutto. La presi per mano e rientrammo nella sala. Alfred ci stava aspettando ” Allora ti ha soddisfatto la mia puttana?”. Non sapevo cosa dire, cosa fare. Io e Mirna ci tenevamo stretti per mano. Ci fermò e ci respinse dentro il cesso. Allungò la mano infilandogliela sotto la gonna senza che né io né lei battessimo ciglio ” …sei proprio una gran porca, ti stai eccitando ancora- disse sfregandosi le dita piene degli umori di Mirna, e rivolgendosi a me- non pensavate di avere una moglie così troia, ma non è ancora niente vedrete come la saprò trasformare. ” ” La prego, -disse finalmente Mirna con un filo di voce- la smetta, ho fatto tutto quello che ha voluto, ci lasci andare”. Alfred sorridendo anticipò ogni mia frase in soccorso di Mirna.” Non hai capito, non è un gioco, sei la mia schiava e per quanto tu lo possa trovare disgustoso ed umiliante, ora dovrai accettare ogni mio ordine così come hai accettato di andare in giro abbigliata peggio della più squallida puttana, e senza esitare ti sei lasciata palpare ed usare come una volgare bocchinara; ma se non vuoi continuare ho sempre le tue foto come ricordo.” Lo stavo ad ascoltare, scosso dal panico, in quel suo discorso farneticante. “Penso che dove lavori pagherebbero chissà cosa nel vedere la seria ed irreprensibile signora Mirna alle prese con tutti quei cazzoni”. Mirna sbiancò. Alfred, senza che sapessimo come, aveva trovato il nostro indirizzo italiano. Tremavo all’idea e nello stesso tempo sentivo che ormai al punto in cui eravamo non c’erano veramente vie d’uscita, avrebbe potuto chiederle qualunque cosa. La tirò a se. Lei mi lasciò la mano ed io non la trattenni “Voglio vedere vostra moglie strisciare ai miei piedi , avvilita e costretta ad accettare le proposte più squallide. Farò di lei una docile schiava completamente sottomessa che imparerà a godere nella vergogna sprofondando nella depravazione totale facendo cose che non avrebbe mai immaginato di fare. ” Io ero frastornato dalle parole assurde di Alfred e sconcertato dalla mancanza completa di reazione da parte di Mirna, ma in quella perversa situazione in cui stavamo precipitando, il sesso mi stava riesplodendo. Stavo provando un piacere torbido nel vederla trattata come un oggetto e lei ormai, senza reagire, sembrava godere di questa umiliante situazione. Lui continuò con fare sempre più deciso dicendo che Mirna gli apparteneva e che una volta stanco avrebbe anche potuto cederla ad altri padroni. Capivo finalmente in quale tunnel senza ritorno ci stavamo gettando e non riuscivo più a fermarmi per riflettere sulle conseguenze di tutta quella storia. Via via che mettevo a fuoco tutto, mi sembrava di vivere un sogno erotico eccitante che al mattino avrei potuto cancellare, purtroppo però era tutto vero. Un conto era lasciarsi trascinare volontariamente in un gioco che per quanto perverso avremmo potuto controllare, ma ora Alfred si stava spingendo oltre ogni limite fino a pensare di cederla ad altri padroni. All’idea rabbrividivo e nello stesso tempo provavo un’eccitazione perversa: mia moglie sarebbe diventata una schiava sessuale a cui lui avrebbe anche potuto chiedere qualunque cosa persino di comportarsi come una puttana e del resto lo aveva già fatto senza che né io né lei avessimo cercato di fermarlo. In un momento di lucidità mi ribellai ,presi in mano il cellulare minacciando di chiamare la polizia denunciando il suo ricatto. Indifferente mi invitò a farlo chiedendomi però come avrei spiegato la presenza di Mirna in quel cinema vestita in quel modo. Restai disarmato dalla sua risposta ed in fondo cosa avrei potuto aspettarmi. ” Pensavate realmente di giocare con un innocuo pervertito? Quando si entra in questi giochi si corrono dei grossi rischi….. – si girò verso Mirna- ….. ma se sei arrivata sin qui è difficile pensare che tu voglia fermarti.””lei è pazzo se pensa che mia moglie si presti ulteriormente a questo gioco”gli