E’ qualche giorno che non vedo Daniela e Alfredo, il suo patrigno, sto finendo il mio turno di sorveglianza nel centro commerciale dove lavoro, quando mi suona il cellulare e come richiamato dal mio pensiero è proprio Alfredo che mi chiama per invitarmi quella sera a casa loro per una cena, io non avendo programmato niente per la serata accetto volentieri.Mi presento dalle 19 e vengo presentato a Rosa, moglie di Alfredo e mamma di Daniela, la guardo attentamente ha una figura piuttosto insignificante, bassina con un viso molto sciupato, ha i capelli lunghi pettinati con una acconciatura anni 50 e un vestitino da quattro soldi che le casca come un sacco sulle gambe magre senza calze.Ci sediamo a tavola e Rosa inizia a portare in tavola le pietanze, nel servirmi fa cadere una goccia di sui miei pantaloni e subito Alfredo le molla uno schiaffo sulla faccia ordinandole di chiedermi subito scusa, lei mi chiede scusa ma Alfredo le dice “non è così che ti ho insegnato” e con una spinta la fa cadere in ginocchio e prendendola per i capelli fa avvicinare la sua faccia alla patta dei miei pantaloni, lei lo guarda impaurita e gli fa notare che nella stanza c’è anche Daniela e che non ha ma fatto certe cose davanti alla figlia, Alfredo allora le da un calcio nel sedere e le dice che Daniela è abituata a ben altro poi la obbliga a tirarmi fuori il cazzo dai pantaloni e a farmi un pompino, malgrado tutto io sento il mio uccello che inizia a ingrossarsi nella sua bocca, dopo qualche minuto di sbocchinamento Alfredo dice che le scuse possono bastare e riprendiamo a mangiare.Durante la cena Alfredo inizia a conversare come se niente fosse accaduto, e inizia a raccontarmi che ama molto giocare a poker nel bar sotto casa ma che non è molto fortunato al gioco infatti ha perso vari milioni, ma che lui ha trovato il modo di saldare il debito senza tirare fuori un soldo.Dopo cena infatti suona il campanello e si presentano tre tizi poco raccomandabili, uno e un marocchino di circa 40 anni con una grossa cicatrice che attraversa una guancia, è molto alto ed è vestito con quei grossi camicioni multicolori che usano portare, il secondo è un vecchio di circa 70 anni con i capelli bianchi e che cammina aiutandosi con un bastone, il terzo è il classico camionista, alto robusto, quasi grasso, che indossa una canottiera che lascia vedere i muscoli del petto e delle braccia, Alfredo me li presenta e io capisco che sono i tre con i quali ha perso a carte, chiama Rosa e Daniela e quando le due entrano nella stanza le ordina di scoprirsi il seno, Rosa, evidentemente abituata alle richieste di questo genere da parte del marito obbedisce senza discutere, Daniela invece inizia a piangere e chiede aiuto alla mamma la quale per tutta risposta le molla un ceffone sul viso e le strappa la camicia, dicendo che deve obbedire, i tre iniziano a sogghignare e ad un cenno di Alfredo cominciano a palpare le tette che hanno davanti aglio occhi, specialmente il vecchio che prende tra le dita i capezzoli di Daniela e inizia a torcerli facendola urlare dal dolore.Io non so cosa fare, ho capito che Alfredo è un sadico, e mi dispiace per Daniela, infatti mi sento in colpa per quello che le sta capitando, dopo qualche minuto Alfredo chiede ai tre se per loro va bene passare qualche ora con Rosa e Daniela in cambio del debito, loro si guardano in faccia e contemporaneamente annuiscono, si mettono d’accordo per il giorno dopo alle 15 quindi se ne vanno.”anche questa è sistemata” dice Alfredo, “Ora divertiamoci un po’ noi” così dicendo abbassa i pantaloni e le mutande, tira fuori il cazzo ancora moscio e dice alla moglie di farglielo diventare duro che deve dimostrarle come