gridai. “E’ nata per essere sottomessa e non ve ne siete mai accorto. Una donna così può solo essere trattata come una schiava senza possibilità di rifiutare nulla al suo padrone.” Poi rivolgendosi a lei” sei una mia proprietà ora, non è forse vero? Sei la mia schiava o no? Hai altre scelte- le disse sorridendo – Mirna abbassò la testa – dillo a tuo marito che sei la mia schiava” Aspettammo solo un attimo. Con un filo di voce Mina ripetè balbettando “sono …. sono la ….. sono la vostra schiava” Ascoltai allibito , era lei stessa ad ammettere il suo ruolo come l’aveva fatto quando si era chinata raccogliendo il collare. Non avrei mai immaginato che sarebbe stata disposta ad abbassarsi a tanto. Senza tergiversare con fare deciso le chiese di scoprirsi le tette ; indifesa, senza volontà nelle mani di un estraneo incapace di reagire, fece scivolare il bordo della scollatura scoprendo i capezzoli. Aveva la pelle d’oca, tremava; lui glieli sfiorò e divennero ancor più tesi. “Siete contento? – continuò Mirna ansimante – Cosa volete ancora da me?” “Non ti devi permettere di rispondermi e ogni volta che ti rivolgerai a me dovrai sempre chiamarmi padrone”. Come era possibile restarcene li a subirequegli insulti; chiunque mi avesse raccontato una storia simile non gli avrei creduto, eppure stava realmente accadendo. Mirna non parlava, ed io ancora incredulo non sapevo capacitarmi di quella situazione. “allora hai capito” Le sollevò il mento fissandola negli occhi Mirna abbassò nuovamente il capo e ripetè ancor più sottomessa: “si padrone”. Rabbrividii e nello stesso tempo non potevo non trovarla estremamente eccitante in quella sua totale sottomissione. Ancora oggi la rivedo, miniabito, il bordo delle calze che si intravedeva agganciato al reggicalze, ferma su quei sandali con tacchi a spillo vertiginosi, le tette scoperte, il trucco pesante da battona ,quei capelli rosso prugna, unghie smaltate di rosso, un braccialetto alla caviglia per poter essere riconosciuta come una puttana e quel collare di cuoio al collo che ne faceva la schiava di Alfred. Ancor oggi come allora mi eccita ancora rivederla così ma se avessi saputo allora quanto in basso sarebbe precipitata forse avrei usato ogni mezzo per porre fine a quell’umiliante esibizione. Invece inebetito attesi gli eventi.”Allora vediamo quanto questa schiava è ubbidiente” Non tardò a continuare Alfred “adesso te ne torni in sala e ti siedi vicino al vecchio e per il resto della serata farai tutto ciò che ti chiede.” Mirna non cercò neppure di ricoprirsi le tette; si stava avviando quando lui la fermò “dimenticavo … sii gentile con lui e poi voglio anche vederti baciarlo in bocca”. Se non mi ero ribellato sapendola in quel cesso a succhiare cazzi, quella richiesta mi sembrò troppo, forse perché ne vedevo una sorta di coinvolgimento affettivo. Si ero geloso di un bacio ed ero restato impassibile a tutto il resto. Le aprì la porta e seccamente le disse “obbedisci puttana”. Ormai per lui era solo la sua puttana. Docilmente Mirna uscì ed io restai a guardarla senza fare nulla. Si sedette vicino al vecchio. Vidi il braccio del vecchio allungarsi attorno alle spalle di Mirna e lei cercare solo per un attimo di vincere quella presa per poi avvicinarsi iniziando a baciarlo sulla bocca. Mi sedetti affianco ad Alfred aspettando la fine del film, ma i miei occhi erano su quelle poltrone tre file avanti a noi dove mia moglie Mirna continuava ad essere palpata e baciata dal vecchio. Lentamente tirò Mirna più vicina a lui. Si intuiva una qualche resistenza di Mirna ma alla fine scivolò con la testa in basso verso il vecchio. Restò in quella posizione un tempo che non riuscii a contare, tanto sembrava non finire. Pensavo a che razza di porca fosse diventata o al contrario quanto si sentisse umiliata nel succhiare il cazzo di quel vecchio. Si accesero le luci. Mirna si ricoprì le tette, si alzò incrociando il mio sguardo ed uscì dal cinema abbracciata al vecchio Li seguimmo fino all’auto. Prima di salire il vecchio abbracciò di nuovo Mirna che senza ribellarsi si lasciò baciare nuovamente. Le mani del vecchio scesero sui fianchi di Mirna e poi si infilarono sotto la gonna e sollevatala iniziarono a palparle il culo nudo. Umiliata, esposta in una strada obbligata a cedere alle voglie di quel vecchio Mi sentivo morire dalla rabbia ma anche dall’eccitazione nel vederla costretta ad accettare quello che le veniva imposto. Alfred mi aprì la portiera e mentre salivo li guardavo ancora appoggiati all’auto del vecchio. “E’ dalla sera in quel ristorante che i miei amici avevano voglia di godersi le grazie di vostra moglie – disse cinicamente Alfred – e d’ora in poi saranno in molti quelli che potranno ammirarla ancora più indecente sculettare per la strada come una puttana in cerca di clienti . E lo sa fare benissimo. Ieri sera l’ha fatto solo per voi e per me ma mi sembra meriti un pubblico più vasto?” Rise ed avviò l’auto. Restai muto e mi girai vedendo Mirna salire sull’auto del vecchio e scomparire nella direzione opposta alla nostra. Mi rodevo dentro. La realtà era quella, volente o no mia moglie ora era in giro per la città sola con un vecchio vestita da troia. Avrei dovuto fermarla quando c’era ancora tempo, ed invece avevo lasciato che la esibisse nei modi più osceni senza obiettare e quanto più trovavo umilianti le sue richieste tanto più mi eccitavo anch’io. Ripensai a quando ci chiedavamo fin dove avrebbe potuto arrivare Alfred, a quando lei mi aveva confessato quel suo piacere masochistico nel godere subendo delle umiliazioni, ma adesso era diventata una schiava e non sarebbe stata di certo lei scegliere cosa fare o cosa no. Come avevo potuto accettare una cosa del genere ? E lei come aveva potuto lasciare che ciò avvenisse? La schiava di Alfred uno che fino a due giorni prima non conoscevamo neppure. Lei che non si era mai lasciata andare a giochi erotici con me che l’amavo, ora apparteneva a qualcuno che non provava nulla per lei. Non ce la facevo più non potevo restarmene li senza sapere cosa stesse capitando a mia moglie. Chiesi, anzi supplicai Alfred di portarmi da lei. “Siete proprio sicuro di voler vedere dove il mio amico ha portato vostra moglie? ” mi chiese, aggiungendo che quello che avrei trovato avrebbe anche potuto non piacermi. Alfred accettò a condizione che qualunque cosa vedessi me ne fossi restato in disparte, altrimenti si sarebbe trovato costretto ad usare le foto. Già le foto, anche Mirna ora se ne stava andando con il vecchio per lo stesso motivo: si stava lasciando usare per riavere le foto e la sua dignità. Pensavo potesse finire con Mirna obbligata a farsi scopare per pagare il suo debito, ma la sua discesa verso il degrado era solo all’inizio. Il locale era squallido solo dall’esterno. Entrammo, musica o frastuono era lo stesso. Puzza, caldo e fumo si mischiavano. Se uno fosse caduto per terra nessuno se ne sarebbe accorto. Poi un tonfo al cuore quando la vidi seduta vicina all’amico di Alfred. Eravamo in una buona posizione, perfetta per vederli e altrettanto perfetta per non essere visti. Mirna teneva le labbra socchiuse in un’espressione che non avevo mai visto, come se desiderassero di essere baciate. Le gambe non accavallate, ma con le ginocchia scostate che lasciavano risalire la minigonna mettendo ben in mostra calze e reggicalze ed il bianco delle cosce che laidamente finiva nel buio della sua fichetta. Quella sua disponibilità a cui era stata sicuramente obbligata la rendevano ancor più eccitante . Il vecchio di tanto in tanto le accarezzava una coscia facendo in modo che il sesso restasse ben in mostra. Mirna non si opponeva minimamente. ” E’ in posti come questi dove dovrà imparare giorno dopo giorno a sottomettersi sempre più docilmente. Anche il suo abbigliamento non l’ho scelto casualmente, voglio che sembri tanto indecente