è brava sua figlia a prenderlo in tutti i buchi, Rosa obbedisce senza lamentarsi, Daniela intanto è ancora al centro della stanza con le tette scoperte e il viso bagnato di lacrime, Alfredo allora, visto che non mi sono ancora mosso mi dice “cosa aspetti, serviti pure” io mi avvicino a Daniela e cerco di baciarla ma lei gira la testa dall’altra parte, Alfredo sembrava non aspettasse altro, si stacca dalla moglie, apre un cassetto e tira fuori un frustino e comincia a frustare Daniela sulle tette, lei cerca di coprirsi ma lui ordina alla moglie di tenergliela ferma, Rosa allora prende da dietro le braccia di Daniela e la tiene, mentre lui continua a frustarla, poi sempre dietro ordine di Alfredo, Rosa comincia a spogliarla lasciandola nuda.Alfredo è scatenato, io cerco di calmarlo ma lui non mi ascolta, fa sdraiare Daniela per terra sul tappeto e obbliga Rosa a infilare il manico del frustino nella figa della figlia che si dibatte e continuando a scalciare non permette alla mamma di fare quanto le è stato ordinato, allora Alfredo mi dice di tenere ferma Daniela, la quale mi guarda con occhi supplichevoli, io non riesco a sopportare di più, dico ad Alfredo che con me ha chiuso e me ne vado sbattendo la porta.Il mattino dopo è festa e non vado al lavoro, esco di casa e per curiosità passo davanti alla casa di Alfredo, faccio qualche giro intorno all’isolato quando vedo Daniela uscire dal portone di casa, passando davanti al bar vedo i tre del giorno prima che la fermano, non sento quello che le dicono ma vedo i loro sguardi libidinosi e Daniela scappare verso l’edicola dove stava recandosi per comprare i giornali al padre, la avvicino con la macchina e quando lei mi vede le faccio segno di salire, lei non sa cosa fare ma guardando verso il bar si decide e sale.La porto a casa mia, la faccio entrare, lei rimane seduta sul divano dove l’ho fatta accomodare, non parla e tiene gli occhi rivolti verso il pavimento, mi avvicino e lei impaurita ha uno scatto, come se temesse che volessi picchiarla, la tranquillizzo, non è nelle mie intenzioni, poi la guardo e vedo dei lividi sul suo collo, sento un brivido alla bocca dello stomaco, e mi viene voglia di coccolarla, con un dito le accarezzo la guancia, lei ha paura ma vedendo che non ho cattive intenzioni si lascia toccare, proseguo la carezza sul collo sopra i lividi bluastri, poi le slaccio un bottone della camicetta e vedo che i lividi proseguono anche lì, comincio a baciarla lievemente sopra i capelli, sulla fronte, lei non è abituata a delle gentilezze e inizia a piangere silenziosamente, io la prendo per una mano e la porto in bagno, faccio scorrere l’acqua nella vasca, la spoglio mentre la vasca si riempe e vedo che tutto il suo corpo è coperto da lividi e segni lasciati dalla frusta, la faccio entrare nell’acqua calda e la lascio almeno mezz’ora nell’acqua prima di prendere una spugna e iniziare a massaggiarla delicatamente, la faccio poi uscire avvolgendola nel mio accappatoio, e le asciugo i capelli.Dopo che si è rivestita le dico che la porto fuori a magiare e chiedo se preferisce il ristorante o una pizza, lei non sa se la sto prendendo in giro, ma mi risponde di preferire la pizza, infatti usciamo e la porto in pizzeria dopo pranzo le chiedo se le piacerebbe andare al cinema, lei dice che il padre l’aspetta per le 15 e che se non ritorna è capace di ammazzarla, le rispondo di non preoccuparsi e le faccio scegliere il film che vuole vedere.Ci accomodiamo nelle ultime file e appena spengono le luci le faccio appoggiare la testa sulla mia spalla e restiamo così per tutta la durata del film.Dopo la riporto a casa mia, lei è preoccupata per suo padre, ormai è tardi e i