da non passare mai inosservato così che chi la vedrà potrà pensare con compiacimento che sia una prostituta ” mi vociò in un orecchio tra il frastuono . Non potevo fermare quel gioco impudico a cui Mirna sembrava essere completamente partecipe suo malgrado. Fui animato da un vortice di sentimenti, rabbia, vergogna, gelosia e quell’eccitazione che non mi abbandonava. Non sapevo più cosa fare ma forse non volevo fare nulla, però il seguito mi lasciò senza parole. Un uomo di colore magro, non molto alto, trasandato si avvicinò a loro parlando con il vecchio e guardando di tanto in tanto Mirna. Alfred mi aiutò a riconoscerlo, era uno degli invitati della festa di compleanno del vecchio. Cosa c’entrasse non ci impiegai molto a capirlo, si girò verso Mirna le accarezzò il collo e scivolò sul decolté scoprendole le tette senza una seppur minima reazione da parte di Mirna.Poi si inchinò verso Mirna avvicinò il volto a quello di mia moglie. Lei d’istinto si girò dall’altra parte ma solo per un attimo ; infatti il vecchio le parlottò e le prese il viso girandolo verso il nero. Mi si accapponò la pelle vederla baciare il nuovo arrivato Lui subito dopo la spinse a sollevarsi trascinandola per il collare, la abbracciò e iniziò a dondolarsi con lei portandola lentamente verso la pista. Mirna si lasciò trascinare finendo a muoversi ritmicamente e sensualmente abbracciata al suo cavaliere. Li guardavo ballare bollendo dalla gelosia perché la vedevo partecipe di quel ballo e poi lo divenni ancora di più quando le fece scivolare le mani sui fianchi per poi lentamente sollevarle la gonna fino a scoprirle il culo nudo. Il nero le agguantò le chiappe ed iniziò a muoverla a tempo di musica .La guardavano tutti e Mirna restava succube nelle sue mani. “Vorreste liberarla – mi disse all’orecchio Alfred- ma non è più possibile, ve l’ho detto è qui per essere usata ed alla vostra mogliettina piace esibirsi e farsi trattare da puttana”. La musica mi bombardava la testa . Cosa potevo dire, era vero mia moglie si stava facendo trattare da puttana, esibita in mezzo al pubblico come un automa nelle mani del nero lasciandosi palpeggiare impunemente” …. del resto eravate avvisato che quello che potevate vedere avrebbe potuto non piacervi “Vidi il nero le sussurrarle qualcosa all’orecchio. Lei cercò di divincolarsi dall’abbraccio ma finì col cedere. Lui appoggiò le mani sui fianchi. La vista ci venne occupata da un folto nugolo di altra gente che si accalcò tutt’intorno. Ci spostammo anche noi e quando riuscimmo a vedere qualcosa mi sentii mancare. Mirna era in mezzo alla pista completamente nuda solo calze e reggicalze abbracciata dal nero. Io sentivo di nuovo il cazzo in tiro senza la forza di reagire. Intorno alla coppia c’erano dei ragazzotti che approfittavano per palparla vergognosamente con il nero che la teneva stretta senza lasciarle la minima possibilità di ribellarsi ed il vecchio che tra il pubblico la stava fotografando ampliando in quel modo il repertorio delle foto delle sue vergognose esibizioni. Quando cambiò la musica il nero la trascinò al tavolo. Mirna si sedette nuda abbracciandosi le tette quasi per pudore. Il vecchio gliele scostò e lei lo lasciò fare lasciando che, ancora increduli, altri ragazzetti potessero accarezzarla. Alfred mi chiese di andarcene. Mirna veniva letteralmente esibita ed offerta nuda a dei curiosi ed Alfred voleva che ce ne andassimo? Ma il gioco lo conduceva lui ed ormai lui poteva decidere qualunque cosa. Lo seguii e rigirandomi ebbi appena il tempo di rivedere Mirna ballare abbracciata a due sconosciuti del pubblico. Uscendo sentii una frase che mi allarmò “vedi di sbattere fuori quella puttana prima che arrivi la polizia” Uscii praticamente obbligato da Alfred consapevole di come stavo abbandonando mia moglie al suo destino. Alfred aggiunse che l’avremmo aspettata all’alberghetto che ci aveva prenotato. Raggiungemmo questo albergo vicino al quartiere rosso; entrata anonima, luci basse e un odore dolciastro come il profumo che Alfred aveva imposto a Mirna. Entrando mi resi subito conto che doveva essere un albergo ad ore; erano state prenotate per me e Mirna due camere differenti. Il mio bagaglio era già stato portato li e così pure quello di Mirna. Alfred mi fece cenno di seguirlo andando a sederci in un angolo semi buio. Pensavo a Mirna a cosa sarebbe successo . Se l’avessero arrestata? E se avesse continuato a compiacere alle voglie del vecchio e del nero in giro per Parigi. Non immaginavo di certo quello che avrei dovuto vedere poco dopo. Nel piccolo atrio dell’albergo intanto passavano personaggi equivoci accompagnati da sfacciate prostitute. Uno di questi personaggi si diresse verso il nostro angolo. Grasso, calvo, un aspetto nell’insieme un po’ ripugnante. Alfred lo conosceva bene: “sono nel mio ufficio, sono veramente curioso di vedere se è come dici tu, ti aspetto allora”. Se ne andò ed Alfred mi spiegò che era l’albergatore, al quale per ottenere in quel posto due camere fisse per qualche giorno aveva promesso di presentare Mirna. Ma non prestai molta attenzione a quello che mi stava dicendo perché mi voltai verso la porta , restai impietrito. Riconobbi l’abito velocemente, Mirna era entrata e non con il vecchio, ma sola insieme nero. La vidi di spalle attraversare l’atrio, minigonna a filo di culo con il bordo delle calze ben in vista . Sentii improvvisamente il mio sesso diventare duro: mi stavo depravando anch’io se mi stavo eccitando guardando mia moglie in una parte che mai avrebbe pensato potesse recitare: quella della puttana.. Mentre il nero parlava con il portiere Mirna si guardava intorno, non poteva di certo vederci. Immaginai l’imbarazzo che stava provando facendo la figura della puttana con il cliente. Le appoggiò una mano sul culo mentre due occasionali avventori la guardavano incuriositi: riattraversarono la hall e si avviarono al primo piano salendo le scale con il nero che continuava a tenerle la mano appoggiata al culo e ne assecondava il movimento offrendo un indecoroso spettacolo perché in quel modo la gonna non poteva fare altro che accorciarsi: gambe inguainate da calze nere con la riga niente mutandine ed il culo ben in vista. Non potevo accettare che ora Mirna potesse entrare in stanza con quel nero Cosa le avrebbe fatto? La voleva chiavare? Del resto l’apparenza era proprio quella della puttana portata li apposta. Non potevo credere che Mirna avesse potuto accettare anche questo. Era il quinto uomo che nella serata avrebbe potuto usufruire dei suoi servizi ed in quell’albergo era ben chiaro che avrebbe dovuto farsi scopare. Alfred mi guardò sorridendo. Mirna scomparve al piano superiore “Come vedi il gioco è stato solo un pretesto -mi disse Alfred- pensavi che tua moglie non avrebbe mai accettato di varcare alcuni limiti ed invece … “Ero ammutolito.”Certo deve essere molto eccitante vedere la propria donna trasformarsi poco alla volta in una docile schiava pronta ad esaudire i desideri del suo padrone. Ormai mi appartiene, non potrà più essere come prima . E’ arrivata fin qui spontaneamente ha ubbidito senza ribellarsi lasciandosi esibire come la più squallida delle puttane sapendo che non lei avrei risparmiato nulla.” Credevo che sarebbe stato solo un gioco ma ora avrei voluto evitare che le mani di questo sconosciuto potessero correre sul suo corpo . Avvilita, umiliata, domata, completamente sottomessa Mirna era stata trascinata li dentro e ormai sapeva che avrebbe ubbidito al suo padrone senza alcun pudore L’avevo vista cedere alle carezze del vecchio, palpata come una puttana, fuori dal cinema abbracciata e baciata mentre lui godeva nel passare le manisul suo corpo. Mi stavo convincendo che ormai anche lei non volesse più tornare indietro pronta a sottostare a qualunque cosa Alfred le potesse ordinare. Avrebbe persino potuto chiederle