tre che dovevano riscuotere il debito saranno già stati a casa sua, non trovandola, le dico di non pensarci, la abbraccio e comincio a baciarla dolcemente sulle labbra, lei è confusa, nessuno, nemmeno io, l’aveva mai baciata dolcemente come fanno gli innamorati, dopo inizio a baciarle gli occhi, e a succhiarle i lobi delle orecchie passando poi a baciarla sul collo, le slaccio la camicia, lei non si ribella, le tolgo il reggiseno e inizio a leccare le sue tette, coperte di lividi e a prendere tra le labbra delicatamente i suo capezzoli, lei è sempre rigida tra le mie braccia, non sa se deve fidarsi, allora io le slaccio la gonna e le tolgo le mutandine, poi le allargo le cosce e lecco la sua figa, la bacio come se fosse una bocca, trovo il clitoride e inizio a massaggiarlo con un dito mentre la lingua entra più che può nella sua figa, pian piano sento che inizia a rilassarsi, infatti la stavo leccando per farle provare quel piacere che non aveva mai provato infatti fino ad allora era stata solo usata per il piacere mio e degli altri senza preoccuparsi del suo piacere, ma ora volevo rimediare e continuai a leccarla fino a quando sentii che iniziava a bagnarsi per l’eccitazione e dopo un po’ iniziò a godere, la sentivo tremare e sussultare tra le mie braccia ma non smettevo di leccarla, finchè lei si lasciò andare ad un lungo sospiro e si rilassò.Allora mi alzai e ricominciai a baciarla, con la lingua esploravo tutta la sua bocca e lei rispondeva la mio bacio, la girai sulla pancia e le disse che l’averi fatta godere nuovamente, la misi alla pecorina e iniziai a leccare il suo ano, lei all’inizio contrasse i muscoli, aveva paura, infatti le avevamo sempre fatto male, ma sentendo che la toccavo delicatamente si lasciò andare e io la leccai lungamente infilando la lingua nel suo ano come se fosse un piccolo cazzo, poi le misi un dito nel culo mentre con l’altra mano le accarezzavo la figa, qualche minuto di questo trattamento e venne nuovamente, improvvisamente squillò il telefono, andai a rispondere e come lei capì che dall’altra parte c’era il suo patrigno Alfredo, i suoi occhi si riempirono di paura e si mise a sedere sul letto, io sempre parlando al telefono la presi per una spalla e l’abbraccia con un gesto protettivo, nel frattempo dissi ad Alfredo che Daniela era lì con me e lì sarebbe rimasta, non mi piacevano infatti i suoi modi sadici, e gli dissi di lasciarci in pace perché altrimenti gliel’avrei fatta pagare.Daniela mi guardava stupita, non riusciva a credere che dicessi sul serio, quando riattaccai mi chiese cosa volevo fare, io le risposi che se per lei andava bene poteva restare a vivere con me, che mi ero innamorato di lei, Daniela iniziò a piangere, nessuno le aveva mai detto di volerle bene, e mi rispose che anche lei, dopo la giornata passata con me si era innamorata, passammo la serata abbracciati a baciarci finchè ci addormentammo.Ci svegliammo in piena notte, ci alzammo per uno spuntino veloce, e poi tornammo a letto, la baciai a lungo, poi le misi una mano tra le gambe e sentii che era bagnata, iniziai a masturbarla e lei mi prese il cazzo in mano e iniziò fare la prima vera sega della sua vita, quanto sentii che stava per venire avvicinai il cazzo fra le labbra della figa e iniziai a spingere delicatamente, lei si incarcava e veniva verso di me io con le mani le presi le natiche e iniziai a spingere il mio cazzo sempre più dentro di lei, giungemmo all’orgasmo insieme io tirai fuori il cazzo dalla sua figa per sborrare sopra la sua pancia, ma lei me lo prese in bocca e gli ultimi schizzi le arrivarono in gola.Ci riaddormentammo e restammo abbracciati per il resto della notte.
Aggiungi ai Preferiti