di trasformarsi in una puttana e lei l’avrebbe fatto, del resto dalla discoteca l’avevano scacciata come una volgare puttana ed ora cosa poteva essere sembrata entrando in quell’albergo esibendosi così laidamente? Era la sua schiava, aveva accettato un gioco che non prevedeva vie d’uscita e lui non le aveva risparmiato nulla fino a farla esibire laidamente in un albergo a ore proprio come una puttana I minuti passavano. Mirna era salita in una stanza con un nero appena conosciuto. Alfred mi offrì una sigaretta. Cercavo delle spiegazioni ma non le trovavo, non c’erano altre spiegazione, mia moglie era di sopra con un nero scopata come una volgare puttana. Alzando il volto dal bicchiere che mi avevano offerto rividi il nero lasciare sul tavolo un piccolo registratore che Alfred riavvolse tutto e riaccese. Qualche rumore poi la voce del nero.”Me l’avevano detto che ti sarebbe piaciuto farti trattare come una puttana?”. Nessuna risposta Poi Mirna che supplicava con voce rotta chiedendogli di lasciarla uscire. Il nero le spiegava che Alfred d’accordo con me le avevano prenotato quella stanza e li sarebbe dovuta restare per il resto del suo soggiorno parigino .”la mia valigia” era la voce di Mirna, poi il rumore delle cerniere che venivano aperte. “dove sono i miei vestiti? Cos’è questa roba?” La sua roba era stata sostituita con quanto di più volgare Alfred le aveva acquistato nel pomeriggio e sostituite, a mia insaputa, ai suoi vestiti: gonne corte, a filo di culo, camicette semitrasperenti, abiti scollati con le tette che straboccano fuori, stivali di pelle a mezza coscia, calze con reggicalze o autoreggenti. Ancora la voce del nero che le ricordava quell’accordo preso la sera prima : per tutto il tempo che sarebbe restata li sarebbe dovuta andare in giro così. “Ma non c’è un abito che sia per lo meno decente, non potete pensare che vada in giro vestita così, mi vergogno….. tutti penseranno che sono davvero una… una troia…..”. “devi sembrare veramente una troia, Forse che non lo sei?”Attimi di silenzio.” Adesso basta, Spogliati “. Sentire quella registrazione mi sconvolgeva e nello stesso tempo mi eccitava. Vedevo la scena, Mirna vestita da troia davanti al nero. Il suo pudore non le avrebbe permesso di andare oltre. Come mi sbagliavo Tremavo, io ero stato il solo uomo della sua vita ed ora un altro l’avrebbe scopata “Hai due tette che mi fanno impazzire- era di nuovo la voce del nero- Guarda ti piace ?” Un attimo di silenzio ma fu sufficiente capire a cosa si stesse riferendo-. Succhialo. Avanti ” Era una registrazione ed il fatto era già accaduto. Silenzi, sospiri.”Così Succhialo ancora porca….. Ti piace…… così”. Il respiro e le parole del nero divennero affannose e per me insopportabili quando al suo affanno si sovrappose altro: i gemiti di Mirna. Immaginavo la scena, lei nuda davanti a lui che lo leccava godendo di quest’ultima depravazione “Ti piace …. sei fatta apposta per fare la puttana…. Succhia …. .Così…. Così …. Ci sai fare troia.”Una pausa lunga. Guardai Alfred ed il volto del nero soddisfatto. Poi la registrazione riprese. “Bevi tutto….. mi ha svuotato completamente”. Ancora sospiri e silenzio”questa sera mia cara ne hai presi di uccelli, una vera indigestione. Sei fantastica lo sai?””cosa fai, non asciugarti…. Mi piace vere il mio sperma scivolarti sulla faccia” Avevo il cuore in gola, in una sera mia moglie era diventata una pompinara provetta. Mi sentii morire. Il nastro girava a vuoto, si sentivano solo piccoli rumori ed avrei potuto immaginare qualunque cosa. ” indossa questo, ed aspettami qui, puttana ” La registrazione si interruppe . I due davanti a me sorridevano ” è proprio una gran troia, avevi ragione; l’ho spogliata e si è lasciata fare tutto come avevi detto. Ora si sta preparando. Mi sembra che l’abbigliamento che hai scelto sia perfetto”. Così alla fine aveva spompinato anche il nero come una puttana in un albergo frequentato solo da puttane, una puttana come tante e adesso cosa volevano ancora da lei? Alfred mi fece cenno di seguirlo al piano superiore. Intanto il nero ci precedette e rientrò nella stanza di Mirna.L’attesa fu interminabile , fino a che dal lungo corridoio Mirna uscì dalla sua camera. Era come non avrei mai immaginato: vestita come una puttana, calze e reggicalze, un baby-doll di pizzo trasparente che le arrivava a malapena sotto le chiappe . E pensare che fino a qualche settimana prima non avrebbe mai indossato una gonna appena sopra al ginocchio: chiappe semi scoperte calze che inguinavano le sue bellissime gambe valorizzate da sandali con tacco ancora più alto . Il baby-doll trasparente lasciava ben vedere tutto, le tette, il sesso . Io dalla mia postazione osservavo la scena incapace di reagire nel vedere mia moglie esibita come una puttana in uno squallido albergo ad ore. Lei non avrebbe potuto vederci visto che era bendata. Era evidentemente consapevole che il nero la stava facendo passeggiare seminuda nel corridoio di quello squallido albergo ad ore e lei stava accettando anche questa umiliazione. Il nero la fermò dinanzi ad una porta. La strinse per le spalle e scivolò con la mano sulla spallina del baby-doll scoprendole una tetta. Dalla bocca di Mirna uscii un no sommesso. La mano del nero prese a giocare con il capezzolo sempre più turgido di Mirna.Lei si mordeva le labbra su cui era stato steso uno spesso strato di rossetto rosso; sospirava profondamente. Il nero infilò la mano sotto il baby-doll e non fu difficile vedere che stava scivolando sulla sua fichetta. Quella mano sottile, nera si intrufolò tra quella striscia di pelo iniziando a muoversi descrivendo dei cerchi sempre più stretti e divaricandone le labbra con le dita. Mirna ne assecondava i movimenti ed iniziava a godere senza sapere che la stessi guardando. Alfred le si avvicinò e prese pure lui ad accarezzarla. Mirna sussultò sentendosi addosso quattro mani. ” vi prego…” mormorò a voce bassa. Era consapevole di offrirsi vergognosamente lungo il corridoio di un albergo ad ore con il rischio di essere vista ma ormai il suo pudore non esisteva più. Alfred appoggiò le labbra sul suo capezzolo e iniziò a mordicchiarlo, il nero continuava a masturbarla e lei sprofondava sempre più nel suo vergognoso piacere. Alfred mi fece cenno di avvicinarmi. Con il sesso teso ed i testicoli che mi facevano male da quella continua eccitazione mi avvicinai ed iniziai ad accarezzarla pure io. Per Mirna ,bendata, avrebbe potuto essere chiunque ma anziché ribellarsi finì per godere ancora di più. Alfred si rivolse a Mirna ” sai chi sono” lei sbiascicò un si che quasi non si sentiva. “allora dillo” Mirna tremava e ormai ben educata rispose “il mio padrone”. Restai a guardarla come l’ultima delle puttane in un albergo frequentato solo da puttane, una puttana come tante. Potevo aspettarmi qualcosa di diverso? Era restata nuda su quel pianerottolo tra l’angoscia e l’eccitazione senza ribellarsi assaporando, in tutto, il suo destino di schiava con quell’abbigliamento, tanto indecoroso, trasformato in un mezzo per accrescere la sua umiliazione. Ormai doveva solo ubbidire, non aveva scelta . “Il tuo corpo è a mia disposizione e come vedi posso esibirlo a chiunque ed in qualunque momento non credi?” Le disse Alfred accarezzandole nuovamente la tetta nuda.”Si-rispose lei” “Si…. ” disse Alfred lasciando la frase sospesa. “Si… padrone” sussurrò Mirna lasciandomi sconvolto per quella sua completa passività.”Per ottenere la disponibilità dell’albergatore ho dovuto promettergli qualcosa in cambio. Ora darai anche a lui la sua parte, non è vero?” Quasi sospirando dalle sue labbra uscì un nuovo “si padrone” e forse sentiva già i brividi sulla sua pelle per quel nuovo spettacolo che era già stato pattuito. Alfred bussò alla porta davanti a noi ed entrammo.
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